La frode economica di Macri in Argentina

Macri

di Alfredo Serrano (da Telesur)-

27giu2017.- Macri ha ingannato la cittadinanza argentina. E lo ha dimostrato in un breve periodo di tempo. Ha avuto solo bisogno di poco più di un anno e mezzo per tradire tutto quello che aveva promesso. Se esistessero i contratti elettorali, quello di Macri già sarebbe stato rescisso per infrazione multipla.

Qui di seguito, vedremo come Macri ha truffato l’elettorato in ognuna delle sue promesse economiche durante la sua campagna:

Promessa 1: ridurre l’inflazione… e i prezzi sono saliti. L’inflazione è arrivata al 40% nel 2016, la più alta dal 2002. Sono aumentati i prezzi di tutti i servizi pubblici particolarmente grazie ai continui incrementi di tariffa. Sono saliti i prezzi dei medicinali, del trasporto, del cibo. E inoltre, nell’anno in corso, l’inflazione continua a un livello altissimo. Fino a questo momento, segnala un aumento del 10,5%, con un valore annuale del 24%, molto al di sopra delle previsioni del governo per questo anno (17%);

Promessa 2: recuperare l’economia… e il PIL si è contratto. Il paese ha chiuso il 2016 con una recessione del 2,3%, mentre nell’ultimo anno kirchnerista l’economia era cresciuta di un 2,1%. Nell’era Macri, il consumo è in caduta libera da 17 mesi consecutivi. La produzione industriale è caduta di più del 10%. L’OCDE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha abbassato la sua stima di crescita economica per l’Argentina nel 2017 e 2018, del 2,5% e del 3,1%, rispettivamente;

Promessa 3: povertà zero… e i poveri e l’indigenza sono aumentati. Il primo anno di governo, Macri ha creato 1,5 milioni di nuovi poveri e 600.000 nuovi indigenti. La stessa Università Cattolica Argentina assicura che nel primo trimestre del 2017 c’è stato un aumento di 5,5 punti nell’indice di povertà. E anche la disuguaglianza è cresciuta: la differenza tra i redditi tra il settore più ricco e quello più povero è passata da 18,7 volte nel 2015 a 23,2 volte nell’anno 2016;

Promessa 4: riduzione del deficit fiscale… e i conti continuano a peggiorare. Lo stesso governo ha informato che il deficit fiscale dell’anno 2016 è stato del 4,6%, questo considerando le entrate straordinarie generate dalla politica istituzionalizzata del lavaggio di capitali. Il Banco Centrale ha emesso 96.500 milioni di pesos in quello che resta dell’anno per finanziare lo squilibrio fiscale;

Promessa 5: generare più posti di lavoro… e aumenta la disoccupazione e la sotto-occupazione. La disoccupazione è arrivata al 9,2% nel primo trimestre di quest’anno, il livello più alto in un decennio. E la sotto-occupazione già sfiora il 10%. Si registra un livello di disoccupazione tra i più bassi in 25 anni superiore alla media regionale (del 24,6%,  di contro al 16%) e una percentuale tra le donne anche al di sopra della media regionale (30,33%, di contro al 16%);

Promessa 6:  mai più svalutazione… e il dollaro è salito. Il peso argentino si è svalutato di un 67%, da quando ha cominciato a governare Macri. E tutto segnala che la pressione della soia farà sì che la svalutazione sarà di molto maggiore nei prossimi mesi. La stessa Borsa dei Cereali ha già affermato che per settembre si aspetta un valore del dollaro al 17,5;

Promessa 7: più investimenti stranieri… e ogni volta ne arrivano di meno. L’investimento straniero diretto dell’anno 2016 è stato la metà che quello dell’anno anteriore. In termini comparativi, il valore di questa variabile si è ridotto nel 2016 del triplo di quanto è accaduto nel resto della regione;

Proposta 8: liberare il paese dal debito… e il debito è sempre più grande e senza fine. Nel suo periodo di governo, Macri ha creato debiti per quasi 100.000 milioni di dollari. Nel primo quadrimestre del 2017, gli interessi del debito hanno raggiunto il 10,6% del bilancio pubblico, superando le due cifre la prima volta dal 2001;

Proposta 9: abbassare le tasse ai lavoratori… e ciò che ha fatto è stato far pagare a tutti di più. Di fatto, in termini effettivi, il minimo imponibile si è ridotto, nonostante quello che aveva promesso in campagna. In totale e in termini netti, quasi 200.000 lavoratori addizionali sono stati inclusi nel pagamento di questa tassa;

