di James Petras
24apr2017.- La costruzione dell’Impero degli Stati Uniti su scala mondiale è iniziata durante e subito dopo la seconda guerra mondiale. Washington è intervenuta direttamente nella guerra civile cinese (fornendo armi all’esercito di Chiang Kai Shek, mentre l’Esercito Rosso combatteva i Giapponesi), ha sostenuto la guerra di ri-colonizzazione della Francia contro il Viet Minh in Indocina e ha installato regimi fantoccio collaborazionisti dell’Impero giapponese in Corea del Sud, Taiwan e Giappone.
Sebbene la costruzione dell’impero si sia svolta con avanzate e retrocessi, progressi e sconfitte, l’obiettivo strategico è rimasto lo stesso: impedire la creazione di governi indipendenti comunisti o secolari-nazionalisti e imporre regimi vassali conformi agli interessi statunitensi.
Le guerre sanguinose e i colpi di stato (‘cambiamenti di regime’) sono stati le armi a disposizione. I regimi coloniali europei sconfitti sono stati sostituiti e incorporati come alleati subordinati degli U.S.A.
Laddove possibile, Washington si basava su eserciti di mercenari formati, attrezzati e diretti da ‘consiglieri’ statunitensi, per far avanzare le conquiste imperiali. Se necessario, di solito se il regime dei clienti e le truppe vasalle non erano in grado di sconfiggere un esercito popolare armato, le forze armate statunitensi intervenivano direttamente.
Gli strateghi imperiali cercavano di intervenire e brutalmente conquistare la nazione bersaglio. Quando non riuscivano a raggiungere il loro obiettivo “massimo”, lavoravano in trincea con una politica di assedio per tagliare i legami tra centri rivoluzionari e movimenti vicini. Dove i paesi hanno resistito con successo alle conquiste armate, i costruttori dell’impero hanno imposto sanzioni e blocchi economici, per erodere la base economica dei governi popolari.
Gli imperi, come i saggi romani riconoscevano da tempo, non vengono costruiti in un giorno, in settimane o in mesi. Tregue e accordi sono firmati e rotti quando conviene, perché i disegni imperiali rimangono fondamentali.
Gli imperi sono costruiti promuovendo fratture interne tra avversari e colpi di stato nei paesi limitrofi. Soprattutto, consistono di una rete mondiale di avamposti militari, agenti clandestini e alleanze regionali ai confini dei governi indipendenti, per ridurre le potenze militari emergenti.
In seguito a guerre vittoriose, i centri imperiali dominano la produzione e i mercati, le risorse e il lavoro. Tuttavia, nel tempo, le sfide inevitabilmente emergono, da parte dei regimi dipendenti come anche da quelli indipendenti. Rivali e concorrenti hanno guadagnano mercati e una maggiore capacità militare. Mentre alcuni stati vassalli hanno sacrificato la sovranità politico-militare necessaria allo sviluppo economico indipendente, altri si sono spinti verso l’indipendenza politica.
Contraddizioni precoci e tardive dell’espansione dell’imperialismo
Le dinamiche degli stati e dei sistemi imperiali contengono contraddizioni, che costantemente sfidano e modificano i contorni dell’impero.
Gli Stati Uniti hanno dedicato enormi risorse per mantenere la supremazia militare sui vassalli, ma hanno subito un forte calo nella loro quota di mercato mondiale, in particolare con l’ascesa veloce di nuovi produttori economici.
La concorrenza economica ha costretto i centri imperiali a rimettere a fuoco le loro economie – la ‘rendita’ (finanza e speculazione) ha spostato i profitti dal commercio e dalla produzione. Le industrie imperiali si sono trasferite all’estero in cerca di lavoro a basso costo. La finanza, le assicurazioni, l’immobiliare, le comunicazioni, l’industria militare e della sicurezza sono giunti a dominare l’economia domestica. Un ciclo vizioso è stato creato: con l’erosione della sua base produttiva, l’Impero ha ulteriormente aumentato la sua dipendenza dal capitale militare e finanziario e dall’importazione di beni di consumo a basso costo.
