Venezuela: la strana “dittatura”

di Giuliano Granato

Ieri si è votato in un paese lontano e che pure negli ultimi mesi è diventato quasi familiare a tanti italiani, quelli che leggono i giornali, ascoltano una rassegna stampa alla radio o guardano un TG alla TV: il #Venezuela. Negli ultimi quattro mesi il paese latinoamericano si è guadagnato paginate intere perché c’era da portare avanti una battaglia della democrazia contro la “dittatura” che il presidente Maduro sta cercando di impiantare nel paese, a forza di repressione nelle strade e galera per gli oppositori politici.

Una strana “dittatura” quella chavista: in 18 anni di governi di “caudillos autoritari” ci sono state 20 elezioni. Quella di oggi è la numero 21. E manco si possono invocare brogli perché il sistema di voto venezuelano è considerato tra i più sicuri, trasparenti e corretti al mondo, secondo quanto dichiarato non da pericolosi castro-comunisti ma niente poco di meno che dall’ex presidente a stelle e strisce Carter.

Una strana dittatura quella in cui la maggioranza al governo perde due volte, l’ultima alle legislative del 2015, e immediatamente riconosce la vittoria dell’opposizione.

E anche questa opposizione è ben strana: si appella al voto tutti i giorni e oggi che ci sono le elezioni per l’Assemblea Costituente chiama al boicottaggio delle urne, promuovendo anche l’incendio dei centri elettorali, oltre che la violazione del “silenzio elettorale” e blocchi stradali per impedire ai cittadini di recarsi a votare. Non importa che l’ONU stessa (e l’ex primo ministro dello stato spagnolo, Zapatero) abbia invitato a rispettare il diritto di voto dei cittadini venezuelani; per l’opposizione, e per i media che ne diffondono la voce, il parere della massima organizzazione internazionale stavolta conta zero.

Ben strana l’opposizione “democratica” che rifiuta l’esercizio della democrazia e invoca invece la violenza, che giustifica chi ha bruciato vive più di 20 persone, solo perché nere e quindi povere e quindi chaviste. 


Ben strana un’opposizione che dichiara tutti i giorni alla stampa che Maduro non vuole elezioni perché sa che gode del sostegno di una striminzita minoranza della popolazione e che poi non approfitta della tornata elettorale per far pesare i milioni e milioni di voti che dice di avere.

Nel mezzo di tutte queste “stranezze”, ciò che ieri in Venezuela si è votato per eleggere l’Assemblea Costituente, che avrà poi il compito di sottoporre al popolo un progetto di modifica della Costituzione vigente, approvata nel 1999. 

L’obiettivo è far sì che il 1.700.000 abitazioni date alle classi popolari non possano essere immesse sul mercato immobiliare da un futuro governo, che la casa continui ad essere un diritto; che “Misiones” come Barrio Adentro, che ha portato medici in quartieri e paesi dove un medico non l’avevano mai visto, possano entrare in Costituzione, affinché il diritto alla salute non possa essere cancellato con un colpo di penna; che “comunas” e “consejos comunales”, organi di governo territoriali, che promuovono, pur in mezzo a evidenti contraddizioni, la partecipazione ed il protagonismo popolare, possano divenire impalcatura di uno stato che si va trasformando, rispondendo alle esigenze popolari.

Si può essere d’accordo o meno col progetto chavista. Ci può sembrare un bene, un male, quello giusto, quello sbagliato, ma va riconosciuto che è un progetto politico che ha legittimità di esistere. Non possiamo assumere acriticamente le informazioni e le notizie che ci arrivano quotidianamente dalla stampa mainstream. Altrimenti va a finire che finiremo per odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono.

 

(FOTO) Lunghe file ai seggi in Venezuela per la ANC

da Rete di Solidarietà Rivoluzione Bolivariana

La disciplina rivoluzionaria del Popolo Bolivariano del Venezuela si evince da questi scatti provenienti da diverse parti del paese. Tutte e tutti in coda per esercitare il proprio dovere. La Rivoluzione Bolivariana oggi dispiega la sua energia popolare più genuina.

Dalle prime ore della mattina file chilometriche a Caracas per andare a votare. L’opposizione golpista e fascista ha fatto e sta facendo di tutto, dentro e fuori dal paese, per sabotare questo processo. Il Popolo Rivoluzionario Venezuelano sta facendo di più!

Ore 6:30 della mattina, chilometri di gente per votare che ha dormito in auto fuori al Poliedro di Caracas.
Ma cosa è il Poliedro?

Nelle settimane passate abbiamo visto tutti che nei quartieri della opposizione c’era la caccia al chavista e molti sono stati uccisi.

Siccome oggi la destra boicotta le elezioni, è ovvio che chi si reca ai seggi a votare rischia l’incolumità personale, rischia che da domani lo vanno a prendere a casa per fargliela pagare.

Il consiglio elettorale ha quindi deciso che gli abitanti dei quartieri con violenze nei giorni scorsi, possono votare nei seggi allestiti all’interno del Poliedro, ossia del Palazzo dello Sport di Caracas.

Una misura analoga è stata presa con gli elettori delle altre zone del paese dove si erano creati episodi di attacco ai chavisti o alle istituzioni.

I cittadini di quelle zone possono votare in qualsiasi seggio elettorale del loro municipio.

Ricordiamo che il voto è sia elettronico che manuale, nel senso che dopo aver votato elettronicamente, esce dalla macchina un biglietto con il proprio voto stampato, anche qualora si fosse votato nullo, l’elettore lo controlla, lo piega, e lo mette in una urna.

Questo serve qualora si volesse eseguire un riconteggio manuale.

#VictoriaConstituyente

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Firenze con il Venezuela Bolivariano e la ANC!

di CPA FI SUD

Oggi i militanti del Cpa fi-sud e del Collettivo di Scienze Politiche di Firenze hanno effettuato un volantinaggio e appeso alcuni striscioni a sostegno del Venezuela bolivariano, contro i tentativi di golpe, le ingerenze imperialiste e le menzogne dei media nazionali a poche ore dal voto per la Costituente.

AL FIANCO DEL VENEZUELA BOLIVARIANO

Difendiamo il governo venezuelano e le conquiste politiche e sociali del movimento chavista!

Da mesi assistiamo ad un attacco portato avanti dai nostri media, e più di recente anche direttamente dal governo e dal parlamento italiano, nei confronti del governo del Venezuela e del suo leader Politico Maduro accusati di reprimere nel sangue pacifiche manifestazioni dell’opposizione.

Descritti da media e politici occidentali, come “pacifici dimostranti”, in Venezuela sono in azione gruppi paramilitari armati ed addestrati che con un escalation di violenza sono arrivati ad assaltare edifici governativi e ad uccidere (anche bruciandoli vivi) e torturare militanti filo-governativi per le strade delle maggiori metropoli del paese.

La verità è che in Venezuela è in atto l’ennesimo tentativo di golpe dell’estrema destra locale, sostenuto economicamente e politicamente dagli U.S.A. Lo scopo dei golpisti è quello di riportare al governo le vecchie oligarchie ed interrompere il processo rivoluzionario iniziato da Chavez.

Non è difficile immaginare il motivo. 

Il Venezuela ha le più importanti riserve petrolifere mondiali oltre che un sottosuolo ricco di giacimenti minerari: si tenta quindi di privatizzare nuovamente i guadagni derivanti dall’estrazione e di rimetterle nelle mani della borghesia locale fedele a quelle statunitensi ed europee.

Non solo. Il Venezuela, da Chavez a Maduro, ha socializzato questi guadagni redistribuendoli in termini di investimenti nell’edilizia popolare, nella scuola, nella sanità e nei servizi sociali. 

A livello internazionale ha scambiato le ricchezze del sottosuolo, non per soldi strozzando i suoi debitori, ma con aiuti di altro genere: per esempio con Cuba ha scambiato petrolio con l’arrivo sul suolo venezuelano di centinaia di medici.

L’imperialismo tenta quindi di mettere in piedi la stessa macchina destabilizzatrice utilizzata molte altre volte, costruendo un’immagine del Venezuela distorta, facendolo apparire come un regime oppressivo al fine di giustificare l’ingerenza esterna come umanitaria, per imporre un nuovo ordine politico ed economico, funzionale a propri interessi.

Siamo ormai abituati alla retorica della difesa della democrazia, dei diritti umani, contro le armi di distruzione di massa e i regimi dittatoriali. Dopo arriva sempre il terribile intervento armato degli Stati Uniti. 

Per uscire da questa spirale di violenza il Presidente Maduro ha scelto la via politica annunciando la volontà di modificare la costituzione in modo da riportare al più presto la pace interna.

Domenica 30 luglio si terranno le elezioni dei 500 deputati per la nuova assemblea costituente quali rappresentanti dei settori più significativi della società Venezuelana: sindacati dei lavoratori, associazioni di imprese, pensionati, esercito e molto altro.

L’estrema destra golpista ha già dichiarato che boicotterà le elezioni arrivando a minacciare l’utilizzo delle armi contro chiunque si recherà a votare nei seggi situati all’interno dei quartieri di cui ha il controllo: per questo il governo ha previsto la possibilità per chi vive nei quartieri a rischio di andare a votare altrove.

Se degli USA abbiamo già detto l’Unione Europea non vuole essere da meno con le dichiarazioni di Federica Mogherini che “invita” Maduro a disdire le elezione e le minacce di sanzioni economiche. 

Per questo sentiamo la necessità di portare solidarietà alla Repubblica Bolivariana del Venezuela e alla sua rivoluzione, che in questi anni ha saputo costruire un percorso di autodeterminazione nazionale contro l’imperialismo americano e di emancipazione popolare, ma anche per l’importanza che le sue conquiste sociali hanno e devono avere per tutta l’America Latina martoriata dalla barbarie del capitalismo!

SOLIDARIETA’ ALLA RIVOLUZIONE BOLIVARIANA!
Contro l’imperialismo, per la rivoluzione bolivariana!

Centro Popolare Autogestito – Firenze Sud
Collettivo Politico di Scienze Politiche 
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(VIDEO) Con la Costituente verso la Democrazia dei Consigli!

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04c8b11b-b49c-498f-9631-74cd297078eeCon Maduro, l’Assemblea Costituente e la Democrazia dei Consigli!

di ALBAinformazione

ALBAinformazione per l’amicizia e la solidarietà tra i popoli, pubblicazione dell’Associazione Nazionale di Reti ed Organizzazioni Sociali d’Italia, invita tutti i movimenti di solidarietà internazionalisti a sostenere convintamente l’Assemblea Nazionale Costituente del Venezuela proposta dall’operaio e presidente venezuelano Nicolás Maduro Moros, di cui si terrà l’elezione il 30 luglio 2017. La legittimità e legalità della Costituente è scritta a chiare lettere nella attuale Costituzione Bolivariana (Titolo IX, Capitolo III, art. 348 CRBV, 1999) , “La Pioniera”, come l’ha definita lo stesso Presidente Maduro.

Una elezione democratica non solo nella forma, come piace, a parole, sempre alla borghesia, ma democratica e popolare anche nella sostanza, poiché i protagonisti saranno gli elementi più avanzati delle masse popolari organizzate venezuelane: contadini, operai, pescatori, casalinghe, pensionati, donne, uomini, professionisti, imprenditori, giovani e studenti, tra gli altri, che forgiano la propria libertà praticandola, ed imparano massivamente e collettivamente a costruire il proprio futuro, facendolo.