Promessa 10: aprirsi al mondo… e davvero si sono aperti, però a loro modo. Non hanno raggiunto neppure la categoria di “paese emergente”, recentemente rifiutata da Morgan Stanley Capital International. Tuttavia, in verità, hanno ricevuto l’applauso dei fondi avvoltoio, dell’FMI (Fondo Monetario Internazionale), della Merkel, di Hollande e di Rajoy. Tutti contenti che Macri ha scelto una formula di inserirsi nel mondo con più debiti e in condizioni di scambio diseguale contro l’Argentina. Le importazioni arrivano a un 12,4% nella parte dell’anno in corso; il che sarebbe ideale, se l’economia stesse crescendo al 5-6%. Il deficit commerciale è sempre più asfissiante: 1.217 milioni di dollari nel primo quadrimestre dell’anno. Dal primo giorno di Macri, quel 10 dicembre 2015, il saldo per conto corrente accumula un deficit che supera i 21.200 milioni di dollari. Quest’anno si prevede che 12.000 milioni di dollari usciranno anche dal paese sotto forma di risparmio divise dei singoli. Ecco come l’Argentina ritorna al mondo…

Tuttavia, non finisce tutto qui. C’è molto di più in questa frode economica di Cambiemos. Non hanno mai detto che l’Argentina sarebbe diventata un paradiso finanziario e tanto meno fiscale. Macri ha fatto del paese un luogo ideale per il carry-trade: guadagnare senza necessità di produrre, solo investendo i soldi in strumenti finanziari (Lebac, buoni del Tesoro), dietro garanzia di un’elevatissimo tasso di redditività, al di sopra del 25%. E in più, in quello che riguarda il settore fiscale, l’Argentina ha portato a compimento un lavaggio di capitali che è arrivato a 116.800 milioni di dollari, senza che questo significasse l’entrata nel paese di questo ammontare. Solo il 20% è rientrato e il resto è rimasto fuori.

In sintesi, sulla base di queste cifre, possiamo affermare che Macri ha ingannato l’ elettorato con premeditazione e mala fede. Le promesse sono sfumate allo stesso modo dei suoi palloncini gialli a ogni raduno elettorale. Le aspettative svaniscono mentre la realtà economica del tutto negativa comincia a imporsi sul racconto macrista. La soggettività economica già non è tanto ottimista como si affermava all’inizio del suo mandato. Al contrario. L’evidenza non inganna.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Marco Nieli]

Venezuela expone su política sobre equidad de género en Nápoles

por mppre.gob.ve

Italia, 26 de junio de 2017 (MPPRE).- El Festival Mediterranean Pride of Naples 2017 concluyó en la ciudad partenopea luego de una semana de eventos que vio como protagonistas a toda la ciudad, así como a sus asociaciones sociales y representaciones diplomáticas.

La República Bolivariana de Venezuela fue uno de los países que patrocinó el evento, promoviendo el Plan de la Patria (2013 – 2019) y su Objetivo 2.2 que plantea “consolidar la equidad de género con valores socialistas”.

La cónsul de Venezuela en Nápoles, Amarilis Gutiérrez Graffe, presidió el inicio del acto en el que expuso los avances jurídicos del Gobierno Bolivariano con la inclusión de la no discriminación por orientación sexual e identidad de género en la Ley Orgánica del Poder Popular en el 2010.

Agregó que se realiza un trabajo importante sobre la educación sexual infantil a través de la escuela, la comunidad y la familia para evitar discriminaciones.

La diplomática venezolana explicó que entre los objetivos del actual proceso constituyente está el de constitucionalizar las misiones sociales, como proyectos que han sostenido a la población y a su sectores más olvidados.

Simona Marino, consejera de la Igualdad de Oportunidades, y Alessandra Clemente, asesora a la Juventud del Comune de Nápoles, agradecieron por el apoyo y afirmaron que Nápoles es una ciudad que lucha por el derecho a la “libertad del cuerpo”, y que constituye además, por su posición dentro del mar Mediterráneo, un punto de intercambio cultural, de acogida, haciendo referencia a la crisis migratoria.

Antonello Sannino, representante de ArcyGay Napoli, agradeció a Venezuela por el apoyo y por las actividades realizadas a nivel internacional a través de sus representaciones diplomáticas en el último período. Consulado

Nápoles: Mujeres Obreras condenan golpe en Venezuela

por mppre.gob.ve

Italia, 26 de junio de 2017 (MPPRE).-El comité de Mujeres obreras de Pomigliano de la ciudad de Nápoles en la región Campania, expresan su apoyo al Gobierno Bolivariano y a la lucha de clases contra el imperialismo.

En la sede del comité, en la ciudad Pomigliano d’ Arco, territorio caracterizado por albergar  un movimiento sindical activo por los derechos de los trabajadores, se sostuvo un encuentro en el que se denunciaron los planes de injerencia en la Patria de Bolívar y contra el Proyecto Bolivariano.