Subito dopo la seconda guerra mondiale, Washington ha provato la sua forza militare attraverso l’intervento. A causa dell’immensa resistenza popolare e della vicinanza dell’URSS, e poi della RPC, la costruzione dell’Impero nell’Asia post-coloniale è stata contenuta o sconfitta militarmente. Le forze U.S.A. hanno temporaneamente conosciuto uno scacco matto in Corea dopo aver ucciso milioni di persone. La loro sconfitta in Cina ha portato alla fuga dei “nazionalisti” sull’isola provinciale di Taiwan. La sostenuta resistenza popolare e il sostegno materiale delle superpotenze socialiste hanno portato al loro ritiro dall’Indo-Cina. In risposta, gli U.S.A. hanno fatto ricorso a sanzioni economiche per soffocare i governi rivoluzionari.
La crescita dell’ideologia unipolare
Con il crescente potere dei concorrenti economici esteri e la sua crescente dipendenza dall’intervento militare diretto, l’Impero degli Stati Uniti ha approfittato della disintegrazione interna dell’URSS e dell’abbraccio cinese del “capitalismo di stato” nei primi anni ’90 e ’80. Gli U.S.A. si sono espansi nella regione baltica, nell’Europa orientale e centrale e nei Balcani – con la divisione forzata della Jugoslavia. Gli strateghi imperiali hanno immaginato ‘un impero unipolare’ – uno stato imperiale senza rivali. I costruttori dell’Impero erano liberi di invadere, occupare e saccheggiare stati indipendenti in qualsiasi continente – anche di bombardare una capitale europea, Belgrado, con impunità totale. Sono state lanciate molteplici guerre contro gli ‘avversari’ designati, che non disponevano di forti alleati globali.
I paesi dell’Asia meridionale, del Medio Oriente e del Nord Africa sono stati presi mira per la distruzione. Il Sud America era sotto il controllo di regimi neo-liberistici. L’ex-URSS è stata saccheggiata e disarmata dai vassalli imperiali. La Russia è stata governata da gangster-cleptocrati alleati ai piantoni degli Stati Uniti. La Cina è stata vista come nient’altro che un laboratorio di schiavi che doveva produrre beni di consumo di massa a basso costo per gli Americani e generare grandi profitti per le multinazionali americane e i rivenditori come Walmart.
Ma, a differenza dell’Impero Romano, gli anni Novanta non sarebbero stati il preludio di un impero statunitense invincibile di lunga durata. Dal momento che gli ‘unipolaristi’ stavano perseguendo diverse guerre di conquista costose e distruttive e non potevano contare sulla crescita dei satelliti con economie industriali emergenti per i propri profitti, la potenza globale statunitense è risultata erosa.
La sconfitta dell’unipolarismo: il 21mo secolo
Dieci anni dopo essere entrati nel XXI secolo, la visione imperiale di un invincibile impero unipolare si andava già sbriciolando. L’accumulazione ‘primitiva’ della Cina ha portato a un’accumulazione domestica avanzata a favore del popolo e dello stato cinesi. La potenza della Cina si è estesa all’estero attraverso investimenti, scambi e acquisizioni.
La Cina ha sostituito gli Stati Uniti come principale partner commerciale in Asia e più grande importatore di materie prime provenienti dall’America Latina e dall’Africa. La Cina è diventata il principale produttore ed esportatore di beni di consumo in Nord America e nell’UE.
Il primo decennio del XXI secolo ha visto il rovesciamento o la sconfitta degli stati vassali statunitensi in tutta l’America Latina (Argentina, Bolivia, Venezuela, Ecuador e Brasile) e l’emergere di regimi agro-minerari indipendenti, pronti a costituire patti commerciali regionali. Si è trattato di un periodo di crescente domanda globale per le loro risorse naturali e le loro materie prime, proprio quando gli Stati Uniti si stavano de-industrializzando e in mezzo a costose e disastrose guerre in Medio Oriente.