Siamo perfettamente coscienti che le classi privilegiate e oggi dominanti nel mondo, vedono l’indizione di una Assemblea Costituente autenticamente popolare come il fumo negli occhi, un esempio da evitare nella maniera più assoluta perché rischia di trasformare il Venezuela in un’altra democrazia popolare che collide in maniera stridente con l’imperialismo e gli interessi speculativi dei circuiti finanziari internazionali. Questi signori fanno e faranno sempre più e di tutto a ché questo esempio non rischi di espandersi in ogni angolo del mondo. Noi faremo sempre di più e meglio affinché, al contrario, questi esempi, come quello della Rivoluzione Bolivariana, siano sostenuti ed emulati creativamente ed abbiano un seguito sempre più ampio, a cominciare dal nostro paese. Per questi signori il pericolo oggi è che il Venezuela Bolivariano si trasformi completamente in un “regime di tipo castrista, ossia una dittatura marxista”, come sentiamo dire nei loro mezzi di distrazione di massa, sempre tesi alla distruzione e alla devastazione delle coscienze, alla intossicazione e alla diversione di menti e cuori, all’avvelenamento delle percezioni, delle sensazioni e dei sentimenti.

Risuonano di nuovo, con una veste nuova ma sempre più scura e cupa, le parole che pronunciò il signor Henry Kissinger, segretario di Stato ai tempi di Nixon e Ford, con le quali di fatto condannarono a morte Allende ed il suo governo di Unidad Popular: “Deve sapere che non lasceremo arrivare in Cile una sola vite o un solo dado … Non capisco perché dovremmo starcene immobili e guardare una nazione diventare comunista a causa dell’irresponsabilità del proprio popolo”.

Como sono soliti fare tutti i reazionari e i fascisti, scaricano le responsabilità sui popoli, li immagino e li descrivono come minorati, incapaci geneticamente di costruire il proprio futuro. Come scriveva il poeta venezuelano Aquiles Nazoa, noi, contrariamente ai lor signori, sì, crediamo nei popoli e nelle loro capacità creatrici.

Le oligarchie di ogni latitudine, i capitalisti e l’alta finanza, le alte sfere delle mafie, le cupole clericali, i residui feudali e nobiliari che ancora non sono stati spazzati via, ben al di là delle belle parole di Bergoglio, si stringono sempre più nella loro “santa alleanza” per restaurare il loro potere governativo in Venezuela, defenestrare Maduro, come hanno già fatto con Allende in Cile nel ’73, per citare un solo caso.

Tutti compatti: dal PD del signor Renzi, al polo delle Libertà di Berlusconi in Italia, dalla destra reazionaria europea fino a quella che un tempo fu la “Internazionale Socialista” oggi al carro del golpista Ramos Allup rappresentante della banda criminale della MUD – “Internazionale” di cui da tempo resta solo il nome ed un ricordo sbiadito per i popoli del mondo – tutti costoro intonano all’unisono e a reti unificate i loro canti di morte e distruzione. E come spesso accade nella Storia, con l’aiuto “esterno” di chi si immagina o si definisce più “a sinistra” di tutti gli altri che con i primi non perdono l’occasione di andare a braccetto.

Oggi più che mai è il tempo delle definizioni, tertium no datur, come evidenziava sempre il Comandante Chávez. Chi si immagina che ci possa essere, oggi meno che mai, una terza via o è un imbroglione, o al meglio è un ingenuo. In mezzo abbiamo solo le barricate dei guarimberos, di cui abbiamo ben visto il carico di odio irrazionale e criminale, che è proprio delle squadracce fasciste di ogni epoca.

Come in ogni Rivoluzione che non sia una farsa, tutte e tutti sono chiamati a prendere posizione e ad ogni passaggio epocale i protagonisti cambiano, ma i ruoli restano. I processi vanno depurandosi e il posto dei protagonisti spetta sempre al popolo, e a chi lo incarna. Chi prima c’era, come spesso accade non c’è più, e viceversa, chi non c’era ieri c’è invece oggi. Da Douglas Bravo e i suoi seguaci, al generale Baduel.

La rivoluzione accoglie sempre il contributo di tutti, anche di quelli più indecisi, arretrati e titubanti, di quelli che vengono, di quelli che vanno o di quelli che tornano, qualsiasi sia esso il motivo che li muove. Dei protagonisti del Giuramento del Samán de Güere, anche se sono rimasti fisicamente in vita solo coloro che quel giuramento hanno tradito, quando spariranno anche fisicamente, costoro troveranno già riservato il loro posto nel dimenticatoio della Storia. Nulla è eterno tranne la trasformazione popolare, e chi la incarna.

Chi dice che la Costituzione Bolivariana del 1999 non è migliorabile, e non vi è nulla di più democratico che si possa immaginare, mente sapendo di mentire. E la loro ipocrisia va di pari passo con quella di chi questa stessa Costituzione del 1999 l’ha combattuta con il coltello tra i denti, e oggi dice, con quello stesso coltello tra i denti, di volerla difendere. Ipocrisie complementari.

Con l’Assemblea Nazionale Costituente il popolo venezuelano si è conquistato un’occasione molto utile per fare un passo avanti concreto nella sua rivoluzione di nuova democrazia verso il socialismo. Noi lo accompagniamo in questo percorso.

Viva l’Assemblea Nazionale Costituente!
Viva Maduro!
Viva Chávez!
Viva la Rivoluzione Bolivariana!
Viva il Potere Popolare!
Viva il Socialismo!

#LaConstituyenteSiVa
#VictoriaConstituyente

albainformazione.com

Qui il video completo:

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bdb127cd-28aa-4d25-a64d-d99a057dbb7d¡Con Maduro, la Constituyente y Democracia de los Consejos!
por ALBAinformazione

“ALBAinformazione per l’amicizia e la solidarietà tra i popoli”, publicación de la “Associazione Nazionale di Reti ed Organizzazioni Sociali d’Italia”, invita a todas y todos las y los internacionalistas, a todos los movimientos de solidaridad a apoyar de manera decidida a la Asamblea Nacional Constituyente de Venezuela propuesta por el obrero y el Presidente venezolano Nicolás Maduro Moros, de la que llevará a cabo la elección el 30 de julio de 2017. La legitimidad y la legalidad de la Asamblea Constituyente están escritas muy claramente en la actual Constitución Bolivariana (Título IX, Capítulo III, art. 348 CRBV, 1999), “La Pionera”, como la llamó el mismo Presidente Maduro.

Una elección democrática no sólo en la forma, como dicen que le gusta, de la boca para afuera, siempre a la burguesía, pero democrática y popular, en el contenido también, ya que los protagonistas serán los elementos más avanzados de las masas populares organizadas venezolanas: agricultoras y agricultores, trabajadoras y trabajadores, pescadoras y pescadores, jubiladas y jubilados, hombres, mujeres, profesionales, empresarias y empresarios, jóvenes y estudiantes, entre otros, que forjan su propia libertad practicándola, y aprenden de forma masiva y colectivamente en construir su propio futuro, haciendolo.

Somos perfectamente conscientes que las clases privilegiadas y dominantes en el mundo de hoy, ven la convocatoria de una Asamblea Constituyente genuinamente popular como una verdadera amenaza a su dominio, un ejemplo a evitar en los términos más enérgicos que amenaza con convertir a Venezuela en otra democracia popular que colisiona de forma reñida con el imperialismo y los intereses especulativos de los canales financieros internacionales. Estos señores hacen y harán de todo a que este ejemplo no se expanda en todos los rincones del mundo. Nosotros siempre vamos a hacer más y mejor para que, por el contrario, estos ejemplos, como la Revolución Bolivariana, sean apoyados y emulados creativamente y tengan el seguimiento más amplio, a partir de nuestro país. Para estos señores el peligro hoy en día es que la Venezuela Bolivariana se convierta completamente en un “régimen al estilo Castro, en una dictadura marxista”, como escuchamos en sus medios de distracción masiva, siempre orientados hacia la destrucción y la devastación de las conciencias, a la intoxicación y el desvío de las mentes y los corazones, el envenenamiento de las percepciones, sensaciones y sentimientos.

Resuenan de nuevo, con una nueva imagen, pero cada vez más oscura y sombría, las palabras que pronunció el Sr. Henry Kissinger, secretario de Estado en los tiempos de Nixon y Ford, con las cuales, de hecho, condenaron a muerte Allende y su gobierno de la Unidad Popular: “Él debe saber que no vamos a permitir que a Chile llegue ni un solo tornillo o ni un solo dado… no entiendo por que deberíamos permanecer inmóvil y ver un país que se vuelve comunista debido a la irresponsabilidad de su propio pueblo”.

Como suelen hacer todos los reaccionarios y fascistas, descargan la responsabilidad sobre el pueblo, los imaginan, y los describen como discapacitados, genéticamente incapaces de construir su propio futuro. Así como escribió el poeta venezolano Aquiles Nazoa, que, a diferencia de estos personajes, sí, nosotros también, creemos con él, en los pueblos y sus capacidades creadoras.

Las oligarquías de todas las latitudes, los capitalistas y las altas finanzas, las altas esferas de la mafia, cúpulas clericales los residuos feudales y aristocráticos que aún no han sido barridos, mucho más allá de las bellas palabras de Bergoglio, siempre más se estrechan en su “santa alianza” para restaurar su poder gubernamental en Venezuela, y desbancar a Maduro, como lo hicieron con Allende en Chile en el ’73, por citar un caso.

Todos unidos: desde PD del Sr. Renzi, el Polo de la Libertad de Berlusconi en Italia, desde la derecha reaccionaria de Europa hasta lo que fue la “Internacional Socialista”, hoy en día seguidora del golpista Ramos Allup representante de la banda criminal de MUD – “Internacional” que desde hace tiempo queda nada más que el nombre y un recuerdo borroso entre los pueblos del mundo – todos ellos al unísono en las redes unificadas salen con sus cantos de muerte y destrucción. Y como a menudo sucede en la historia, con la ayuda “externa” de lo que piensan ser o se definen los mas de “izquierda” de todos los demás y que con los primeros no pierde la oportunidad de ir de la mano.

Hoy más que nunca es el momento de las definiciones, tertium non datur, como siempre mostró el comandante Chávez. Quien hoy se imagina que podría existir, ahora menos que nunca, una tercera vía o es un estafadór, o a lo mejor es un ingenuo. En el medio tenemos solamente las barricadas de guarimberos, así que vimos la carga de odio irracional y criminal, que es precisamente de las escuadras fascistas de todos los tiempos.

Como en cualquier revolución que no es una farsa, todas y todos estámos llamados a tomar una posición y cada cambio de época cambian los individuos protagonistas, pero los roles se quedan. Los procesos se van depurándose y siempre el lugar de los protagonistas pertenece al pueblo, y quien lo encarna. Quien estaba allí antes, como tan a menudo acontece ya no está, y viceversa, quien aún no estaba allí ayer, allí está hoy. Como pasó con Douglas Bravo y sus seguidores, así pasó con el general Baduel, y unos cuantos mas.

La revolución siempre da la bienvenida a la contribución de todos, incluso los más indecisos, los atrasados y vacilantes, de los que llegan, de los que se van o de los que regresan, cualquiera que sea la razón que los animan. De los protagonistas del juramento del Samán de Guere, aunque se mantienen físicamente vivo sólo aquellos que han traicionado el juramento, cuando desaparezcan físicamente también, ya tienen reservado su lugar en el olvido de la historia. Nada es eterno, excepto la transformación popular, y quien la encarna.

Quien dice que la Constitución Bolivariana de 1999 no es perfectible, y no hay nada más democrático que se puede imaginar, sabes que lo que dice es pura mentira. Y su hipocresía va de la mano con la de quien esta misma Constitución del 1999 adversó con el cuchillo entre los dientes, y hoy dice, con ese mismo cuchillo entre los dientes, que quiere defenderla. Hypocresia complementaria.

Con la Asamblea Nacional Constituyente el pueblo venezolano se ha ganado la oportunidad muy útil para hacer un verdadero paso adelante en su revolución de nueva democracia hacia el socialismo. Lo acompañamos en este viaje.

