(VIDEO) Siria: Al-Asad non firmerà mai la pace con Israele

da hispantv

Il ministro dell’Informazione siriano Omran al-Zoubi, ha dichiarato che il presidente Bashar al-Assad non potrà mai firmare la pace con Israele, nonostante le pressioni da parte di alcuni paesi.

«Hafez e Bashar al-Assad non mai accettato un accordo di pace con il regime sionista e i sionisti vogliono che i popoli rinuncino alle loro istanze», ha aggiunto Al-Zoubi durante una conferenza stampa a Teheran.

Il Ministro siriano ha denunciato dall’inizio del conflitto in Siria, che finora hanno provocato la morte di oltre 240.000 persone, alcuni paesi come la Francia, Arabia Saudita, Turchia e Qatar hanno cercato di incoraggiare il governo di Damasco per chiudere accordi con il regime israeliano.

«Lo sceicco Hamad bin Khalifa al-Thani ( emiro del Qatar) ha affermato che in cambio della firma di un accordo di pace (con Israele), il Qatar investirà il proprio denaro in Siria, Nicolas Sarkozy , allo stesso modo, promise più strette relazioni tra la Siria e l’Unione europea (UE)».

Al-Zoubi ha sottolineato, inoltre, che l’attuale crisi in Siria è un complotto ordito dai nemici del paese arabo, in risposta al governo siriano che sostiene la resistenza palestinese e il Movimento della Resistenza Islamica in Libano (Hezbollah).

In questo contesto, ha ricordato che, nel 2003, Colin Powell, allora Segretario di Stato ha fatto visita a Damasco, dove ha promesso che Washington avrebbe trasformato la Siria nel “paradiso della regione” a condizione che Damasco rompesse i rapporti con Hezbollah e l’Iran, e chiudesse i comandi dei gruppi della resistenza palestinese. Una proposta respinta da Al-Asad.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

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Assad denuncia l’ipocrisia occidentale nella lotta al terrorismo

da hispantv

Il presidente siriano Bashar al-Assad, oggi, ha denunciato le menzogne ​​e l’ipocrisia dell’Occidente, affermando che le superpotenze stanno combattendo un “mostro” creato da loro stessi.

Nel suo discorso ai funzionari siriani provenienti da diversi settori, ha sottolineato come l’Occidente sia diventato lo sponsor principale ed esportatore di terrorismo nel mondo, per imporre i suoi disegni ai popoli e servire i propri interessi.

Dopo aver denunciato il sostegno multilaterale dei paesi occidentali al terrorismo, ha aggiunto che questo fenomeno non ha limiti e ha ricordato che il governo di Damasco aveva ripetutamente messo in guardia contro i pericoli che comporterebbe una sua crescita nel Medio Oriente.

A questo proposito, Assad ha osservato che la lotta al terrorismo sarà fruttuosa solo se le richieste delle nazioni e i loro diritti siano rispettati.

Evidenziando che il governo siriano “sostiene una soluzione politica” per risolvere la crisi nel paese, Al Asad ha ricordato la presenza al tavolo del dialogo con i cosiddetti gruppi di opposizione siriana, precisando che « il sangue del popolo siriano è ancora più importante, la Siria è disposta a porre fine alla crisi nel più breve tempo possibile».

Il presidente ha ribadito che la guerra che affligge la Siria da più di 4 anni, è una “guerra imposta” contro il paese; La Siria non ha mai voluto la guerra, ma «se ce l’hanno imposta, l’esercito siriano resisterà su tutti i fronti».

«La nostra lotta ha due schieramenti, da un lato c’è il popolo siriano e dall’altro i terroristi provenienti da diversi paesi del mondo», ha dichiarato, per  poi parlare della guerra mediatica imposta contro il paese arabo per diffondere menzogne ​​sulla “divisione della Siria”‘.

Dopo aver affermato che non vi può essere alcun collegamento tra terrorismo e una soluzione politica, al-Asad ha affermato che «dobbiamo sconfiggere il terrorismo, se vogliamo iniziare un dialogo in Siria (…) Non c’è altra scelta che combattere e vincere».

La priorità del governo di Damasco, ha precisato, è quella di raggiungere la liberazione totale di tutte le regioni controllate dai gruppi terroristici, e l’esercito siriano ha la capacità per farlo.

Egli ha sottolineato che il ritiro e il fallimento non hanno posto nella logica dell’esercito siriano, e le forze militari del paese in lotta per l’unità della nazione.

Assad ha ringraziato l’Iran e Hezbollah per essere accanto al popolo siriano nella lotta contro i gruppi terroristici (…). «Il paese fratello Iran ci ha fornito esperienze militari e i nostri fratelli della resistenza hanno combattuto con noi».

Egli ha sottolineato che l’Iran e il Movimento di Resistenza Islamica in Libano (Hezbollah) hanno fornito alla Siria di quanto necessario per combattere il terrorismo; mentre ha preso atto delle iniziative proposte dalla Russia per porre fine alla violenza nel loro paese e anche il sostegno della Cina in questo senso.

Per quanto riguarda la conclusione dei colloqui sul nucleare Teheran-Gruppo 5 + 1, ha spiegato che «l’Iran ha ottenuto un grande successo (…) grazie all’unità e alla solidarietà del suo popolo».

Secondo Al-Asad, anche se l’Iran ha subito per tre decenni diversi tipi di sanzioni e otto anni di guerra che ha distrutto le sue infrastrutture, è al primo posto nella produzione industriale tra i paesi islamici.

