(VIDEO+TESTO) Delcy Rodríguez al Consiglio Permanente OSA

da Embaveneit

Discorso del Ministro degli Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela
Delcy Rodríguez
al Consiglio Permanente dell’OSA

Sede dell’OSA-Washington-USA
Lunedì, 27 marzo 2017

Presidente del Consiglio Permanente:

Sua Eccellenza Delcy Rodríguez Gómez, Segretario Generale dell’OSA, Luis Almagro, vice segretario generale non presente, Illustri Rappresentanti permanenti e supplenti, rappresentanti degli Stati osservatori, invitati speciali, signore e signori.

Ministro, le diamo il benvenuto nello spirito di dialogo, rispetto della democrazia e del diritto costituzionale emanati nei principi di base dell’OSA.

Durante la mia cerimonia d’insediamento come Presidente del Consiglio Permanente, Il 27 gennaio 2017, ho manifestato l’impegno a rispettare la Carta Democratica e gli altri strumenti interamericani e il loro funzionamento. Ho dichiarato che avrei lavorato incessabilmente per continuare a costruire i quattro pilastri di quest’organizzazione: Sviluppo Integrale, Sicurezza Multidimensionale, Diritti Umani e Democrazia. In quell’opportunità ho affermato che non ci può essere sviluppo senza la pace e la sicurezza nel nostro Emisfero; non ci può essere sviluppo economico sostenibile senza la stabilità politica e il rispetto dei diritti umani in tutti i settori della società che partecipano attivamente al medesimo sviluppo.

La nostra Carta Democratica stabilisce che la democrazia è essenziale per lo sviluppo sociale, economico e politico dei popoli delle Americhe. Il Ministero degli Affari Esteri, che lei rappresenta, Signora Ministro, si unisce al nostro processo in un momento importante in cui la solidarietà e la cooperazione tra i nostri stati ha bisogno di maggiore collaborazione che deve basarsi sull’esercizio efficace della democrazia rappresentativa e sulla crescita economica, così come sullo sviluppo sociale che ha le sue radici nella giustizia, nell’uguaglianza, nella democrazia, che sono interdipendenti e si rafforzano mutuamente.

È giusto che il Ministro degli Esteri possa avere voce nel Consiglio Permanente perché un dibattito efficace e il dialogo promuovono comprensione, rafforzano l’inclusione e la solidarietà, due principi che sono nel midollo dell’OSA. L’isolamento e la separazione non producono nessun beneficio agli Stati membri e ai suoi cittadini, pertanto, è giusto che lo Stato al centro delle tematiche di dibattito sulla sovranità, la democrazia costituzionale e lo stato di diritto, possa parlare in questo Consiglio Permanente.

Come Organizzazione abbiamo deciso di basare i nostri documenti fondanti su determinati principi, il cui spirito intende migliorare la pace, la stabilità, la partecipazione, lo sviluppo nelle nostre società.

Quando l’OSA è stata creata, nel 1948, l’Emisfero ha visto i benefici di un organismo che, grazie alla sua collettività, disponeva degli strumenti per raggiungere questi obiettivi piuttosto che individualmente. Gli Stati hanno visto nel multilateralismo e nella cooperazione di quest’organizzazione, un aiuto per risolvere le complesse problematiche che i nostri paesi affrontano. Questo Emisfero ha sofferto molte battaglie civili ed economiche, nonostante le ideologie politiche ed economiche. È innegabile che tutti cresciamo e ci sviluppiamo passando per la sofferenza. A beneficio di tutti i nostri popoli, bisogna trovare un’alternativa mantenendo aperti i canali di comunicazione. Dobbiamo discutere e riconciliare le nostre differenze per risolvere in modo pacifico e rispettoso le divergenze, pertanto Ministro Rodríguez, le do nuovamente il benvenuto e ribadisco l’impegno non solo di mantenere il dialogo con la Repubblica Bolivariana del Venezuela, ma con tutti gli Stati membri di quest’organizzazione, per i migliori interessi di tutti. Passo la parola al Ministro.

Ministro degli Esteri, Delcy Rodríguez:

Grazie, Onorevole Ambasciatore Patrick Andrews, Presidente del Consiglio Permanente dell’OSA, Luís Almagro, Segretario Generale dell’OSA, illustri Ambasciatori, rappresentanti permanenti di quest’organizzazione, signore e signori.

Prima di tutto, dopo aver ascoltato le parole del Presidente di questo Consiglio, devo precisare che il Venezuela ha richiesto e ha ottenuto che questo Consiglio Permanente si riunisse oggi con l’obiettivo di denunciare le gravi azioni interventiste commesse, all’interno di quest’organizzazione, dal Segretario Generale e da una fazione minoritaria di alcuni paesi della nostra regione.

Ci troviamo nel Salone Simón Bolívar, e onoriamo i precedenti storici che hanno dato vita al concetto del progetto Bolivariano per il popolo della Patria Grande. Avevamo già dichiarato, l’anno scorso in questa stessa sala, che ci sono due modelli contrapposti e antagonisti in quest’organizzazione: il progetto Bolivariano, fondato sull’unione della Patria Grande, basato proprio sulla difesa e l’ampliamento dell’indipendenza e della sovranità dei nostri paesi; e un progetto espansionista dal punto di vista territoriale, culturale, militare e mediatico operato dal Nord egemone.

Rivolgo queste parole in nome del Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro Moros e del popolo venezuelano, allarmati dalle gravi azioni che si stanno commettendo dall’interno dell’Organizzazione degli Stati Americani contro il nostro paese.

Osserviamo con preoccupazione e allarme che, il Segretario Generale Luis Almagro, da quando svolge questa funzione, ha dedicato la sua amministrazione ad attaccare ossessivamente il Venezuela e il suo popolo. Il suo atteggiamento illecito, unilaterale, arbitrario, fuorviante e di parte ha portato, durante la 46° Assemblea Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani tenutasi il 13 giugno 2016 nella Repubblica Dominicana, all’approvazione di una risoluzione derivata dalla profonda preoccupazione espressa dai ministri degli esteri della regione riguardo l’atteggiamento fuorviante di Luis Almagro. Così hanno deciso di vigilare, in maniera continua, in un Consiglio Permanente, sul comportamento del Segretario Generale e sul suo rispetto delle istituzioni e dei regolamenti dell’OSA.

Dobbiamo fare la storia, i popoli del mondo devono sapere come questo discutibile personaggio è arrivato alla Segreteria Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani. Il presidente Nicolás Maduro aveva già avvertito l’amico presidente José Pepe Mujica delle irregolarità politiche del suo ministro degli Esteri Luis Almagro, al servizio dei settori imperialisti. Sapevamo che agiva come agente degli interessi degli Stati Uniti, ed è stato grazie all’intervento del presidente Mujica, che ha garantito al presidente Maduro che mai e poi mai Almagro avrebbe attaccato il Venezuela, che il presidente Maduro ha deciso di dare il suo appoggio per la sua elezione. È stata la cronaca di un tradimento annunciato.

Luis Almagro è entrato in carica il 26 maggio del 2015, dopo soli quindici giorni ha iniziato con gli attacchi e le aggressioni contro il Venezuela. Era arrivato con un chiaro mandato a quest’organizzazione, il primo era porre fine alla rivoluzione Bolivariana; il secondo, sostituire il governo del presidente Maduro e dare sostegno internazionale alle azioni violente dell’estrema destra venezuelana, minando la sovranità e lo Stato di diritto attraverso la destabilizzazione del paese. Dopo la scomparsa fisica del nostro caro e amato Comandante Presidente Hugo Chávez, leader della Rivoluzione Bolivariana, ha intensificato il piano per assediare il Venezuela.

Sono state attuate azioni che hanno provocato un blocco finanziario contro il nostro paese. Le esigue forze produttive private si sono raggruppate per boicottare la commercializzazione e la distribuzione di alimenti e medicine. Si è acuito il contrabbando d’estrazione dei beni essenziali verso la Colombia e il valore della moneta venezuelana, rispetto alla valuta statunitense, è stato manipolato attraverso un marcatore fittizio e virtuale al confine con la Colombia.

Quest’aggressione economica multiforme contro il Venezuela, è stata accompagnata dai poteri di fatto internazionali, finanziari e mediatici, incoraggiati da un piano articolato e sostenuto da Washington.

Almagro non agisce solo né per se stesso, ma seguendo i mandati dettati da questa città, e la sua gestione vede la complicità di una piccola fazione di un gruppo di paesi all’interno dell’OSA. Li unisce un obiettivo: creare l’idea, nella comunità internazionale, che in Venezuela sta accadendo qualcosa di grave per giustificare l’intervento in tutte le sue dimensioni.

Le norme generali per il funzionamento della Segreteria Generale stabiliscono che, chi svolge quest’incarico deve farlo con integrità, indipendenza e imparzialità. Queste sono esattamente le caratteristiche che il signor Almagro non possiede. Manca d’indipendenza, quando si sottomette volontariamente agli interessi dello stato più potente di quest’organizzazione e agisce come un suo funzionario burocratico, un operatore propagandistico, un assistente politico o come il suo estorsore locale. Manca d’integrità quando viola le norme dell’Organizzazione. Contravviene al diritto internazionale quando utilizza a proposito informazioni false. Contraddice apertamente le decisioni degli Sati Membri e minaccia chi non lo segue nella sua agenda di distruzione contro il Venezuela. Manca anche d’imparzialità nel momento in cui, senza alcuno scrupolo, mette in moto una campagna contro il Venezuela con le risorse di quest’Organizzazione per destabilizzare il paese e, allo stesso tempo, ignora le violazioni commesse da parte di quello stesso paese che gli paga lo stipendio. Il signor Almagro fa parte di una genesi infamante di Segretari Generali come Carlos Dávila, che nel 1954 ha sostenuto l’invasione del Guatemala di Jacobo Arbenz, o José Antonio Mora, che nel 1965 ha consentito l’invasione della Repubblica Dominicana.

Non sbaglio affermando che il Signor Almagro è un bugiardo, disonesto, farabutto e mercenario. Un traditore di tutto ciò che rappresenta la dignità di un diplomatico latinoamericano.

Voglio esporvi, con una presentazione, la campagna contro il Venezuela di chi oggi ricopre l’incarico di Segretario Generale.

Da quando Almagro è entrato in carica come Segretario Generale nel maggio del 2015, ha dedicato il 21% delle sue pubblicazioni su Twitter, ovvero uno su cinque dei suoi tweet, contro il Venezuela. Il 21% dei suoi tweet li dedica al Venezuela e la restante parte all’agenda emisferica.

Dal 14 al 24 marzo di quest’anno, durante le incessanti piogge che hanno colpito il vicino popolo del Perù, il Segretario Almagro ha dedicato il 73% dei suoi tweet alla campagna contro il Venezuela e il resto, ovvero quattordici tweet, all’agenda generale dell’OSA.

Ecco alcuni esempi dei tweet più vergognosi di tale personaggio. Ha chiamato “dictadorzuelo” ovvero dittatore e ladro il capo di Stato del Venezuela, inoltre quest’organizzazione si è allontanata dall’essere un’organizzazione intergovernativa in cui il Segretario Generale lavora con i settori più estremisti del Congresso statunitense.

Ci sono i tweet offensivi e altri tweet pubblicati da personaggi che attaccano e aggrediscono direttamente il popolo venezuelano. In una lettera del 18 maggio poi, raggiunge i massimi livelli di volgarità contro il Capo dello Stato e Presidente, Nicolás Maduro.

Non soddisfatto, c’è poi la partecipazione il 12 e 13 maggio 2016 in un forum dove apertamente l’ex presidente colombiano Uribe, invoca all’occupazione del territorio venezuelano da parte un esercito straniero. Questo tipo di atteggiamento è davvero molto grave.

Inoltre, il Segretario ha sostenuto, tra il 2016 e il 2017, ventisei riunioni con l’opposizione venezuelana, di cui il cinquantasette per cento con i militanti di Voluntad Popular, fazione dell’estrema destra violenta del nostro paese.

Per quanto riguarda i suoi viaggi, che sono anche elencati in questa presentazione, il signor Almagro, dal 4 al 7 settembre 2015 si è recato in Colombia. Il 14 gennaio 2016 in Italia. L’8 marzo in Cile. Giorno 11 aprile negli Stati Uniti, a Miami. Il 13 maggio a Miami. Dal 13 al 15 nella Repubblica Dominicana, dal 12 al 15 luglio in Paraguay. Il primo settembre 2016 in Georgia, Stati Uniti. Dal 20 al 21 settembre 2016 a New York, Stati Uniti. Il 5 ottobre 2016 in Paraguay. Il 6 ottobre 2016 in Brasile, il 21 ottobre a Miami, Stati Uniti. Dal 14 al 16 dicembre 2016, a Ottawa, in Canada. Il 24 gennaio 2017 in Belgio, Bruxelles. Dal 26 al 25 gennaio 2017 in Spagna. E in tutte queste visite e tutti questi viaggi il Signor Almagro ha fatto dichiarazioni contro il governo del Venezuela.

Voglio indicare inoltre le norme che sono state violate dall’atteggiamento offensivo, illecito, arbitrario e parziale del Signor Almagro.

L’Articolo 1 della Carta dell’OSA. Vorrei sottolineare che l’Organizzazione degli Stati Americani non ha nessun’altra competenza se non quelle espressamente conferitegli dalla presente Carta. Nessuna disposizione la autorizza a intervenire negli affari della giurisdizione interna degli Stati Membri.

L’articolo 107 e l’articolo 118, voglio sottolineare che nello svolgimento delle loro funzioni il signor Almagro e il personale della Segreteria, “non richiederanno né accetteranno istruzioni da alcun governo né da alcuna autorità estranea all’Organizzazione”. Il contrario è accaduto in ciascuno dei suoi viaggi, il contrario è accaduto quando si è riunito con i membri del Congresso, esponenti delle fazioni più estremiste del Congresso degli Stati Uniti, dove viene detto ciò che devono fare contro il Venezuela. “Essi si asterranno da ogni atto incompatibile con il loro status di funzionari internazionali responsabili solo di fronte all’Organizzazione”. Da qui deriva il principio di responsabilità di questo funzionario, la responsabilità internazionale nell’esercizio delle sue funzioni.

Inoltre, ai ministri degli Esteri nell’Assemblea Generale dell’OSA, durante una riunione realizzata nella Repubblica Dominicana, è stato chiesto di riconsiderare l’aderenza a queste norme, violando in questo modo anche le norme generali per il funzionamento della Segretaria Generale.
Articolo 29. Indipendenza nell’adempimento dei doveri. “Nell’adempimento dei loro doveri, i membri del personale non solleciteranno né accetteranno istruzioni da alcun governo né da alcuna autorità estranea all’Organizzazione”.

Articolo 139. “Il Segretario Generale e il suo Vice, si asterranno da qualsiasi azione, sia questa proibita o meno nelle suddette norme, che possano provocare o dare l’impressione della perdita completa d’indipendenza o assenza d’imparzialità nelle sue rispettive attuazioni”.