A differenza della crescente indipendenza dell’America Latina, l’UE ha approfondito la sua partecipazione militare alle brutali guerre d’oltremare guidate dagli Stati Uniti, espandendo il ‘mandato’ della NATO. Bruxelles ha seguito la politica unipolare che assedia sistematicamente la Russia e indebolisce la sua indipendenza attraverso severe sanzioni. L’espansione esteriore dell’UE (finanziata con una crescente austerità nazionale) ha accentuato le crepe interne, portando al malcontento popolare. Il Regno Unito ha votato a favore di un referendum per separarsi dall’UE.
I disastri domestici del regime vassallo statunitense in Russia, sotto Boris Yeltsin durante gli anni ’90, hanno spinto gli elettori a scegliere un nazionalista, Vladimir Putin. Il governo del presidente Vladimir Putin ha intrapreso un programma per riconquistare la sovranità russa e la sua posizione di potere globale, contrastando l’intervento interno statunitense e rigettando l’accerchiamento esterno della NATO.
Gli unipolaristi hanno continuato a lanciare molteplici guerre di conquista in Medio Oriente, nel Nord Africa e nell’Asia meridionale, che sono costate migliaia di miliardi di dollari e hanno portato alla perdita dei mercati globali e della competitività. Mentre gli eserciti dell’Impero si espandevano a livello mondiale, l’economia domestica (la ‘Repubblica’) entrava in recessione. Gli Stati Uniti si sono impantanati nella recessione e in una crescente povertà. La politica unipolare ha creato una crescente economia mondiale multipolare, mentre rigidamente imponeva le proprie priorità militari.
L’Impero colpisce indietro: l’opzione nucleare
Il secondo decennio del ventunesimo secolo ha inaugurato la scomparsa dell’unipolarità, provocando lo sgomento di molti ‘esperti’ e la rimozione cieca dei suoi architetti politici. L’aumento di un’economia mondiale multipolare ha intensificato il disperato tentativo imperiale di ripristinare l’unipolarità con i mezzi militari, manovrati da militaristi incapaci di adeguare o (anche solo) valutare le proprie politiche. Sotto il regime del presidente americano, ‘il primo nero’ Obama, eletto con la promessa di ‘tenere a freno’ i militari, gli strateghi imperiali hanno intensificato il perseguimento di (almeno) sette, nuove e prolungate guerre. Per i responsabili politici e i propagandisti dei media ufficiali statunitensi ed europei, queste sono state guerre imperiali vincenti, accompagnate da premature dichiarazioni di vittoria in Somalia, in Iraq e in Afghanistan. Questa trionfale illusione di successo ha portato la nuova Amministrazione a lanciare nuove guerre in Ucraina, Libia, Siria e Yemen.
Siccome la nuova ondata di guerre e colpi di stato (‘cambiamenti di regime’) per imporre l’unipolarità è fallita, politiche militaristiche ancora più spinte hanno sostituito le strategie economiche per il dominio globale. I militaristi unipolaristi, che dirigono l’apparato statale permanente, continuano a sacrificare mercati e investimenti, con totale impunità rispetto alle conseguenze disastrose dei loro fallimenti sull’economia domestica.
Un breve rilancio dell’unipolarismo in America Latina
Colpi di stato e scalate al potere hanno rovesciato i governi indipendenti in Argentina, Brasile, Paraguay, Honduras e hanno minacciato i governi progressisti in Bolivia, Venezuela e Ecuador. Tuttavia, il ‘roll-back’ pro-imperiale in America Latina non era politicamente né economicamente sostenibile e minaccia di minare qualsiasi ripristino del dominio unipolare statunitense nella regione.