«Siamo in una fase decisiva e mai faremo passi indietro sui nostri diritti. Vencereremo e difenderemo i nostri diritti. Oggi il mondo sta cambiando e qualsiasi paese che riesce a difendere i suoi diritti sarà il vincitore. I paesi che lottano per i loro diritti sono rispettati, e senza dubbio raccoglieranno la vittoria, e l’Iran è il migliore esempio in questo senso», ha concluso.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Nasrallah: «Nessuno può rovesciare militarmente la Siria»

da sana.sy

Ieri, in occasione della Giornata di Al Quds, istituita come primo atto della Rivoluzione islamica in Iran da Ruhollah Khomeini nel 1979 come manifestazione di solidarietà alla Palestina e ai popoli oppressi, il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha dichiarato che «Israele crede che tutto ciò che sta accadendo nella regione serva ai suoi interessi, e i suoi leader hanno espresso la loro soddisfazione per ciò che sta accadendo in Siria»

Nasrallah ha ribadito che «Israele è la madre del terrorismo e la sua origine, ed è anche uno stato e un’entità terrorista istituita dalle organizzazioni terroristiche che oggi si presentano come combattenti del terrorismo».

Il Segretario generale di Hezbollah ha confermato che il piano takfiro sponsorizzato da alcuni Stati arabi non sono interessati a trovare una soluzione alla crisi del popolo palestinese, ma agiscono solo a vantaggio di Israele.

Il leader di Hezbollah ha aggiunto: «Dobbiamo trovare una soluzione politica alla crisi in Siria e fermare tutti i paesi che stanno lavorando contro una soluzione politica e pacifica», sottolineando che «non si può rovesciare militarmente la Siria perché la sua forte resistenza e ferma posizione sarà sempre sostenuta dai suoi alleati e amici».

«Quando combattiamo in Siria lo facciamo alla luce del sole e tutti i nostri martiri che rientrano in Siria, sono martiri per la Siria, per il Libano, per la Palestina, per la regione e per la nazione», ha concluso Hezbollah.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Qual è il significato della vittoria dell’esercito nel Sud della Siria?

di Yusuf Fernandez – Al Manar 

Pochi giorni fa, i gruppi terroristici in Siria, guidati da Al Qaeda, avevano annunciato che stavano lanciando l’operazione “Tempesta del Sud” al fine di iniziare il processo di attacco a Damasco. Il loro ottimismo è natto da diversi fattori tra cui l’aiuto del regime giordano, che ha permesso il passaggio di migliaia di terroristi e di armi attraverso il suo confine con la Siria meridionale.

Le principali fasi dell’attacco sono state le province di Suweida e Deraa. Così, i terroristi prevedevano di prendere in particolare la città di Deraa e la base aerea Thalet nella provincia di Suweida, cercando di avanzare rapidamente.

Il risultato, tuttavia, è stato un disastro senza precedenti per i gruppi armati. In primo luogo, non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi, dopo ripetuti attacchi sia a Thalet e Deraa. Ripetuti attacchi sono stati respinti dopo pesanti combattimenti da parte dell’esercito siriano sostenuto dalle Forze di difesa Nazionale.

Questo fatto rileva che la forza aerea siriana con i suoi bombardamenti ha svolto un ruolo di primo piano, colpendo con precisione le posizioni e le concentrazioni dei terroristi. In una spettacolare operazione, i missili dell’aviazione hanno distrutto una sala operativa, responsabile della direzione dell’operazione “Tempesta del Sud” in un momento in cui erano presenti diversi leader del Fronte al Nusra e altri gruppi. Il risultato è stato la morte di cinque principali leader di Al nosra, e diverse decine di comandanti. Questa operazione è stata certamente una dei migliori successi dei servi segreti siriani durante la guerra e ha seminato confusione tra i gruppi armati, alcuni dei quali hanno deciso di ritirarsi dall’operazione.

In secondo luogo, il numero delle vittime subite dai terroristi nel corso di questi attacchi contro la base aerea di Thalet e a Deraa è stato di circa un migliaio. La potenza di fuoco dell’artiglieria, dell’aviazione e le armi a breve e medio raggio hanno decimato le fila dei terroristi, che hanno lasciato molti morti sul terreno. Come al solito, Israele e il regime giordano sono giunti rapidamente in soccorso dei feriti, portandoli nei loro ospedali e così ancora una volta, hanno dimostrato la stretta connessione tra i gruppi armati di opposizione e il peggior nemico della Siria, cioè, il regime sionista.

Un fattore decisivo nella battaglia è stato la mobilitazione della popolazione. I drusi di Suweida, sotto shock per l’omicidio di 30 civili in una comunità di villaggio della Siria da parte del Fronte al Nusra, la cui appartenenza ad Al Qaeda continua ad essere motivo di imbarazzo per i regimi arabi e paesi occidentali che sostengono i gruppi terroristici in Siria, sono stati mobilitati a sostegno dell’esercito siriano. Lo stesso è accaduto in altre parti della Siria, come Hasaka o Deraa. In questo senso, il movimento popolare in Siria, ma non ha avuto la stessa risolutezza che ha in Iraq, riparando le numerose carenze del dell’esercito iracheno, ma hanno avuto una crescente importanza nel risultato della battaglia della Siria meridionale. In questo senso, si prevede che il peso della mobilitazione popolare nel paese aumenterà.