Il Venezuela ha dimostrato chiaramente, come queste norme siano state costantemente e sistematicamente violate dal signor Almagro.

Adozione di decisioni amministrative senza rispettare le procedure amministrative, tutto ciò a discredito del buon nome e dell’integrità della Segreteria Generale. Pertanto la Segreteria Generale è screditata.

Ciò che sta accadendo è realmente preoccupante.

Nel marzo 2015 l’OSA è caduta di fronte all’uso della forza da parte di un Paese Membro di quest’Organizzazione, un paese che è anche il più potente, la forza militare più potente del mondo che ha approvato un ordine esecutivo firmato dall’ex presidente Barack Obama che considera il Venezuela come una minaccia per la sicurezza e la politica estera degli Stati Uniti.
In seguito, nell’ottobre dello stesso anno, il Capo del Comando Sud degli Stati Uniti, ha dichiarato l’intenzione del suo paese d’invadere militarmente il Venezuela nell’eventualità di una crisi umanitaria che lo potesse giustificare.

Due forze all’interno dell’OSA hanno lavorato in questa direzione.

Ritornando al tentativo interventista che ha segnato la sua azione perniciosa nella storia dell’Emisfero, da un lato il suo Segretario Generale lavora instancabilmente per dichiarare la crisi umanitaria in Venezuela, la mancanza della democrazia e la violazione dei diritti umani. Dall’altro lato, un piccolo gruppo di paesi oppositori politici e ideologici della Rivoluzione Bolivariana, hanno implementato una sorta di diplomazia blanda articolata con l’ossessivo estremismo di Almagro, ma indissolubilmente legata al suo intento di danneggiare l’immagine internazionale del Venezuela per compromettere le relazioni con altri paesi della regione, e di etichettare il Venezuela come un paese problema che deve essere affrontato e risolto in fretta.

La storia dell’OSA è segnata da una serie di volgari interventi nel nostro Emisfero a favore del paese del Nord egemone. Uno strumento diplomatico attraverso cui gli Stati Uniti attuando come una macchina militare, commerciale, culturale e finanziaria, non solo hanno imposto il loro modello di depredazione, ma hanno anche sottoposto interi popoli alla più infame violazione dei diritti umani.

L’OSA è nata con questi due modelli contrastanti e in opposizione: il progetto di Monroe, di espansione territoriale e dominio imperialista, contro il progetto Bolivariano profondamente indipendentista e sovrano.

Nel 1962, una situazione simile a quella che sta accadendo oggi è stata vissuta nella Regione, un conclave immorale aveva decretato l’esclusione di Cuba per la sua natura ideologica. Cuba era stata criminalizzata ed economicamente assediata, provocando un blocco che ormai esiste da più di cinque decenni. Gli errori storici commessi da questo conclave immorale, così come era stato definito dall’Immortale Comandante Fidel Castro Ruz, hanno creato sofferenza, penuria e angoscia al popolo cubano. Tutto ciò ha portato, contrariamente a quanto previsto dal Ministero delle Colonie dell’epoca, a una storia di resistenza e dignità mai visto prima nel nostro continente.
Esprimiamo il nostro riconoscimento eterno al popolo di Cuba, per la sua resistenza, dignità, coraggio contro queste pretese che oggi rappresentano le forze oscure schierate contro il Venezuela.

Il silenzio complice dell’OSA ha avallato quasi cinquanta colpi di stato nella Regione, a partire dalla sua fondazione nel 1948, data macchiata con il sangue del leader Jorge Eliécer Gaitán. I colpi di stato sono stati organizzati dalla CIA contro il governo costituzionale di Jacobo Arbenz in Guatemala, nel 1954; il crudele e sanguinoso colpo di Stato di Stroessner in Paraguay; il colpo di stato contro il presidente Joao Goulart nel 1964 in Brasile. Nel 1973, nella più antica democrazia nel nostro continente dell’epoca, Augusto Pinochet rovesciò sanguinosamente il nostro amato presidente Salvador Allende.

L’OSA non ha mai condannato il colpo di stato contro il Comandante Chávez nel 2002. Nel 2011 il colpo di stato parlamentare contro Fernado Lugo, questo ciclo di vergogna e umiliazione si chiude nel 2016 con uno dei capitoli più vergognosi della nostra storia, il colpo parlamentare contro il presidente Dilma Rousseff.

L’OSA nel 1954 ha consentito apertamente l’invasione del Guatemala, nel 1961 l’invasione di Cuba, nel 1965 ha appoggiato l’invasione della Repubblica Dominicana, nel 1983 ha sostenuto l’invasione di Grenada. Tutti questi crimini sono stati commessi dagli Stati Uniti con l’approvazione o la silenziosa complicità dell’OSA. Quest’organizzazione ha ignorato la repressione dei governi neoliberali contro i movimenti popolari, progressisti e di sinistra così come ha ignorato l’uccisione di migliaia di leader contadini, popolari e attivisti per i diritti umani.

Per sua informazione signor Segretario, nel caso specifico del Venezuela, nel periodo della quarta repubblica ai cui leader lei oggi dà il suo sostegno internazionale, si contarono più di 10.000 vittime, delle quali 459 per sparizioni forzate e 1425 assassini per motivi politici, tra i quali anche l’assassinio obbrobrioso di mio padre Jorge Rodríguez. La Commissione Interamericana per i Diritti Umani non fa alcun riferimento a questi atti criminali. L’OSA da allora è diventata un’organizzazione disfunzionale che trasgredisce lo stato di diritto internazionale, e mina i modelli democratici non in linea con gli interessi e le pretese del paese egemone.

È stato possibile trasformare la natura di quest’organizzazione con una natura interventista, legata per motivi fiscali agli Stati Uniti, che fornisce il 60% del suo bilancio totale, ma anche all’Europa, che rappresenta il 30% del bilancio per fondi specifici. Per queste e per altre vie immorali tentano di sottomettere gli Stati membri al ricatto vile dei centri imperialisti che minacciano i governi della regione.

Il progetto Bolivariano, fedele alle radici indipendentiste che gli hanno dato origine, si pone come una vera e propria minaccia per quest’organizzazione, oggi non si sta cercando di punire o sanzionare il Venezuela, ma si cerca di far scomparire questo modello che promuove la difesa della sovranità, di una democrazia esercitata direttamente dal popolo, dell’indipendenza e dell’autodeterminazione dei popoli, della giustizia sociale inclusiva e della solidarietà internazionale intesa come l’esercizio per i rapporti tra gli Stati.

Siamo una minaccia per il sistema di privatizzazione dell’istruzione e della sanità perché oggi con 30 milioni di abitanti, siamo il quinto paese al mondo con il più alto numero di iscritti al sistema educativo e il nostro sistema di sanità pubblica assiste oltre l’82% della nostra popolazione. Nel 50% del paese questa copertura raggiunge già il 100%.

Siamo una minaccia per i monopoli alimentari globali perché conducendo una battaglia contro l’economica disuguale, abbiamo creato un programma popolare per sostenere dal punto di vista alimentare il nostro popolo. E, oggi, in un solo anno dalla creazione di questo nuovo modello di distribuzione e produzione di alimenti, abbiamo prestato assistenza a 6 milioni di famiglie.

Siamo una minaccia per la privatizzazione della cultura perché abbiamo rafforzato la musica e la poesia in Venezuela. Ottocento mila bambini e giovani del nostro Paese fanno parte del più grande sistema di orchestre sinfoniche del mondo e di maggior successo. Siamo un pericolo per i governanti oligarchi, perché in 16 anni siamo passati da avere 300 mila pensionati a 3 milioni fino a raggiungere, nel 2017 grazie alla Rivoluzione Bolivariana, il 95% della popolazione pensionabile, pagando il debito storico di 40 anni di negligenza in materia di sicurezza sociale.

Siamo una minaccia per l’atroce capitalismo perché abbiamo democratizzato e trasferito la ricchezza al popolo e abbiamo investito il 74% delle entrate del paese nel sociale. Di fronte alla cospirazione più brutale contro la nostra economia, oggi il programma delle Nazioni Unite ci pone tra i paesi del mondo, con il più alto livello di sviluppo umano nel rapporto che è stato pubblicato pochi giorni fa, il 24 marzo scorso, al di sopra di quasi tutte le nazioni di questo continente. Ciò significa, che 7 dei 14 paesi firmatari del vergognoso comunicato del 23 marzo, che minaccia l’imposizione di sanzioni contro il Venezuela, hanno un indice di sviluppo umano più basso del paese che cercano di punire.

Mentre il Venezuela si è classificato al 71° posto, tra i 7 paesi che fanno parte dei 14 che hanno firmato il comunicato: il Messico è al 77° posto, il Brasile al 79°, il Perù all’87 °, Colombia al 95°, Paraguay al 110°, Guatemala al 125° e Honduras al 130°. Ci chiediamo se un giorno firmeranno un comunicato per auto-sanzionarsi perché il loro livello di sviluppo è inferiore a quello del Venezuela.

Il Venezuela è al centro delle politiche nazionali e internazionali degli Stati Uniti. Da un lato è diventato uno strumento di transazione tra l’amministrazione e i settori estremi del congresso statunitense finanziati dall’estrema destra e dall’oligarchia venezuelana. Dall’altro lato è stato preso come un oggetto di negoziazione tra la nuova amministrazione e i governi di destra nella regione per mitigare i timori di questo fronte riguardo una nuova classe dirigente.

Il nostro modello sociale d’integrazione equo e di commercio giusto, è un fattore di stabilità e di pace in questo continente. Vogliamo evidenziare i pericoli che potrebbero generarsi dal proseguimento di questo piano interventista e destabilizzante contro il Venezuela.

Così era stato anticipato dal Comandante Chávez quando sosteneva che eravamo un fattore di stabilità e che potevamo progettare i nuovi meccanismi per garantire l’unità e l’equilibrio latinoamericano e caraibico, muovendoci collettivamente verso il benessere e la giustizia sociale, nel bel mezzo della terribile crisi del capitalismo predatore globale. Lo disse anche Juan Domingo Perón: “Il XXI secolo ci troverà uniti o ridotti in schiavitù”. Nonostante un secolo di saccheggio e dominazione imperialista, il XXI secolo non ci ha trovati schiavi ma invece in lotta per la liberazione, per la sovranità e il diritto di costruire il nostro futuro e l’indipendenza definitiva della Patria Grande.

Di fronte a questo modello, sorgono come una speranza all’orizzonte per l’integrazione e l’unione dei popoli: la Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi, l’Unione delle Nazioni Sudamericane, l’Alternativa Bolivariana per le Americhe e il Trattato sul Commercio e Petrocaribe.

Ciò che l’OSA non ha potuto costruire attraverso un dialogo genuino tra i paesi in cooperazione e solidarietà internazionale, è stato rivendicato da questi nuovi meccanismi che esprimono lo spirito del nuovo mondo immaginato dal Libertador Simón Bolívar.

Bolívar lo aveva immaginato, José Martí lo aveva sognato e Chávez lo ha forgiato con il gruppo di leader e donne leader del nostro continente e, tra loro, il Comandante Fidel Castro. Questa visione è incarnata dalla CELAC, nell’ALBA, nell’UNASUR e in Petrocaribe. Siamo sicuri che, prima o poi, anche le fazioni golpiste e intolleranti all’interno del MERCOSUR saranno sconfitte.

Con la CELAC, abbiamo dato vita a una comunità di nazioni latinoamericane e caraibiche, abbiamo redatto una dichiarazione che decreta il nostro territorio come un territorio di pace, tutela il diritto alla pace come un diritto sacro dei popoli. Oggi Petrocaribe e l’ALBA hanno ottenuto risultati straordinari a favore del diritto allo sviluppo e per il bene dei popoli. Voglio solo menzionare alcuni dei risultati straordinari ed eccezionali ottenuti da questi meccanismi.

Petrocaribe fin dalla sua creazione, il 29 giugno 2005, ha aumentato il PIL dei paesi che ricevono la fornitura di idrocarburi passando da 143.377 milioni di dollari a 216.806 milioni di dollari, ciò implica un incremento del 51,2%. Durante il 2016 la fornitura era pari a 14 milioni di barili per un importo di 800 milioni di dollari, di cui sono stati finanziati a lungo termine 300 milioni.

Dopo 11 anni di lavoro è aumentata nella regione la capacità di stoccaggio di idrocarburi di 652.000 barili e la capacità di trasporto marittimo a 980.000 barili. Inoltre è stato creato un circuito di raffinazione dei Caraibi, con capacità di trattamento di 135.000 barili giornalieri, distribuiti tra Giamaica, Cuba e Repubblica Dominicana. Abbiamo raggiunto 350.000 milioni di barili di petrolio corrispondente a un fatturato di 30.933 milioni di dollari, circa la metà fanno parte del finanziamento a lungo termine.

Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, è aumentata la produzione di elettricità a 447 mega watt distribuiti a Haiti, St. Kitts e Nevis, Giamaica e Nicaragua. Sono state finanziate fonti alternative di energia, grazie alla creazione di un parco eolico in Nicaragua, uno in Giamaica e l’installazione di generatori di energia a bassa potenza e pannelli solari. Questo meccanismo di cooperazione ha anche permesso una compensazione commerciale in scambi di prodotti per 3,5 milioni di tonnellate di prodotti provenienti da Nicaragua, Repubblica Dominicana, Giamaica; che hanno pagato le bollette attraverso alimenti, medicine e altri servizi.

Ascoltate bene, in ambito sociale, abbiamo ottenuto dei risultati che non sono graditi al modello neoliberista né alle oligarchie della nostra regione: sono stati sviluppati 757 progetti, per un totale di un investimento vicino ai 7 miliardi e 500 milioni di dollari, il 60% dei quali ha finanziato progetti di produzione, distribuzione dell’energia elettrica e viabilità.

Risultati congiunti di Petrocaribe e l’ALBA: fino ad oggi grazie alla Misión Milagro si è prestata assistenza a 3 milioni 642 mila 623 persone con problemi legati alla vista; 1 milione 285 mila 87 persone disabili; sono stati assegnati 1.075 aiuti tecnici e sono state fatte 2 milioni 30 mila visite mediche gratuite a persone disabili. Nel settore della cardiologica infantile, il Venezuela, ha ricevuto pazienti da tutta la regione, eseguendo 10.446 interventi; 3 milioni 815 mila 92 persone sono state alfabetizzate nella regione; e di questi 3 milioni 815 mila, 1 milione 174 mila persone hanno completato la loro istruzione obbligatoria.

Vogliamo anche sottolineare che, grazie alla collaborazione di Cuba, sono stati dichiarati territori liberi da analfabetismo: Antigua e Barbuda, Bolivia, Nicaragua e Venezuela. Questo rappresenta la visione del nuovo mondo del nostro liberatore, idea che è stata poi ripresa dai grandi eroi della nostra patria, della Patria Grande latinoamericana, dal Comandante Chávez e Fidel Castro. Questo modello sorge come una speranza all’orizzonte per l’integrazione e l’unione dei popoli.