¡Que se instale la Asamblea Nacional Constituyente!
¡Que Viva Maduro!
¡Que Viva Chávez!
¡Que Viva la Revolución Bolivariana!
¡Que Viva el Poder Popular!
¡Que Viva el Socialismo!

#LaConstituyenteSiVa
#VictoriaConstituyente

albainformazione.com

Las propuestas de los comunistas para la ANC

por PCV

PARTIDO COMUNISTA DE VENEZUELA (PCV)
FRENTE NACIONAL DE LUCHA DE LA CLASE
TRABAJADORA (FNLCT)

Jornada Nacional de Discusión del PCV y del FNLCT
(Caracas, 8 de julio del 2017)

EL PUEBLO TRABAJADOR CONSTRUYE SU PROPUESTA
REVOLUCIONARIA A LA CONSTITUYENTE

El contexto de la convocatoria a la Asamblea Nacional Constituyente

El carácter e intensidad de la actual confrontación de clases por el poder político en Venezuela, son reflejo del impacto que en todos los ámbitos de la sociedad tiene la agudización de la crisis general del sistema capitalista mundial en su fase imperialista y, particularmente, del agotamiento del modelo capitalista dependiente y rentístico venezolano.

La esencia de esta lucha descarnada que se desarrolla hoy, fundamentalmente entre sectores de la burguesía históricamente asociada en condiciones de subordinación a las grandes corporaciones transnacionales norteamericanas y de la pequeña burguesía en condiciones de gobierno, es la disputa por el control del aparato gubernamental y estatal, como medio para ejercer control y acceso al usufructo de la renta petrolera y demás riquezas naturales que subyacen en el territorio nacional, en beneficio también de intereses encontrados del capital monopolista mundial.

Los efectos de la crisis capitalista sobre las masas trabajadoras y el pueblo en general, agudizados tanto por las agresiones de los capitales monopolistas como por la incapacidad del gobierno nacional y todo el aparato estatal ‒dada su naturaleza de clase‒ para afrontar la crisis con medidas genuinamente revolucionarias que favorezcan a la clase obrera y al pueblo trabajador, han fortalecido el posicionamiento de las fuerzas políticas reaccionarias entre las masas, (como lo evidencia la pérdida de la Asamblea Nacional), adelantando un proceso de conciliación de clases, que se concreta a través del Consejo Nacional de Economía Productiva y que pretenden legitimar en la constituyente si la correlación de fuerzas en ella favorece al reformismo entreguista. En ese contexto continúa el ascenso de la actividad e influencia política de fuerzas de la ultra-derecha de carácter fascistas, especialmente entre las capas medias de la sociedad, comprometidas con la violencia reaccionaria y el intervencionismo imperialista norteamericano y europeo.

Luego de iniciarse el proceso de negociación y acuerdo entre el gobierno nacional, partidos de derecha y el empresariado, que trajo como resultado un conjunto de medidas a favor del capital que impactaron negativamente sobre las masas trabajadoras y sectores populares, las fuerzas reaccionarias protagonizan hoy un nuevo episodio de conflicto y confrontación de calle contra el gobierno y todo el proceso sociopolítico bolivariano, dirigido a desmontar todas las conquistas alcanzadas por el pueblo a lo largo del mismo. Esta ofensiva reaccionaria interna, se corresponde con la colosal campaña internacional bien articulada por las fuerzas imperialistas que persiguen generar un clima de presión y cerco internacional en favor de las demandas políticas y económicas de las fuerzas de la reacción.

La derecha apuesta a seguir intensificando la confrontación y la presión internacional contra el gobierno y el proceso bolivariano, con el fin de crear un cuadro de violencia, terror, caos e ingobernabilidad y caos que facilite ‒en el marco de la descomposición política, económica y social que acelera la crisis capitalista‒ nuevas fracturas en el seno del gobierno y el PSUV, en el movimiento popular y revolucionario, en el aparato del Estado y la FANB, que faciliten su objetivo de alcanzar la sustitución del gobierno por la vía de la ruptura del orden constitucional.

En este complejo cuadro de la confrontación, es que el presidente Nicolás Maduro anunció al país la convocatoria de la Asamblea Nacional Constituyente, propuesta que, por lo tanto, no surge en un contexto de ofensiva del movimiento popular, sino como resultado de la búsqueda de un acuerdo de gobernabilidad que asegure la estabilidad al actual orden establecido bajo dirección pequeñoburguesa.

Sin embargo no podemos dejar de lado que esta convocatoria a la ANC se da también en el contexto de la más aguda crisis del modelo capitalista venezolano. Se trata del agotamiento de la forma capitalista particular organizada de la base económica de nuestra sociedad, que condena al país a la dependencia, el atraso y el saqueo permanente por parte de los monopolios nacionales e internacionales que se disputan la extracción de la renta. Para la reacción y el reformismo, el debate sobre el agotamiento del modelo de capitalismo dependiente y rentístico, se resuelve con la formulación de ilusorias y simples iniciativas economicistas aisladas, mientras que para los comunistas y la clase trabajadora es un problema medular que plantea la transformación revolucionaria de la base económica de la sociedad, y con ella la necesidad de trastocar todo el edificio político-jurídico-legal que sobre esta base se levanta abriéndole perspectivas reales a la construcción de la sociedad socialista fundamentada en el socialismo científico.

Carácter y alcance de la Asamblea Nacional Constituyente para la Clase Trabajadora Las fuerzas convocantes de la ANC han dejado muy claros sus objetivos: alcanzar la paz, lograr una salida “democrática” a la crisis y consolidar constitucionalmente una solución capitalista a la crisis del capitalismo dependiente venezolano. Con ninguno de estos propósitos podemos coincidir los comunistas, si se entiende la paz como la concreción institucional de la entrega de las conquistas populares y la solución a la crisis como la legitimación de las superficiales medidas de carácter reformista que se vienen implementando en favor de los capitalistas, bajo el trillado pretexto de impulsar la capacidad productiva del país.

En el Partido Comunista de Venezuela y su Juventud Comunista, consideramos en primer lugar que la Asamblea Nacional Constituyente por sí sola, no representa para las masas trabajadoras de la ciudad y el campo ninguna salida real a los problemas que las agobian como resultado de la crisis capitalista y las políticas reformistas. La ANC tendrá utilidad para los intereses del pueblo trabajador, en la misma medida en que su dinámica esté determinada por una agenda de agitación y lucha dirigida a materializar las demandas urgentes de las masas trabajadores y populares frente a la ofensiva del capital. Por tanto, separar los debates de la ANC de la cotidianeidad y las necesidades apremiantes de las masas, es hacerle concesiones al reformismo, engañar y embaucar a los trabajadores y entregarlos a la influencia de la burguesía y el imperialismo.

En segundo lugar, debemos tener claro que el carácter de la Asamblea Nacional Constituyente corresponderá en todos los casos a la correlación de fuerzas que surja al elegir a los 545 representantes que la integrarán. Por tanto son las condiciones de fuerzas concretas y no las aspiraciones del gobierno o actores políticos y sociales determinados las que incidirán en el carácter, contenido y alcances de la ANC.

Que la Constituyente responda a los objetivos y aspiraciones populares dependerá principalmente de la presencia en ella de un fuerte y decisivo contingente de constituyentes comprometidas y comprometidos en defender consecuentemente el programa que levanta la unidad revolucionaria obrero-campesina y popular.

Estamos conscientes de que las condiciones no son las más propicias para lograr tan necesaria correlación de fuerzas; aun así, la Asamblea Nacional Constituyente es un espacio y momento de aguda disputa por la dirección de las masas y de profundización de la confrontación de clases, propicia para desarrollar una audaz campaña de agitación político-ideológica de masas con nuestras propuestas y para presionar por conquistas que beneficien al pueblo trabajador.

Más aun, cuando la esencia del debate constituyente debe ser su contenido programático en torno al modelo político, económico y social que sirve hoy a los objetivos del país, debate que adquiere mayor relevancia para la militancia comunista y el movimiento de trabajadoras y trabajadores, al desarrollarse en el contexto del quiebre de la base económica capitalista y, en consecuencia, del tipo de organización estatal que le sirve de superestructura.

El Partido Comunista de Venezuela (PCV), en alianza con otras corrientes, sectores y fuerzas del movimiento revolucionario obrero-campesino y popular, tiene en la ANC la oportunidad y obligación histórica de mostrar a las masas trabajadoras y al pueblo en general, su visión y propuestas frente al agotamiento del modelo capitalista dependiente. Demostrar que la solución que plantea la reacción pro-imperialista, de un nuevo gobierno de los capitalistas monopolistas, no beneficia al pueblo ni a los intereses de la nación venezolana, debido a que mantiene y agrava la explotación y la opresión, la dependencia y la entrega, agudizando los problemas en detrimento del pueblo trabajador de la ciudad y el campo; mientras que la revolución socialista sí representa la única y verdadera salida novedosa de justicia, igualdad, desarrollo soberano e independiente, auténtica democracia y paz, genuinamente popular y revolucionaria, al proponerse barrer con el orden capitalista caduco e injusto y establecer los cimientos de la nueva organización de la sociedad para el desarrollo y progreso social, bajo la dirección de las y los trabajadores como clase social mayoritaria.

El proceso constituyente y el propio desarrollo de la ANC, exige del PCV y demás corrientes revolucionarias de la clase obrera, una intensa y creativa labor para difundir y defender las propuestas programáticas para una resolución revolucionaria a la crisis capitalista, en cuanto a: la transformación revolucionaria de la base económica y la edificación del nuevo Estado al servicio de los objetivos e intereses de los trabajadores y el pueblo; la protección de los derechos sociales y políticos de la clase trabajadora, el reconocimiento de los derechos fundamentales del pueblo, y la defensa del derecho de nuestro pueblo a la autodeterminación y soberanía contra todo tipo de injerencia de las potencias imperialistas.

Desarrollar una fructífera y amplia labor educativa, propagandística y de agitación, que precise con claridad la posición y propuesta estratégica de la clase obrera y el pueblo trabajador de la ciudad y el campo, sobre las cuestiones fundamentales de debate actual, es fundamental para fortalecer el perfil propio del Partido y, con ello, avanzar sostenidamente en el desarrollo de la conciencia de clase de las/los trabajadores, en el proceso de acumulación y centralización de las fuerzas para la lucha eficaz por su emancipación del capitalismo y por la consecución de los objetivos nacionales de liberación.

Debemos profundizar el combate contra la ofensiva imperialista, el fascismo y la política entreguista del reformismo, para abrir perspectivas a la opción revolucionaria a la crisis capitalista.

Derrotar la tentativa fascista de caotizar el país para dar un golpe de estado con apoyo de las potencias imperialistas y, al mismo tiempo, hacer frente a los reformistas y oportunistas que, bajo el falso discurso “revolucionario” y “socialista”, trabajan meticulosamente en un nuevo acuerdo o pacto entre las élites capitalistas, es el centro del trabajo ideo-político de la militancia comunista y del frente obrero y popular, que debe servir al desarrollo de la acumulación de fuerzas revolucionarias obrero-campesina y popular.

La ANC es también una oportunidad para desarrollar una campaña que eleve la moral de la clase trabajadora y mostrarle que no hay solución a la crisis fuera de su propia iniciativa y capacidad revolucionaria; para convocarla a confiar en el enorme potencial de su fuerza transformadora de la realidad, y persuadirla de abandonar toda creencia de que depositando su confianza en los partidos de los capitalistas podrá encontrar solución a sus problemas. Solo el pueblo trabajador venezolano puede ser artífice de la construcción de su propio futuro.