Gli Stati Uniti non hanno fornito alcun aiuto economico o un accesso più ampio ai mercati, per premiare e sostenere i regimi clientelari appena acquisiti. Il nuovo vassallo dell’Argentina, Mauricio Macri, ha trasferito miliardi di dollari ai rapaci banchieri di Wall Street e ha consentito l’accesso alle basi militari e alle risorse redditizie, senza ricevere in cambio immissioni di capitale da investimento. Infatti, le politiche servili del presidente Macri hanno creato maggiore disoccupazione e una compressione del livello di vita, portando al malcontento popolare di massa. Il ‘nuovo ragazzo’ dell’impero unipolare, (insediato) nel suo feudo di Buenos Aires, rischia una crisi precoce.
Allo stesso modo, la corruzione diffusa, una profonda depressione economica e livelli di disoccupazione a doppia cifra senza precedenti in Brasile minacciano il regime vassallo illecito di Michel Temer con una crisi permanente e un conflitto di classe crescente.
Successo a breve termine in Medio Oriente
Il lancio unipolare revanchista di una nuova ondata di guerre in Medio Oriente e in Africa del Nord ha conosciuto un effimero successo con il potere devastante dei bombardamenti aerei e navali statunitensi e NATO. Quindi è crollato in mezzo alla distruzione grottesca e al caos, inondando l’Europa con milioni di rifugiati.
Potenti rigurgiti di resistenza all’invasione statunitense dell’Iraq e dell’Afghanistan hanno accelerato il ritorno verso un mondo multipolare. Gli insorti islamici hanno costretto gli Stati Uniti in guarnigioni fortificate e hanno preso il controllo della campagna e circondato le città in Afghanistan; Iraq, Siria, Yemen, Somalia e Libia hanno messo in fuga i regimi e i mercenari sostenuti dagli Stati Uniti.
Gli unipolaristi e lo stato permanente: ri-compattamento e attacco
Di fronte ai propri fallimenti, gli unipolaristi si sono raggruppati e hanno attuato la strategia militare più pericolosa mai provata: l’accumulo di capacità ‘nucleare’ di primo livello per la Cina e la Russia.
Messo in piedi dai mandatari politici del Dipartimento di Stato americano, il governo dell’Ucraina è stato sussunto dai vassalli statunitensi, che hanno portato alla rottura in corso in quel paese. Per paura dei neo-fascisti e dei russofobi, i cittadini della Crimea hanno votato per ricongiungersi alla Russia. Le maggioranze etniche russe nella regione del Donbass dell’Ucraina sono entrate in guerra con Kiev, con migliaia di persone uccise e milioni di persone in fuga dalle loro case per rifugiarsi in Russia. Gli unipolaristi di Washington hanno finanziato e diretto il colpo di Kiev, realizzato da cleptocrati, fascisti e teppisti di strada, immuni come sempre dalle conseguenze.
Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno aumentando il numero di truppe di combattimento in Afghanistan, Iraq e Siria, per sostenere i loro alleati e inaffidabili mercenari.
Ciò che è fondamentale per comprendere l’ascesa e il declino del potere imperiale e le dichiarazioni unipolari euforiche degli anni ’90 (soprattutto durante il tramonto del sanguinoso regno del Presidente Clinton), è che le iniziative militari e politiche in nessun momento sono state sostenute da parte di blocchi di potere economico.
Gli Stati Uniti hanno sconfitto e conseguentemente occupato l’Iraq, ma hanno sistematicamente distrutto la società civile e l’ economia irachena, creando terreno fertile per la massiccia pulizia etnica, le ondate dei rifugiati e la successiva rivolta islamica, che ha attraversato vasti territori. Infatti, le deliberate politiche statunitensi in Iraq e altrove hanno creato la crisi dei rifugiati, che sta travolgendo l’Europa.