Illustri delegati, intendiamo respingere, nella sua interezza, la strategia del signor Luis Almagro e le infami dichiarazioni riportate nel rapporto contro il Venezuela, presentato il 23 giugno 2016 e il rapporto che è stato presentato qualche giorno fa in quest’organizzazione.

Vorrei attirare la vostra attenzione sulla menzogna organizzata dal Segretario, in combutta con un piccolo gruppo di paesi; ancora una volta una fazione minoritaria all’interno dell’OSA ha ingannato e manipolato i paesi dicendo che: “Il Venezuela non sarebbe stato sanzionato”, “né sarebbe stata attivata contro il paese la Carta Democratica”, invece poi abbiamo ascoltato il contenuto del rapporto presentato dal Segretario Generale.

Il risultato è stato conforme alle regole dell’organizzazione: è stata presa nota non solo della lettura del rapporto, ma anche degli interventi di solidarietà a favore del Venezuela, del suo governo e del suo popolo, tradotto dal gergo diplomatico questo significa che “è stato accantonato”.

Nonostante ciò, Almagro, l’oligarchia venezuelana e la destra continentale, hanno dichiarato falsamente l’attivazione della Carta Democratica contro il Venezuela; scatenando la partecipazione di settori venezuelani, estremisti e violenti, contro il dialogo promosso dal Presidente Maduro, accompagnato dall’Unasur, dal Santo Padre e dagli ex presidenti Fernández, Torrijos e Zapatero; dialogo che ha avuto anche il sostegno della maggioranza dei paesi di quest’organizzazione.

Almagro è diventato un militante contro il dialogo in Venezuela e ne abbiamo le prove; ha comunicato direttamente con l’opposizione venezuelana, dicendo: “Non dovete dialogare perché abbiamo attivato Carta Democratica”.

Così è andato contro le sue funzioni essenziali come funzionario con responsabilità internazionale. Da quest’organizzazione voglio ringraziare per la lettera che, in qualità di ministro degli Esteri, ho ricevuto oggi da parte degli ex presidenti Zapatero, Torrijos e Fernández in cui confermano il proprio impegno per il dialogo in Venezuela. Siamo anche grati al vostro sostegno onesto, dimostrato dalla maggior parte dei paesi della regione, a favore di un dialogo proficuo nel nostro paese.

A causa di questa campagna feroce e senza precedenti scatenata contro il Venezuela, avvertiamo la comunità internazionale di non farsi ingannare da false dichiarazioni secondo cui l’intenzione non è attaccare il Venezuela ma piuttosto discutere della situazione nel paese.

Ma io mi domando, che tipo di situazione, quella che hanno costruito con gli attacchi multiformi all’economia venezuelana per causare penuria e sofferenza contro un popolo, così come l’hanno fatto contro Cuba nel 1962 e contro Salvador Allende nel 1973, per ottenere la sua sconfitta.

A dispetto di questo macabro piano contro il Venezuela, contro il popolo venezuelano, Almagro e questo piccolo gruppo di paesi guidati dai centri imperialisti del potere, hanno ignorato i rapporti positivi che le agenzie specializzate delle Nazioni Unite come l’UNICEF, la FAO, UNDP Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, hanno presentato sul Venezuela. Inoltre l’ONU ha recentemente approvato il secondo esame periodico universale con un pieno riconoscimento al suo modello di diritti umani. Non sono riusciti a distruggere il Venezuela e non saranno in grado di farlo.

Il secondo rapporto pubblicato da Luis Almagro, violando le più elementari norme di quest’organizzazione non è un aggiornamento, ma la composizione di una complessa strategia d’intervento con azioni immediate nel medio e lungo termine. Nonostante si richieda nuovamente la sospensione del paese, come effetto giuridico, questo rapporto non è l’obiettivo della sua missione, ma un’azione in più nell’escalation della sua proposta contenente un piano interventista autentico e specifico contro il Venezuela.
Avvertiamo il mondo che tale intervento non sarebbe più solo per rovesciare il governo costituzionale del presidente Nicolás Maduro, ma per sviluppare uno schema interventista complesso, che intende non soltanto insediare un altro governo per soddisfare le aspirazioni dei settori dell’opposizione, ma anche permettere il rafforzamento di tutti i gruppi e settori che seguono la sua scia.

Quest’agenda –ascoltate- è diversa dalla strategia dello scorso anno, perché apre diverse vie d’intervento a lungo termine, che si tratti dell’abbandono in Venezuela del modello di diritti umani mediante la realizzazione di un altro modello, concorde con la strategia e l’offensiva neoliberista che mira a far tornare in condizioni di povertà milioni di cittadini, a favore del beneficio esclusivo delle oligarchie, rendendo la nostra regione una delle più diseguali del mondo.

In questo contesto, il Venezuela e l’Uruguay, paese di origine del Segretario Generale, condividono il primo posto nella regione come i paesi meno diseguali del nostro continente. Inoltre voglio evidenziare che, a questa strategia, si sommano le azioni del gruppo di quattordici paesi che hanno firmato l’infamante comunicato, fortemente interventista che promuove l’offensivo rapporto presentato da Almagro, così come la convocazione per la giornata di domani, di un Consiglio Permanente in cui si intende discutere della situazione del Venezuela senza che il paese interessato ne sia a conoscenza. Invitiamo questi stati ad abbandonare questo piano interventista e destabilizzante orchestrato dal paese egemone del nord contro la nostra Patria.

Con la convocazione spuria di questo Consiglio Permanente sono state violate le norme fondamentali della Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani e le regole essenziali nella procedura di convocazione di riunioni di questo tipo. Si tratta di un’organizzazione alla deriva, senza bussola istituzionale. Il deragliamento assoluto delle sue regole, viene da un passato nefasto e costituisce un futuro fallimento.

Alcune ore fa il Tribunale Supremo di Giustizia della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha emesso una comunicazione che esorta il governo a richiedere la rimozione di Luís Almagro nell’assemblea generale, ai sensi dell’articolo 116 della Carta dell’OSA. Si richiede inoltre al Segretario Generale di rispettare il processo di dialogo che si sta attuando nella Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Infine il Venezuela annuncia che promuoverà l’organizzazione di alcuni consigli permanenti per:

1. Valutare le azioni del Segretario Generale secondo quanto stabilito dalla risoluzione approvata dall’assemblea generale dell’OSA, realizzata nel giugno 2016 in Repubblica Dominicana, che affronti anche l’uso illecito delle risorse dell’organizzazione e delle sue strutture a fini personali e di parte;

2. Discutere della situazione concernente i migranti che si trovano negli Stati Uniti e il muro;

3. Trattare della solidarietà e del sostengo al popolo peruviano, per le incessanti piogge che hanno colpito la fraterna popolazione;

4. Discutere dei cambiamenti climatici che interessano i piccoli Stati insulari dei Caraibi e l’Amazzonia;

5. Trattare l’attuazione degli accordi di pace in Colombia.

Tutti questi temi sono importanti per le popolazioni dell’Emisfero. Inoltre respingiamo le brutali minacce, manipolazioni e aggressioni che dai centri del potere statunitense vengono commesse contro i governi dei paesi fratelli che mantengono una posizione obiettiva su quanto realmente sta accadendo in Venezuela.

Allo stesso modo, annunciamo che, se gli attacchi e le aggressioni contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela proseguiranno, saranno prese azioni severe e decisive. Come avrebbe detto il gran argentino Julio Cortázar, quando infuriava l’aggressione contro la rivoluzione cubana, “Siamo nel tempo degli sciacalli e delle iene. Gli sciacalli vengono per le nostre ricchezze, le iene per gli avanzi della festa”.

Dall’anima Bolivariana del Venezuela, diciamo, siamo nel tempo dei coraggiosi e dei degni, non potranno vincere contro la forza inarrestabile dei nostri liberatori, eroi e martiri. È giunta l’ora per i popoli dell’America Latina e dei Caraibi e la costruzione della Patria Grande.

Chiudo parafrasando, il nostro grande Libertador Simón Bolívar, facciamo che l’amore unisca con un filo universale i figli dell’emisfero e che l’odio, la vendetta e la guerra, si allontanino dal nostro seno. Grazie mille.

Qui il testo in castigliano

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Rinascimento latinoamericano contro dittature e neoliberismo

di Fabio Marcelli – Il Fatto Quotidiano

Ho visto recentemente un bel film della regista venezuelana Patricia Ortega, El regreso, che parla del massacro di una comunità di pescatori indigeni Wayù da parte di una banda di paramilitari colombiani e della fuga della bambina unica superstite che si rifugia a Maracaibo in Venezuela. Un film che parla dei mali atavici dell’America Latina: la violenza, la sopraffazione, la miseria. Mali atavici che vengono da lontano e sono dovuti principalmente alla dominazione di ristrette oligarchie in combutta con poteri stranieri che ricorrono anche ai servigi di bande criminali come quella in azione nel film.

Contro questi mali atavici si è prodotta nell’ultimo ventennio la reazione di numerosi popoli latinoamericani. E’ stato il Rinascimento latinoamericano contro i decenni bui delle dittature e del neoliberismo. Con tutti i suoi limiti, risultato in gran parte del retaggio negativo di secoli di dominazione coloniale e neocoloniale, il Venezuela bolivariano ha determinato l’emersione sulla scena politica e sociale del Paese di enormi settori di popolazione tradizionalmente condannati all’emarginazione e alla miseria. Assoggettato ormai da anni a un pesantissimo attacco che vede coinvolta la potenza imperiale statunitense, le oligarchie locali e buona parte della stampa internazionale, unite dal poco nobile obiettivo di porre fine a questa importante esperienza rivoluzionaria,  il Venezuela bolivariano ha messo a segno negli ultimi tempi alcuni successi significativi. Si tratta di risultati che riguardano le varie sfere in cui si sviluppa l’attacco dell’imperialismo e delle oligarchie a questa esperienza.

In primo luogo sul piano della restaurazione dell’ordine pubblico contro la criminalità. Va segnalato, da questo punto di vista, il successo dell’operazione Popa 2017 che ha visto l’intervento di 180 effettivi delle Forze armate venezuelane contro un accampamento di paramilitari colombiani. Ripristinare la legalità smantellando i gruppi armati che minacciano la pace interna del Paese appare di estrema importanza anche per garantire condizioni normali di approvvigionamento dei beni fondamentali e dei medicinali, oggi oggetto di speculazione da parte di gruppi a volte apertamente criminali. Neanche in questo settore può essere consentito il permanere di sacche di illegalità e speculazione che si traducono in difficoltà e disagi gravi per vari settori sociali. La risposta consiste anche e soprattutto nell’allestimento dei Comitati locali di approvvigionamento e produzione (Clap), che registrano significativi progressi con grande scorno dei sostenitori della guerra economica.

I risultati positivi raggiunti dal Venezuela bolivariano sul piano dei diritti sociali sono stati accertati con l’attribuzione da parte del Programma delle Nazioni unite per lo Sviluppo (Pnud) di un punteggio estremamente lusinghiero, superiore a quello di vari, altri e importanti Paesi latinoamericani.

Risulta nuovamente sconfitto, inoltre, il tentativo di utilizzare l’Organizzazione degli Stati Americani, l’obsoleta istituzione internazionale oggi sostituita per moltissimi aspetti da Unasur e Celac, come più funzionali ed effettive sedi di cooperazione regionale, per avallare un’inaccettabile ingerenza negli affari interni del Venezuela.

Stretto tra l’aggressione esterna, marcata anni fa dall’incredibile e illegittima decisione statunitense di dichiarare il governo venezuelano “un pericolo” per la propria sicurezza nazionale, le difficoltà di liquidare un passato storico difficile fatto di corruzione, criminalità, inefficienza e dipendenza dalla rendita petrolifera, e l’egoismo di oligarchie inferocite per la perdita di privilegi e commercianti speculatori, il governo di Nicolas Maduro resiste e mette a segno taluni successi significativi, anche se certamente c’è ancora molto da fare. Tale resistenza è oggi punto di riferimento fondamentale per l’intera America Latina, vittima di un tentativo di restaurazione dei poteri tradizionali, e tutte le forze che nel pianeta si oppongono al disastro del neoliberismo.

La decisione del Tribunale supremo di affidare a Maduro pieni poteri va letta anch’essa nella chiave di questa lotta tra istanze contrapposte, nella prospettiva di garantire la continuità e l’approfondimento di irrinunciabili conquiste sociali e politiche. Su di essa mi riprometto di intervenire nuovamente a breve.

Riflettano quelli che, sghignazzando come iene appollaiate sulle spalle del potere, sono sempre disposti a farsi eco delle fake news diffuse da un sistema informativo che vede come fumo negli occhi il tentativo generoso di questo Paese di liberarsi finalmente, a caro prezzo e con molte difficoltà, dalle catene del passato coloniale e neocoloniale.

OEA: unas de cal, otras de arena

por Néstor Francia

Análisis de Entorno Situacional Político, Miércoles 29 de Marzo de 2017

OEA: unas de cal, otras de arena

En tiempos del primer gobierno de Rafael Caldera corrió un chiste que tiene mucho sentido en cuanto al asunto de las posiciones y los juicios en torno a los eventos políticos. Entonces dos de los diarios nacionales más importantes del momento tenían perspectivas diferentes con relación a Caldera. El Universal lo apoyaba, El Nacional lo adversaba. Según el chiste, Caldera fue a visitar al Papa y este lo invitó a un paseo por los canales de Venecia. Un soplo de viento hizo que el capelo papal volara por los aires y fuera a dar al agua. Caldera se salió de la góndola, caminó sobre el agua y lo rescató.

Al día siguiente El Universal tituló: “Caldera caminó sobre las aguas”. Y El Nacional: “Caldera no sabe nadar”. Algo parecido ha sucedido con el tema de la reunión de la OEA de ayer. Mientras el Gobierno y los medios oficiales reseñan una “gran victoria”, El Nacional titula: “Gobierno venezolano no pudo evitar que OEA debatiera crisis” y 2001: “Almagro se sale con la suya” ¿Quién tiene la razón? Ambas partes y ninguna: la política se basa en la percepción y acepta todas las interpretaciones. Pero los analistas no podemos trabajar con mirada maniquea, tenemos el deber de problematizar, de ver más allá de las apariencias. Eso es lo que solemos hacer, si no, no vale la pena el esfuerzo.

Para nosotros el asunto no es quién ganó o perdió, porque no se trataba de un juego de pelota, aunque entendemos perfectamente que a veces hay que decir a toda voz lo que conviene y nada más. De manera que no se trata de purismos o de mentiras y verdades. En todo caso, creemos que fue un evento complejo, en el que para nosotros unas fueron de cal y otras de arena.