Un altro fattore importante che ha avuto un riflesso nella battaglia del sud è stato il cambiamento nel panorama politico della regione e, in particolare, la sconfitta elettorale del presidente Recep Tayyip Erdogan in Turchia. In questo paese, l’opposizione ha condannato all’unanimità la politica di Erdogan di sostenere i gruppi terroristici in Siria, una posizione condivisa per gran parte dei militari turchi, i quali, hanno appena sfidato il presidente, rifiutando di partecipare ai suoi piani per l’invasione del nord-est Siria. In questo senso, l’indebolimento del regime di Erdogan porta a un cambiamento nella politica della Turchia verso la Siria e il  sogno “neo-ottomana” suo e del suo primo ministro, Ahmet Davutoglu. Lo stesso vale per il regime fantoccio di Abdullah II di Giordania, creato in esclusiva per la protezione di Israele. I sogni della Giordania di vedere aumentato il loro ruolo, praticamente nullo nella regione, è passato attraverso le sconfitte dei gruppi armati a Deraa e Suweida.

L’esercito siriano ha testato in queste battaglie nuove tattiche che si sono rivelate molto efficaci, che colpendo le retrovie delle linee nemiche, con bombardamenti di precisione contro le concentrazioni di terroristi, come la già citata operazione di Deraa. Non c’è dubbio che le armi avanzate che la Russia e l’Iran stanno dando all’esercito siriano mostreranno presto gli effetti sul campo di battaglia e consentiranno in modo più accurato di colpire le postazioni e le sale di controllo dei gruppi terroristici.

La Battaglia del sud ha preso anche luogo in un contesto di nuove vittorie da parte dell’esercito siriano e di Hezbollah nel Qalamún, dove è stata eseguita con successo una campagna per sradicare al Nusra e Isis in quella regione e nelle zone di confine tra Siria e Libano, soprattutto ad Arsal. L’Isis ha inoltre subito pesanti sconfitte nelle province di Raqqa e Hasaka. Le Forze curde hanno ottenuto un’altra vittoria a Ain al Arab (Kabani) hanno tagliato la linea di rifornimento dell’ISis dalla Turchia e sono attualmente nei pressi di Raqqa. Si prevede che l’Isis subirà sconfitte militari nelle prossime settimane e nei mesi a venire, date le sue limitate risorse per affrontare due campagne in contemporanea in Siria e in Iraq.

In questo senso, la vittoria dell’esercito siriano nel Sud sarà fondamentale per lo sviluppo della guerra. Il fallimento dei gruppi armati significa che il progetto mirava a consegnare alla Siria di controllo barbari criminali e i suoi sponsor, soprattutto degli Stati Uniti, la Turchia, il Qatar e l’Arabia Saudita, ora è sepolto tra le macerie delle sala operative di Deraa, accanto ai cadaveri dei capi terroristi.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Siria: I media israeliani confermano le relazioni tra Israele e Al Qaeda

da al manar 

I circoli militari e i media israeliani hanno confermato che la cooperazione tra l’entità sionista e il Fronte al Nusra, rappresentante di Al Qaeda in Siria, sta crescendo sul Golan.

Il canale 1o della Tv Israeliana ha riferito che l’esercito di occupazione israeliano ha chiesto al Fronte al Nusra di fermare gli attacchi contro la cittadina drusa di Hadar, sostenendo che il gruppo terrorista aveva risposto favorevolmente alla richiesta israeliana.

Nel frattempo, i media israeliani hanno giustificato l’attacco terroristico contro Hadar, sostenendo che la città meridionale siriana sostiene il governo di Bashar al Assad e rappresenta un punto di partenza per gli attacchi della resistenza contro le forze di occupazione israeliane negli altopiani del Golan.

«I drusi di Hadar sostengono Bashar al Assad, e questo è un fatto ben noto. Così, il Fronte al Nusra vuole fare i conti con loro», ha dichiarato l’esperto israeliano Hazi Simantov al Canale 10 israeliano.

Nel frattempo, Oregon Heller, un altro esperto militare israeliano, ha messo in guardia contro gli appelli di aiuto dei drusi per difendersi dai terroristi di Al Nusra: «Dobbiamo metterci in guardia contro gli appelli dei drusi … come se Al Qaeda dovesse commettere un genocidio contro di loro. Sostengono Assad e non amano gli israeliani», ha spiegato Heller, sottolineando che i responsabili diHezbollah e la Siria in questi luoghi sono venuti a offrire supporto ed a reclutare residenti per combattere contro Israele.

Nel frattempo, l’esperto di Medio Oriente Eyal Zisser, ha confermato l’esistenza di contatti tra l’entità sionista e il Fronte Nusra al fine di “organizzare le relazioni alla frontiera.”

Zisser ha accusato, inoltre, i residenti drusi di Hadar di organizzare attacchi contro l’entità sionista.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Israele ha incontrato l’opposizione armata in Siria per contrastare l’Iran

da hispantv

I rappresentanti del regime israeliano e l’opposizione armata in Siria si sono spesso incontrate, l’anno scorso, per discutere i modi per contrastare l’Iran e Hezbollah.

L’agenzia di stampa israeliana Walla ha riferito che tra il 2012 e 2014 le due parti si sono incontrate in diverse occasioni in un paese occidentale, ma la fonte non ha fornito ulteriori dettagli sul luogo.

Durante i colloqui, il regime di Tel Aviv è stato rappresentato da un alto funzionario. Durante gli incontri si è discusso, principalmente, dei nemici comuni delle due parti:  l’Iran e il Movimento della Resistenza Islamica in Libano (Hezbollah), ha aggiunto il sito israeliano.