Las obreras, también miembros del sindicato SLAI COBAS, expresaron que “Venezuela no está sola en la lucha contra el imperialismo, el ejemplo del pueblo bolivariano se multiplica y demuestra que las mujeres son protagonistas directas del futuro”.

Recordaron que el sindicato se basa en valores por los que Venezuela lleva adelante el Proyecto Bolivariano: la autogestión desde la base, la libertad, la igualdad, la solidaridad y el internacionalismo.

La Cónsul Amarilis Gutiérrez agradeció por la solidaridad y denunció que: “Venezuela está bajo ataque imperial, no solo a nivel internacional sino desde el interior del país a través de una ola violenta extremista que no acepta el diálogo propuesto por la Constituyente”.

La Diplomática denunció la campaña mediática contra el país y manifestó la importancia de reproducir las actividades informativas en el territorio./ Consulado

Maracaibo 30jun2017: ¡con Maduro contra el fascismo!

El PCI rechaza los intentos golpistas contra Maduro

por Fosco Giannini, secretaría nacional PCI
Jefe del Departamento de Relaciones Internacionaes

El PCI rechaza los intentos golpistas contra Maduroy se declara al lado del pueblo y el gobierno venezolano!

Y la historia se repite, siempre de la misma manera: en América Latina, mientras más fuerte es el cambio, un cambio del pueblo y para el pueblo, más decidida, feroz y sangrienta es la respuesta de las fuerzas de la reacción, impulsada y organizada por el imperialismo norteamericano. En este momento, en Caracas, un helicóptero robado a la policía venezolana atacó militarmente (disparando y lanzando granadas) tanto al Ministerio del Interior como al Tribunal Supremo. No hay duda sobre la naturaleza política del ataque: en el helicóptero era visible una pancarta en la que se podía leer: “350 Libertad”, en referencia al artículo 350 de la Constitución Bolivariana que las fuerzas de la derecha venezolana y la Administración Trump utilizan de manera errónea y  manipulada, con todas sus poderosas fuerzas, para lograr la caída de Maduro y de la revolución “chavista”.

El ataque de las fuerzas reaccionarias es, por ahora, la “punta del iceberg” del inmenso esfuerzo que están haciendo el gran capital venezolano,  la oligarquía criolla y los propietarios de la tierra para traer de vuelta el orden neoliberal a Venezuela, volver a privatizar el petróleo y, en fin, izar de nuevo enCaracas la bandera norteamericana.

A partir de la primera victoria electoral de Hugo Chávez (1998) y a lo largo de los años de las otras victorias electorales “chavista” (2000, 2006, 2012) la ira de las fuerzas reaccionarias y de los EE.UU. nunca se ha aplacado, como nunca han abandonado la idea de implementar soluciones fascistas y “golpistas” contra la Revolución Bolivariana. La nacionalización del petróleo, la memorable campaña que acabó con el analfabetismo, la inversión social masiva -sobre todo en salud pública – y una política internacional totalmente auténtica y “chavista”, basada en el antiimperialismo y en la práctica de la solidaridad con los pueblos oprimidos y las luchas anti-coloniales, dentro de un proyecto de unidad e integración bolivariana para toda América Latina, ha hecho enloquecer a estas fuerzas de la reaccion tanto en Venezuela  como en los EE.UU., que se han fijado como objetivo principal derrotar  la Revolución y  derrocar a Chávez antes y ahora a Maduro.

Ya en abril de 2002 el “golpe” estuvo muy cerca de la victoria, encarcelaron a Hugo Chávez, quien, en un hecho histórico inédito, fue liberado por el pueblo de los barrios caraqueños.

Ahora, aprovechando una crisis económica creada por ella misma, la derecha reaccionaria se desata, con el objetivo de dar el “golpe” final contra Maduro.

El Partido Comunista Italiano se alinea con toda su fuerza y sin duda alguna con el gobierno legítimo, popular, revolucionario, antiimperialista e internacionalista del camarada Maduro, recordando el inmenso papel que la Venezuela Bolivariana ya ha jugado y juega a favor de todos los pueblos y gobiernos antiimperialistas y anti neoliberales de América Latina. Y es a partir de esta toma de conciencia acerca del papel fundamental que Venezuela ha desarrollado en pro de la libertad de los pueblos Latinoamérica y el Caribe que el PCI considera y considerará  la defensa, incluso por la fuerza, del gobierno revolucionario de Caracas, como un acto revolucionario legítimo.

 

[Traducción libérrima de cortesia de Alfredo Viloria Pérez]


Desde el Estado español condenan el fascismo

por COORDINADORA BOLIVARIANA SOLIDARIDA CON VENEZUELA

COMUNICADO
CONDENA DESDE EL ESTADO ESPAÑOL A LOS ACTOS TERRORISTAS EN VENEZUELA

Las organizaciones internacionalistas que hacemos vida en el conjunto del Estado español, condenamos enérgicamente los actos terroristas ejercidos contra las sedes del Tribunal Supremo de Justicia, máximo órgano judicial de la nación, y el Ministerio del Poder Popular para las Relaciones Interiores, Justicia y Paz, en la ciudad de Caracas, el martes 27 de junio.