Todo este esfuerzo debe contribuir a combatir la falsa polarización sembrada en el imaginario colectivo de las masas sobre los supuestos dos bandos (opositores y chavistas), debido a que tal esquema convierte a la clase trabajadora en presa fácil del engaño, impidiéndole ver con claridad su situación, intereses y papel en la lucha de clases. Debemos demostrarles que la única lucha antagónica que existe en nuestra sociedad es entre los capitalistas y su sistema por un lado, contra la clase trabajadora y los sectores populares explotados por otro, confrontación de clases que tiene su raíz en la contradicción fundamental del sistema capitalista (la contradicción capital-trabajo) y no simplemente en la política de ningún gobierno. La posibilidad de la solución revolucionaria a la crisis demanda que la clase trabajadora deje de actuar engañada en beneficio de intereses de clase que le son ajenos, y se convierta en vanguardia de su lucha por su verdadera emancipación política y social.

La unidad revolucionaria obrero-campesina popular para una nueva correlación de fuerzas Nuestra intención no es sembrar ilusiones en las masas trabajadoras ni en el pueblo venezolano en general, sobre el alcance de la Asamblea Nacional Constituyente en el actual contexto de la lucha de clases y de la correlación de fuerzas. Consideramos este proceso constituyente y la propia ANC, como una oportunidad para seguir avanzando en la construcción y fortalecimiento de alianzas de la clase obrera con los diversos sectores del movimiento popular, en función del objetivo común en esta fase de la lucha de clases: derrotar la ofensiva fascista e imperialista, y hacer frente al entreguismo reformista.

El PCV no concibe la lucha de la clase obrera y del pueblo trabajador, en el contexto de la ANC, separada del proceso de construcción de la unidad revolucionaria obrero-campesina y popular. Es indispensable para los objetivos estratégicos de las y los trabajadores, que el proceso constituyente sirva para avanzar, en conjunto con el movimiento popular y revolucionario, en la definición de los puntos programáticos comunes, que permitan construir un tejido mejor articulado en función de configurar un nuevo bloque de fuerzas políticas y sociales, capaz de plantearse la lucha y disputa por el poder político en Venezuela.

Estos procesos de unidad y alianza deben sostenerse y profundizarse, en primer lugar, con base a las propuestas programáticas y de lucha. Nuestro Partido y la JCV desarrollarán una labor audaz para nuclear progresivamente a amplios sectores y fuerzas sociales revolucionarias obreras-campesinas y populares en torno a nuestras propuestas para la ANC y también en torno a la agenda de lucha para materializar aspiraciones urgentes de las masas populares.

En esta línea el PCV participará en la ANC con candidaturas propias y unitarias de la alianza revolucionaria obrero-campesina y popular, una de cuyas expresiones concretas en los actuales momentos es el Frente Popular Antimperialista y Antifascista (FPAA). Es necesario trabajar, para que tal bloque de fuerzas tenga una actuación coherente y articulada en función de los objetivos comunes. De este esfuerzo unitario dependerá alcanzar conquistas para la clase obrera y el movimiento popular en el marco de la ANC.

La construcción de estos procesos de alianza de la clase obrera con el movimiento popular, no niega la posibilidad de impulsar también acuerdos electorales con el principal partido de gobierno y sus corrientes, en el marco de la articulación de la lucha contra la agresión imperialista y fascista, siempre y cuando estas alianzas no impliquen para el PCV compromisos de abandonar, cualesquiera sean las circunstancias, su perfil propio. Debe negarse toda posibilidad por parte del Partido Comunista de Venezuela, de respaldar en la elección a la ANC candidatas o candidatos corruptos, oportunistas y al servicio de modelo capitalista.

Propuestas Programáticas

Como bien expresaba Carlos Marx y Federico Engels en el Manifiesto del Partido Comunistas:

“…lo que nos hace diferentes del otro conjunto de fuerzas políticas, es que los comunistas no ocultamos nuestras verdaderas intenciones a las masas, todo lo contrario, realizamos todos los esfuerzos para difundir nuestras propuestas, porque solo en manos de las masas explotadas se convierten en arma poderosa capaz de transformar la realidad.”

La gran tarea de esta campaña ideo-política de masas en el marco de la ANC, es la defensa del proyecto de la clase obrera venezolana: el socialismo-comunismo, como única y verdadera solución frente a las causas de los problemas que agobian a las masas trabajadoras. La crisis del modelo capitalista venezolano y su expresión en la descomposición del aparato estatal, ha abierto un intenso debate del cual no debe estar ausente la propuesta programática de las y los comunistas para sacar a nuestro país del laberinto capitalista, que nos condena a la dependencia, el atraso y el saqueo de los monopolios.

Entre las propuestas del capital monopolista representado por la derecha proimperialista, y la propuesta reformista pequeñoburguesa de la conciliación y la farsa del “capitalismo humano”, las/los comunistas asumimos con firmeza, convicción y audacia, la labor de presentar nuestra propuesta programática como la única opción realmente diferente, porque sí se plantea una ruptura real con el orden económico burgués y con la dominación imperialista sobre nuestro país.

En este sentido, el Partido Comunista de Venezuela (PCV), en acuerdo con el Frente Nacional de Lucha de la Clase Trabajadora (FNLCT) y otras corrientes populares revolucionarias, propone para el debate constituyente del pueblo venezolano cinco grandes líneas de discusión y propuestas:

1.- Transformación revolucionaria de la base económica: la salida revolucionaria a la crisis capitalista. Orientada a superar el sistema capitalista dependiente y rentista, construyendo un modelo económico productivo de nuevo tipo que siente la bases para la transición al socialismo-comunismo.

– Instaurar el control obrero y popular sobre los procesos de producción, distribución y comercialización de los bienes y servicios fundamentales.

– Instaurar un sistema científico de planificación central participativa de la economía, que coordine en un todo único la inversión, la producción, la distribución, la acumulación y reinversión de lo producido, y al que estén sujetos todos los sectores y ramas económicas, sean privadas, estatales o mixtas.

– Iniciar un programa nacional de desarrollo científico-técnico estrechamente vinculado a la industrialización y con un acelerado crecimiento productivo, con participación protagónica de las y los trabajadores, consejos comunales, comunas y del Consejo Nacional del Poder Popular.

– Asumir una estrategia de desarrollo de las fuerzas productivas en armonía con el ambiente y garantizando los derechos laborales, particularmente la salud y seguridad en el trabajo
– Constituir dos corporaciones estatales para el fomento de la industrialización y la soberanía agroalimentaria, bajo cuya tutela se establezcan, con estricto apego a las prioridades de la planificación nacional, grandes empresas de propiedad estatal, sin excluir la participación de capitales privados en las áreas que se determinen, dándole la máxima urgencia a las industrias básicas y pesadas, ejemplo: producción de aceros especiales, maquinaria pesada y otros rubros de gran envergadura, las de carácter estratégico, y las que atiendan necesidades vitales de la población, con especial énfasis en la producción manufacturera y agroindustrial masiva a gran escala.

– Desarrollar la red estatal de abastecimiento y comercialización de alimentos y otros rubros esenciales, bajo control obrero y popular, que desplace efectivamente a las grandes cadenas privadas de carácter monopólico.

– Prohibir efectivamente a los monopolios y oligopolios

– Nacionalizar de inmediato la banca y todo el sistema financiero, cuya lógica especulativa es contraria al interés nacional y popular. Con la nacionalización, la sociedad, a través del Estado, obtendrá control de los recursos para financiar el desarrollo del aparato productivo nacional, propiciar el pleno empleo, superar el estancamiento de la economía y garantizar la creciente superación de las condiciones de vida del pueblo venezolano, a la vez que se eliminará uno de los mecanismos principales para la corrupción, el lavado y desvío de capitales ilegales, y la fuga de divisas.

– Nacionalizar total e inmediatamente el comercio exterior, y establecer la centralización estatal de las importaciones. Los dólares de la República deben ser utilizados para alcanzar el esarrollo productivo nacional y para la satisfacción creciente de las necesidades de nuestro pueblo.

– Suprimir toda norma que debilite o ceda al capital privado la propiedad y rectoría estatal sobre los hidrocarburos y su industria integralmente, así como en general sobre los recursos estratégicos de la nación.

– Reorganizar y disciplinar las finanzas públicas, estableciendo criterios de racionalidad, eficiencia y orden en el manejo del presupuesto nacional y en la administración del tesoro, dentro del marco de la planificación central participativa.

– Establecer un régimen tributario verdaderamente progresivo que traslade el peso de la carga impositiva hacia los grandes capitales, las actividades especulativas y el consumo suntuoso; incremente las tasas de impuesto sobre la renta a las personas jurídicas y grandes contribuyentes; peche las ganancias excesivas o súbitas y las tierras y bienes de capital ociosos o subutilizados; elimine progresivamente los impuestos al consumo popular como el IVA; suprima todo mecanismo de evasión por los capitalistas; y elimine los tratados contra la doble tributación.

– Auditar la deuda pública nacional, investigando posibles casos de endeudamiento fraudulento, analizando los escenarios y términos de refinanciamiento o renegociación, suspendiendo los pagos de servicio en ciertos casos y considerando la posibilidad de declaración de una moratoria general de la porción externa de la deuda.

– Cárcel y confiscación de bienes a los corruptos, estén donde estén. Crear instrumentos jurídicos que hagan posible la repatriación de los capitales ilegalmente fugados al exterior.

– Aplicar una política de defensa y transformación de las empresas estatales y tierras recuperadas, que establezca un nuevo modelo de dirección y gestión bajo control obrero, campesino y popular basado en la dirección colectiva y múltiple de los procesos de producción, administración y distribución de bienes y servicios, y que destierre definitivamente los flagelos de la corrupción, la ineficiencia y los métodos autoritarios y antidemocráticos en la gestión.

– Asumir una política integral de desarrollo agroproductivo con soberanía y participación protagónica de los campesinos y campesinas, las comunas y las trabajadoras y trabajadores, que contemple: desarrollo productivo con dirección colectiva y rectoría estatal de los fundos en manos del Estado; superar la injusta tenencia de la tierra con vocación agrícola, hasta abolir el latifundio; apoyo técnico, financiero y de insumos a los pequeños y medianos productores; propiciar las condiciones para la colectivización de la producción agrícola; creación de un banco nacional de semillas que garantice el abastecimiento y suprima la dependencia de las semillas transgénicas.

2.- Nueva organización del Estado de carácter democrático-popular revolucionario.
En el contexto de la crisis del capitalismo dependiente venezolano, es oportuno plantearse ya no sólo alternativas a la estructura extractivista-rentista sobre la que se ha asentado la economía nacional desde hace cerca de un siglo, sino incluso al propio modelo general de país hoy vigente, con todos sus componentes institucionales. Por ello, el actual debate constituyente no debe servir apenas para reformar otra vez algunos elementos y estructuras del Estado, dejando intactos de nuevo sus principios orientadores fundamentales que se han mantenido vigentes pese a los numerosos cambios constitucionales habidos a lo largo de nuestra historia.

Mucho se ha hablado en Venezuela en la última década sobre el Poder Popular. Pero, como el PCV ya ha advertido en varias otras oportunidades, muy poco de lo que el gobierno y las fuerzas dirigentes del proceso bolivariano han dicho o hecho sobre este tema ha servido para fomentar el desarrollo del verdadero Poder Popular. Ha quedado claro, especialmente a partir de 2009, que el gobierno bolivariano reduce el Poder Popular a una instancia circunscrita al nivel territorial inferior del aparato del Estado burgués; le concede a lo sumo el rol de mecanismo para corregir las insuficiencias de las otras instancias del Estado (por ejemplo como instrumento para acelerar la resolución de los problemas materiales prioritarios de las comunidades); lo priva de posibilidades reales de incidir en la dirección, administración y contraloría del resto del aparato estatal; y lo tutela y subordina a las decisiones y lineamientos emanados del Ejecutivo Nacional.