Antes de seguir adelante, recordemos un par de cosas que dijimos en nuestro Análisis de ayer: “En realidad, nos importa menos el resultado inmediato de esta reunión que el meollo real que reposa en el fondo del asunto”, y además: “La OEA es, en este momento, un medio de la derecha latinoamericana, no para decidir directamente la suerte de los países, carece de la fuerza para eso, sino para montar ollas político-mediáticas que contribuyan a ir construyendo los escenarios de intervención”. Esto es tal cual lo que ocurrió ayer. Por eso es que se le da un tratamiento mediático de acuerdo al interés de las tendencias, para favorecer o desfavorecer esa fabricación de matrices.

Viéndolo bien, 20 es un número redondo, por lo que tiene una sonoridad especial. Fue esa la cantidad de países que desestimaron la posición inicial que defendieron Venezuela, Nicaragua y Bolivia, y que se expresa en las siguientes palabras del representante venezolano Simón Moncada: “Nosotros pensamos que este Consejo no debe ocurrir y nos oponemos a su iniciación” y dejó constancia de la “flagrante violación de los principios de la organización, todo lo que ocurra lo protestamos, se hace contra nuestra voluntad, y lo combatiremos donde sea necesario”. Bien, esa la perdimos, porque la sesión se inició y se dio, no pudimos evitarlo. Punto para el enemigo.

Por otro lado, ni se aplicó la “Carta Democrática” ni se sancionó para nada a Venezuela, ni se llegó a ningún acuerdo efectivo: punto para la Patria.

Ahora bien ¿a qué engañarnos? Es claro que la derecha no alcanzó sus objetivos máximos en esta sesión, pero si tuvo algunos logros innegables para sus planes intervencionistas. Ha consolidado un grupo fuerte en la organización constituido por los 20 países que aprobaron una resolución conjunta que ni siquiera llegó a votarse porque se debía aprobar con el voto de las dos terceras partes, 18 países, y estaba aprobado de hecho al reunir el respaldo de 20. El carácter injerencista de esa declaración es evidente, pues señala, entre otras cosas, que la OEA habrá de “seguir examinando opciones, con la participación de todas las partes en Venezuela, para apoyar el funcionamiento de la democracia y el respeto al Estado de Derecho dentro del marco constitucional venezolano” y también: “Coincidimos en la necesidad de que encontremos propuestas concretas para definir un curso de acción que coadyuve a identificar soluciones diplomáticas, en el menor plazo posible, en el marco institucional de nuestra organización y a través de consultas incluyentes con todos los Estados miembros”. Nos han puesto en observación, pues, estamos siendo juzgados por el conjunto de la derecha continental, que pretende aplicarnos “un curso de acción” y se ha cuestionado el funcionamiento de la “democracia” y el “respeto al Estado de Derecho” en nuestro país.

Todo está claro para el que lea entre líneas. Además, se habló de una resolución “más concreta” que sí se votará en fecha próxima.

Por otra parte, el texto de los 20 no incluye las demandas de fijar un calendario electoral, liberar “presos políticos” y “respetar” las decisiones de la Asamblea Nacional de Venezuela, lo cual es bueno para nosotros. Es un texto genérico que no tiene efectos específicos inmediatos, por lo que tampoco fue que la derecha se las llevó todas consigo.

Esta pelea va a continuar y tendremos que seguir resistiendo los embates incrementados por las recientes victorias de la derecha en el continente. De cierto aumenta la importancia de lo que ocurra en próximo domingo en Ecuador.

El presidente Maduro se preguntó ayer “¿Para qué sirve la OEA? ¿para agredir a los gobiernos independientes, progresistas? ¿Tiene sentido la existencia de la OEA? ¿tiene sentido la permanencia en la OEA?”. Estas palabras parecieran contradecir la definición de lo ocurrido en la OEA como una “gran victoria”. Pero ya quedó dicho: en política se actúa según la conveniencia, así que todo es parte del difícil juego que está en desarrollo.

 

Filius matris tua, Almagro

por Néstor Francia

Análisis de Entorno Situacional Político

Martes 28 de Marzo de 2017

Filius matris tua, Almagro

Hoy se dará en Washington la reunión del Consejo Permanente de la OEA en la que se debatirá sobre la situación de Venezuela y que tendrá como ejes el informe de Luis Almagro y la intervención de Delcy Rodríguez el día de ayer. Comencemos por decir que hay poco de nuevo bajo el sol, es la misma lucha en la que llevamos tanto tiempo enfrascados. Hablamos de todos nosotros, los pueblos de América Latina y el Caribe, de esta segunda guerra de independencia que se desarrolla bajo los términos y condiciones que impone la época actual. Lucha que es continuación de las de Villa, Zapata, Sandino, Bosch, Caamaño, Fidel, el Che, Chávez y tantos otros. La misma que se ha dado en medio de intervenciones cruentas e incruentas del imperialismo norteamericano, experto en dividirnos para vencernos, aunque la tarea de arrodillarnos, de rebajarnos a la abyección de la esclavitud, no ha podido ni podrá jamás coronarla, porque nunca nos hemos acostumbrado a ninguna derrota, no nos hemos resignado a pesar de tanta agresión, de tanta persecución, de tanta sangre. En esencia, nada ha cambiado, la reunión de hoy en la OEA es parte del mismo libreto.

En realidad, nos importa menos el resultado inmediato de esta reunión que el meollo real que reposa en el fondo del asunto. Es casi seguro (seguro está el infierno, dicen los malvivientes) que el informe de Almagro no tendrá como consecuencia la suspensión de Venezuela de la OEA. Nosotros creemos que es más trascendente la actitud desafiante, digna, irreductible que ha venido demostrando el Gobierno Bolivariano de Venezuela ante el odio del imperialismo y sus “Almagros”.

Hay algo que ha dicho Diosdado Cabello que no deja de ser interesante: “Yo creo que aplicar, que ellos consigan los 24 votos que le hacen falta y digan: ‘Venezuela está suspendida’, creo que nos harían hasta un favor, en verdad la OEA es algo que debió haber desaparecido hace muchos años”.

La OEA, decimos nosotros, no ha debido ni siquiera nacer algún día, lo hizo como una herramienta de dominación imperial, como uno más de los engranajes construidos para oprimirnos y explotarnos, así como su Escuela de las Américas, su consenso de Washington, su Alianza para el Progreso, sus misiones evangélicas, su USAID, su NED, su Comando Sur y pare usted de contar. Incluyamos aquí, por supuesto, su democracia representativa y sus elecciones burguesas, que aparecen ahora como el principal pretexto que usan, con el apoyo de sus lacayos, para chantajear a Venezuela. Nos montan una mega operación de guerra no convencional, con una intensa ofensiva político-económica, y pretenden someternos al escrutinio popular bajo esas condiciones ampliamente desventajosas para nosotros. Quieren usar todos sus instrumentos para acabar con la Revolución Bolivariana y con el legado de Chávez.

Para nosotros, ahí está el meollo de todo. Por eso nos felicitamos de tener a nuestro lado a la Cuba revolucionaria, que cuando hace poco vinieron a buscarla para reingresar a la OEA, les tiró un portazo en la cara a los hipócritas y se negó a formar parte de ese despropósito. Claro, para nosotros es una táctica política el seguir ahí, pero hay que irse preparando para mandarla al diablo cuando sea necesario.

La OEA es, en este momento, un medio de la derecha latinoamericana, no para decidir directamente la suerte de los países, carece de la fuerza para eso, sino para montar ollas político-mediáticas que contribuyan a ir construyendo los escenarios de intervención.

En cuanto a la Carta Democrática Interamericana, no es democrática un cuerno.
Está hecha para amparar sistemas constitucionales burgueses, como los que imperan en casi todo el mundo. Incluyamos aquí a la Constitución Bolivariana, que fue sin duda una innovación y un gran avance en el camino de transformaciones que hemos emprendido, pero que se queda corta en cuanto a lo que falta por cambiar. Algún día habrá que revisarla para que sea herramienta de una más profunda transformación institucional, que deje en claro las fórmulas que permitan un amplio desarrollo del Poder Popular y ahonde en la extensión de la participación del pueblo por encima de la mera representatividad. Y que incluya un sistema electoral que responda a esas necesidades.

El espíritu real de la OEA y de la Carta Democrática Interamericana queda establecido en una declaración del senador estadounidense Marco Rubio, quien anuncia un chantaje a varios países que se han negado a respaldar los despropósitos de Almagro, como Santo Domingo, El Salvador y Haití: “Estamos viviendo en un ambiente muy difícil en Washington, donde se están considerando recortes masivos a la ayuda en el extranjero y para nosotros va a ser bien difícil justificar la ayuda a estos países si ellos, al final del día, son países que no cooperan con la defensa de la democracia en la región”. Como aquel que escondió un tesoro y para protegerlo puso un cartel que rezaba “Aquí no está escondido un tesoro”, Rubio afirmó que “Esto no es una amenaza, pero es la realidad”. Si nos ponemos a ver, no le falta razón: esa es la realidad.

Entretanto, Almagro ha escrito: “La exclusión de un país de las naciones democráticas de América envía un claro mensaje político, económico y comercial a la comunidad internacional y a los principales actores económicos en un momento crítico: regimen non gratum”… Filius matris tua, Almagro (otro latinazo que se podría traducir como “el c… de tu madre, Almagro”.

En fin, vamos todos a la marcha antiimperialista de hoy. La Patria llama.

Napoli 27mar2017: 120 anni di cinema dal Venezuela a Napoli

Napoli 22mar2017: Alina Narciso e la cultura latinoamericana

La lettera dei movimenti sociali in difesa del Venezuela bolivariano

Repubblica Bolivariana del Venezuela, 11 marzo 2017

Sua Eccellenza Ambasciatore PATRICK ANDREWS

Presidente del Consiglio Permanente dell’Organizzazione degli Stati Americani.-

Noi, firmatari della presente comunicazione, cittadini democratici, amanti della pace, attivisti dei movimenti sociali, difensori convinti dei diritti umani, ci rivolgiamo con rispetto, con questa lettera, al Consiglio Permanente dell’Organizzazione degli Stati Americani per allertare i suoi membri della torva intenzione di volerli convincere che in Venezuela è in atto una violazione dell’ordine costituzionale, una crisi umanitaria o qualsiasi altra situazione estrema che li conduca ad applicare erroneamente la Carta Democratica Interamericana, per creare le condizioni che facilitino un intervento armato degli Stati Uniti, dal momento che tale paese ha già applicato misure coercitive unilaterali, vietate sia dal diritto internazionale che dalla Carta di questa Organizzazione, -.

La maggior parte degli Stati membri dell’Organizzazione, rappresentanti in questo Consiglio, ha sedi diplomatiche in Venezuela, ed è pertanto consapevole che la pretesa di sanzionare il nostro paese non ha alcun fondamento. Non esiste inganno.

In Venezuela, negli ultimi 18 anni il popolo ha deciso di costruire il suo cammino, a partire dalla prospettiva di una democrazia partecipativa, ciò che noi chiamiamo Rivoluzione Bolivariana. In Venezuela le libertà fondamentali sono rispettate appieno. Il nostro governo utilizza le risorse pubbliche per investire nelle persone ed è proprio per questo motivo che lo abbiamo scelto, affinchè fossimo noi al centro delle politiche pubbliche non il Dio mercato, e, affinché il popolo si convertisse in un soggetto protagonista del fatto economico.

In Venezuela esistono gli stessi problemi che affliggono i vostri rispettivi paesi, con la differenza che il paese possiede enormi ricchezze ed ha avuto il presidente Hugo Chávez, il quale ha dispiegato le bandiere del socialismo, della sovranità, dell’unione Latinoamericana e dei Caraibi, e ha lottato e lavorato risolutamente per la solidarietà internazionale, sostenendo i sogni libertari di Bolívar, il nostro Liberatore.

Paradossalmente, tutti quelli che dal Venezuela sostengono le aspirazioni interventiste contro il nostro paese, sono gli stessi che hanno organizzato nell’aprile del 2002 un sanguinoso colpo di Stato: da allora, non hanno mai cambiato il proprio atteggiamento intollerante e stanno attuando, grazie ad agenti economici e commerciali, una guerra economica brutale contro il popolo. Inoltre, lo stanno facendo in una maniera tale che la guerra economica stessa sta portando loro alti profitti. Cercano di portare la nostra gente alla disperazione. Cercano un conflitto interno. Ma non ci sono riusciti perché il governo del presidente Nicolás Maduro ha saputo affrontare, nonostante la caduta dei prezzi del petrolio, la guerra economica attraverso l’adozione di misure specifiche che garantiscono al nostro popolo l’accesso agli alimenti e alle medicine. Inoltre, tutte le Missioni e le Grandi Missioni, che sono al centro dei programmi sociali della Rivoluzione continuano a funzionare, raggiungendo gli obiettivi prefissati.

I nemici della nostra democrazia bolivariana, si oppongono anche al processo di dialogo nazionale in atto in Venezuela poiché hanno bisogno di mantenere viva la tensione, un pretesto per attaccare il potere legittimo. Insistono nella loro ossessiva pretesa, anche se sono stati sconfitti palesemente nel tentativo perpetuato l’11 aprile 2002. Sono stati graziati dal presidente Hugo Chávez e, da quel momento, non hanno mai cessato, in un modo o nell’altro, di ignorare e violare la volontà del popolo venezuelano di continuare a sostenere, sempre di più, un progetto politico che privilegia la democrazia partecipativa e protagonista, massimo fondamento dello Stato democratico sociale di diritto e di giustizia, principio contenuto nella Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Sono andati avanti così, senza cambiare mai, in maniera suicida, intollerante, violenta, irrispettosa della Costituzione Bolivariana, avendo anche l’opportunità, che mai avevano avuto prima, di presentarsi come un’ alternativa democratica, per il Potere Legislativo. Ma non lo hanno fatto. Al contrario, si sono accaniti sempre di più. Non hanno colto il messaggio che il popolo gli ha inviato.

Ci riferiamo a coloro che, avendo ottenuto un sostegno elettorale sufficiente a dirigere l’Assemblea Nazionale, hanno presentato a sorpresa, lo stesso giorno dell’insediamento, il 5 gennaio del 2016, un piano per rovesciare il Presidente costituzionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela Nicolás Maduro, ignorando che la nostra Costituzione non conferisce al Potere Legislativo nessuna facoltà del genere contro il capo dello Stato.

Hanno cercato di creare scontri tra i Poteri Pubblici, ma la nostra Costituzione è stata predisposta per mantenere la stabilità dello Stato. È così sbagliato ed incongruente il comportamento dell’opposizione anti-democratica, che dopo aver cercato illegalmente di dichiarare l’abbandono dell’incarico da parte del Presidente della Repubblica, hanno richiesto a quest’ultimo di tenere il Discorso Annuale alla Nazione dall’Assemblea. Non sono affidabili.

Purtroppo, l’Assemblea Nazionale continua ad operare nella disubbidienza, per decisione di chi la guida e, più volte, è stata invitata a tornare sul percorso costituzionale.