Esta nueva agresión se encuadra en la escalada de violencia instigada por sectores de la ultraderecha 
venezolana, aupada por sus socios internacionales, que busca arrasar con el chavismo. Acciones de esta naturaleza evidentemente violan la Constitución y las leyes venezolanas, alimentando el odio fratricida con consecuencias imprevisibles y apostando por elevar el nivel de injerencia contra nuestra hermana nación.

Llamamos la atención sobre la posición de la derecha del Estado español, que pretende convertirse en punta de lanza de la agresión contra Venezuela. Esta complicidad con el odio, la violencia y el irrespeto a la soberanía de los pueblos concita nuestro más absoluto rechazo.

La oposición desarrolla una intensa agenda de violencia para sabotear, por todas las vías, cualquier posibilidad de diálogo y entendimiento entre los venezolanos. Eso incluye el intento de impedir la realización de la Asamblea Nacional Constituyente, que se elegirá el 30 de julio.

Hacemos votos porque el Pueblo y el Gobierno venezolano logren una contundente victoria contra esta nueva arremetida terrorista de la derecha venezolana, que llena de odio, intolerancia y ambición de poder, abiertamente atenta contra la democracia bolivariana.

Ratificamos nuestro rotundo apoyo a Nicolás Maduro Moros, presidente constitucional, y al pueblo venezolano en su conjunto, que no quiere más la violencia impuesta por el fascismo transnacional.

28 de junio de 2017.

Organizaciones firmantes:

Asociación Galego-Bolivariana Hugo Chávez
Comité Internacionalista de Zaragoza
Euskadi-Cuba
Iniciativa Solidaria Internacionalista de Burgos
Plataforma Bolivariana de Cádiz
Plataforma Bolivariana de Canarias
Plataforma Bolivariana de Solidaridad con Venezuela de Madrid

Il PC solidale con Maduro e la Rivoluzione Bolivariana!

da ilpartitocomunista.it

Il Partito Comunista ha inviato oggi all’Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela, al Partito Comunista Venezuelano, e alle forze rivoluzionarie venezuelane, la propria solidarietà internazionalista, contro il tentato golpe ai danni del Presidente Maduro e del suo governo. Da settimane si assiste ad una preoccupante escalation nel Paese, che rende evidenti i piani della borghesia imperialista, supportata dagli Stati Uniti, di rovesciare il governo bolivariano e mettere fine al processo rivoluzionario, evitando un suo possibile approfondimento. I piani eversivi dell’opposizione di destra vogliono riportare al potere quei settori del capitale che per anni hanno affamato il popolo venezuelano, negando i diritti più basilari alle classi popolari, trattenendo per sé e per i grandi monopoli internazionali i profitti delle enormi ricchezze del Venezuela. La lotta contro l’imperialismo è una lotta definitiva, che può concludersi solo con la vittoria delle forze rivoluzionarie o con la loro capitolazione. Non c’è spazio per compromessi, per moderazione, per concessioni nel tentativo di ottenere un giudizio migliore da parte del capitale e dei media sull’operato del governo. Per gli imperialisti chi si solleva contro i loro interessi, anche se ha il consenso dei lavoratori e delle grandi masse popolari del proprio paese, sarà sempre e comunque un dittatore. La loro democrazia inizia e finisce nel campo ristretto degli interessi capitalistici, oltre i quali sono disposti anche a assoldare mercenari per lanciare granate contro gli edifici dello Stato, come accaduto oggi. La lezione cilena, è ancora oggi un monito per il sud America e per tutto il mondo.

Il PC sosterrà senza condizioni ogni forma di approfondimento del processo rivoluzionario bolivariano, che il governo venezuelano attuerà nella direzione della costruzione del socialismo nel Paese, per assicurare il potere nelle mani dei lavoratori, per chiudere i conti, una volta per tutte, con i settori reazionari, imperialistici e golpisti del Paese. A noi il compito in Italia di dispiegare un’opera di controinformazione e convincimento dei lavoratori, che rompa con il monopolio mediatico dei settori imperialisti.

La vittoria o la sconfitta del processo bolivariano in Venezuela, hanno un impatto non trascurabile sugli equilibri dell’America Latina, sul sostegno a Cuba socialista, sulle possibilità di lotta dei lavoratori in tutto il mondo. Lo sanno gli imperialisti, lo sanno i rivoluzionari di tutto il mondo, che oggi si stringono attorno alle forze rivoluzionarie venezuelane, per difendere il processo bolivariano, per approfondire il suo carattere rivoluzionario. Socialismo o morte!