Para el PCV, el Poder Popular «… no es una parte del poder, no es una nueva rama ni un nuevo nivel del Poder Público. Es la fuente fundamental de la que emana todo poder en una democracia popular revolucionaria. La toma de decisiones a todos los niveles de los poderes del Estado debe estar sujeta a este principio». Y en sintonía con dicho principio, sostenemos que toda la estructura jurídico-institucional de la República, todos los poderes, ramas, instancias y niveles del aparato estatal deben quedar efectiva y absolutamente sometidos al Poder Popular.

Esto implicaría abolir la estructura presidencialista y el concepto de la separación de poderes que han sido elementos fundamentales y permanentes del Estado venezolano a lo largo de la historia constitucional del país. Es notable que el proceso constituyente de 1999 de nuevo mantuvo y hasta enfatizó ambos elementos: fortaleció las atribuciones y prerrogativas del Presidente, y reafirmó la separación de poderes agregando dos adicionales a los tres clásicos. Y en nuestra opinión, lo que se requeriría en el contexto de una verdadera revolución de liberación nacional con perspectivas socialistas es precisamente lo contrario.

Así que proponemos el establecimiento de un régimen parlamentario democrático-popular revolucionario.

De esta manera, todas las ramas funcionales del Estado serían emanaciones de un único Poder, el Popular, encarnado en una cámara parlamentaria que podría llamarse «Asamblea del Poder Popular», y quedarían sometidas a ésta.

Las/los integrantes de dicha “Asamblea del Poder Popular”, mucho más numerosos que los de la actual Asamblea Nacional, serían elegidos periódicamente por voto universal, directo y secreto, pero con mecanismos electorales que asegurarían una participación privilegiada a las organizaciones de base del Poder Popular, así como disposiciones que garantizarían el respeto del principio de representación proporcional de las minorías políticas y ejercicio de la dirección colectiva. A tal efecto, deberá promoverse la constitución del Consejo Nacional del Poder Popular, integrada por: los consejos de trabajadores y trabajadoras, los sindicatos clasistas, consejos de delegados y delegadas de prevención, consejos comunales y comunas, consejos campesinos e indígenas, consejos estudiantiles, consejos juveniles culturales y deportivos, consejos de soldados y soldadas, entre otros; para que asuman poderes efectivos y en la definición y ejecución, seguimiento, control y evaluación de las políticas, planes y metas del gobierno democrático-popular revolucionario.

Naturalmente, las funciones legislativas nacionales recaerían sobre la Asamblea. Y a su vez, ésta determinaría la estructura, composición y funciones de un «Consejo de Gobierno», que ejercería las funciones ejecutivas nacionales de manera colectiva, y cuyos miembros, presidente y vicepresidente serían elegidos del seno de la propia Asamblea.

El presidente del Consejo de Gobierno ejercería las funciones de Jefe del Gobierno nacional y del Estado y Comandante en Jefe de la Fuerza Armada Nacional Bolivariana, pero, al igual que el resto de los miembros del Consejo, quedaría bajo la supervisión constante de la Asamblea, y sujeto a ser removido de su cargo en cualquier momento por ésta.

Asimismo, la alta dirección de las otras funciones del Estado (judicial, electoral, contralora, etc…) sería ejercida por consejos análogos al de gobierno, elegidos de similar manera por la Asamblea (no necesariamente de su seno) y sujetos a parecidas restricciones. En todos los casos, las potestades de la Asamblea y de los distintos consejos elegidos por ésta, dejarían a salvo la estabilidad funcional de los distintos órganos de la administración pública así como la estabilidad laboral del personal ordinario que en ellos se desempeñe, cuyas condiciones de ingreso, regímenes de trabajo, normas disciplinarias y causales de despido, quedarían sometidos a las disposiciones legales aplicables a la carrera del funcionariado público, a la carrera judicial, a la función de contraloría, etc…, según corresponda.

Se suprimirán todos los privilegios especiales y abultados emolumentos de los altos cargos de dirección gubernamental, a todos los niveles, incluyendo los de elección popular, quienes no podrán percibir salarios ni beneficios por encima del promedio de lo percibido por las y los trabajadores cualificados, ni facilidades más allá de las requeridas para el estricto cumplimiento de sus funciones. Todas las personas designadas para el ejercicio de labores de gobierno tendrán que rendir memoria y cuenta ante las instancias respectivas del Poder Popular.

En cuanto a la organización de las funciones del Estado en los niveles territoriales sub-nacionales, se establecería una estructura en todo análoga a la ya descrita, a partir de la elección de asambleas del Poder Popular para cada una de las divisiones territoriales del país, y con la elección por cada una de éstas de los consejos respectivos para su jurisdicción correspondiente.

Es nuestra convicción que tal modelo para el Estado promovería el desarrollo de la dirección colectiva y pondría coto a los excesos presidencialistas y en general burocrático-personalistas, a la vez que fomentaría la participación efectiva de las organizaciones del Poder Popular en todos los procesos y etapas de la gestión pública.

El ejercicio del poder político y las tareas de administración, planificación, evaluación y control de las políticas públicas reposaría así en la totalidad del pueblo, quien la ejercería directamente en los distintos niveles de la organización del Poder Popular, e indirectamente a través de las asambleas del Poder Popular.

El nuevo Estado democrático-popular revolucionario reconocerá a las diversas expresiones organizativas que emanan del pueblo como auténticas formas del empoderamiento y protagonismo de las/los trabajadores, el campesinado, las/los jóvenes y el movimiento popular en las tareas de dirección de la sociedad.

¡POR VERDADERO PODER PARA EL PODER POPULAR!
¡POR UNA DIRECCIÓN COLECTIVA Y DEMOCRÁTICA DE LA SOCIEDAD!

3.- Defender los derechos sociales y políticos de la Clase Trabajadora frente a la arremetida del capital. La crisis del capitalismo tiene como principal víctima las conquistas y derechos de las y los trabajadores venezolanos. El avance de las políticas reformistas que expresan la ofensiva mundial del capitalismo en crisis, pone en evidencia la contradicción fundamental del sistema entre el capital y el trabajo. Esta línea de discusión y propuesta se plantea desmontar la esenciade la crisis y poner en evidencia la contradicción y lucha de clase entre los trabajadores y
sus enemigos reales, los capitalistas.

– Por una política laboral que tienda a desarrollar las capacidades de lucha, de organización, conciencia clasista y revolucionaria del pueblo trabajador de la ciudad y el campo, proteger su estabilidad en el trabajo y hacer respetar los fueros de ley y la inamovilidad laboral.

– Reconocer y garantizar plenamente los derechos de todos los trabajadores y trabajadoras sin excepción, con particular énfasis en los trabajadores y trabajadoras con discapacidades.

– Aplicar sanciones penales para los patronos/patronas que violenten derechos de las y los trabajadores.

– Fomentar la cultura del trabajo y la disciplina laboral, en función de los objetivos del desarrollo económico independiente; detener y revertir los cierres fraudulentos y sabotajes patronales de empresas para reactivar los procesos productivos con papel protagónico y control de las y los trabajadores.

– Garantizar los derechos colectivos de las/los trabajadores a sindicalización, libertad sindical, huelga y negociación colectiva, fortaleciendo la independencia y autonomía de clase de las organizaciones de trabajadoras y trabajadores.

– Prohibir constitucionalmente la tercerización y toda forma de simulación y fraude en la relación laboral.

– Salvaguardar y fortalecer el salario: entre otras garantías, prohibir la bonificación de los salarios, la mayor parte de los ingresos de las y los trabajadores tendrán carácter salarial

– Revertir y proscribir la judicialización, criminalización y represión de las luchas laborales y del sindicalismo clasista.

– Aprobar la Ley Especial de los Consejos de Trabajadoras y Trabajadores, para que éstas y éstos cumplan un papel protagónico en los procesos de planificación, administración, dirección, ejecución, seguimiento y control de la producción y demás procesos de trabajo.

– Establecer normativas avanzadas que regulen a las empresas de vigilancia y seguridad con garantía de los derechos de sus trabajadores y trabajadoras.

– Transformar y depurar profundamente los organismos del Estado con competencia en materia laboral y en materia de prevención, salud y seguridad laboral; instaurar, con carácter vinculante, la contraloría y supervisión de las y los trabajadores y sus organizaciones sobre las instancias e instituciones del ministerio con competencia en trabajo y seguridad social.

4.- Reconocimiento de los derechos fundamentales del pueblo.

La materialización y respeto de los derechos fundamentales del pueblo que le aseguren una vida digna y decorosa, no son posibles de forma estable, universal y duradera en el marco del modo de producción capitalista. La realidad de la crisis capitalista venezolana es una prueba más que lo confirma. Para que los derechos sean verdaderamente estables, universales y de calidad, deben emanar de una nueva organización de la base económica donde el desarrollo productivo y la distribución del producto social del trabajo tengan como objetivo la elevación de la calidad de vida del pueblo. Por tal razón combatimos las políticas asistencialistas propias de gobiernos reformistas gestores del capitalismo, que engañan al pueblo con beneficios que no son sostenibles en el tiempo, por el atraso en el desarrollo de las fuerzas productivas y el carácter regresivo del sistema tributario (que aún persiste desde 1992) y la evasión, que hace que el financiamiento del Estado corra por cuenta del petróleo y el IVA, es decir, por cuenta de la clase trabajadora y el pueblo en general.

Luchamos por la emancipación de la clase obrera y, con ella, de todas las clases y capas sociales explotadas y oprimidas por el capital. Este objetivo sólo es posible desalojando del poder a las distintas expresiones de la burguesía e instaurando el poder obrero-campesino y popular, para desmontar el Estado burgués, construir el Estado Democrático-Popular Revolucionario y abrirle perspectivas al socialismo-comunismo.

En el combate diario contra la explotación capitalista, luchamos por el derecho de nuestro pueblo a una vida digna. Nuestras propuestas programáticas tienen por objetivo, lograr que los derechos fundamentales reconocidos por el Estado se cumplan y amplíen. La garantía de concreción y profundización de estos derechos se sustenta en la instauración del Estado democrático-popular revolucionario, de contenido revolucionario obrero-campesino y popular, que eleve la calidad de vida del pueblo en correspondencia con el grado de desarrollo de la producción y el control-distribución del excedente social, resultado del desarrollo de las fuerzas productivas y el desarrollo económico independiente.

– Instaurar un sistema de auténtico y férreo control de precios, costos y ganancias en todas las cadenas de producción y comercialización, con participación directa de la clase obrera y del pueblo trabajador

– Defender la propiedad estatal sobre los principales servicios sociales públicos y su dirección bajo principios de universalidad, calidad y control social.

– Establecer un Sistema de Seguridad Social integral, universal y solidario, con base a lo establecido en el actual artículo 86 de la CRBV

– Establecer el Sistema Público Nacional de Salud, con participación protagónica de las y los trabajadores de salud y las comunidades organizadas, en ejercicio del Poder Popular.

– Establecer un modelo educativo de calidad, al servicio del pueblo y del desarrollo soberano del país. Por una educación que resalte la formación en el dominio de la ciencia y la tecnología a fin de apuntalar el desarrollo de las fuerzas productivas, que estén acordes a las necesidades de cada región del país, que aprovechen y estimulen los talentos y habilidades de los estudiantes, que procuren el equilibrio entre los contenidos teóricos y prácticos y fomenten una educación vinculada con el trabajo.

– Establecer la autonomía universitaria basada en la democracia de la gestión y administración, por parte de estudiantes, profesores/as y trabajadores/as, en igualdad de condiciones.

Las políticas universitarias estarán en correspondencia con el desarrollo nacional soberano e independiente.

– Crear una red nacional de guarderías infantiles, públicas y gratuitas, desde nivel maternal hasta preescolar.

– Garantizar mayor tiempo libre a las mujeres, que permitan disminuir los riegos de salud vinculados a la doble o triple explotación.

– Establecer el derecho de las mujeres a decidir sobre su propio cuerpo, especialmente en cuanto a la legalización de la interrupción voluntaria del embarazo y su inclusión en la sanidad pública con carácter gratuito.