Inoltre, è necessario affrontare due questioni che l’opposizione sta sfruttando impropriamente. Nel 2016, a causa delle grandi incomprensioni interne alle varie fazioni politiche che la compongono, l’opposizione non sono riuscì a mettersi d’accordo per attivare il referendum revocatorio nel tempo utile, ossia, dal punto di vista politico, a metà del mandato presidenziale, così come previsto dalla Costituzione.

Oltre al ritardo nell’attivazione della proceduta, sono state presentate firme false e illegali, appartenenti a minori d’età e a persone decedute, che hanno invalidato il lungo processo referendario. Tuttavia, se anche il processo referendario fosse stato completato e avessero ottenuto un’ipotetica vittoria, avrebbe dovuto tenersi nel 2017, fatto che non avrebbe reso possibile l’arrivo al potere dell’opposizione, perché chi avrebbe assunto la Presidenza della Repubblica fino alla fine del termine, sarebbe stato il Vicepresidente Esecutivo. Inoltre, è importante sottolineare anche che, le molteplici accuse di frode e violazioni costituzionali commesse, hanno spinto i cittadini ad organizzarsi in un Comitato delle Vittime di Frode, per attivare i meccanismi legali in difesa dei propri diritti.

Per quanto riguarda la presunta sospensione, da parte del Consiglio Nazionale Elettorale, dei processi elettorali per eleggere i governatori, i deputati regionali, i sindaci e gli assessori, la verità è che prima di ogni evento elettorale, i partiti di destra, riuniti nella coalizione MUD, così come i partiti di sinistra sono riuniti nel Gran Polo Patriótico, devono rispettare una norma sui Partiti Politici, le Riunioni Pubbliche e le Manifestazioni, che risale al 1965.

Secondo questa Legge, i partiti che non abbiano ottenuto almeno l’1% dei voti in due processi elettorali di carattere nazionale, devono sottoporsi ad un processo di rinnovamento della militanza, ottenendo almeno lo 0,5% dei voti in almeno 12 Stati. Tale è la situazione, ad esempio, dei partiti del Gran Polo Patriótico.

Per quanto riguarda i partiti di destra, raggruppati nella Mesa de la Unidad Democrática MUD, la stessa Legge indica che i partiti politici che non abbiano utilizzato le proprie tessere elettorali, i propri simboli e le immagini in due elezioni nazionali, vengono ANNULLATI, ossia eliminati. E questa è la situazione dei partiti di destra. Tuttavia, il Tribunale Supremo di Giustizia ha stabilito che anche questi partiti avrebbero potuto partecipare al rinnovamento, in modo da non essere annullati.

A dispetto della matrice utilizzata nei confronti della comunità internazionale, fino a quando non sarà determinato lo status giuridico di tali partiti, il Consiglio Nazionale Elettorale non potrà convocare elezioni regionali come previsto. Solo il Partito Socialista Unito del Venezuela PSUV e altri tre gruppi politici completamente nuovi, possiedono i requisiti per partecipare alle elezioni.

Purtroppo l’opposizione, intollerante e assetata di potere, non è stata in grado di comprendere quale fosse il suo ruolo e le sue responsabilità, come parte integrante del Potere Pubblico Nazionale.

Signor Presidente del Consiglio,

Distinti Rappresentanti Permanenti,

Il Dialogo è stato ed è l’unica alternativa possibile che la nostra patria ha privilegiato dai tempi della Rivoluzione democratica, conta con l’appoggio della maggioranza del popolo venezuelano e, inoltre, gode dell’approvazione di Papa Francesco, dell’UNASUR, così come dell’ex Presidente di Panamá Martin Torrijos, dell’ex Presidente della Repubblica Dominicana Leonel Fernández e dell’ex Presidente spagnolo José Luis Zapatero.

Il nostro popolo difende la sua sovranità, ha dato la sua vita per costruire una patria comune, e non esiterebbe a ripetere l’impresa per difendersi, se fosse necessario: per questo motivo, accetta le relazioni in seno alla comunità internazionale, basate sul rispetto inequivocabile dei principi del diritto internazionale, tra cui l’autodeterminazione e la sovranità popolare.

La storia dei popoli è una lettera di presentazione che parla da sé e, anche se alcuni cercano di distorcerla, nasconderla, offuscarla, questa rimane nella memoria storica delle generazioni e si esprime in modo ineccepibile nella società.

Pertanto, l’Organizzazione degli Stati Americani possiede prove tangibili del nostro profondo impegno per la democrazia, la pace e il dialogo. Il Venezuela ha dimostrato di valorizzare profondamente la pace e ha compiuto grandi sforzi per preservarla nell’intera regione. Il generoso contributo offerto, in molteplici occasioni, dal comandante Hugo Chávez e dal nostro attuale Presidente costituzionale, Nicolás Maduro

Moros, è presente ad esempio nel processo di dialogo e nelle negoziazioni di pace in Colombia.

Ciò che il nostro popolo ha desiderato ed ha garantito a se stesso, non sarebbe potuto essere altrimenti.

Ci preoccupa, dunque, questa nuova fase del piano interventista, tracciato da chi cerca di contrastare la volontà del popolo venezuelano.

RESPINGIAMO, condanniamo il fatto che Luis Almagro, seguace ossessivo, ossequioso e viscerale di Washington, nucleo del potere americano, seguendo le istruzioni pubbliche e note di quest’ultimo, pretenda di invocare contro il nostro paese la Carta Democratica Interamericana.

È evidente, ma occorre ribadirlo. Luis Almagro NON ci rappresenta. Non gli riconosciamo alcuna autorità di parlare o agire per conto del popolo venezuelano. Inoltre, il comportamento che ha apertamente assunto ci induce a pensare che non si trova, o non possiede nemmeno la facoltà morale, emotiva e intellettuale di rappresentare se stesso. Ci sorprende che l’ OSA sprechi risorse finanziarie che non ha, per schierarsi con chi intende appropriarsi di facoltà che sono proprie degli Stati membri.

I popoli del continente osservano questa oscenità sorpresi e indignati

Siamo consapevoli, allo stesso tempo, che l’Assemblea Generale dell’OSA nella Repubblica Dominicana, ha incaricato quest’organismo permanente di chiarire il comportamento deplorevole di Luis Almagro e la sua inosservanza della Carta dell’OSA. Tale azione risulta tuttavia ancora in sospeso.

Chi firma questa lettera, non esita ad adempiere ai suoi compiti. Dobbiamo difendere duramente la nostra patria con la verità oggettiva, con le nostre ragioni, con le nostre testimonianze e con una profonda convinzione democratica. NON ACCETTIAMO passivamente le cospirazioni e i tentativi interventisti di chi, già da tempo, dovrebbe essere stato sospeso dall’incarico di Segretario Generale, ruolo che riveste indegnamente.

Signor Presidente del Consiglio,

Distinti Rappresentanti Permanenti,

Condanniamo, respingiamo e obbiettiamo che l’OSA faccia dei passi indietro, come vuole Almagro, per tornare ad essere la pedina che era stata in un recente passato.

Non è un segreto che l’antecedente governo degli Stati Uniti, protetto dalle potenti lobby delle multinazionali, ha creato una fitta rete destabilizzante contro il modello politico Bolivariano, con l’attivazione del decreto esecutivo di Barack Obama che, senza alcuna prova, ha definito il nostro popolo “una minaccia inusuale e straordinaria” alla sicurezza e alla politica estera del paese.

Si tratta di un piano cospirativo che ha radici militari. È stato presentato inizialmente dal Generale Jhon Kelly, il 12 marzo del 2015, davanti alla Commissione del Senato per i Servizi Armati del Congresso degli Stati Uniti e ratificato dall’Ammiraglio Kurt Tidd, con un intervento del 16 febbraio del 2016, denominato Operazione Venezuela Freedom-2.

Pertanto, avvertiamo le delegazioni degli Stati membri che la nuova amministrazione statunitense, affrontando seri ostacoli interni, ha ceduto alle pressioni e ha deciso di ignorare l’offerta elettorale fatta ai giovani statunitensi in età per il servizio militare e ai numerosi veterani che hanno accumulato, nella loro lunga, illegale e illegittima carriera interventista, ferite fisiche, emotive e intellettuali, riguardo il rifiuto a voler imporre ad altri paesi il proprio modello politico.

Dobbiamo prepararci ad un intervento. Per questo motivo, Luis Almagro, consapevole della sua arbitrarietà e infondatezza, ha esortato le ONG locali, finanziate dalla USAID e dalla NEG, che non hanno avuto il coraggio di ripudiare il colpo di stato dell’aprile 2002 e non hanno condannato gli oltraggi del fascismo, a richiedere l’espulsione del Venezuela dell’OSA. Ovviamente, si tratta di un vile gioco ampiamente conosciuto all’interno dell’Organizzazione, dove tutti si conoscono a vicenda. Nessuna sorpresa.

Signor Presidente del Consiglio,

Distinti Rappresentanti Permanenti,

Mai, prima, nella storia della Repubblica Bolivariana del Venezuela, il popolo venezuelano è stato così chiaro nel voler difendere i suoi diritti. Li stiamo esercitando pienamente. Possiamo influenzare le decisioni pubbliche e, allo stesso modo, abbiamo dei doveri e delle responsabilità cui adempiere. Tra questi, difendere la nostra sovranità, sostenere il Presidente Costituzionale della Repubblica Bolivariana de Venezuela, Nicolás Maduro Moros, che abbiamo scelto liberamente di votare, la nostra democrazia, il modello politico che abbiamo costruito e che, tra l’altro, rappresenta un imperativo anche nella Carta di tale organizzazione.

Vi invitiamo a non lasciarvi confondere. Vi invitiamo a continuare a sostenere il Dialogo Nazionale, perché i popoli fratelli che voi rappresentate in questo onorevole Consiglio Permanente, non ve lo perdoneranno.

Attentamente,

I firmatari,

Organizzazioni Sociali:

ORGANIZZAZIONE PAESE

Fundación Latinoamericana por los Derechos Humanos y el Desarrollo Social FUNDALATIN

VENEZUELA

Instituto de Desarrollo Humano y Economía Social

IDHES

VENEZUELA

Movimiento de Integración y Emancipación de

Derechos Humanos del Sur

VENEZUELA

Federación Nacional de Defensa de los Derechos

Humanos de Venezuela FENADDEH

VENEZUELA

Asociación Nacional de Defensa de Derechos Humanos

SANADDEH

VENEZUELA

Coalición de Organizaciones y Movimientos Aliados

Derechos Humanos COMADH

VENEZUELA

Organización Internacional Venezolana de Derechos

Humanos

VENEZUELA

Consejo para la Defensa de Derechos Humanos José

Félix Ribas

VENEZUELA

ONG Desarrollo Humano Integral DHI VENEZUELA

Consejo Presidencial de Gobierno Popular de la Sexo

Diversidad

VENEZUELA

Movimiento de Inquilinos VENEZUELA

Movimiento de Pobladores VENEZUELA

Asociación Bolivariana de Transporte VENEZUELA

Federación Nacional de Rutas Troncales VENEZUELA

Fundación Escuela Vial Motorizada VENEZUELA

Escuela Vial Motorizada Franco Arquímedes VENEZUELA

Frente Nacional de Motorizado Franco Arquímedes VENEZUELA

Movimiento Ecuador Alfarista Bolivariano (MEAB VENEZUELA

Colectivo Político Social Izquierda Unida VENEZUELA

Cátedra de educación social y derechos humanos

Simón. Rodríguez

VENEZUELA

Escuela para el Fortalecimiento del Poder Popular EFPP

VENEZUELA

Asociación Ejecutiva Nacional de Rutas Urbanas y

Suburbanas

VENEZUELA

Asociación Bolivariana de Transporte Asociación

Cooperativa Socialista Gran Mariscal Antonio José de

Sucre

VENEZUELA

Transcaribia2011 R.L. VENEZUELA

Frente Nacional Antiimperialista VENEZUELA

Frente amplio de los Consejos Socialista de

Trabajadores y Trabajadoras

VENEZUELA

Frente nacional antiimperialista VENEZUELA

Frente Productores y Productoras Camino de los Indios

de Ciudad Caribia

VENEZUELA

Movimiento 4F VENEZUELA

Colectivo Rompiendo La Norma VENEZUELA

Colectivo Psicólogos y Psicólogas por el Socialismo VENEZUELA

Plataforma Revolucionaria Sucre Activo y Rebelde VENEZUELA

Colectivo El Morral de Los Derechos VENEZUELA

Colectivo la Araña Feminista VENEZUELA

Colectivo Tinta Violeta VENEZUELA

Red Varguense de mesas Técnicas de

Telecomunicaciones Urquia

VENEZUELA

Red Nacional de Comuneras y Comuneros RNC VENEZUELA

Foro Itinerante de Participación Popular VENEZUELA

Colectivo Socioambiental Marahuana VENEZUELA

Colectivo Ecosocialista Katafos VENEZUELA

Movimientos de Organizaciones Revolucionarias y

Humanistas Caricuao MORAHC

VENEZUELA

Colectivo Social Sembrando Revolución. Caricuao VENEZUELA

Centro Internacional de Estudios Jurídicos y Derechos

Humanos “Nelson Mandela” CIEJDH MANDELA

VENEZUELA

Fundación Pueblo Libre VENEZUELA

Voluntariado de Participación y Activismo Social

VOLPAS

VENEZUELA

Colectivo Frente de mujeres de Misión Ribas VENEZUELA

Central Bolivariana Socialista de Trabajadores CBST VENEZUELA

Federación de Trabajadores Universitarios de

Venezuela FTUV

VENEZUELA

Federación Unitaria de Trabajadores Gráficos y

Papeleros FUTRAGRAF

VENEZUELA

Federación Nacional de Sindicatos Regionales,

Sectoriales y Conexos de Trabajadores del Sector Salud

FENASIRTRASALUD

VENEZUELA

Federación Unitaria Nacional De Trabajadores

Bolivarianos de la Construcción, Afines y Conexos

FUNTBCAC

VENEZUELA

Federación de Trabajadores Petroleros de Venezuela

FUTPV

VENEZUELA

Federación Nacional de Trabajadores del Sector Público

FENTRASEP

VENEZUELA

Federación de Trabajadores de la Industria Químico

Farmacéutico FETRAMECO

VENEZUELA

Federación Nacional de Trabajadores Telefónicos

FETRATEL

VENEZUELA

Sindicato Nacional Fuerza Unitaria Magisterial

SINAFUM

VENEZUELA

Federación de Trabajadores Ferroviarios de Venezuela. VENEZUELA

Movimiento Nuevo Constitucionalismo Americano VENEZUELA

Consejo Patriótico Popular VENEZUELA

Movimiento de Productores Nacionales Independientes

de Venezuela MOVIOLA

VENEZUELA

Escuela para el Fortalecimiento del Poder Popular EFPP

VENEZUELA

Unidad de Análisis Fabricio Ojeda, adscrita al Foro

Social Mundial y Mercosur Social.