Un altro funzionario israeliano ha informato in seguito che i colloqui non hanno raggiunto i risultati desiderati perché i gruppi armati in lotta contro il governo del presidente siriano Bashar al-Assad “non hanno potere reale sul terreno”.

Al fine di indebolire la resistenza nella regione e dividere i paesi che combattono il regime di Tel Aviv, a partire dall’inizio della crisi siriana, hanno fornito tutti i tipi di sostegno ai gruppi terroristici, in particolare il Fronte Al-Nusra, ramo di Al-Qaeda in Siria, che opera contro il governo di Damasco.

Il regime israeliano ha fornito servizi di logistica per Al-Nusra in violazione alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n 2170 relativa alla separazione delle forze alla lotta contro il terrorismo.

Nel mese di settembre 2014, il canale di notizie Vice News, ha trasmesso un video in cui si vede come i soldati israeliani danno assistenza medica ai terroristi feriti in Siria.

Il quotidiano israeliano Haaretz, nel mese di gennaio, ha confermato le notizie su un ampio sostegno del regime israeliano ai gruppi terroristici legati ad Al Qaeda sulle alture del Golan siriano occupato.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Nasrallah: Hezbollah determinato a eliminare l’Isis

da al manar

Il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha annunciato l’inizio della guerra contro l’Isis, Daesh in arabo, nel Libano. «Siamo determinati a eliminare la presenza di takfirista sul confine libanese», ha assicurato.

Sayyed Nasrallah ha parlato a margine di un discorso tenuto oggi in una conferenza incentrata sulla ristrutturazione e la giurisprudenza intellettuale con l’Ayatollah Sayed Ali Khamenei, leader supremo della rivoluzione islamica in Iran.

Per Sayyed Nasrallah, il paese ha bisogno di un leader intellettuale come l’Ayatollah Sayed Ali Khamenei, noto per la sua competenza in tutti i campi, per far fronte alle sfide culturali che ci troviamo ad affrontare.

I punti principali del suo discorso:

In primo luogo, vorrei salutare i fratelli e le sorelle che partecipano alla conferenza. Durante questo discorso vorrei parlare sui diversi aspetti della personalità di Grande Ayatollah Sayed Ali Khamenei, e in pochi minuti informarvi sugli ultimi sviluppi nel Qalamoun (confine siro-libanese).

Durante gli ultimi giorni, abbiamo assistito a grandi successi nel Qalamoun. Posso dire che le cime delle montagne nella regione sono nelle mani dell’esercito siriano e dei combattenti della Resistenza islamica (Hezbollah).

La guerra è iniziata

La guerra contro Daesh in Qalamoun e la catena montuosa orientale (Libano) ha avuto inizio. Sono stati loro che hanno iniziato, ma siamo determinati a continuare la lotta fino a quando ci sarà l’annientamento della presenza takfirista cancerogena lungo i nostri confini, qualunque siano i sacrifici.

Ieri, centinaia di appartenenti all’Isis hanno attaccato diverse posizioni di Hezbollah nel Jurd Ras Baalbek. Hanno pensato che questo fronte sarebbe stato tranquillo e hanno voluto lanciare questo attacco improvviso per occupare le nostre basi e catturare posizioni critiche sul confine, contribuendo ad ampliare la loro presenza nella regione.

Il Mujahideen hanno combattuto con coraggio e con coraggio hanno respinto l’attacco, uccidendo decine di Daeshisti, mentre altri sono fuggiti senza riuscire a portare con loro i corpi dei loro amici lasciati sul campo di battaglia. La resistenza ha a sua volta offerto con orgoglio molti martiri in questa battaglia.

E poi, Aarsal, dove il Fronte Al-Nusra ha subito una grande perdita dai combattenti di Hezbollah. Alcuni media cercano invano di sollevare il morale della milizia Al-Nusra, che è stati sconfitta.

Annunciamo la nostra determinazione a respingere tutti i takfiri dai nostri confini e intorno ai nostri villaggi. E vi assicuro che il loro destino è rivolto alla sconfitta.

É una questione di tempo, non abbiamo fretta, lavoriamo serenamente per raggiungere tale obiettivo e lo scopo.

Chiunque ha la volontà e la fiducia di occuparsi di tali mujahideen, egli non aspira che alla vittoria finale, insha’Allah.

[Trad. dal francese per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Brigata palestinese “Galilea” si unisce all’esercito siriano

da al manar

Più di 4.800 palestinesi hanno completato il loro addestramento militare intensivo e sono pronti a combattere sul campo di battaglia del Qalamún accanto all’esercito arabo siriano e Hezbollah.

I palestinesi hanno scelto di denominare la loro Brigata in “Galilea”. Il loro comandante, Fadi Malah, ha dichiarato che i palestinesi si identificano con gli ideali della resistenza siriana e libanese ed ha ricordato il tradizionale sostegno della Siria per la causa palestinese, sottolineando che questa è la ragione principale per cui la Siria sotto attacco.

Ha ricordato, inoltre, che l’ex presidente siriano Hafez el Assad decise di inviare battaglioni dell’esercito  per proteggere la resistenza palestinese nel 1970, durante gli eventi del Settembre Nero nella vicina Giordania.

In questo senso, questi palestinesi credono che sia loro dovere difendere la Siria e un onore intervenire per difenderla.