Una situazione simile sta avvenendo durante i primi due decenni di questo secolo: le vittorie militari hanno installato inetti leader impopolari sostenuti dall’impero. Gli unipolaristi si affidano sempre più alle realtà tribali più retrograde, agli estremisti islamici, ai clienti esteri e ai mercenari pagati. L’attacco intenzionale condotto dagli Stati Uniti verso quelle persone capaci di dirigere le nazioni multiculturali moderne come l’Iraq, la Libia, la Siria e l’Ucraina è una caricatura dei famosi attacchi di Pol Pot contro le classi educate della Cambogia. Naturalmente, gli Stati Uniti hanno prodigato i loro sforzi speciali verso l’uccisione degli insegnanti di scuola, quando hanno addestrato e finanziato i mujahedin in Afghanistan negli anni ’80.
La seconda debolezza, che ha portato al crollo dell’illusione unipolare, è stata la loro incapacità di ripensare le loro ipotesi e di riorientare e riequilibrare il loro paradigma strategico militarista di fronte all’incredibile confusione globale che hanno creato.
Ostinatamente si sono rifiutati di lavorare per promuovere elites economiche educate nei paesi conquistati. A tal fine, sarebbe stato necessario mantenere un sistema socio-economico e di sicurezza intatto nei paesi che avevano sistematicamente fatto a pezzi. Avrebbe significato rigettare il proprio paradigma di guerra totale, di resa incondizionata e di nuda e brutale occupazione militare, per consentire lo sviluppo di utili alleati economici, anziché imporre regimi vassalli malleabili ma grottescamente corrotti.
Il vasto apparato di esercito-polizia-intelligence, profondamente radicato, fortemente finanziato, che conta numerosi milioni, ha formato uno stato imperiale parallelo che comanda sul regime civile eletto all’interno degli Stati Uniti.
Il cosiddetto ‘stato profondo’, in realtà, è uno stato di dominio gestito dagli unipolaristi. Non è un’’entità senza volto’: ha un’identità di classe, ideologica ed economica.
Nonostante il grave costo dovuto alla perdita di una serie di guerre catastrofiche e dei furti multi-miliardari di dollari da parte dei regimi vassalli cleptocratici, gli unipolaristi sono rimasti impuniti, addirittura aumentando i loro sforzi per mettere a segno una conquista o riportare una vittoria militare temporanea.
Diciamolo apertamente e chiaramente: gli unipolaristi ora sono impegnati a incolpare dei loro terribili fallimenti militari e politici la Russia e la Cina. Ecco perché cercano, direttamente e indirettamente, di indebolire gli ‘alleati all’estero’ e, in particolare, Russia e Cina. Infatti, la loro campagna selvaggia volta ad ‘accusare i Russi’ dell’elezione del presidente Trump riflette la loro profonda ostilità verso la Russia e il disprezzo per i lavoratori e gli elettori di classe media inferiore (l’‘urna dei deplorabili’), che hanno votato per Trump. L’incapacità di questa elite di esaminare i propri fallimenti e l’incapacità del sistema politico di rimuovere questi disastrosi politicanti costituiscono una grave minaccia per il futuro del mondo.
Gli unipolaristi: la fabbricazione di pretesti per la guerra mondiale
Mentre lo Stato unipolare ha subìto prevedibili sconfitte militari, prolungate guerre e la dipendenza da regimi civili instabili, gli ideologi continuano a dare la colpa alla ‘Russia e alla Cina come causa di tutte le loro sconfitte militari’.
La monomania degli unipolaristi si è trasformata in una provocatoria costruzione su vasta scala fatta di missili nucleari per l’offesa in Europa e in Asia, il che ha aumentato il rischio di una guerra nucleare con l’ingaggio in un letale ‘gioco del pollo’.
I fisici nucleari veterani del Bollettino degli Scienziati Atomici hanno pubblicato un’importante descrizione dei piani di guerra degli unipolaristi. Hanno reso noto che ‘il programma nucleare attuale e in corso ha implementato nuove tecnologie rivoluzionarie, che aumentano notevolmente la capacità di targeting dell’arsenale balistico USA. Queste nuove tecnologie aumentano il potere di sterminio totale delle forze missilistiche statunitensi di tre volte.’ Questo è esattamente ciò che un osservatore oggettivo si aspetterebbe da uno stato unipolare statunitense armato nuclearmente, che prevede di lanciare una guerra disarmando la Cina e la Russia con un primo colpo a ‘sorpresa’.