Il PRC con la Rivoluzione Bolivariana!

da rifondazione.it

Il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea condanna energicamente i fatti accaduti ieri nella Repubblica Bolivariana del Venezuela, con un attacco armato alle sedi del Tribunale Supremo di Giustizia e del Ministero per il potere popolare degli Interni, Giustizia e Pace, che si trovano entrambi a Caracas.

Esigiamo dal governo italiano un’esplicita condanna del terrorismo, il rispetto dei poteri istituzionali legittimi, la non ingerenza negli affari interni del Venezuela e l’appoggio al dialogo tra le parti che ha avuto il sostegno del Papa e di ex-Presidenti.

Quanto sta accadendo dimostra il carattere golpista di una parte dell’opposizione che è stata con troppa superficialità e in maniera irresponsabile appoggiata da diversi governi europei ed anche dal PD, nonostante gli appelli e gli avvertimenti dello stesso Papa Francesco.

Perfino il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani si è avventurato in dichiarazioni contro il legittimo governo venezuelano che di fatto hanno legittimato i golpisti.

In troppi stanno sostenendo le medesime posizioni di Trump invece di lavorare per il dialogo. 

Il PD e le altre forze politiche devono spiegare al Paese se stanno dalla parte dei golpisti o da quella della pace. Non c’è spazio per ambiguità, né per l’uso strumentale della comunità italo-venezuelana. 

Il PRC-SE riafferma la propria solidarietà al legittimo governo del Presidente Maduro e fa appello ai propri militanti e ai sinceri democratici a dar vita a manifestazioni, dibattiti, iniziative pubbliche contro il golpe in atto.

¡ALBA-TCP con la Revolución Bolivariana!

por ALBA-TCP

COMUNICADO DE LA ALIANZA BOLIVARIANA PARA LOS PUEBLOS DE NUESTRA AMÉRICA-TRATADO DE COMERCIO DE LOS PUEBLOS (ALBA-TCP) EN CONDENA A LOS ATAQUES TERRORISTAS EN CARACAS

Los países de la Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América – Tratado de Comercio de los Pueblos (ALBA-TCP) condenamos de manera enérgica el ataque terrorista realizado el día 27 de junio de 2017 en la capital venezolana, esta vez dirigido contra las instalaciones y funcionarios del Tribunal Supremo de Justicia y del Ministerio del Poder Popular para Relaciones Interiores, Justicia y Paz de la República Bolivariana de Venezuela.

Denunciamos y repudiamos que desde un helicóptero se disparó y se lanzó explosivos contra instalaciones públicas en las que se encontraban trabajando civiles. Asimismo, alarma y preocupa la tergiversación de este grave hecho por medios de comunicación internacionales, así como el silencio cómplice de países que dicen preocuparse por la situación en Venezuela y por la lucha contra el terrorismo en general.

Exhortamos a la Comunidad Internacional a rechazar enfáticamente estas acciones terroristas en Venezuela, así como a condenar el uso de la violencia como arma política, para derrocar a gobiernos legítimos y democráticamente electos. A la vez, reiteramos el llamado a un diálogo constructivo y respetuoso en Venezuela, por la paz y la estabilidad de esa hermana nación y la seguridad de su pueblo.

Los países del ALBA-TCP expresamos nuestro apoyo y solidaridad al Gobierno Constitucional del Presidente Nicolás Maduro, la unión cívico-militar y a su pueblo, a la vez que permanecemos vigilantes frente a los intentos de desestabilizar a Venezuela.

El ALBA-TCP reitera que el diálogo constructivo es el mejor camino para la Paz y la solución de las diferencias internas, igualmente deploramos cualquier tipo de injerencia en los asuntos internos de Venezuela.

Caracas, 28 de Junio de 2017

Il Partito Comunista Italiano con il popolo venezuelano e con Maduro!

di Fosco Giannini, segreteria nazionale PCI e Responsabile Dipartimento Esteri

IL PCI CONTRO I TENTATIVI GOLPISTI CONTRO MADURO E A FIANCO DEL POPOLO E DEL GOVERNO VENEZUELANO!

 

E’ la storia che si ripete, sempre uguale a se stessa: in America Latina, più è forte il cambiamento, più il cambiamento è del popolo e per il popolo, più determinata, feroce e sanguinaria è la risposta delle forze reazionarie, sollecitate ed organizzate dall’imperialismo USA. In queste ore, a Caracas, un elicottero rubato alla polizia venezuelana ha attaccato militarmente (sparando e lanciando granate) sia il Ministero degli Interni che la Corte Suprema. Nessun dubbio sulla natura politica dell’attacco: sull’elicottero era ben visibile uno striscione che recitava: “350 Libertad”, un riferimento all’articolo 350 della Costituzione bolivariana che le forze della destra venezuelana e l’Amministrazione Trump avversano con tutte le loro – poderose – forze, nell’obiettivo di far cadere Maduro e la rivoluzione “chavista”.

