ONU: il bloqueo è costato a Cuba 117 miliardi di dollari

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L’isola caraibica è stata duramente colpita dall’illegale embargo imposto dagli Stati Uniti

Cuba ha perso circa 117 miliardi di dollari tra il 1960 e il 2014 a causa del bloqueo imposto dagli Stati Uniti al paese, secondo la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’America Latina e i Caraibi.

«Nell’assemblea generale delle Nazioni Unite abbiamo calcolato che il costo del bloqueo è stato di circa 117 miliardi di dollari», ha dichiarato il segretario esecutivo della Cepal, Alicia Barcena.

Tuttavia, quest’anno l’economia di Cuba è cresciuta del 4%, secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite.

Il mese scorso, Cuba ha aperto la sua ambasciata a Washington dopo un lungo congelamento delle relazioni diplomatiche tra i paesi. Gli Stati Uniti apriranno l’ambasciata a Cuba il 14 di agosto. Gli eventi sono parte delle rinnovate relazioni tra gli Stati Uniti e Cuba, che si trovano a soli 90 miglia di distanza, ma finora gli Stati Uniti hanno rifiutato di porre fine al blocco economico, soddisfare le richieste cubane sulla chiusura della prigione di Guantanamo e porre fine all’illegale occupazione statunitense di quel territorio.

[Trad. dall’inglese per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

Maduro: «Lottiamo per la rimozione del bloqueo»

urlda laiguana.tv

Il Capo dello Stato, Nicolás Maduro, ha inviato un messaggio agli Stati Uniti attraverso il proprio account Twitter @NicolasMaduro: «Il mondo si aspetta che questo primo passo permetta di avanzare verso nuove relazioni di rispetto con Cuba e la Nuestra América, è il momento».

Il presidente venezuelano, ancora attraverso il proprio account Twitter, ha dichiarato che l’obiettivo è «lottare per la rimozione del criminale bloqueo contro Cuba» e superare l’interventismo statuninense negli affari interni della nazione caraibica.

Si è inoltre congratulato con il suo omologo Raúl Castro, il popolo cubano e gli Stati Uniti per i progressi compiuti dal punto di vista diplomatico. «Dall’ALBA continueremo uniti a scrivere la nuova storia. Viva Cuba!».

Durante l’inaugurazione dell’ambasciata, il Ministro degli Esteri di Cuba Bruno Rodríguez, ha affermato che per giungere a una normalizzazione delle relazioni è indispensabile la rimozione del bloqueo, la fine dell’occupazione illegale del territorio della Base Navale di Guantanamo e il rispetto assoluto degli affari interni dell’isola caraibica.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

Hollande esige la fine del bloqueo Usa contro Cuba

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Il presidente francese, Francois Hollande, ha sottolineato oggi l’apporto di Cuba al processo di pace in Colombia e richiesto la fine del bloqueo imposto dagli Stati Uniti contro l’isola caraibica.

In una conferenza tenuta nell’Aula Magna dell’Università de L’Avana, Hollande ha fatto riferimento al ruolo di Cuba in America Latina e ricordato che qui a L’Avana ha luogo il dialogo tra il governo e la guerriglia colombiana per mettere fine al conflitto, il più antico del continente.

Nel suo discorso, ha segnalato che questa è la prima visita di un presidente della Repubblica Francese e di un capo di Stato di un paese occidentale sull’isola.

Ci sono molti legami che uniscono la Francia con Cuba e l’America Latina, ha dichiarato.

Il capo dello stato ha espressamente richiesto l’annullamento del bloqueo statunitense contro Cuba che ha pregiudicato lo sviluppo del paese ed ha affermato che farà tutto il possibile perché queste misure possano essere finalmente annullate.

Ha poi ricordato che ogni anno, dal principio della decade degli anni 90 del secolo scorso il suo paese si è pronunciato nell’ONU in favore della risoluzione che chiede la fine di questa politica.

Hollande ha presieduto oggi insieme al primo vicepresidente cubano, Miguel Diaz-Canel, la firma di quattro accordi di collaborazione tra università ed istituzioni di entrambi i paesi.

Il presidente che è arrivato ieri sera per una visita ufficiale, sosterrà conversazioni ufficiali col suo omologo, Raul Castro, ed assisterà all’inaugurazione della nuova sede dell’Alleanza Francese a L’Avana, tra le altre attività.

Traduzione di Ida Garberi

(VIDEO) Díaz Canel: «Cuba non lascerà il Venezuela solo»

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I colloqui con gli Stati Uniti «hanno subito un rallentamento a causa della posizione assunta dal governo Obama nei confronti del Venezuela», ha dichiarato il portavoce cubano

Il primo vicepresidente di Cuba, Miguel Díaz Canel, ha assicurato che il suo paese «non lascerà il Venezuela solo» mentre compie passi avanti verso la normalizzazione delle relazioni diplomatiche con il governo degli Stati Uniti (USA).