Recentemente, molti rifugiati palestinesi si sono uniti l’esercito siriano nella lotta contro i terroristi dell’Isis e di Al Nosra nel campo profughi di Yarmouk, che si trova nei pressi della capitale Damasco.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione  di Francesco Guadagni]

La Siria promuove una nuova strategia contro il terrorismo

da al manar

Un nuovo scenario militare comincia ad emergere in Siria dopo la perdita della provincia di Idleb e Palmira, a est, per mano di Al Nusra, legato ad Al Qaeda, e Isis.

Questo modello è basato sul rafforzamento delle forze di mobilitazione popolare sulla falsariga di quelle organizzate in Iraq, unito alla decisione chiara di Hezbollah di espandere il proprio ruolo. Oggi, la resistenza ha deciso di prendere l’iniziativa.

Tre mesi fa, un alto funzionario siriano ha spiegato che la politica aggressiva seguita da Turchia, Qatar e Arabia Saudita, per non parlare dell’atteggiamento ipocrita della Giordania, ha portato all’ingresso di migliaia di terroristi i Siria e questo spiega la loro avanzata nella provincia di Idleb.

In Aleppo, Homs, Hama e in altre province nel nord della Siria la situazione è, tuttavia, diversa rispetto a Idleb. I terroristi hanno cercato senza successo di portare a termine diverse operazioni senza alcun risultato. La concentrazione di truppe e delle milizie, in quelle zone, è molto più alta.

Coordinamento con l’Iraq

Un aspetto importante è il coordinamento con l’Iraq nella lotta contro l’Isis. A questo proposito, il ministro degli Esteri siriano Walid al-Moallem, ha dichiarato durante una conferenza stampa con il suo omologo armeno, Eduard Nalbandian, a Damasco nei giorni scorsi: «Siamo convinti che ci troviamo di fronte un nemico comune e ai nostri fratelli di Bagdad sono nella stessa trincea, ma il coordinamento tra di noi non ha coltoquesto livello di pericolo che abbiamo di fronte. I due paesi devono combattere insieme».

Molti in Iraq condividono questo punto di vista, come il segretario generale dell’Organizzazione Badr, Hadi al-Amiri, che alla domanda circa il completamento dell’operazione di Anbar, ha affermato: “Se Dio vuole non finirà.” Il nemico comune e la portata della lotta ci impone di unire i fronti.

 Maggior dispiegamento di Hezbollah e delle forze d’elite siriane

 Secondo il quotidiano Al Akhbar, l’asse della resistenza non è preoccupato dagli eventi in Libano, Iraq e Yemen perché nei primi due paesi i terroristi non sono stati in grado di realizzare qualcosa di sostanziale, malgrado dei loro progressi. In Siria, la situazione è più grave perché Turchia, Arabia Saudita e Qatar hanno dato massiccio sostegno ai terroristi e, in questo senso, l’asse della resistenza ritiene necessario prendere le cose sul serio e andare in Siria. In questo senso, Hezbollah ha deciso di espandere la propria presenza nel paese arabo.

I funzionari iracheni hanno anche riferito che il Generale iraniano, Qassem Suleimani, recentemente ha visitato la zona di Hama.

In ogni caso, la Siria cerca di adeguare la sua formazione alla realtà attuale ed espandere il ruolo delle sue migliori unità e sicurezza militari, inclusa la Guardia Repubblicana, e la formazione di nuove unità. Il passaggio da una strategia difensiva offensiva e non e la riforma dei programmi di formazione e di formazione è in fase di esame.

Le forze di difesa nazionale

Un passo importante sarà anche rafforzare il ruolo della Forza di difesa nazionale, che gode di una forte motivazione, come ha detto Mohammed Abdo, appartenente ale forze combattenti di difesa nazionale, al canale Al Mayadin: «Non so quando ho deciso di prendere le armi, ma ho scelto di unirmi alle forze di Difesa Nazionale dopo ho capito cosa stava succedendo».

Mahamad è un musulmano e combatte al fianco Sukzayan Mosè, un armeno cristiano di Aleppo. Quest’ultimo ha vissuto la crisi per la convivenza nella città di Aleppo, simile ai massacri degli armeni avvenuti durante la prima guerra mondiale. Mosè senza aver alcun dubbio ha affermato:  «Io sono un siriano che appartiene alla nazione siriana e deve difenderla».

Tutti i membri delle Forze di Difesa Nazionale dicono di difendere non solo le loro famiglie e la loro religione, ma, soprattutto, la coesistenza che esisteva in città da tempo immemorabile ed è ora minacciato dai terroristi takfiri.

L’unità è composta da più di 500 uomini ed è un pilastro della difesa di Aleppo dagli attacchi dei terroristi che operano dai quartieri che occupano nella parte orientale della città. La loro conoscenza della città e della geografia dei luoghi permette loro di combattere nei fronti più difficili.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Nasrallah: «Combattiamo in Siria per difendere tutti»

da al manar

Il segretario generale di Hezbollah. Sayyed Hassan Nasrallah, ha assicurato che la battaglia sul Qalamoun continuerà fino quando non sarà garantita la sicurezza al confine siro-libanese nella lotta condotta dall’esercito arabo siriano, dalle forze di difesa popolari e dai combattenti della resistenza.

In un discorso, in occasione della festa della Resistenza e della Liberazione del Sud del Libano dall’entità sionista, avvenuta il 25 maggio 2000, Nasrallah ha dichiarato che la Siria si è tenuta ferma finora nella guerra universale imposta alla sua popolazione, grazie all’eroismo dell’esercito arabo siriano e alle forze di resistenza popolare, salutando, inoltre, la leadership siriana, il suo popolo e tutti i sostenitori della resistenza.