L’attacco militare delle forze reazionarie è, per ora, uno degli apici del lungo tentativo del grande capitale venezuelano, delle oligarchie venezuelane, dei padroni delle terre venezuelani, di riportare l’ordine liberista” in Venezuela, di riprivatizzare il petrolio, di riportare a Caracas la bandiera nord americana.

Dalla prima vittoria elettorale di Hugo Chavez (1998) e lungo tutti gli anni delle altre vittorie elettorali “chaviste” (2000, 2006, 2012) la rabbia delle forze reazionarie e degli USA non si è mai placata e mai si è spenta l’idea di soluzioni fasciste e “golpiste” contro la Rivoluzione bolivariana.

La nazionalizzazione del petrolio, le immense campagne di alfabetizzazione, gli investimenti massicci per le garanzie sociali – innanzitutto per la sanità pubblica – e una politica internazionale “chavista” incardinata sull’antimperialismo, sulla solidarietà ai popoli oppressi e alle lotte anticolonialiste, entro un progetto generale di unità e integrazione bolivarista per tutta l’America Latina, tutto ciò ha fatto impazzire le forze reazionarie venezuelane e gli USA, che si sono poste l’obiettivo primario di sconfiggere la Rivoluzione, di far cadere prima Chavez ed ora Maduro.

Già nell’aprile del 2001 i “golpisti” andarono vicinissimi alla vittoria, incarcerando Hugo Chavez, poi liberato dallo stesso popolo di Caracas. Ora, anche approfittando della crisi economica, la destra reazionaria si scatena, nell’obiettivo del “golpe” finale contro Maduro.

Il Partito Comunista Italiano si schiera con tutte le sue forze e senza dubbi alcuni a fianco del governo legittimo, popolare, rivoluzionario, antimperialista e internazionalista del compagno Maduro, ricordando anche il ruolo immenso che il Venezuela bolivarista ha già svolto e svolge a favore di tutti i popoli e i governi antimperialisti e antiliberisti dell’America Latina. Ed è anche a partire da questa consapevolezza, a partire dal grande ruolo volto alla libertà dei popoli di tutta l’America Latina che il Venezuela ha già svolto e potrà svolgere, che il PCI ritiene e riterrà la difesa, anche con la forza, del governo rivoluzionario di Caracas un atto legittimo e rivoluzionario.

Comunicato del Governo del Venezuela contro il fascismo

COMUNICATO

Il Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela informa la cittadinanza e i popoli fratelli del mondo riguardo gli attacchi armati perpetrati durante il pomeriggio di ieri, martedì 27 giugno, contro le sedi del Ministero del Potere Popolare per l’Interno, Giustizia e Pace e il Tribunale Supremo di Giustizia come parte di una escalation golpista contro la costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela e le sue istituzioni.

Entrambi gli attacchi sono stati effettuati da un elicottero Airbus Volkow modello 105 sigle Cicpc 02, sottratto dalla Base Aerea Generalísimo Francisco de Miranda presso La Carlota, Caracas, da un soggetto chiamato Oscar Alberto Pérez il quale, per commettere gli attentati, si è avvalso della sua condizione di ispettore iscritto alla divisione del trasporto aereo del Cuerpo de Investigaciones Científicas, Penales y Criminalísticas (Cicpc).

Il complottista ha pilotato l’elicottero fino ad avvicinarsi al Ministero del Potere Popolare per l’Interno, Giustizia e Pace, che si trova nella avenida Urdaneta, dove ha sparato circa 15 volte contro la struttura mentre nella terrazza del medesimo edificio si stava svolgendo una attività. Al momento dell’attacco si trovavano lì circa 80 persone.

Successivamente, il velivolo si è diretto verso la sede del Tribunale Supremo di Giustizia, dove era riunita in sessione la Sala Costituzionale del Tribunale, in presenza dei magistrati e di un gruppo di impiegati che lavoravano nei suddetti uffici. Contro la struttura e i lavoratori che vi erano al suo interno, sono stati esplosi degli spari e sono state lanciate almeno quattro granate di origine colombiana e produzione israeliana, di cui una non è esplosa ed è stata raccolta, mentre le altre due sono state lanciate contro i funzionari della Guardia Nazionale Bolivariana che controllavano l’edificio. Grazie al rapido intervento delle guardie è stato possibile scongiurare una tragedia.

L’autore materiale degli attacchi è sotto inchiesta per i suoi legami con la Central Intelligence Agency degli Stati Uniti d’America e l’ambasciata statunitense a Caracas, come anche per la sua vicinanza un ex ministro dell’Interno che di recente ha confermato pubblicamente i suoi contatti con la CIA.