– Condena contra todos los tipos de violencia que desde el sistema capitalista se ejercen contra las mujeres, como la trata, la explotación y el abuso sexual, la violencia intrafamiliar, intracomunitaria y política, la violencia en los medios de comunicación, la discriminación y la violencia en los centros de salud, de trabajo y de estudio.

– Proscribir toda forma de discriminación y segregación por razones sociales, económicas, religiosas, de raza, género, orientación sexual y cualquier otra condición.

– Obligatoriedad de un programa gubernamental para la promoción del empleo juvenil que garantice, por un lado, un digno inicio de la experiencia laboral de las/los jóvenes trabajadores con pleno respeto de sus derechos fundamentales de acuerdo a la ley; y, por otro lado, la incorporación masiva de las/los pasantes de pregrado y egresados del subsistema universitario y escuelas técnicas a los planes estratégicos de desarrollo agrario e industrial del país.

– El Estado dará prioridad a las familias y garantizará los medios para que éstas, y especialmente las de escasos recursos, puedan acceder a las políticas sociales y al crédito para la construcción, adquisición o ampliación de viviendas. Toda persona tendrá derecho a la protección de su hogar o el de su familia declarándolo como vivienda principal ante los órganos del Poder Popular, y por tanto no podrá acordarse ni ejecutarse medidas preventivas o ejecutivas de carácter judicial.

5.- La lucha por la independencia y defensa del derecho a la soberanía y autodeterminación de nuestro pueblo. El Estado Democrático-Popular Revolucionario profundizará y fortalecerá una política exterior soberana e independiente, desarrollando relaciones con todos los países y pueblos del mundo, sobre la base de la coexistencia pacífica, el respeto mutuo y la autodeterminación de los pueblos. Reforzará los nexos con todos los países socialistas y con los países liberados de la dominación imperialista.

– Se profundizará la activa política a favor de la paz mundial, del desarme y de la distensión internacional.

– Todos los convenios internacionales deberán ser conocidos por el pueblo venezolano y los de carácter socio-laboral deben garantizar los derechos laborales y de seguridad social conquistados por los trabajadores y trabajadoras.

– Se fortalecerá la posición firme contra la proliferación y por la eliminación de las armas de destrucción masiva, incluyendo las basadas en la energía nuclear. Ésta se desarrollará exclusivamente como energía alternativa y para uso pacífico, especialmente en la ciencia médica y en la investigación.

– Se profundizarán los procesos de integración en la América Latina y el Caribe, sobre la base de la defensa eficaz de los intereses nacionales comunes de nuestros pueblos frente al poderío de las transnacionales y de las diversas agencias económicas del imperialismo, tales como el Fondo Monetario Internacional, el Banco Mundial, el Banco Interamericano de Desarrollo y otros.

– Venezuela denunciará el Tratado Interamericano de Asistencia Recíproca (TIAR), continuará el rechazo de las injerencias de la CIA y otros cuerpos policiales yanquis, y no participará en maniobras militares pro-imperialistas, radicalizará la denuncia de la injerencia a través de agencias como la USAID y las ONG en los asuntos internos del país.

– Seguirá propiciando el arreglo pacífico de las controversias con Colombia, dentro de un espíritu bolivariano y mantendrá su renuncia a toda política de fuerza contra Guyana y de presiones sobre otros pueblos de la región caribeña.

– El Estado Democrático-Popular Revolucionario contribuirá a la transformación de la Organización de las Naciones Unidas y respaldará las decisiones justas de todos sus organismos, así como no apoyará las resoluciones para incrementar las intervenciones militares imperialistas, exigirá el cumplimiento de las resoluciones que condenan el bloqueo contra Cuba socialista y las que se han adoptado para beneficio del pueblo palestino.

– Se luchará contra el racismo, el sionismo, el fascismo, todo sistema de segregación racial y cualquier otro tipo de discriminaciones entre los seres humanos.

– Se profundizará una activa política de solidaridad con los movimientos de liberación nacional y las luchas de los movimientos obreros y populares por sus justas reivindicaciones, enmarcado en el internacionalismo proletario.

ACTOS CONSTITUYENTES ORIGINARIOS DE CARÁCTER REVOLUCIONARIO
OBRERO-CAMPESINO Y POPULAR

Las y los constituyentes comunistas venezolanos, junto a las organizaciones revolucionarias del movimiento obrero clasista, campesino, comunal y popular, propondrán e impulsarán en ejercicio del poder popular originario, se produzcan actos ejecutivos constituyentes –con la participación directa y protagónica del movimiento obrero, campesino y popular- en materia social, económica, política, laboral y agraria, a los efectos de revertir y corregir decisiones directa o indirectamente tomadas por el Estado burgués en desmedro de los intereses de la clase obrera y del pueblo trabajador de la ciudad y el campo.

Plantearemos, entre otras acciones:

– Revertir los miles de despidos injustamente cometidos en empresas privadas (con aval de las autoridades laborales del Estado) y en empresas públicas, tales como los casos de la Red de Abastos Bicentenarios, CVAL y PDVAL, entre muchas otras.

– Dejar sin efecto los procedimientos administrativos y judiciales de criminalización y judicialización contra luchadores del movimiento obrero y sindical clasista, siendo sancionados los funcionarios policiales, fiscales y jueces que se hayan prestado para tales actos que solo favorecen a los capitalistas y golpean a la clase obrera.

– Suspender y revertir procesos de desmantelamiento y reprivatización de empresas estatales, las que serán recuperadas con la directa participación y control de sus trabajadores, trabajadoras y organizaciones populares de su entorno. En tal sentido, se procederá a investigar y sancionar hechos de corrupción denunciados por las y los trabajadores y las comunidades.

– Proceder a revertir los procedimientos administrativos o judiciales de revocatoria de otorgamiento de tierras a movimientos campesinos, recursos mediante los cuales se despojaron a los campesinos para favorecer a viejos y nuevos terratenientes, tanto militares como politiqueros y personeros de la burocracia estatal.

– Dejar sin efecto y corregir todas las decisiones en política económica que favorezcan a empresas transnacionales y a capitalistas nacionales, que vayan en desmedro de la soberanía nacional y el medio ambiente, y que lesionen el interés del pueblo trabajador venezolano.

Buró Político del Comité Central
Partido Comunista de Venezuela (PCV)
Caracas, 10 de julio de 2017

“Disidentes” y Constituyente

por Néstor Francia

Análisis de Entorno Situacional Político
Miércoles 26 de julio de 2017

En los años 40 del siglo pasado, el poeta Andrés Eloy Blanco era diputado en el Congreso Nacional. Había allí otro parlamentario, José Camacho, un negro de procedencia humilde que militaba en el partido Copei, considerado la tolda de la derecha más aristocrática. A este desclasado, el poeta dedicó la siguiente estrofa humorística: “Cosas que no son de ley/siempre resultan un fiasco:/mujer orinando en frasco/y negro inscrito en Copei”. Fue una manera de plantear el ya viejo y siempre acertado concepto de la lucha de clases. Sin la compresión integral del mismo, toda visión de la Historia y de la sociedad quedará desenfocada. Es lo que le pasa a muchos en estos tiempos de Constituyente.

El imperialismo y la derecha mundial están muy claros en cuanto al peligro que resulta la Constituyente para sus intereses, por eso la estigmatizan, la rechazan y la enfrentan con tanta vehemencia. La Constituyente ha despertado a un gigante que parecía dormido, el pueblo chavista revolucionario. Aquí puede aplicarse la célebre y visionaria frase de Napoleón Bonaparte: “Cuando China despierte, el mundo temblará”.

La burguesía está temblando. Creía que la Revolución Bolivariana estaba ya muerta, que se había ido junto a Chávez de este mundo visible y material, y que solo era cosa de tiempo para que su fin se decretara. No solo se frotaron las manos con renovada esperanza de arrasar con el legado del Comandante, sino además se entregaron con empeño a la tarea de acelerar la caída. Es natural que fuese así, dado el papel preponderante que juega el chavismo en la lucha de clases mundial, porque es faro de los pobres, de los postergados, de los excluidos, de los oprimidos, de los perseguidos, de los execrados, de los masacrados. Es un faro con sus sombras, y su luz puede parecer a veces débil, pero es de todos el más luminoso, por todo lo que Chávez significa en los albores de este siglo XXI. Que la burguesía se oponga a la Constituyente es cosa de ley. Por eso sus amenazas, su violencia, su locura criminal de la cual somos testigos en nuestro país.

Pero hay otras reacciones que resultan un fiasco, como las posiciones que han asumido ante la Constituyente algunos factores que se dicen de izquierda, como la llamada “disidencia” chavista. Como siempre, evitaremos los insultos y las descalificaciones hacia ese sector, en el que hay gente que apreciamos y respetamos (tal aprecio no nos lo concitan todos allí, también es verdad).

El principal problema de ese sector, lo hemos dicho más de una vez, es que deja que los árboles le tapen el bosque. Para ellos Venezuela es una especie de aldea, un problema doméstico, además visto desde una perspectiva que no es propiamente de izquierda, como pasamos a explicar.

Según la Fiscal General de la República, Luisa Ortega Díaz, “… aquí se amenaza a las personas para que vayan votar por la Constituyente, cuando el voto debe ser libre, es un derecho disponer de la libertad de pensamiento, en democracia se gana y se pierde, pero hay que asistir obligatoriamente a votar por la ANC, se amenaza con que se les va a quitar el CLAP, las Misiones, las casas, los hacen firmar abajo y le tapan arriba, he recibido no sé cuántas denuncias exactas en el Ministerio Público de funcionarios públicos amenazados de que tiene que asistir a votar por la ANC”. ¿Será cierto esto de los funcionarios? Porque en el ministerio donde trabajo no ha ocurrido nada de esto. De todas formas, ese es un aspecto secundario, circunstancial, de todo el asunto. Aquí lo principal, como siempre, es lo que trasluce el fondo político de la situación. La Fiscal, dada su actual posición política, olvida (¿deliberadamente?) parte de la verdad. En este momento, quien amenaza el voto no es el Gobierno, sino la oposición, que quiere evitar que el pueblo revolucionario elija a los constituyentes.

Resulta paradójico que la Fiscal diga esto, mientras salió a saludar, con sonrisa y gorrita azul, a quienes participaban de un fraude anunciado, el “plebiscito” opositor, que por cierto se desarrolló sin contratiempos, y sin que el Gobierno lo evitara, a pesar de su carácter subversivo, ya que entre sus principales objetivos estaba el de echar gasolina al
fuego de la violencia terrorista.

Pero hay cosas aun más de fondo, como la consideración, por parte de la Fiscal, de la “libertad” como un valor absoluto, que es típica del pensamiento burgués. La burguesía, con el imperialismo a la cabeza, ha venido usando el concepto de “libertad” como uno de sus principales herramientas para evitar, precisamente, que los pueblos sean libres. Además que en su sistema electoral, que lamentablemente sigue siendo el mismo que se usa en Venezuela en las elecciones formales (la actual elección Constituyente ha empezado a cambiar eso, por lo que se comenzará a ver en ella muchas caras del pueblo de a pie) no hay verdadera capacidad de elegir para el pueblo. El pueblo vota, pero no elige.

Ahora bien, más en el fondo aun, lo que se desarrolla en la Venezuela de hoy no entra en el terreno de las formalidades de leguleyos. Es un gran combate político entre dos importantes fuerzas que no son autónomas de la lucha de clases mundial. Una de estas fuerzas, el chavismo, representa los intereses del las naciones soberanas y los pueblos emergentes. La otra, la MUD, sirve a los intereses del imperialismo y el capitalismo global. Lo que aquí ocurre no es sino un reflejo de la principal contradicción de la sociedad humana de esta época, que enfrenta, por un lado, al imperialismo norteamericano y sus aliados, y a las pueblos y a las fuerzas nacionalistas, por el otro. Ese es el bosque que el oportunismo de “izquierda” no puede (¿no quiere?) ver.