Inoltre, Nasrallah ha accusato per la decapitazione di civili nella città di Palmira in Siria e per gli eventi che si svolgono in Iraq coloro che sono rimasti bloccati in silenzio nel loro immobilismo sugli atti commessi dall’Isis, Daech in arabo, in Siria.

«Siamo in grado di sconfiggere il progetto takfirista in collaborazione con i militari, le persone e la resistenza in Siria. La nostra lotta in Siria è quella di difendere tutti».

Nasrallah si è poi riferito ad alcuni che in Libano, Siria, Iraq, e in altre parti della regione nascondono la testa nella sabbia e sostengono che non vi è alcuna minaccia, altri, invece, sono in piedi, ma assistono e scommettono sui gruppi terroristici, li vedono come amici, alleati, salvatori, simili a coloro che hanno sostenuto Israele nel 1982.

Secondo il leader di Hezbollah quelli che pensano che i loro gruppi sono grado di proteggere rimanendo in silenzio sull’Isis e Al Nosra o sostenendo i loro deliri, saranno le prime vittime di queste organizzazioni terroristiche, in Libano, a seguire questa sorte sarebbe il Movimento Futuro (vicino all’Arabia Saudita n.d.r) e i suoi leader.

Nasrallah ha anche osservato che vi è una guerra psicologica finanziata dall’ambasciata degli Stati Uniti in Libano e da alcuni stati per mostrare che la resistenza libanese è prossima ad essere sconfitta. A tal proposito ha affermato che non ha chiamato ad una mobilitazione generale e che la situazione è buona, aggiungendo che, se tale sarà fatto, decine di migliaia di membri di Hezbollah risponderanno.

[Trad. dal francese per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Ecco come funziona l’esercito di Hezbollah

da al manar

Chi non conosce la storia della Resistenza negli anni Novanta (del secolo scorso) e dopo il 2000, non può comprendere la portata dei cambiamenti che hanno avuto luogo al suo interno, non solo per quanto riguarda il numero di combattenti e la qualità delle sue attrezzature, ma anche per quanto riguarda la qualità della formazione, delle nuove strutture e tattiche a cui si ricorre per affrontare ogni caso.

In questa ultima battaglia del Qalamún, tutti i dati disponibili in materia sono sufficienti per avere un’idea iniziale.

Alcune unità sono responsabili della raccolta delle informazioni fornite dai vari servizi di sicurezza. In questo modo si conosce la struttura del nemico e i suoi punti di forza e di debolezza. A questo si aggiunge che il gruppo responsabile dei mezzi di spionaggio tecnico, utilizza mezzi tecnologici e tecniche altamente sofisticate, tra cui droni, gestiti da altre unità specifiche, incaricate di gestire con attenzione la zona desiderata da sorvolare e inviare le informazioni aggiuntive sul nemico.

Dopo aver ricevuto queste informazioni tecniche, ci sono altre valutazioni di carattere politico riguardanti la situazione attuale e le altre “top secret” ricevute da fonti sconosciute, che una squadra appositamente progettata valuterà come usarle.

Hezbollah ha anche dedicato speciali unità per raccogliere dati sui gruppi takfiri, ad esempio, informazioni sulla loro struttura, l’ideologia, le convinzioni religiose e la loro capacità organizzativa e militare. Tali unità sono costituite da persone che possono essere considerate tra le migliori al mondo in questo campo.

Alla fine, tenendo conto di queste informazioni Hezbollah prende una decisione riguardo lo scopo e natura del confronto, il tempo, l’ampiezza dell’attacco e le forze necessarie e la natura dei mezzi militari e tecnici che devono essere utilizzati affinché la battaglia vada a buon fine.

In seguito, i dati verranno trasmessi al comandante responsabile e ai suoi collaboratori. Segue la discussione teorica della missione e si mettono a punto le mappe geografiche della zona delle operazioni. La terza unità è nominata per condurre il monitoraggio diretto sul campo sia attraverso mezzi tecnici oppure con l’infiltrazione di combattenti nel cuore della regione per elaborare relazioni sul terreno delle forze nemiche.

Successivamente, vengono scelte le unità di combattimento, i rinforzi e coloro che prenderanno parte all’attacco. Si decide il numero di combattenti che saranno coinvolti nell’operazione e, infine, è dato l’ordine di iniziare l’operazione e la mobilitazione dei combattenti. Questo è un processo affidato ad una unità specializzata.

Ci sono anche esercizi e manovre per simulare i combattimenti. I combattenti devono portare tutte le loro armi e un peso supplementare, camminando in condizioni meteo difficili, terreno difficile e marciare senza sosta fino a una distanza di 50 o 70 km. Essi sono inoltre formati all’uso di tutti i tipi di armi e partecipano alle riunioni politiche e religiose.

Ci sono unità di fanteria specializzate, alcune dotate di missili anticarro e altre responsabili per la difesa aerea sia contro aerei che elicotteri. Alcune unità sono specializzate nelle demolizioni e sabotaggi, altre nelle attività di comunicazione, crittografia, nell’eseguire attività logistiche o di ingegneria con la guida di veicoli pesanti e di ruspe per aprire i varchi. Inoltre, assicurano la consegna tempestiva di armi e munizioni alle unità di combattimento sul fronte.