Lo stato unipolare ha individuato parecchi paesi come pretesti per lanciare una guerra. Il governo degli Stati Uniti ha installato provocatorie basi missilistiche nei paesi baltici e in Polonia. Questi sono regimi scelti per la loro voglia di violare i confini o lo spazio aereo della Russia e insanamente disposti a provocare l’inevitabile reazione militare a catena sulle proprie popolazioni. Altri siti per grandi basi militari statunitensi e l’espansione della NATO includono i Balcani, in particolare le ex province jugoslave del Kosovo e del Montenegro. Questi sono stati etno-fascisti e mafiosi in bancarotta e potenziali micce per i conflitti provocati dalla NATO, che potrebbero portare a un primo colpo degli Stati Uniti. Ciò spiega perché i più rabidi militaristi del Senato americano stanno spingendo per l’integrazione del Kosovo e del Montenegro nella NATO.
La Siria è il luogo dove gli unipolaristi stanno creando un pretesto per la guerra nucleare. Lo Stato americano ha inviato più ‘forze speciali’ in aree fortemente conflittuali, per sostenere i loro alleati mercenari. Ciò significa che le truppe statunitensi opereranno d’ora in avanti (illegalmente) faccia a faccia con l’esercito siriano, sostenuto dal sostegno aereo militare russo (legale). Gli Stati Uniti intendono conquistare Raqqa, controllata dall’ISIS nella Siria settentrionale come propria base di operazioni, con l’intenzione di negare al governo siriano la sua vittoria sui terroristi jihadisti. La probabilità di ‘incidenti’ armati tra gli Stati Uniti e la Russia in Siria sta crescendo con l’entusiasta applauso degli unipolaristi statunitensi.
Gli Stati Uniti hanno finanziato e promosso i combattenti curdi mentre recuperano il territorio siriano dai terroristi jihadisti, soprattutto nei territori lungo il confine turco. Ciò sta portando a un inevitabile conflitto tra la Turchia e i curdi appoggiati dagli U.S.A..
Un altro sito probabile per la guerra ampliata è l’Ucraina. Dopo aver preso il potere a Kiev, i clepto-fascisti hanno lanciato una guerra di fuoco e un blocco economico contro i Russi-Ucraini bilingui della regione del Donbass. Gli attacchi da parte della giunta di Kiev, innumerevoli massacri di civili (tra cui la bruciatura di decine di manifestanti di lingua russa a Odessa) e il sabotaggio delle spedizioni russe di aiuto umanitario via mare potrebbero provocare ritorsioni dalla Russia e portare a un intervento militare statunitense attraverso il Mar Nero contro la Crimea.
Il luogo più probabile per iniziare la III guerra mondiale è la penisola coreana. Gli unipolaristi e i loro alleati nell’apparato statale hanno sistematicamente costruito le condizioni per scatenare una guerra con la Cina, usando il pretesto del programma di difesa armata nordcoreano.
L’apparato statale degli unipolaristi ha riunito i suoi alleati al Congresso e nei mass-media per montare l’isteria pubblica. Il Congresso e l’amministrazione del presidente Trump hanno presentato il programma missilistico nordcoreano come una ‘minaccia per gli Stati Uniti’. Ciò ha permesso allo stato unipolarista di attuare una strategia militare offensiva per contrastare questa falsa ‘minaccia’.