De todas formas, nosotros no descartamos que en el futuro la Fiscal y otros “disidentes” del chavismo nos reencontremos en la misma trinchera. Esta posibilidad subyace en una frase de un comunicado firmado por algunos de ellos (Héctor Navarro, Ana Elisa Osorio, Cliver Alcalá Cordones, Edgardo Lander, Esteban Mosonyi, Santiago Arconada y Freddy Gutiérrez), que reza: “Reiteramos nuestro rechazo a la política de la cúpula de la MUD dirigida a generar una fractura institucional a través de la creación de un gobierno y un Estado paralelo con el apoyo de Washington, con todas las implicaciones conocidas que esto tiene”. Aquí hay un asomo de antiimperialismo que no puede ser desconocido.

Venezuela: Semana Crucial

por Néstor Francia

Análisis de Entorno Situacional Político

Martes 25 de julio de 2017

Semana Crucial

La agencia de derechas AFP tiene razón, cuando abre un insidioso reporte suyo con la siguiente frase: “La cuenta regresiva comenzó. Venezuela entra en una semana crucial para la elección, el próximo domingo, de una polémica asamblea que reformará la Constitución”. Así es. La oposición, en tono altisonante, prevé una especie de apocalipsis, la Revolución se empeña en garantizar el triunfo de la Constituyente, por más que algunos de los nuestros se estén dejando distraer por otros asuntos, sin terminar de comprender que para nosotros desde ayer y hasta el 30 de julio el gran tema es uno solo: Constituyente.

Todo esto se venía venir, y así lo asentamos en nuestros Análisis del 2 de julio pasado, un día después de que el Presidente convocara a Constituyente: “Comienza un mes cuyo desarrollo será harto importante para la configuración del escenario donde habrá de desenvolverse el conflicto político en Venezuela. Sin duda, la MUD echará el resto para evitar que el país se encamine hacia la Asamblea Nacional Constituyente”.

Ese mismo día, la terrorista María Corina Machado, cabecilla del partido fascista Vente Venezuela, afirmó que “Este 3 de julio será histórico, porque estaremos todos los venezolanos con el compromiso de salvar la República. Vamos a suscribir un gran acuerdo de la sociedad contra la imposición del totalitarismo del régimen y ratificaremos el legítimo ejercicio de los artículos 333 y 350 de la Constitución”. Este acuerdo de los factores de la derecha se ha venido configurando en la práctica y a la conspiración se han venido sumando, sin ambages, gremios económicos, profesionales, centrales obreras (nominales, más que todo), jerarquía católica, la canalla mediática y otros.

La verdad es que bravuconadas como las que ha anunciado para esta semana Freddy Guevara ya se han escuchado tras la convocatoria a Constituyente. Aquel mismo día 2 de julio, Edison Ferrer, vocero de Primero Justicia, aseveró que las próximas “acciones de protesta” serían “más elevadas” y pasarían a la “fase de multiplicación”, ante la “elevación de la represión” de parte de los cuerpos de seguridad del Estado: “Si antes eran 10, 20 o 30 protestas, ahora serán tantas protestas como calles haya donde vivan quienes nos oponemos a este régimen y queremos rescatar la democracia. En cada cuadra, en cada edificio, en cada esquina, desde hoy mismo nos organizaremos como ciudadanos”. Eso no ha ocurrido, por supuesto. La violencia ha sido ejecutada por grupos minoritarios focalizados en algunos municipios. No obstante, no se puede negar que han hecho daño y que han proyectado internacionalmente una imagen de caos e inestabilidad para nada despreciable. En ese sentido, la derecha ha cumplido su objetivo mínimo, a qué negarlo.

¿En fin, qué pasará esta semana? Imposible saberlo con exactitud, pero la amenaza de la derecha es grave, por decir lo menos. No les queda otra que echar el resto, pues el “monstruo” de la Constituyente se les viene encima sin muchas probabilidades de pararlo. Acaso su objetivo real no sea evitar el magno evento, sino instalar un escenario de violencia crónica que continúe perturbando la paz del país, y combinarlo con sanciones de Estados Unidos, inclusive económicas, y otras acciones en el ámbito internacional.

El fulano “pancartazo” de ayer careció de fuerza popular. Pequeños grupos pegaron algunas consignas en unos pocos centros electorales y el más pequeño acto de la Constituyente fue muchas veces más concurrido que la acción contrarrevolucionaria de la siembra de pancartas y carteles. Paradójicamente, esto podría no ser una buena noticia. Ante la evidente carencia de apoyo popular, la derecha podría aumentar seriamente la intensidad de la violencia foquista. Podrían incrementar, por ejemplo, el uso de armas de fuego convencionales y no convencionales, incluidos explosivos.

Acaso estén urdiendo una masacre, utilizando para ello paramilitares, con la intención de responsabilizar de ello al Gobierno y a los “colectivos”. Lo que va a pasar es un albur, porque el extremismo derechista está oliendo a derrota y eso lo hace mucho más peligroso para los próximos días. 

Un hecho que puede jugar a favor de nosotros es la evidente división que hay en las filas opositoras, donde la competencia por los liderazgos individuales y grupales solo es superada por el odio hacia la Revolución, que los mantiene pegados con saliva.

La división en el frente enemigo se ha hecho evidente entre sus “dirigentes” y en el seno de las centrales “obreras” espurias de la derecha. El fascista vicepresidente de la Asamblea Nacional, Freddy Guevara, vociferó: “Hacemos un llamado a todo el pueblo de Venezuela, a todas las centrales sindicales, a todas las federaciones y agrupaciones empresariales, organizaciones de la sociedad civil a que nos organicemos desde ya para que a partir de este miércoles inicie una huelga general”. Esto no parece ser un plan de toda la MUD, que ha hablado de un “paro cívico” de dos días, miércoles y jueves.

Norma Torres, una de las organizadoras del “paro” desde el frente “obrero”, dijo que “Inicialmente llamamos a dos días de huelga, pero todo dependerá de cómo se vaya presentando la situación, porque la intención es una y es única: que termine este Gobierno de una buena vez y llamen a elecciones”. Por su parte, el secretario general de la denominada Federación de Trabajadores del estado Táchira y alcalde fascista del municipio Torbes, Alberto Maldonado, instó a “sumarse a la huelga general irreversible convocado por más de 300 sindicatos y gremios de todo el país a partir del próximo miércoles 26 de julio”.

Ahora bien, véase esta perla: la Confederación de Trabajadores de Venezuela (CTV), dominada sobre todo por el partido Acción Democrática, expresó su apoyo al “paro cívico” de 48 horas pero al mismo tiempo objetó que “por ahora no está previsto, ni autorizado por la mayoría de los afiliados, acciones diferentes a la planteada; otro anuncio distinto está al margen de lo acordado”. Estas diferencias son un reflejo de las que persisten en la MUD, por ejemplo entre Voluntad Popular y Acción Democrática.

Por nuestro lado, el pueblo chavista saldrá a votar contra viento y marea, es valiente y decidido a defender la Revolución. Claro, las amenazas y acciones de la derecha podrían afectar a algunos votantes, bien sea por sí mismas o por el miedo que generarán en los sectores menos conscientes.

Hay muchos otros factores dignos de considerar, como el del papel que jugará el Imperio y sus aliados según sean los escenarios. Pero todavía queda bastante semana y los acontecimientos seguirán en pleno desarrollo. Continuaremos mañana.

(VIDEO) Néstor Francia candidato a la ANC

Caracas 23lug2017: La insurgencia del capitalismo en Venezuela


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Hoy en la 8va Feria del Libro de Caracas, presentación del libro Contrarrevolución fascista: La insurgencia vergonzante del capitalismo en Venezuela (Editorial Universidad Bolivariana de Venezuela) a cargo de Luis Navarrete Orta y Ramón Medero. Sala Hugo Chávez – 2:00 pm

PRESENTACIÓN

Este trabajo que, bajo el título de El fascismo, vanguardia extremista del capitalismo, vio la luz en septiembre del año 2013, es hoy objeto de una segunda edición, revisada, corregida y ampliada por su autor, el profesor Luis Navarrete Orta, en colaboración con el profesor Ramón Medero.

Se trata de un trabajo enorme en importancia y signifi cación actuales, que apunta a uno de los fenómenos más críticos de nuestra existencia política nacional: la violencia, intolerancia e intransigencia con que el sector partidista de la derecha venezolana, en connivencia con los más retrógrados sectores de la política de otros países y regiones del planeta, ha asumido su papel de oposición política en un régimen democrático.

Papel que comienza con la paradoja de negar, precisamente, la naturaleza democrática de un régimen político que, desde sus inicios hasta hoy, ha celebrado dieciocho elecciones, de todo tipo -presidenciales, estatales y municipales-, incluyendo un referéndum revocatorio presidencial, una enmienda constitucional -que el Gobierno Bolivariano perdió- y la correspondiente a la ratifi cación de la Constitución Bolivariana, hoy vigente; la única en la historia del país sometida a aprobación por voto universal, directo y secreto. Elecciones en las que, por cierto, la derecha opositora, que tanto desdice de las instituciones democráticas, ha participado -inclusive en lo que a sus elecciones internas se refi ere- sin más limitaciones que las que contemplan los reglamentos electorales y leyes de la República.

Resultado de lo cual la oposición ha ganado municipios, gobernaciones, diputaciones en todas las instancias legislativas, y hasta ha conseguido la mayoría en la Asamblea Nacional, aunque ello sólo le haya valido para generar el más inusitado confl icto de poderes que se conozca en la historia venezolana. Pero, según esta derecha, vivimos en una dictadura; la única, que sepamos, en la que todos los días y por todos los medios los ciudadanos que la padecen pueden proclamar a los cuatro vientos que viven en una dictadura.

Lamentablemente, para la oposición y para el país, este es el mito político del que ha vivido la derecha venezolana desde que el Comandante Chávez asumió el poder en 1999. Mito a partir del cual, tras cada evento comicial, ha derrochado su importante capital electoral en un torpe y falaz actuar político que reiteradamente la ha conducido a seguir los retorcidos caminos de la confrontación estéril y violenta. Y es aquí donde la paradoja se torna harto siniestra y peligrosa, en la medida en que la torpeza y la falacia en política es fuente de inspiración de una conducta infame y criminal, como la que caracteriza hoy a la derecha opositora venezolana: fascismo vergonzante la había llamado Navarrete Orta en la primera edición de este trabajo. Califi cativo que, como aclaran ahora los autores, no tiene una connotación histórica rigurosa, sino ampliamente semántica: …la palabra fascismo asume la inmensa carga semántica de todas las formas, tanto genealógicas como generatrices, de los regímenes de ultraderecha que violan en forma fl agrante y extrema los derechos humanos.

Tal es, pues, el punto de partida de un trabajo que no nos habla del fascismo histórico, aún cuando comienza haciendo una básica y necesaria referencia a él; la sufi ciente como para abordar el tema desde la perspectiva que propone: el fascismo como conducta política. Podemos hablar del fascismo de diversas maneras. Como una ideología ecléctica y contradictoria, como un régimen o gobierno en particular, como un estilo de ejercer el poder o como un modo de hacer política. Ésta última es la forma por la que se interesa este trabajo. En este sentido, el fascismo no es otra cosa que la conducta, el modo de hacer política que caracteriza a la derecha opositora de hoy en Venezuela. O el modo de deshacerla, pues tal conducta puede ilustrarse -como de hecho lo permite el texto- con una incompleta aunque suculenta lista de eventos y situaciones que todos hemos vivido y padecido a lo largo del curso de la Revolución Bolivariana y que integran el plato -evidentemente tóxico- que le ofrece la oposición al pueblo venezolano.