VENEZUELA

Movimiento de Montañismo Político Cúspides del Alba

VENEZUELA

Casa de Amistad y Solidaridad Venezuela-Vietnam VENEZUELA

Casa Revolucionaria de Amistad Venezuela-Bolivia VENEZUELA

Fundación CORDEMUN VENEZUELA

Movimiento de Planificación Venezuela Participativa

Territorial

VENEZUELA

Colectivo Nacional de Médica y Médicos por Venezuela

CONAMEV

VENEZUELA

Consejo Nacional de la Sexo Diversidad VENEZUELA

Diversidad Peñalver VENEZUELA

Fundación Academia ARMIF VENEZUELA

Frente Revolucionario de la Diversidad Sexo Genero

Aragua

VENEZUELA

Frente GLBTI Venezuela VENEZUELA

COCAYBUF Carabobo VENEZUELA

Juventud de la Sexo Diversidad Cojedes VENEZUELA

Frente LGBTI Venezuela Aragua VENEZUELA

Base Lésbica Venezuela VENEZUELA

Fundación Internación Diversidad es Amor & amp; VIH

VENEZUELA

Sexo Diversidad OBE VENEZUELA

Plataforma de Mujeres Lesbianas Revolucionarias de

Venezuela

VENEZUELA

Sexo Diversidad Revolucionaria Venezuela VENEZUELA

Bloque Socialista de Liberación Homosexual VENEZUELA

Colectivo Lésbico Feminista Las Beguinas VENEZUELA

Sexo Diversidad Falcón VENEZUELA

Movimiento Sexo Diverso Lara VENEZUELA

Sexo Diversidad Monagas VENEZUELA

Centinelas LGBTI VENEZUELA

Rebelión Lésbica Trujillo VENEZUELA

Sexo Diversidad Edo. Bolívar VENEZUELA

Movimiento Sexo Diverso Socialista Yaracuy VENEZUELA

Federación Bolivariana de Jóvenes de Venezuela VENEZUELA

Colectivo Revolucionario “Las Tres Raíces” VENEZUELA

Mesa Técnica de Telecomunicaciones de Guárico VENEZUELA

Colectivo Nacional Cultura y Arte CULTURARTE VENEZUELA

Asociación Civil Nueva Ciudadanía VENEZUELA

Movimiento Mujeres por la Vida VENEZUELA

Escuela de Feminismo Popular, Identidades y

Sexualidades Revolucionarias

VENEZUELA

Colectivo Feminista Género con Clase VENEZUELA

Comité de Víctimas del Caracazo VENEZUELA

Frente Cultural de Izquierda VENEZUELA

Ateneo Popular VENEZUELA

Corriente Revolucionaria Bolívar y Zamora VENEZUELA

Campaña Venezuela Libre de OGM VENEZUELA

Movimiento 27 de Octubre Estado Amazonas VENEZUELA

Colectivo Cimarrón VENEZUELA

Alba Tv VENEZUELA

Colectivo @TuiterosDLaFaja VENEZUELA

Colectivo de Comunicadores Digitales @TrafficPatria

VENEZUELA

Colectivo Tuiteros de Chávez VENEZUELA

Colectivo @ForoCandanga VENEZUELA

Residencia Estudiantil Livia Gouverneur VENEZUELA

Red Internacional de Comunicadores VENEZUELA

Comité de Solidaridad y Amistad Kenya-Venezuela VENEZUELA

Colectivo comunicacional Corresponsales del Pueblo

VENEZUELA

Movimiento Revolucionario 23 de Octubre VENEZUELA

Fundación Educadores Bolivarianos VENEZUELA

Escuela de Formación “13 de Abril” VENEZUELA

A.C Defensores de Derechos Humanos VENEZUELA

Frente Nacional de Adulto Mayores MAURO VIVE VENEZUELA

Movimiento Mujeres por la Paz y La Vida. Estado

Miranda

VENEZUELA

Organización Luz y Esperanza. Caracas VENEZUELA

Frente de Mujeres José Felix Rivas VENEZUELA

Sistema de Trueke Tinaquillo Marvelio Linares VENEZUELA

Movimiento Guaicaipuro Activo VENEZUELA

Movimiento de Batalla Social Punta de Lanza VENEZUELA

Sistema de Trueke Uarachiche VENEZUELA

Consejo de Artesanos e Carabobo VENEZUELA

Frente de Defensa de los Derechos Indígena VENEZUELA

Asociación Civil Catrera Guaicaipuro VENEZUELA

Movimiento RENAVIDE VENEZUELA

Movimiento de Educadores Socialistas Comunitarios

VENEZUELA

Movimiento Juventud y Conciencia VENEZUELA

Movimiento de Profesionales y Técnicos VENEZUELA

Colectivo Pueblo Unido Pueblo Productivo VENEZUELA

Movimientos Sociales por el Trueke, la Paz, La Vida y el

Ecosocialismo Sistema de Trueke Merideño

VENEZUELA

Movimiento 21 del Complejo Siderúrgico Nacional VENEZUELA

Frentes Socialistas Peruano Bolivariano VENEZUELA

Frente de Izquierda Revolucionario G/J Alberto Muller

Rojas

VENEZUELA

Fundación Guajira Mía VENEZUELA

Movimiento Socialista José Carlos Mariátegui La Chira VENEZUELA

Fundación Abrazando con el Alma VENEZUELA

Fundación para el Desarrollo Social Frente de

Transportista Socialistas Maduro-Chávez

VENEZUELA

Red de Organizaciones Afrovenezolanas VENEZUELA

Movimiento Revolucionario Tupamaro MRT VENEZUELA

Sistema de Trueke Guatopori Guaicaipuro VENEZUELA

Consejo de Medios Comunitarios CMCM. Edo. Miranda

VENEZUELA

Fundación Proyecto Sentido Común VENEZUELA

Organización Socialista Indígena Bolivariana Unida VENEZUELA

Fuerza Motorizada VENEZUELA

Asociación civil de comerciantes Unidos del mercado

Bolivariano la Hoyada ACCUMBH

VENEZUELA

Frente Bolivariano de Madres Integrales Trabajadoras del

SENIFA

VENEZUELA

Consejo Comunal “Son de la Loma” VENEZUELA

Colectivo Social SURCO VENEZUELA

Consejo Presidencial de Gobierno Popular de la Familia

VENEZUELA

Confederación De Frentes De Mujeres Campesinas VENEZUELA

Bloque Popular Revolucionario VENEZUELA

Frente Popular Revolucionario Francisco de Miranda

VENEZUELA

Congreso de Los Pueblos VENEZUELA

Fuerza de Trabajadores del Sector Eléctrico Nacional VENEZUELA

Bloque amplio de Organizaciones Sociales BAOS VENEZUELA

Comité Central F.D.L.P. VENEZUELA

Federación Campesina VENEZUELA

Asociación Nacional de Redes y Organizaciones Sociales

ANROS.

VENEZUELA

Comité de Derechos Humanos de Base de Chiapas Digna

Ochoa

MESSICO

Movimiento Emancipador. Buenos Aires ARGENTINA

Comité Argentino de Solidaridad con Venezuela ARGENTINA

Comité de Solidaridad Internacionalista de Zaragoza SPAGNA

Plataforma Bolivariana de Solidaridad con Venezuela de

Madrid

SPAGNA

Red de Apoyo al Alba SPAGNA

Plataforma Bolivariana de Canarias SPAGNA

Paraguay Resiste en Madrid y Barcelona SPAGNA

Colectivo Sociocultural Soledad Barrett SPAGNA

Frente Democrático de Liberación de Palestina en

SPAGNA

SPAGNA

Plataforma de Solidaridad con los Pueblos del

Mediterráneo

SPAGNA

Asociación de Hermanamientos de los Pueblos del

Mundo. Sevilla

SPAGNA

Asociación Marroquí de Derechos Humanos en SPAGNA

SPAGNA

Izquierda Unida Federal SPAGNA

Red Roja SPAGNA

Foro contra la Guerra SPAGNA

Movimiento Democrático de Mujeres de Navarra

SPAGNA-Nafarroako EMD

SPAGNA

Coordinadora Estatal de Solidaridad con Cubra- Madrid SPAGNA

Radio Klara 104.4FM SPAGNA

Radio Vallekas 107.5FM Madrid SPAGNA

Izquierda Castellana SPAGNA

Alianza de Solidaridad extremeña ASE SPAGNA

“Más Voces” Platadorma Internacional (más de 200 radios en SPAGNA y Latinoamérica)

SPAGNA

Tercera Información, Cataluña SPAGNA

Radiopolis, Sevilla SPAGNA

Aznalcollar, Sevilla SPAGNA

Asociación Galego-Bolivariana Hugo Chávez GALICIA

Colectivo Comunicacional del País Vasco PAESE BASCO

“Venezuela Aurrera” Plataforma de Solidaridad con la

Revolución Bolivariana (26 colectivos)

PAESE BASCO

Radio Hala Bedi 104.7 FM PAESE BASCO

Vía Democrática MAROCCO

Australia Solidarity With Latin America ASLABrisbane

AUSTRALIA

Círculos Bolivarianos AUSTRALIA

Fundación PROAÑOS COLOMBIA

Embajada de los Derechos Humanos COLOMBIA

Asociación de amistad Bulgaria-Venezuela BULGARIA

Red de intelectuales, artistas y movimientos sociales en

defensa de la Humanidad – BULGARIA

Movimiento Patria PANAMÁ

Frente Jurídico Progresista PANAMÁ

Movimiento de la juventud Popular Revolucionaria PANAMÁ

Colectivo Amérique Latine RÉSISTANCES SVIZZERA

Mouvement Vers la Révolution Citoyenne SVIZZERA

Radio Orinoco SVEZIA

Delegación de FUNDALATIN ECUADOR

Comité Antiimperialista de Solidaridad con Venezuela

CEVE

ECUADOR

Asociación de Cubanos Residentes en Ecuador ACURE

ECUADOR

La Casa de los Pueblos ECUADOR

Juventud Sandinista 19 de Julio NICARAGUA

Red de Jóvenes Comunicadores NICARAGUA

Jóvenes Periodistas de Centroamérica NICARAGUA

Red de Comunicadores Puente Sur NICARAGUA

ALBAInformazione ITALIA

Radio On Line weradio.tv ITALIA

Associacao Afro-Religiosa e Cultural lfundere Oya BRASILE

Comité de Solidaridad con la Revolución Bolivariana SCOZIA

Asociación de Cubanos Residentes en Ecuador

Secretaría de Solidaridad Internacional del PCM

Comisión Directiva de la Coordinadora de Medios de la CABA (COMECI) y del Comité por el retiro de las

tropas de ocupación argentinas de Haití.

A titolo personale:

 Guido Zuleta, Ingeniero. Venezuela.

 Amado Sánchez, Abogado. Venezuela.

 Enrique Tineo, Abogado Constitucionalista. Venezuela.

 Ilenia Medina, Miembro del Consejo Patriótico Popular .Venezuela María Alejandra Díaz, abogado

constitucionalista. Venezuela.

 Iván Padilla Bravo, periodista, Venezuela.

 Ingrid Sánchez Lugo, defensora de Derechos Humanos. Venezuela Jhonny Serrano. Comunicador

alternativo. Venezuela

 Henry Blanco, Comunicador alternativo. Venezuela.

 Álvaro Sala – activista por los DD.HH – Uruguay.

 Lille Caruso – activista por los DD.HH – Uruguay.

 Irma Correa – activista por los DD.HH – Uruguay.

 Sebastián Ortiz – activista por los DD.HH – Uruguay.

 Ninoska Machado -activista por los DD.HH – Uruguay.

 Gabriela Machaelsson – activista por los DD.HH – Uruguay.

 Rita Romero – activista por los DD.HH – Uruguay.

 Luis Dellepianne – activista por los DD.HH – Uruguay.

 Leda Fernandez – activista por los DD.HH – Uruguay.

 Vicente Foch Puntigliano – activista por los DD.HH – Uruguay.

 Johana Castillo, periodista. Venezuela.

 Mirta Toledo, Defensora de Derechos Humanos. Uruguay.

 Domingo Chirino. Comunicador Social. Venezuela

 América Guevara. Luchador Social. Venezuela.

 Félix Velásquez. Luchador Social. Venezuela.

 Mauricio López. Lluchador social. Venezuela.

 Alicia García Peña de Hernández, Abogada. Venezuela.

 Alicia Isabel Hernández García, docente. Venezuela.

 Adrián Pulido. Licenciado en Relaciones Publicas. Venezuela.

 Bartolomé Fernández, Ingeniero. Argentina.

 Enny Pulgar. Licenciada en administración. Argentina.

 Mirian Otero. Luchadora social. Venezuela.

 Dilia Nelma Forero Sanchez. Colombia.

 María José Elías Martin, Luchadora social Extremadura SPAGNA.

 Carmen Castillo Travieso, Luchadora social. SPAGNA Gerardo Learmonth, docente. Venezuela.

 Jose Luis Mora. Asociación Ejecutiva nacional de rutas urbanas y suburbanas. Venezuela.

 Daniel Ávila, Asociación Bolivariana de Transporte. Venezuela.

 Alexander Rivas, secretariado de educación de la Fuerza Motorizada. Venezuela

 Franco Arquimedes. Fundación escuela vial motorizada .Venezuela.

 Juan Luis Franco. Asociación Cooperativa Socialista gran mariscal Antonio José de Sucre. Venezuela.

 Adolfo Rivas. Asociación Civil Terrazas (La Vega). Venezuela Junior Morelo. Transcaribia2011 R.L.

Venezuela.

 Pablo Lugo, Federación Nacional de Rutas Troncales. Venezuela.

 Venancio Pompas, Frente amplio de los Consejos Socialista de Trabajadores y Trabajadoras.

Venezuela.

 Amalia Sanoja. Cátedra Educación Social y Derechos Humanos. Venezuela

 María Chirino, Frente nacional antiimperialista. Venezuela.

 Frente de Productores y Productoras Camino de los Indios de Ciudad Caribia. Venezuela. Zulay

padilla. Movimiento de Ocupantes. Venezuela

 Johnny Subero, Movimiento 4F. Venezuela.

 Colectivo: Rompiendo La Norma. Venezuela.

 Alexis Bolívar, luchador social. Venezuela Yurbin Aguilar psicóloga. Venezuela.

 Héctor Suarez. Comunicador Alternativo. Venezuela

 Nahin Casanova. Comunicador Alternativo. Venezuela

 Ingrid Sanchez Lugo, defensora de Derechos Humanos. Venezuela.

 Ysrael Salinas. Psicólogo social. Venezuela.

 Williams Gudiño. Dirigente comunal y docente. Venezuela.

 Hindú Anderi, defensora de Derechos Humanos. Venezuela.

 Rosario Pacheco, periodista. Venezuela.