È garantita, inoltre, l’assistenza sanitaria, in collaborazione con le unità di soccorso militari. Ci sono unità responsabili per la creazione di ospedali da campo mobili che dipendono dal numero e la portata della battaglia e le forze coinvolte in essa. Le unità mediche comprendono medici specialisti, chirurghi, anestesisti. Le ambulanze trasportano i casi più gravi fuori della zona delle operazioni.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Nasrallah: «Siriani, noi Hezbollah saremo sempre al vostro fianco»

da al manar

Il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ancora una volta ha assicurato che l’offensiva contro le Yemen dell’Arabia ha subito una sconfitta schiacciante ed evidente, mentre il popolo yemenita è uscito chiaramente vittorioso.

Parlando in diretta sul canale televisivo Al-Manar, Sayyed Nasrallah ha chiamato coloro che sostengono il raggiungimento degli obiettivi dell’offensiva di nominare uno degli obiettivi raggiunti.

Per lui, l’offensiva saudita continua e ha preso una piega più pericolosa con il maggiore sostegno di al-Qaeda e il divieto di consegna degli aiuti umanitari al popolo yemenita.

In Iraq, Sayyed Nasrallah ha lanciato l’allarme contro gli Stati Uniti per la fornitura di armi ai curdi e ai sunniti scavalcando il governo iracheno. «Una misura che è un preludio alla divisione del paese e che tutti devono combattere», ha avvertito.

Ribadendo il sostegno iraniano, russo e degli Hezbollah in Siria, ha denunciato la campagna di notizie false da parte dei media, ha assicurato che «vincere una battaglia non significa vincere tutta la guerra».

Riguardo il Libano, Sayyed Hassan Nasrallah ha dichiarato che la battaglia del Qalamoun avrà luogo e che Hezbollah non fornirà dettagli. L’obiettivo è la protezione della popolazione, mentre lo stato non è in grado di farlo.

Di seguito, le linee essenziali del discorso televisivo di Sayyed Nasrallah:

«40 giorni fa, l’Arabia Saudita ha dichiarato guerra allo Yemen. 26 giorni dopo la coalizione ha annunciato la fine dell’offensiva dell’operazione” Tempesta”e il passaggio a “Restore Hope”».

«Hanno parlato degli obiettivi e hanno sostenuto che la coalizione li ha raggiunti per passare all’operazione successiva. Da allora, l’assalto continua. Siamo davanti a una grande e pericolosa campagna di disinformazione», ha aggiunto.

«Pretendere che il conseguimento degli obiettivi dell’offensiva è la più grande truffa che ha avuto luogo. Gli alleati dei sauditi hanno accolto con favore i risultati dell’offensiva. Sfortunatamente, i media hanno scatenato una loro offensiva. Hanno cominciato a celebrare la vittoria saudita, ma mi citatemi un solo obiettivo realizzato, un successo ottenuto».

«L’Arabia ha restaurato la presunta legittimità nello Yemen? É riuscita a fermare l’avanzata dell’esercito yemenita? Ha disarmato Ansarullah come ha sostenuto? Nulla è stato fatto. L’Arabia è stata in grado di rafforzare la sua posizione in Yemen? No.»

«Datemi un obiettivo e o uno della lista che sostengono di aver raggiunto.

Siamo di fronte ad un fallimento plateale saudita e yemenita vittoria netta. La tenacia e l’unità del popolo yemenita sono dietro questa vittoria. Parliamo della prima operazione».

«La seconda operazione è stata chiamata “Restore Hope” per nascondere i primi fallimenti. Hanno creato grandi obiettivi che richiedono molto tempo e un’incursione terra. Essi fissano un nuovo elenco di obiettivi raggiungibili e modesti questa volta».

 Tra questi obiettivi, citiamo:

  1. Avviare il processo politico.
  2. Continuare a proteggere i civili.
  3. Garantire la fornitura di aiuti internazionali.
  4. Fermarei  movimenti militari Houthi e impedire loro di usare le armi sequestrate nei depositi.
  5. L’esecuzione di un’azione internazionale per privare di armi gli Houthi.

Il vero obiettivo è quello di portare lo Yemen alla dominazione saudita, altrimenti distruggerà il suo popolo.

I sauditi possono affermare che gli obiettivi sono stati raggiunti. In pratica, i sauditi hanno abbassato il target dei loro obiettivi. Essi sostengono di difendere il popolo yemenita, ma allo stesso tempo, lo stanno bombardando.

Dall’inizio dell’operazione Restore Hope, i sauditi hanno bombardato le case con l’uso di bombe a grappolo, vietate, armi molto pericolosi, che ancora soffriamo in Libano.

Lotta al terrorismo: essi forniscono armi ad al-Qaida e garantiscono la sua espansione. Bombardano le posizioni dell’esercito per evitare che la loro avanzata in zone controllate da al-Qaeda!

Hanno bombardato l’aeroporto per vietare agli aerei il trasporto di aiuti umanitari alla popolazione yemenita.

Invece di permettere agli organismi internazionali di organizzare un dialogo in un luogo neutrale, Abd Rabbo Mansour Hadi ha invitato al dialogo in Arabia Saudita. Ciò complica le cose e dimostra che l’Arabia non è alla ricerca di una soluzione politica alla crisi.

SIRIA

Quando  i gruppi armati hanno conquistato Idlib, abbiamo affrontato una campagna di false voci sulle pagine dei social network. La guerra psicologica è stata condotta per gioire di ogni exploit nemico per distruggere il morale della popolazione. Queste voci si basano su elementi confessionali.