Lo que este trabajo nos enseña es que tales eventos y situaciones no representan el mero comportamiento circunstancial de un grupo de individuos descontentos con el Gobierno Bolivariano. Lo que aquí nos proponen los autores es comprender la conducta política de la derecha extrema venezolana no como una suma de hechos reñidos con la institucionalidad democrática, sino como expresión y parte de un ejercicio de la política específi camente dirigido a la destrucción de la democracia y del gobierno revolucionario en tanto que agente histórico de transformación social.

El fascismo nace y se desarrolla históricamente como respuesta radical y agresiva contra todo proceso revolucionario en auge, especialmente si éste es de signo marxista. Cuando los revolucionarios llegan al poder, el fascismo orienta toda su acción a liquidar ese gobierno, utilizando todos los medios a su alcance y, en particular, la violencia terrorista.

De modo que el fascismo vergonzante cuestiona política, ética e institucionalmente la conducta política de la oposición venezolana, o de su núcleo más agresivo. Pero este fascismo no es expresión de la conducta personal o grupal de quienes lo encarnan, sino de la reacción misma del orden capitalista burgués y signo de su fachada más radical y extremista.

(…) el fascismo es, en algunos casos, la vanguardia del capitalismo para enfrentar situaciones de auge revolucionario y, en otros, su retaguardia para apoyar al sistema dominante cuando éste está en difi cultades.

Todo fascismo es de derecha, pero no toda derecha es fascista, nos advierten los autores. Sin embargo, esta no es una mera distinción académica o teórica, ámbitos en los que este trabajo no se propone profundizar.

Lo que se trata aquí, mediante una exposición sencilla y directa, es de contribuir a la conciencia de la ciudadanía respecto al peligro al que hoy se enfrenta: el representado por una derecha extrema y violenta, cuyo comportamiento fascista, pese a todas las opciones políticas y legales de la democracia, se acentúa cada vez más.

Entre las opciones políticas y legales de la democracia, la convocatoria del Presidente Maduro a una Asamblea Nacional Constituyente apela a la misma letra y espíritu democráticos consagrados en la Constitución Bolivariana, y viene a confi rmar lo que ya es tradición en el proceso histórico de la Revolución: el dirimir las diferencias políticas mediante el voto. Sin embargo, al parecer, para quienes viven del mito de la dictadura, acaso no sea más, en las actuales circunstancias, que el modo en que la democracia coloca contra la pared al fascismo vergonzante. Lo cual lo hace mucho más peligroso, agresivo y criminal de lo que ya es. Pero, también, al mismo tiempo, permite a todo venezolano patriota y amante de la paz, cualquiera sea su signo político, armarse democráticamente contra él.
Después de todo, como afi rman Navarrete y Medero, la mejor manera de derrotar al fascismo es ganar la batalla de las ideas.

Este trabajo es, pues, una advertencia respecto al fascismo como conducta política. Pero también, hecho de acuciosas anotaciones que podrían servir de punto de partida para investigaciones y desarrollos más específi cos, se trata de una convocatoria al estudio y la discusión enriquecedora; esto es, a que nos incorporemos a la lucha para derrotarlo.

CENTRO NACIONAL DE HISTORIA
Julio de 2017

Convocatoria internacional ante la Asamblea Constituyente

por ALBA movimientos

VENEZUELA CORAZÓN DE AMÉRICA- Batalla de Web y Redes

Compañeras y compañeros:

Convocamos a sumarse y participar de la campaña “Venezuela Corazón de América” para demostrar nuestro apoyo a la Revolución Bolivariana, de cara al 30 de julio y luego de esa fecha. En la próxima semana, el objetivo puntual será visibilizar a la Asamblea Nacional Constituyente como un proceso legítimo, popular y abrazado por todos los pueblos que defienden la autodeterminación, la soberanía y la paz frente al injerencismo.

Además de la realización de actividades de calle, manifestaciones de solidaridad y concentraciones en cada país, queremos proponer una estrategia para dar una batalla unificada en la web y redes sociales.

En ese sentido proponemos:

1. La campaña se lanzará el lunes 24 de julio –Día de la Integración de América Latina, por el natalicio de Simón Bolívar- con una intervención en redes sociales.

– Entre las 12 y las 2pm(Hora de Venezuela) instalaremos mensajes de apoyo con las etiquetas #VenezuelaCorazóndeAmerica*y *#VamosConLaConstituyente

– De igual manera lo haremos entre las 7 y 9pm (también hora de Venezuela)

– Convocamos a enviar adhesiones a la campaña al correo [email protected]

2. Realizar videos en sus celulares (no más de 30 segundos) donde se incluya: nombre, organización, país, la importancia de la Constituyente para el continente y los pueblos del mundo y se convoque a participar y difundir la campaña “Venezuela corazón de América”. Enviar videos a [email protected] o al Tel: +541132948521

3. El 28 de julio uniremos fuerzas nuevamente en las redes sociales, entre las 12 y las 2pm y las 7 y 9pm (siempre hora de Venezuela) con las etiquetas #VenezuelaCorazóndeAmerica y #VamosConLaConstituyente

4. El 29 y 30 de julio activaremos una cobertura de las actividades de solidaridad que habrá en diferentes partes del mundo y lo que suceda durante la jornada de votación en Venezuela.

invitamos a seguir la cuenta de Twitter: @Vzla_Corazon

 

Abrazo Bolivariano

Gonzalo Armúa
Secretaria Operativa
ALBA Movimientos
Tel: +541132948521

Vía Campesina con la Revolución Bolivariana y la Constituyente

por Vía Campesina 

A medida que pasan los días, la situación de conflicto en Venezuela se agudiza. Su dinámica y propensiones perecieran apuntar a una situación de crisis prolongada cuyo desenlace es muy difícil de anticipar pese a la matriz que se ha establecido desde la industria mediática que muestra hacia afuera una apremiante caída del gobierno chavista. Cuestión que no es para nada cierta; aunque sin duda alguna está en marcha un plan para derrocar la revolución, que cada día se torna mucho más violento, no dejan de ser focos pequeños pero llenos de odio y fascismo, y luego de dos meses de intentos sin los resultados esperados la derecha aún no cuenta con la fuerza material suficiente para en el campo físico poder derrotar al gobierno y al pueblo bolivariano.

Hasta la fecha hemos visto el despliegue de las diferentes armas golpistas: comunicacional, psicológica, internacional, económica, institucional, y violenta. Han ensayado y avanzado en cada una de esas, como parte de la guerra de cuarta generación, que es la combinación de todas las formas de guerra. Su mayor avance ha residido en la dimensión simbólica, el ámbito de los sentidos. Su debilidad central sigue siendo la misma que al inicio: la falta de apoyo popular en las calles, la fuerza en el terreno.

Es precisamente este elemento el que nos lleva a determinar que esto pudiera significar una escalda de la agresión externa en la medida que las fuerzas reaccionarias internas no puedan cumplir este objetivo.

Ante este escenario que pretende derrumbar y arrancar de raíz la gran oleada de procesos emancipatorios de América Latina que abrieron las puertas del siglo XXI, los movimientos populares de base comprometidos con la defensa de la revolución Bolivariana y Chavista, denunciamos ante el mundo:

Que este no es un conflicto que se genera desde la derecha venezolana ¿Quiénes dirigen el plan? El Departamento de Estado norteamericano, el Comando Sur, la derecha económica y política venezolana. En ese orden. Las disposiciones y la estrategia vienen dadas desde fuera.

Trabajan sobre cada uno de los frentes. Donde hoy más intentan golpear es sobre el institucional, apostando a que sucedan quiebres en ese ámbito para debilitar al bloque chavista y avanzar en su línea de constitución de nuevas instituciones para agudizar la crisis.

Que criminalmente someten a nuestro pueblo para desestabilizarlo, utilizando y combinando varias formas de presión; una de ellas es influir sobre la economía para alzar los precios, desabastecer, y atacar puntos de abastecimiento y transporte de alimentos, para de esta manera profundizar el escenario de dificultad económica de la gente humilde para empujarla a saquear. Otra ha sido la de desplegar en la calle sus grupos de choque para de esta manera poder asediar ciudades enteras durante varios días, dejando tras de su paso muertes, destrozos, saqueos, incendios, terror, imágenes que golpean muy fuertemente en la sicología social.

Vienen manipulando e inoculando odio desmedido en su vanguardia siendo principalmente las y los jóvenes, la clase media profesional y clase media alta, si bien su capacidad de movilización no es masiva han logrado una base social de vanguardia que se moviliza y que aporta las imágenes que requieren para legitimar sus planes, su supuesta “lucha pacífica, democrática y constitucional”.

Si bien es cierto que la dirección del movimiento opositor en este momento está en manos de los sectores más fascista del mismo organizados en los partidos Voluntad Popular y Primero Justicia, estos mantienen una relación tensa de disputa y alianza, pero no existen dos oposiciones una extremista y una moderada como quieren hacer creer, es una misma línea que opera para un mismo fin, eliminar cualquier vestigio de chavismo en Venezuela.

El gran objetivo de la fase actual de las acciones de la derecha no es detener la constituyente, este argumento es más bien un ingrediente precursor para las acciones sediciosas para lograr la agudización del malestar y odio que la propaganda enemiga logró en sus bases sociales bajo el argumento de que la Constituyente es para consolidar un mal ejemplo: el estado comunista.

La radicalidad de la guerra planteada por la derecha se explica por la decisión norteamericana, y el carácter de clase del conflicto. Buscan recuperar el control político, y matar un proyecto histórico que es la revolución bolivariana, que nosotras/nosotros, del Frente Nacional Campesino Ezequiel Zamora (FNCEZ) y nuestra Corriente Revolucionaria Bolívar y Zamora (CRBZ), junto a muchos otros hemos decidido construir y defender.

Este es el escenario que se nos impone, ante las difíciles condiciones se hace imprescindibles varias cosas. Una de ellas es mantener la unidad del chavismo. Otra es la de defender la revolución no solamente desde el Estado, sino también desde el protagonismo popular, con la gente involucrada en la protección organizada de las instituciones, los territorios, los hospitales, centros de alimentos. Que los movimientos sociales y populares del mundo manifiesten su solidaridad con la defensa de nuestra revolución denunciando lo que ocurre en Venezuela.

El momento nos exige defender con audacia las conquistas que tanto ha costado al pueblo venezolano; como organización popular de base desde la CRBZ – FNCEZ estamos conformado las Brigadas de Defensa Popular Hugo Chávez (BDPHCh) en su mayoría integradas por campesinos y campesinas no como una fuerza de choque, sino como un pueblo organizado en la legítima defensa de su territorio, de sus comunas y de todo lo que como pueblo organizado hemos construido en años y años de lucha.

Igualmente queremos señalar que en los últimos meses la lucha campesina por el rescate de las tierras ociosas y pertenecientes a fascistas que financian la violencia, están siendo recuperadas por la lucha campesina organizada desde el FNCEZ.

Cierto estamos que esta guerra no da tregua, el enemigo imperial arremete, Argentina y Brasil liberan intensas luchas contra el neoliberalismo; nos solidarizamos con nuestros pueblos hermanos, a ustedes compañeros hermanos y hermanas de lucha les decimos Fuerza, no desmayemos América Latina ha despertado y en unidad jamás nos doblegaran, hemos perdido batallas, pero la victoria estratégica la tenemos.

Estamos en tiempos decisivos. La derecha, por órdenes del estamento norteamericano, hará todo lo posible para intentar su “asalto final”. La revolución tiene fuerzas para resistir y seguir avanzando. Es necesario utilizar todas esas fuerzas, y en particular la del protagonismo de la gente de Venezuela, Latinoamérica y el mundo.

VII Conferencia de la Vía Campesina
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