 Andy Mendoza , defensor de Derechos Humanos de la Salud. Venezuela.

 Leandro Pozzi, docente/ periodista. Argentina.

 Ildegar Gil, Periodista. Venezuela.

 Ingrid Barón, Vocera Plataforma de Mujeres Lesbianas Revolucionarias de Venezuela.

 Nathasha Castro, Vocera Base Lésbica Venezuela.

 Morela Primera, luchadora social. Venezuela.

 Aura López C.I. 4.239.047. Instructora de formación profesional, Venezuela.

 Roberto Brindisi, Lic. Comunicación social, Argentina.

 Paulo Roberto da Silva, Pastor de la Iglesia Presbiteriana Independiente del Brasil.

 Rene Navarro, Licenciado en Publicidad y Mercadeo, luchador social. Venezuela.

 Lizie Pacheco Sting. Maestra en Sao Gabriel de Palha- Espirito Santo- Brasil.

 Gladys Gómez de Ángulo. Ama de casa. Venezuela.

 Francisca Guerra. Enfermera. Venezuela.

 José Pastor Vargas, sastre. Venezuela César Álvarez. Zapatero. Venezuela.

 Daniel Hernández, agricultor. Venezuela.

 Lucila Avella. Abogada. Venezuela.

 Yasilda Ñañes. Ama de casa. Venezuela.

 Marisol García, costurera. Venezuela Diana Avella. Ama de casa. Venezuela.

 Maritzabel Requena. Ama de casa. Venezuela

 Carlos López coordinador general de la CBST. Venezuela

 Wills Rangel, Presidente de la Central Bolivariana Socialista de Trabajadores CBST-CCP. Venezuela.

 Carlos López coordinador general de la Central Bolivariana Socialista de Trabajadores CBST- CCP.

Venezuela.

 Jacobo Torres de León coordinador internacional de la Central Bolivariana Socialista de

Trabajadores CBST-CCP.Venezuela.

 Gabriela Ramírez, defensora de Derechos Humanos. Venezuela.

 Luisanny Miranda, docente y miembro de la Fundación Latinoamericana por los Derechos Humanos

y el Desarrollo Social FUNDALATIN. Venezuela.

 Kamal Hazan, coordinador de la Asociación de medios comunitarios del estado Yaracuy. Venezuela.

 Oswaldo Carrasco,presidente de la asociacion civil “nueva ciudadania”.Venezuela.

 Angelina Díaz, docente jubilada. Venezuela Meibar Díaz, ama de casa. Venezuela

 Tomás Álvarez miembro de la Fundación Latinoamericana por los Derechos Humanos y el

Desarrollo Social FUNDALATIN capitulo Falcón. Venezuela.

 Virginia King, defensora de Derechos Humanos y miembro de la Fundación Latinoamericana por los

Derechos Humanos y el Desarrollo Social FUNDALATIN. Venezuela.

 Román E. Gómez Sojo, luchador social y docente. Venezuela.

 Judith López Guevara coordinadora Frente de Mujeres Argelia Velázquez. Venezuela.

 Willys Subero. Docente y luchador social. Venezuela.

 Angélica Acosta, luchadora social de Puerto Rico.

 Mirla Portillo, Defensora Derechos Humanos. Venezuela.

 Ammar Jabour Tannous,dirigente político .Venezuela.

 Ennio Di Marcantonio Di Giovanni .Venezuela

 Gladys Manrrique Diaz, defensora de Derechos Humanos y miembro de de la Fundación

Latinoamericana por los Derechos Humanos y el Desarrollo Social FUNDALATIN. Venezuela.

 Cruz Díaz. Ecologista. Venezuela.

 Porfirio Hernández Parra, docente jubilado. Venezuela.

 Ysmenia Suarez, vocera del Comité de las víctimas del Caracazo Venezuela.

 Gilmer Quijada, vocero parlamentario del Ejecutivo Principal de la Comuna Bolivariana y

Revolucionaria la Silsa. Venezuela.

 Lilia Rosa Coronel Mora-Secretaria Femenina TEKOJOJA- Departamental Buenos Aires- Argentina.

 Rodolfo J. Fernandez – Pascual Manganiello – Agrupacion ” Jorge Di Pascuale” – sindicato de

empleados de farmacia. Argentina.

 Héctor Ramón Azuaje Perozo, abogado. Venezuela.

 Fernando Rousseau, luchador social. Argentina.

 Margaret Pérez Silva, luchadora social. Venezuela

 Mollie Jacinta Aguirre Bermúdez, miembro de la Universidad Bolivariana de Venezuela. Gabriela

Linares, defensora de la mujer. Venezuela.

 Diana Stanzioni. Docente. Brasil.

 Meurell Sepulveda. Coordinadora de Análisis y Monitoreo de Redes Sociales. Venezuela.

 Frenzel Hernández Pino, Ingeniero Mecánico Independiente y Comunicador Popular. Venezuela.

 Guido León, coordinador del Movimiento de Integración y Emancipación de Derechos Humanos del

Sur. Venezuela.

 Carlos Gonzalez. Estudiante. Venezuela.

 Telmo Parra, Latonero. Venezuela.

 Clelia Bocanegra,ama de casa. Venezuela.

 Licdo.Kamal Hazan,coordinador de la asociación de medios comunitarios libres y alternativos

estado yaracuy. Venezuela

 Rosa Difalco. Antropóloga. Venezuela

 Marcelo Alejandro Charlon, luchador social. Argentina.

 Yolanda Castillo de Prince, defensora de los Derechos Humanos. Venezuela.

 Celia Medina, CI 4.215.090, Secretaria Ejecutiva. Venezuela.

 Rafael Uzcategui, Movimiento de Planificación Venezuela Participativa Territorial.

 Raiza xxx Movimiento de Planificación Venezuela Participativa Territorial.

 Liz Peña, Productores Por La Patria. Venezuela.

 Yhonny Ruda, Productores Por La Patria. Venezuela.

 Lilia Rosa Coronel Mora-Secretaria Femenina TEKOJOJA- Departamental Buenos Aires- Argentina

 Rodolfo J. Fernandez – Pascual Manganiello – Agrupacion ” Jorge Di Pascuale” – sindicato de

empleados de farmacia- Argentina

 Ammar Jabour Tannous dirigente político. Venezuela.

 Pedro Estacio, comunicador social. Venezuela.

 Johana Marina Castillo Marín, comunicador social del Sistema Radio Mundial. Yvke

Mundial. Venezuela.

 Dr. Felipe Guzman – Gastroenterólogo. Venezuela.

 Dr. Roger Capella – Angiólogo. Venezuela.

 Dr. Luis Rodriguez – Cirujano Pediatra. Venezuela.

 Dra. Graciela Angarita – Traumatóloga. Venezuela.

 Dr. Jehan Pérez – Médico General Integral. Venezuela. (MGI)

 Dr. Johny López – Cirujano General. Venezuela.

 Dr. Bartolo Paredes – Médico General. Venezuela.

 Dra. Ivonne Morillo – Pediátra. Venezuela.

 Dr. Henry Arapé – Intensivista. Venezuela.

 Dr. Gilberto Sanoja – Dermatologo. Venezuela.

 Dr. Armando Escalona – Traumatólogo .Venezuela.

 Carlos Aznarez. Luchador social, director de la revista Resumen Latinoamericano. Argentina.

 Mario Nicolas Martin Galarraga, miembro del Clap Rosario Los Pirineos. Venezuela.

 Alex Chudnovsky, diseñador de páginas Web. Australia.

 Rodolfo J. Fernandez,Agrupacion “Jorge Di Pascuale” .Argentina.

 Pascual Manganiello, Agrupacion “Jorge Di Pascuale.Argentina Lilia Rosa Coronel Mora-Secretaria

Femenina TEKOJOJA. Argentina.

 Miriam Montilla, ambientalista. Venezuela.

 Carlos López, proteccionista.Venezuela.

 Penélope Carlet López,Administración. Venezuela.

 Adelaida Zerpa. Vocera Plataforma de Lucha de los Consejos Socialistas de Trabajadores de la Gran

Caracas. Venezuela.

 Isabel Terán, comisión política del Comité Antiimperialista de Solidaridad con Venezuela en

Ecuador.

 Ámbar García. Luchadora social. Venezuela.

 Zoraida del Valle Sánchez. Luchadora social. Venezuela.

 Heber Eduardo Mujica Carrasquel. Luchador social. Venezuela.

 Ana Giménez. Profesora Jubilada. Venezuela.

 Ignacio Ramírez Romero, presidente de La Federación Nacional de Defensa de los Derechos

Humanos de Venezuela (FENADDEH).

 Fermín Sandoval, enlace nacional de medios comunitarios de Miranda. Venezuela

 Karina Rivas, coordinadora general de la Radio Comunitaria CRP 91.5 FM. Venezuela.

 José Bracho concejal del partido Patria Para Todos.PPT. Venezuela.

 Liliana Díaz, delegada de las personas con discapacidad del FPC UNASUR capitulo Venezuela.

 Roso Grimau ex-diputado del Parlamento Latinoamericano grupo Venezuela.

 Lenelina Delgado, Comunicadora Social.Venezuela Pablo Kunich, comunicador social. Venezuela.

 Cristóbal Cornielles. Activista de Derechos Humanos.Venezuela.

 Migdaleder Mazuera. Activista de Derechos Humanos. Venezuela.

 María Audelia Briceño Quiroga Defensora de los Derechos Humanos.Venezuela.

 Douglas López Méndez Defensor de los Derechos Humanos.Venezuela.

 Profesor Francisco González UBV y UCV Defensor de los Derechos Humanos.Venezuela.

 Jhoana Camacho Defensora de los Derechos Humanos. Venezuela.

 Norbis Origuen Defensora de los Derechos Humanos. Venezuela.

 Karina Rivas Defensora de los Derechos Humanos. Venezuela

 Enriqueta Estrada Filosofa Defensora de los Derechos Humanos. Venezuela

 Gelsys Ortuño Defensora de los Derechos Humanos. Venezuela.

 Daniel Ozuna. Cátedra Americanista. FFyL UBA. Argentina.

 Zerik Prato Aragort Enlace de ANROS

CARACAS.

 Fernando Buen Abad. Filósofo. Miembro de la Red de Intelectuales, Artistas y Movimientos Sociales

en Defensa de la Humanidad.

 Cindy Orlenys Ortiz Vargas. Comunicadora Popular Internacionalista. Venezuela.

Maduro: «I traditori vogliono colpire alle spalle»

da psuv.org.ve

Il Presidente Maduro avverte: «I traditori vogliono pugnalarmi per assumere un progetto riformista e consegnare la rivoluzione nelle mani del nemico. Stanno qui sorgendo tendenze riformiste di destra, alcune dirette da traditori palesi, e hanno consiglieri di marketing e molto denaro a loro disposizione… Allerta popolo! Allerta, chavisti!  Allerta, bolivariano, che a Nicolás Maduro gli vogliono ficcare una pugnalata alle spalle i nuovi traditori per portare avanti un progetto riformista e consegnare la rivoluzione bolivariana al capitalismo internazionale! Non lasciatevi sorprendere, ché io non ho nessuna intenzione di farmi sorprendere.  Smascheriamoli, avanziamo per il cammino della Rivoluzione che è il cammino che ci ha lasciato il Comandante Hugo Chávez. Manteniamo alta la guardia contro il tradimento, contro i traditori!».

Con questa denuncia, il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, ha avvertito questo sabato, durante il conseguimento del titolo di 329 nuovi professionisti della Universidad Bolivariana de los Trabajadores Jesús Rivero, nel Palazzo Miraflores, sulle intenzioni di sabotare il progetto bolivariano ed ha invitato il popolo ad agire di fronte a questa nuova strategia della destra che ha fallito nei suoi obiettivi con l’utilizzo della guerra economica.

Ha chiamato ad approfondire lo studio e la pratica del socialismo bolivariano per il secolo XXI che il Comandante Chávez è riuscito a strutturare come pensiero, poiché si tratta di un pensiero pertinente e di trasformazione per la causa che oggi porta avanti la Rivoluzione.

Il Capo di Stato ha ricordato che nessuno vince la guerra stando sulla difensiva. Si può avere una tattica per ingannare il nemico e portarlo sul proprio terreno, ma si vince solo quando si passa all’offensiva, ossia quando si è capaci di sviluppare un proprio piano strategico.

Maduro ha precisato che: «Se è certo che abbiamo messo in campo diverse risposte contro l’attacco della guerra economica, che sono giuste, che hanno dimostrato la loro utilità, ci manca ancora molto per arrivare alla vittoria definitiva del popolo venezuelano contro la guerra economica e lo possiamo ottenere solo seguendo la strada della Rivoluzione, del socialismo bolivariano, che è la nostra unica strada».

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Antonio Cipolletta]

 

I movimenti sociali creano pagina Web contro l’ingerenza USA

da MPPRE

Caracas, 18 marzo 2017.- I Movimenti  sociali hanno aperto una pagina web nella quale tutti i venezuelani e gli altri cittadini del mondo possono manifestare il loro rifiuto alle azioni che il Segretario Generale della Organización de Estados Americanos (OEA), Luis Almagro, promuove contro la nazione Bolivariana.

Almagro ha presentato una nota informativa il 14 marzo passato, nelle quale chiede l’espulsione del Venezuela dalla OEA sulla base di giudizi di valore, che sposano il discorso dei portavoce dell’opposizione i quali promuovono l’intervento nelle questioni interne del Venezuela.

Attraverso il link goo.gl/Z7gPN coloro che rifiutano la violazione della sovranità venezuelana possono esprimersi e dovranno riempire un modulo con il proprio nome, cognome, paese, città di origine e infine, descrivere brevemente il motivo per il quale rifiutano “la Carta Democrática Interamericana” contro il paese.

In questo modo avranno accesso al documento che i 185 movimenti sociali hanno consegnato alla sede della OEA a Caracas, per denunciare l’atteggiamento interventista del suo Segretario Generale.

L’aderente alla Fundación Latinoamericana para los Derechos Humanos y Desarrollo Social (Fundalatin), Virginia King, ha dichiarato in una intervista telefonica con AVN, che le firme saranno raccolte solo attraverso questa pagina, “perché in questo modo certifichiamo la provenienza delle stesse ed inoltre rende più facile il processo che si inquadra anche nell’ambito del rispetto e della garanzia dei diritti umani”.

Ha aggiunto: “(Con las firmas) abbiamo l’obiettivo di creare una coscienza collettiva nella quale tutti possiamo costituirci in quanto difensori dei Diritti Umani, rispettando l’autodeterminazione del nostro popolo, per decidere del nostro destino e le redini del paese”

L’iniziativa sarà diffusa dalle reti sociali dei diversi movimenti organizzati nel paese, ed attraverso fori e dibattitti che si realizzeranno per informare sulle conseguenze della ingerenza imperiale. MPPRE/AVN

[Trad. in castigliano per ALBAinformazione di Alessio Decoro]

Napoli 17mar2017: 161 anni di consolato a Napoli

Due attentati e la morte provocata del Comandante Chávez

Mary Pace

di Numa Molina – aporrea.org

Dopo un viaggio piuttosto lungo sono arrivato in un piccolo paese della regione Lazio al sud di Roma, dove ho incontrato Mary Pace che è stata un’agente della intelligence italiana per 45 anni.