Per il Governo Bolivariano si tratta di attacchi di connotazione terroristica che fanno parte di un’offensiva insurrezionale condotta da settori estremisti della destra venezuelana con il sostegno dei governi e delle potenze straniere.

La Forza Armata Nazionale Bolivariana e le forze dell’ordine dello Stato stanno lavorando per consegnare alla giustizia l’autore di questi atti e recuperare il velivolo.

Il Governo Bolivariano esorta i partiti politici riuniti nella cosiddetta Mesa de la Unidad Democrática, così come le gerarchie ecclesiastiche e tutti gli altri settori della società venezuelana, a condannare in maniera assoluta questi atti e a prendere le distanze, una volta per tutte, dalla violenza.

Il Governo Bolivariano invita il popolo venezuelano a vigilare di fronte l’escalation golpista che intende alterare l’ordine costituzionale in Venezuela e che dimostra di non avere nessuno scrupolo per raggiungere le proprie ambizioni politiche ed economiche.

Nessuno di questi attacchi fermerà l’inizio del processo costituente popolare, né impedirà l’esercizio del diritto di voto da parte del popolo venezuelano il prossimo 30 luglio per eleggere i membri dell’Assemblea Nazionale Costituente.

Il presidente costituzionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro Moros, continua a guidare la sua amministrazione dirigendo le azioni di governo per tutelare la sicurezza e la tranquillità del popolo venezuelano.

Oggi più che mai valgono le parole del Comandante Chávez: Unità, Lotta, Battaglia e Vittoria.

 

Caracas, 27 giugno 2017.

Helicóptero y armas

por Néstor Francia 

Análisis de Entorno Situacional Político

Miércoles 28 de julio de 2017

Los anaqueles del pasado

Una desagradable angustia nos ataca en este momento, ante la incertidumbre del futuro inmediato. La probabilidad de que se desate en Venezuela una guerra fratricida es clara y no podemos negarnos a la factibilidad de ese escenario. Hechos recientes no hacen sino abonar a ese indeseable albur. Está, por ejemplo, el evento del helicóptero insurrecto el día de ayer, que radicaliza el clima de violencia, más allá de la efectividad o no de esa acción relativamente aislada. Por otro lado, vemos como el presidente Maduro plantea abiertamente la posibilidad de que el chavismo emprenda una lucha armada, si la derecha traspasa los límites que la separaría de la opción cierta de la toma del poder.

Para nosotros es claro el lado del que estamos en este brete, pero no por ello deja de preocuparnos el hecho de que, en sentido estricto, estamos en medio de un debate político entre dos polos, que no tiene actual correlato en la ubicación social de la mayoría. Ni el chavismo ni la MUD están representando en este momento a esa mayoría. De manera que una guerra abierta tendría un corolario impredecible que podría ser inclusive el de cualquier pescador, interno o externo, que aproveche la situación para hacerse del preciado pez que es Venezuela, sumida en su río revuelto. No creemos necesario insistir demasiado en la inquietud que precede a la anterior: la muerte, el dolor y la destrucción siempre asociados a toda guerra.

Es sorprendente lo que uno puede encontrarse cuando registra los anaqueles del pasado, lo que uno ha advertido, lo que uno ha escrito. Hagamos un ejercicio, que completará básicamente el Análisis de hoy. Vamos a citarnos nosotros mismos, de trabajos como este, enviados el año pasado.

Sobre la agudización del conflicto nacional: “Las posibilidades de una gran confrontación nacional, inclusive con algún nivel de violencia, siguen en aumento. La derecha insiste en la búsqueda de fórmulas que le permitan salir del presidente Maduro antes de que se cumplan los lapsos constitucionales del período. La única rendija legal que se le ofrece, el referendo revocatorio, parece cancelada. Cualquier otro atajo sería inconstitucional y dispararía el conflicto. Por su parte, el presidente Maduro ha sido claro en cuanto a cómo actuaría, si se da tal situación: ‘¿El pueblo va a permitir que la oligarquía, que ganó la Asamblea Nacional por la confusión de un sector de nuestro pueblo, tome el poder político en Miraflores?… Para eso es que nos estamos preparando, para no permitirlo ni por una vía ni por la otra, ni por las buenas ni por las malas’” (01/02/2016).