L’elite ha scartato tutti i precedenti negoziati diplomatici e accordi con la Corea del Nord per prepararsi alla guerra – in ultima analisi diretta verso la Cina. Questo perché la Cina è il più dinamico e più efficace concorrente economico globale per il dominio del mondo da parte degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno ‘sofferto’ una sconfitta pacifica, ma umiliante, per mano di un potere asiatico emergente. L’economia cinese è cresciuta più di tre volte più velocemente degli Stati Uniti negli ultimi due decenni. E la banca per lo sviluppo delle infrastrutture della Cina ha attirato numerosi partecipanti regionali e europei, dopo che un accordo commerciale molto promosso dagli Stati Uniti in Asia, promosso dall’amministrazione Obama, è fallito. Negli ultimi dieci anni, mentre gli stipendi e i salari sono ristagnati o regrediti negli Stati Uniti e nell’UE, si sono triplicati in Cina.
La crescita economica della Cina è destinata a superare gli Stati Uniti nel prossimo futuro, se la tendenza continua. Ciò comporterà inevitabilmente che la Cina sostituirà gli Stati Uniti come il potere economico più dinamico del mondo… fatto salvo un attacco nucleare dagli Stati Uniti. Non c’è da meravigliarsi che la Cina sia imbarcata in un programma per modernizzare i suoi sistemi missilistici difensivi e la sicurezza delle frontiere e della sicurezza marittima. Mentre gli unipolaristi si preparano alla ‘decisione finale’ di attaccare la Cina, stanno sistematicamente installando la loro capacità di attacco missilistico più avanzato in Corea del Sud, con il pretesto di contrastare il regime di Pyongyang. Per aggravare le tensioni, l’Alto Comando degli Stati Uniti ha iniziato dei cyber-attacchi contro il programma missilistico della Corea del Nord. Ha organizzato imponenti esercizi militari con Seoul, che hanno spinto l’esercito nordcoreano a ‘provare’ quattro dei suoi missili balistici a medio raggio nel Mare del Giappone. Washington ha ignorato gli sforzi del governo cinese per calmare la situazione e persuadere i Nordcoreani a resistere alle provocazioni statunitensi ai suoi confini e anche a ridimensionare il loro programma di armi nucleari. La macchina di propaganda della guerra statunitense afferma che la risposta nervosa di Pyongyang agli esercizi militari provocatori di Washington (soprannominati ‘Foal Eagle’) sul confine della Corea del Nord sono sia una ‘minaccia’ contro la Corea del Sud e ‘la prova della follia dei suoi leader’. In definitiva, Washington intende colpire la Cina. Ha installato il suo (mal definito) Sistema di Difesa Terminale di Estrema Altitudine (THAAD) in Corea del Sud. Un sistema di sorveglianza e attacco offensivo progettato per puntare le principali città cinesi e completare l’assedio marittimo della Cina e della Russia da parte degli U.S.A.. Utilizzando la Corea del Nord come pretesto, il THAAD è stato installato in Corea del Sud, con la capacità di raggiungere il cuore cinese in pochi minuti. La sua gamma copre oltre 3.000 chilometri di massa terrestre della Cina. I missili THAAD diretti sono progettati appositamente per identificare e distruggere la capacità missilistica difensiva della Cina. Con l’installazione THADD in Corea del Sud, l’Estremo Oriente della Russia è ora circondata dai missili offensivi statunitensi per completare l’accumulo in Occidente. Con l’istallazione del THADD in Sud Corea, l’Estremo Oriente della Russia è adesso accerchiato dai missili d’attacco U.S.A., a integrazione del complesso militare in Occidente. Gli strateghi unipolaristi sono alleati al governo giapponese sempre più militaristico – uno sviluppo estremamente allarmante per i Coreani e i Cinesi, data la storia della brutalità giapponese nella regione. Il Ministro della Difesa giapponese ha proposto di acquisire la capacità di uno ‘colpo preventivo’, una replica imperiale della sua invasione e schiavizzazione della Corea e della Manciuria. Il Giappone punta verso la Corea del Nord, ma realmente mira alla Cina.