Dopo la caduta di Jisr el-Choughour, hanno sostenuto che il governo siriano è finito,  che l’esercito è crollato, che gli alleati hanno abbandonato la Siria, che la situazione è molto complicata. Hanno detto che molti alawiti si dirigono verso il confine libanese e che gli Hezbollah metteno pressione sul governo libanese per consentire loro di entrare. Tutto questo è senza fondamento.

È una guerra psicologica che vuole fiaccare il morale del popolo siriano, al fine di raggiungere gli obiettivi che non sono stati raggiunti negli anni della guerra.

  1. Che nessuno presti attenzione a queste voci. I siriani devono rendersi conto che questa è una guerra psicologica, e non è nuova. Le circostanze in Siria quattro anni fa erano ancora più difficili e non sono girate queste voci.
  2. 2- Che cosa si dice circa la posizione iraniana non è vero. Alcuni giorni fa, Sayed Khamenei ha ribadito che il suo paese sta negoziando solo per il nucleare e non lascerà mai sola la Siria. Anche la Russia ha ribadito il suo sostegno al suo alleato. Cercate i fatti sul terreno per capire se il piano crolla. Come si può sostenere che il governo sta crollando, mentre nuovi successi sono raggiunti? In guerra, vincendo una battaglia non significa vincere la guerra. Ciò che accadde in Idlib è una vittoria di una battaglia non della guerra. Noi abbiamo vinto numerosi altri combattimenti. La situazione cambierà a Idlib inchallah con i continui combattimenti. Ma ciò che è incredibile, avviene in Libano, alcune partiti sono davvero ansiosi di festeggiare qualsiasi vittoria, e quando capiscono la situazione sul terreno, si rendono conto che non c’è nemmeno un grande risultato da celebrare.
  3. Caro popolo siriano, noi di Hezbollah, confermiamo che saremo sempre al tuo fianco, e saremo dove dobbiamo essere. Siamo andati in Siria sulla base di una valutazione chiara e logica, secondo cui i gruppi terroristici cercano di distruggere la Siria, il Libano e l’intera regione. Immaginate cosa avrebbero fatto se questi gruppi avessero trionfato in Siria.

 

LIBANO

Diverse questioni importanti da discutere: le minacce israeliane, la situazione interna, la paralisi degli organi costituzionali, la situazione della sicurezza nella periferia sud, gli omicidi di alcuni fratelli di Ain el-Helwe.

Oggi voglio parlare solo della situazione sul terreno Anti-Libano e vedere le altre domande per il prossimo discorso:

Per quanto riguarda Qalamoun: Quando dissi qualche tempo fa che la “neve che si scioglie”, ho detto che il Libano si trova ad affrontare una scadenza.

 

Contrariamente alle affermazioni dei media di opposizione, queste osservazioni sono state fatte prima degli ultimi sviluppi in Jisr el-Shughour, e quindi, non hanno nulla a che fare con gli eventi recenti.

 

Eravamo consapevoli delle intenzioni dei gruppi armati che stavano progettando di compiere attentati in Libano. Vedete dopo lo scioglimento della neve, questi gruppi hanno lanciato attacchi e uccidono persone in Libano, come è il caso in Aarsal.

Circa l’Anti-Libano, non stiamo parlando di una minaccia virtuale, ma un’offensiva efficace attraverso attacchi contro postazioni dell’esercito, l’occupazione di gran parte del Jurd, gli attacchi permanenti contro l’esercito contro i civili ad Aarsal, il protrarsi della prigionia dei soldati libanesi, il bombardamento della regione e le minacce di continuare tali attentati. Quindi, queste minacce sono effettive, reali.

INCAPACITÀ DELLO STATO LIBANESE

Lo stato non è in grado di affrontare questa minaccia. Non è in grado di liberare i soldati o proteggere le aree esposte ad attacchi terroristici. È chiaro che lo Stato non è in grado di proteggere la patria.

Di fronte a questo fallimento, noi ci assumeremo questa responsabilità. Non abbiamo fatto alcuna dichiarazione ufficiale sui piani di Hezbollah. Sì, ci sono i preparativi che il popolo osserva. Non abbiamo parlato della grandezza di questa battaglia, o quando avverrà e dei suoi obiettivi. Questa battaglia si svolgerà, e Hezbollah non vuole aggiungere dettagli.

Quando l’operazione inizia, tutti potranno comunicare i fatti sul terreno. Non è nel nostro interesse parlare dei dettagli della prossima battaglia.

Certamente stiamo assistendo all’intimidazione e alle critiche, come quella che la resistenza deve garantire l’unanimità delle forze politiche. Se aspettiamo l’unanimità, non ci sarà alcuna resistenza, né contro l’occupante sionista né contro gruppi terroristici.

Si tratta di un dovere religioso e patriottico che tutti devono prendere. Alcune forze politiche ci sostengono, che ringraziamo. Quanto a noi, ci sacrifichiamo per proteggere il nostro popolo.

A coloro che hanno finanziato i gruppi armati non hanno alcun valore, applicano una versione distorta dell’Islam, e sono una minaccia per tutti e una minaccia per l’Islam.

Nel frattempo, e fino a quando l’altra parte non si capirà il pericolo dei gruppi takfiristi, ci affidiamo a Dio ed è Lui che ci darà la vittoria in ogni grande battaglia che ha l’obiettivo di proteggere i luoghi santi e la patria. La vittoria è quindi una vittoria divina.

La pace di Dio sia con voi.

[Trad. dal francese per ALBAinformaizone di Francesco Guadagni]

 

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