¿Ha podido llegar el chavismo en mejores condiciones a este día? Sin duda. Estamos seguros que así sería si tan solo la prepotencia, el sectarismo y la sordera hubieran cedido un tanto de terreno a la humildad, la amplitud de miras y la sincera intención autocrítica de todos nosotros (no estamos hablando del Gobierno, sino del chavismo, o sea también del Gobierno). ¿Que no? ¿Estamos nosotros hablando de este modo ahora, cuando el cielo se nos puede venir encima? Claro que no Ya hace cerca de un año asomamos nosotros la idea de acometer la Asamblea Constituyente, no para menos que la transformación del Estado hacia formas reales, concretas y efectivas de Poder Popular, que apunten a ir trascendiendo el Estado burgués imperante aun en Venezuela, no un reacomodo, una reorganización, sino una verdadera revolución constitucional: “… nuestra Constitución sigue manteniendo los elementos fundamentales de la democracia burguesa, la democracia representativa. Una expresión de ello es la forma en que se elije y se constituye la Asamblea Nacional. Es esta situación lo que ha permitido que la burguesía se apodere de esa institución y la esté utilizando como uno de los factores preponderantes de la conspiración que apunta a la restauración del dominio neoliberal en nuestro país y la sumisión de Venezuela a los intereses globales del imperialismo. A estas alturas nos preguntamos si acaso no será necesario, después que superemos la tormenta (si es que lo hacemos, confiamos en que sí), el emprendimiento de una nueva Asamblea Constituyente que genere una Constitución aun más avanzada y revolucionaria que la actual” (04/08/2016).

Esa idea la manejamos entonces en varios encuentros entre chavistas, entonces nadie nos hizo caso, algunos hasta nos miraron como si estuviéramos locos. Ese es uno de los problemas: el síndrome del seguidor, que solo descubre el mundo cuando lo hace la autoridad: ausencia de pensamiento crítico, independiente y creativo.

Y fíjese el lector en esto, que escribimos el 28 de julio de 2016: “Veníamos bajando hacia la Plaza Bolívar rumiando nuestra preocupación por todo lo que ocurre cuando nos saludó un chavista amigo y nos asomó su diagnóstico pesimista: ‘Camarada, estamos jodidos’. No nos conforma que nos digan lo que sabemos, porque en este momento estamos un poco jodidos todos, es la verdad. Queremos que nos den razones y, sobre todo, que nos asomen propuestas, posibles soluciones. Así que preguntamos al compa: ‘Ajá ¿y cómo se hace?’. Él argumentó que el problema son las instituciones del Estado, que son ineficientes, que no cumplen su papel. Nosotros replicamos: ‘No podemos estar esperando demasiado de las instituciones, más bien hacen demasiado, tomando en cuenta todos los vicios del Estado burgués que perduran tercamente: burocratismo, verticalidad, exclusión del pueblo y unos cuantos etcéteras. Para mí el problema principal reside en la vanguardia de la Revolución, en el partido (PSUV) y en sus dirigentes, porque el partido reproduce esos vicios y no termina de entender que venimos de una gran derrota que nos obliga a cambios verdaderos, profundos, de las estructuras, del estilo de trabajo, de la relación con el pueblo’”.

Pronto hará un año de esta advertencia, y las cosas no se han movido en el PSUV ni un milímetro. Es el mismo partido burocratizado, ensimismado, limitado política e ideológicamente. Esto lo decimos sin muchas esperanzas de que se nos escuche, pero al menos así salvamos parte de nuestra responsabilidad ante lo que puede venir: nosotros queremos ser leales, al intentar decir verdades aunque eso pueda reportarnos más problemas que beneficios o privilegios.

Y finalmente, por ahora, para no exceder los límites tradicionales de estos trabajos: “La Guerra No Convencional no puede ser enfrentada con partidos convencionales, lenguajes convencionales y herramientas convencionales. Las fuerzas progresistas latinoamericanas han contribuido con sus errores a facilitar la acción erosiva de sus enemigos, cayendo en las trampas de la institucionalidad burguesa que no han logrado transformar y mostrando poca capacidad de adaptación a las nuevas realidades surgidas tras sus victorias de fines del siglo XX y comienzos del siglo XXI. En el ámbito cultural y comunicacional, tan importante, ha habido en algunos casos un asfixiante dogmatismo, un lenguaje repetitivo y exento de creatividad que se ha venido desgastando hasta hacerse casi inocuo, una estética de dudosa calidad, una simbología anacrónica y otros desatinos. En otros casos, se ha sufrido de un excesivo formalismo que impide que los pueblos puedan diferenciar unas fuerzas de otras, y volviéndose a la definición de los políticos como una especie de clase aparte constituida por aprovechadores, oportunistas y farsantes”.

¿Está la comunicación vinculada a la Constituyente exenta de estas limitaciones? Sinceramente, no lo creemos así, y no nos queda otra que decirlo, se escuche o no.

Sí, el cielo encapotado anuncia tempestad. Nuestra tripulación ha podido enjarciar mejor la nave, aviar con más propiedad la artillería, prepararse con más acierto para la batalla. Ahora tenemos que ir a la lucha tal como estamos. Ojalá, lo repetimos, se enderecen las cargas en el camino, porque los vientos se acercan huracanados.

 

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