Il regime profondamente corrotto e ciecamente sottomesso della Corea del Sud ha immediatamente accettato il sistema USA / THADD sul loro territorio. Washington ha trovato il docile ‘profondo stato’ sud-coreano disposto a sacrificare i suoi legami economici cruciali con Pechino: la Cina è il principale partner commerciale della Corea del Sud. Come conseguenza del suo ruolo di piattaforma per la futura aggressione statunitense contro la Cina, la Corea del Sud ha subito perdite nei commerci, negli investimenti e nell’occupazione. Anche se un nuovo governo della Corea del Sud dovesse invertire questa politica, gli Stati Uniti non sposteranno l’installazione THAAD. La Cina, da parte sua, ha tagliato in gran parte i suoi legami economici e di investimento con alcuni dei più grandi conglomerati della Corea del Sud. Il turismo, gli scambi culturali e accademici, gli accordi commerciali e, soprattutto, la maggior parte delle esportazioni industriali sud-coreane rischiano di arrestarsi.Nel bel mezzo di un grande scandalo politico che coinvolge il presidente coreano (che affronta l’impeachment e l’arresto), l’alleanza militare americano-giapponese ha brutalmente coinvolto lo sprovveduto popolo sud-coreano in un attacco militare offensivo contro la Cina. Nel processo, Seoul rischia le sue relazioni economiche pacifiche con la Cina. I Sud-coreani sono in gran parte ‘a favore della pace’, ma si trovano sulle frontiere di una potenziale guerra nucleare.
La risposta della Cina alla minaccia di Washington è un massiccio accumulo della propria capacità di difesa missilistica. I Cinesi ora affermano di avere la capacità di abbattere rapidamente le basi THAAD in Corea del Sud se costretti dagli Stati Uniti. La Cina sta riorganizzando le sue fabbriche per compensare la perdita delle importazioni industriali sud-coreane.
Conclusione
L’ascesa e la caduta dell’America unipolare non ha destituito l’apparato statale permanente, dal momento che esso continua a perseguire le sue fallimentari strategie.
Al contrario, gli unipolaristi stanno accelerando la loro spinta per la conquista militare globale puntando la Russia e la Cina, che essi insistono sono la causa delle loro guerre perdenti e del declino economico mondiale. Vivono delle loro delusioni di una ‘era dell’oro’ degli anni ’90, quando George Bush Sr. poteva devastare l’Iraq e Bill Clinton poteva bombardare le città della Jugoslavia con impunità.
Sono finiti i giorni in cui gli unipolaristi potevano scompaginare l’URSS, finanziare violenti regimi ex-sovietici di rottura in Asia e nel Caucaso e gestire elezioni fraudolente per propri i clienti ubriachi in Russia.
I disastri delle politiche statunitensi e il loro declino economico interno hanno dato luogo a rapidi e profondi cambiamenti nei rapporti di potere negli ultimi due decenni, rompendo ogni illusione di un unipolare ‘secolo americano’.
L’unipolarismo resta l’ideologia dell’apparato permanente di sicurezza statale e delle sue elite a Washington. Credono che il matrimonio del militarismo all’estero e il controllo finanziario a casa permetteranno loro di riconquistare il loro perduto unipolare ‘Giardino dell’Eden’.
La Cina e la Russia sono i protagonisti essenziali di un mondo multipolare. La dinamica della necessità e la propria crescita economica li ha spinti ad alimentare con successo stati e mercati alternativi e indipendenti.
Questa evidente, irreversibile realtà ha spinto gli unipolaristi alla mania di prepararsi a una guerra nucleare mondiale! I pretesti sono infiniti ed assurdi; gli obiettivi sono chiari e globali; i mezzi militari offensivi distruttivi sono disponibili; ma lo sono anche le formidabili capacità di difesa e di rappresaglia della Cina e della Russia.
L’illusione dello stato unipolare di ‘vincere una guerra nucleare mondiale’ presenta agli Americani la sfida critica di resistere o di cedere a un impero insanamente pericoloso in declino, disposto a lanciare una guerra distruttiva globale.
[Trad. dall’inglese per ALBAinformazione di Marco Nieli]
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