Mary è giornalista, ha pubblicato tredici libri ed ha una vastissima esperienza in tema di sicurezza a livello internazionale. Sostiene di essere stata la persona che ha dato alla CIA le coordinate dove si trovava Osama bin Laden per il quale il governo USA offriva un’alta somma di denaro come ricompensa che non è mai stata consegnata.

L’esperta in intelligence possiede una ricerca su due attentanti contro “il Comandante Eterno, Hugo Chávez”, come testualmente lo definisce nel suo ultimo libro che si intitola Incazzata nera. In questa opera spiega come il cancro che ha causato la morte del Presidente sia stato provocato. Pace fa anche riferimento alla vita di altri politici già deceduti, tra questi Muammar Gheddafi ed altri personaggi importanti che sono stati eliminati dal terrorismo statunitense.

In riferimento alla vita del presidente Chávez narra quanto segue: “In quella specifica occasione, i servizi USA predisposero un attentato molto particolare”.

L’operazione prevedeva l’impiego di alcuni cani. Il governo USA aveva optato per riprendere le stesse tecniche di guerra già condotte a suo tempo da parte del controspionaggio tedesco, le quali, agli ordini del Generale Reinhard Gehlen, furono adoperate sul Fronte Orientale durante la Seconda Guerra Mondiale. In relazione all’operazione specifica contro il Presidente del Venezuela, la CIA stava addestrando alcuni grossi cani. Questi animali erano destinati alle amorevoli cure di alcuni addestratori i quali portavano avanti il loro compito dando loro tutto l’affetto possibile. Ogni giorno, però, si presentava al canile dove erano ospitati un uomo corpulento il cui fisico era simile a quello di Chávez, a tal punto da poter essere un suo sosia. Indossava gli stessi vestiti che usava abitualmente il Presidente venezuelano. I vestiti erano impregnanti dello stesso odore personale di Chávez. Questo sosia non pronunciava una sola parola, restava completamente muto mentre veniva riprodotta la voce registrata del Comandante Chávez. Il sosia di Chávez si divertiva colpendo e torturando atrocemente i cuccioli.

Il supplizio si ripeteva sistematicamente ogni giorno mentre gli addestratori erano molto amorevoli nel trattare i cani. Nonostante tale serafica situazione, i cani erano sottoposti a dure sofferenze fisiche e a violenza psicologica.

Questa operazione passò poi ad una fase successiva; non era più necessaria la presenza del sosia di Chávez. Si iniziò quindi a riprodurre la voce del Presidente venezuelano o a far annusare un vestito che emanasse il suo odore. Gli animali da dolci ed allegri si trasformavano improvvisamente in feroci e rabbiosi. Quando divennero adulti  avevano appreso a nutrire un odio profondo contro questi elementi auditivi ed olfattivi che avevano sperimentato.

Tutto quindi era già a punto e l’operazione avrebbe potuto realizzarsi in qualsiasi momento. I cani sarebbero stati portati in una piazza in occasione di un evento pubblico di Chávez. Gli animali sarebbero stati caricati con dei sacchi contenenti un potente esplosivo. I Servizi di Sicurezza presidenziali non avrebbero fatto caso a questi animali, se prendiamo in considerazione che già risulta difficile la protezione di un personaggio controllando già solo le persone che gli stanno intorno. A nessuno della sicurezza di Chávez sarebbe passata per la testa una operazione di questo genere la quale avrebbe richiesto pochissimi istanti per essere eseguita.

I cani “kamikaze” una volta liberati nella piazza si sarebbero lanciati direttamente contro Chávez e quando gli fossero stati sufficientemente vicini gli aggressori avrebbero attivato la carica telecomandata di esplosivi che i cani portavano addosso.

“Quella operazione fu preparata nei minimi dettagli. Si caratterizzava per la sua mortale efficacia”.

Mary afferma che se non fosse stato per il fatto che l’Ambasciata venezuelana presso lo stato italiano ascoltò la sua denuncia, la quale permise di neutralizzare l’attentato, certamente la CIA sarebbe riuscita a concludere la missione.

Mary segnala che successivamente organizzarono un’operazione ulteriore sempre con il coinvolgimento dei cani, nel momento del decollo dell’aereo presidenziale i cani sarebbero stati liberati per attaccare l’aereo sempre carichi di esplosivi. L’obiettivo sarebbe stato il danneggiamento del carrello per l’atterraggio, e anche se non fossero riusciti a danneggiare l’aereo, si sarebbe compromessa seriamente la manovra di atterraggio.

Il probabile attentato che ha prodotto la morte del presidente Chávez

La nostra intervistata ci informa che immediatamente dopo aver reso pubblici da parte dell’Esercito degli USA alcuni documenti, perché potessero essere consultati grazie alla legge Freedom of Information Act, fu diffuso uno studio realizzato dal Pentagono già nel 1948 il quale aveva come obiettivo la creazione di un’arma che emette radiazioni e nel 1969, dopo diverse ricerche, si giunse alla conclusione che un sistema di tale natura in fase di applicazione era capace di produrre gravi patologie o direttamente la morte della persona. Secondo Pace si tratta di uno strumento che emette radiazioni continue ad alta frequenza tra 1 e 2 GHz chiamato “CTX 4000” e dispone di una potenza di un kilowatt. Quando si punta contro un obiettivo umano per un determinato periodo di tempo è capace di generare “seri ed irreparabili danni alla salute” e inoltre afferma che a questo “si deve aggiungere la circostanza che l’Ambasciata degli USA in Venezuela fu davvero il Comando centrale di questa Intelligence. Questa fu la base di appoggio per un gran numero di agenti i quali realizzarono costantemente sul territorio venezuelano illecite attività clandestine” e basandosi su questa informazione della ex agente italiana, lei stessa afferma che è “altamente probabile che questo strumento sia stato impiegato sistematicamente da pare degli agenti USA, con l’obiettivo di generare la fatale malattia tumorale al Presidente Chávez”.

La ex agente Pace dice chiaramente nel suo libro anche che, secondo alcuni dossier della National Security Agency, NSA degli USA, Chávez faceva parte dei sei principali obiettivi della intelligence USA già dal 2007. La patologia che ha colpito la salute di Chávez era molto rara ed estremamente insidiosa, a detta dell’attuale presidente Nicolás Maduro. Nella storia medica della famiglia Chávez non si erano mai manifestati casi di cancro, motivo per il quale la sua malattia non aveva nulla a che vedere nemmeno con la predisposizione genetica.

Credo che il contributo di Mary Pace sia di grande importanza per questa ed altre ricerche a venire. Sono tanti e tanto interessanti i dati riportati nel suo ultimo libro, allo stesso modo considero interessante l’incontro avuto con lei. Concludo che è stata una di quelle avventure giornalistiche nella quale ho avvertito che la lotta per la giustizia e la verità diventano la forza che rende possibile qualsiasi ricerca più che lo spazio mediatico che la notizia può raggiungere o meno.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Ciro Brescia]

ALBATV: Verso l’Assemblea Internazionale dei Popoli

da albatv.org

Dichiarazione verso l’Assemblea Internazionale dei Movimenti ed Organizzazioni dei Popoli

1. Stiamo attraversando un momento storico nel mondo dove si evidenzia la crisi generale del sistema capitalista concentrato nel capitale finanziario. Tale crisi colpisce tutte le dimensioni della vita: si tratta di una crisi economica che genera miseria tra il popolo ed un crescente aumento della disoccupazione e che riduce drammaticamente le possibilità del popolo di accedere ai suoi diritti fondamentali come l’alimentazione, la casa e la salute. L’aspetto più perversa di ciò è che popolazioni intere sono forzate ad emigrare al fine di provare ad ottenere migliori condizioni di vita ed uscire dall’esclusione che il sistema impone loro. Si tratta di una crisi sociale giacché gli avvenimenti mostrano la violenza verso il popolo che esige questi diritti negati, rispondendo con la criminalizzazione, la repressione ed il genocidio.

2. Questa situazione è prodotto della necessità dell’impero e delle imprese transnazionali di conquistare nuovi territori per sfruttare i loro beni naturali e concentrare la maggiore ricchezza a forza di distruzione dell’ambiente. Si tratta di una crisi ambientale a causa della distruzione, che all’interno del sistema capitalista è irreversibile, del nostro pianeta. Si tratta di una crisi politica dovuta al discredito delle istituzioni degli Stati che obbediscono alle necessità dei mercati dominati dal capitale invece di dare risposta alle richieste sociali. Si tratta di una crisi culturale che impone alle società abitudini consumiste, valori individualisti e di competizione tra le persone, contro valori come la solidarietà ed il lavoro collettivo.

3. A ciò dobbiamo aggiungere il fatto che in questi giorni Wikileaks ha reso pubblici 10.000 documenti della CIA di maggiore importanza rispetto a quelli che aveva pubblicato durante i primi tre anni di Snowden. Adesso abbiamo la prova che la CIA ha utilizzato un grande numero di armi cibernetiche. Queste armi consentono ad ogni telefono cellulare, ad ogni computer portatile, ad ogni moderno televisore di diventare una macchina spia al servizio delle agenzie di intelligence degli Stati Uniti, molto peggio di ciò che immaginava la fantascienza. Nessun bambino è nessuna bambina che abbia accesso a qualche tipo di tecnologia è al sicuro nella sua propria abitazione nemmeno nel bagno. Questa pubblicazione prova una volta di più che gli Stati Uniti non hanno assolutamente nessun rispetto per la privacy dei cittadini e delle cittadine del mondo.

4. Per completare il quadro della situazione dobbiamo evidenziare che la regione araba e i suoi popoli vivono la più crudele manifestazione dell’egemonia imperialista da quando è stato creato lo Stato sionista di Israele. I nostri popoli soffrono varie forme di saccheggio coloniale ed occupazione dirette. Da alcuni anni ci troviamo di fronte ad una escalation offensiva del capitale che insieme ai suoi alleati provano persistentemente a frammentare gli Stati e ad affondarli nel caos con scontri settari come quelli etnici. Sviano la direzione delle lotte contro il nemico sionista e l’imperialismo causando milioni di profughi che a loro volta fomentano e finanziano il terrorismo criminalizzando le legittime resistenze popolari.

5. In questa situazione abbiamo la certezza che non ci sarà trasformazione sociale senza l’organizzazione e la mobilitazione della maggioranza dei nostri popoli; è necessario concentrare le forze per produrre azioni che tirino fuori i popoli dalla frustrazione che genera questo sistema diseguale promotore della violenza e si incontrino attivando e dando visibilità nell’ambito pubblico internazionale alle rivendicazioni che sono necessarie per conquistare e costruire una società giusta libera e sovrana, spinta dalla autodeterminazione dei popoli.

6. Allo stesso modo dobbiamo rafforzare le nostre azioni per la formazione politica ed ideologica delle compagnie e dei compagni. Questo deve essere un pilastro fondamentale per comprendere la complessità che attraversa il mondo per trasformarlo. Abbiamo inoltre bisogno di potenziare i nostri strumenti di comunicazione. Una cultura solitaria, denigrante, si forma attraverso i messaggi subliminali che rafforzano comportamenti egoistici, maschilisti, xenofobi, omofobi e potenziano la violenza soprattutto contro le donne. Di fronte a ciò abbiamo la responsabilità di creare e di appoggiare la nostra cultura popolare che essenzialmente è solidale e d’impegno e si rafforza nell’azione e nello scambio collettivo.

7. Da alcuni decenni, noi, i movimenti e le organizzazioni popolari, ci organizziamo e ci articoliamo a partire dalle nostre lotte e dalle storie comuni nella Nuestramerica. A partire dalle resistenze al neoliberalismo, abbiamo potuto costruire piattaforme di articolazione settoriali che oltrepassano le frontiere imposte e inoltre abbiamo messo in piedi i Forum Sociali Mondiali, dopodiché, a partire dalla leadership del Comandante Chávez da vari anni abbiamo costruito l’articolazione dei movimenti sociali verso l’ALBA che riunisce i principali movimenti popolari di tutto il continente.

8. Anche nel continente africano abbiamo costruito articolazioni attraverso la realizzazione di un incontro continentale in Zambia che ha visto la la presenza di 21 paesi. Nel Medio Oriente si prepara un incontro regionale per quest’anno che ha l’obiettivo di riunire organizzazioni di oltre 10 paesi e ci sono anche incontri pianificati in Asia, nel sud est asiatico ed in Europa. In tutte le regioni del mondo incontriamo articolazioni che esistono, resistono e lottano con le quali abbiamo contatto e hanno interesse ad unirsi in questo processo.

9. La base dell’unità è l’unità di azioni, e noi proponiamo unificare sforzi e mobilitazioni intorno a date concrete che sono vincolate al nostro che-fare e alle lotte che liberiamo nei nostri paesi, perciò proponiamo mobilitazioni congiunte simultanee come quella dell’otto marzo, il giorno Internazionale delle Donne, il cinque giugno, giornata dell’ambiente, l’otto di ottobre, anniversario della caduta in combattimento del Comandante Ernesto Che Guevara, il sedici di ottobre, giorno della sovranità alimentare, e inoltre proponiamo di stabilire una giornata di lotta contro l’imperialismo statunitense per manifestare il nostro rifiuto alle azioni fasciste e di ingerenza, violatrici dei diritti umani da parte del governo statunitense.

Infine, dal Venezuela di Miranda, Simón Rodríguez, Bolívar, Zamora y Hugo Chávez, raccogliendo l’eredità della proiezione internazionale del Comandante Eterno, chiamiamo alla realizzazione dell’assemblea internazionale dei movimenti ed organizzazioni popolari con la presenza di 2.000 delegati e delegate da realizzarsi in queste terre nel periodo del sette di novembre del presente anno, a 100 anni dalla Rivoluzione russa, con l’obiettivo di articolare i movimenti e le organizzazioni popolari di carattere antimperialista, anticapitalista, anticolonialista, anti latifondista, antipatriarcale, antirazzista e anti bellicista dei cinque continenti del mondo, per costruire una piattaforma politica e un piano internazionale di azioni e lotti unitarie che ci permetta di praticare l’internazionalismo e affrontare i nemici dei popoli e dell’umanità.

Questo sarà un momento per dimostrare il nostro impegno la nostra attiva solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana e i popoli del Venezuela che mantengono viva la fiamma della speranza del il mondo intero.

Caracas, 7 marzo del 2017

I Membri del Comitato articolatore dei Movimenti ed Organizzazioni dei Popoli dei Cinque Continenti

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Ciro Brescia]

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