Dopo aver espresso il suo voto alle elezioni di medio termine svolte sull’isola, Díaz Canel ha spiegato che i colloqui in corso con gli Stati Uniti «hanno subito un rallentamento a causa della posizione assunta dal governo Obama nei confronti del Venezuela».

A questo proposito, il portavoce ha aggiunto «non lasceremo il Venezuela solo», per poi ribadire le parole pronunciate dal Presidente Raúl Castro: «la strada da percorrere è ancora molto lunga».

«Sosterremo la causa bolivariana – ha dichiarato il vicepresidente cubano – così come sosterremo qualsiasi altra causa latinoamericana nei negoziati, perché questa non è una mediazione e abbiamo messo in chiaro che vi sono dei principi che non possono essere inseriti in questo negoziato».

Díaz Canel ha precisato che la posizone dell’Isla è stata sempre quella di «mantenere il rispetto bilaterale» e che vi sono dei punti dove è necessario avanzare, evidenziando tematiche come «la rimozione del bloqueo, la restituzione del territorio occupato illegalmente a Guantánamo e l’istituzione di un meccanismo di compensazione per il popolo cubano per i danni causati dal bloqueo».

Inoltre, per quanto riguarda la cancellazione di Cuba dalla lista dei paesi che promuovono il terrorismo, il primo vicepresidente ha espresso tutta la sua soddisfazione, chiarendo però che l’Isla non andava inserita nella lista nera: «Un paese che invia in altre nazioni medici e non soldati, non può essere terrorista».

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

25 Verità di Robert Kennedy Jr. su Cuba e gli Stati Uniti

di Salim Lamrani*- Al Mayadeen 

Il nipote del presidente John F. Kennedy e figlio del Ministro della Giustizia, Robert F. Kennedy, ricorda alcune verità sul conflitto tra Cuba e gli Stati Uniti.

  1. 1. Il presidente Obama ha deciso di ripristinare le relazioni diplomatiche con Cuba «dopo cinque decenni di politica sbagliata dei quali mio zio John F. Kennedy e mio padre Robert F. Kennedy sono responsabili e del suo rafforzamento, dopo l’istituzione dell’embargo USA istituito dal 1960 dall’amministrazione Eisenhower».
  2. Il pretesto della democrazia e dei diritti umani per giustificare l’ostilità nei confronti di Cuba non è credibile. Infatti, «ci sono tiranni reali nel mondo e molti paesi con una situazione peggiore di Cuba, riguardo diritti umani […] dove tortura, sparizioni forzate, l’intolleranza religiosa, la soppressione della libertà di parola e di riunione, l’oppressione medievale delle donne, le elezioni fraudolente e le esecuzioni extragiudiziali sono pratiche di governo, ma sono alleati degli Stati Uniti».
  3. «Mentre noi accusiamo Cuba di imprigionare e maltrattare i prigionieri politici, abbiamo sottoposto a torturare i prigionieri – molti dei quali erano innocenti secondo le ammissioni del Pentagono – incluso il waterboarding, gli arresti illegali e le incarcerazioni senza processo nelle celle di Guantanamo».
  4. «È ironico che i politici che sostengono che Castro debba essere punito per le violazioni dei diritti umani e gli abusi nelle carceri cubane dicano, allo stesso tempo, che gli Stati Uniti hanno motivo di maltrattare i nostri prigionieri nelle carceri cubane», a Guantanamo.
  5. «Mentre noi accusiamo Cuba di non permettere ai suoi cittadini di viaggiare liberamente negli Stati Uniti, impediamo ai nostri cittadini di viaggiare liberamente a Cuba».
  6. «Sembra assurdo perseguire una politica estera ripetendo una strategia che è stata un fallimento monumentale per sei decenni».
  7. «La definizione di follia è ripetere la stessa azione più e più volte, in attesa di risultati diversi. In questo senso, l’embargo è pazzia».
  8. «È chiaro a tutti che l’embargo […] punisce ingiustamente cubani».
  9. Le sanzioni contro Cuba sono il principale ostacolo «allo sviluppo economico, per acquisire tutti i beni e tutti i tipi di attrezzature che crescono nei costi, astronomicamente, e sono difficili da trovare».
  10. Le sanzioni economiche sono responsabili per l’attuale situazione a Cuba.
  11. Le sanzioni economiche «costantemente ricordano al coraggioso popolo cubano che la nostra potente nazione ha organizzato l’invasione della sua isola, ha cospirato per decenni per assassinare i suoi dirigenti, ha sabotato la sua industria e mantiene la sua campagna aggressiva per rovinare la loro economia».
  12. La politica delle sanzioni, che mira a sovvertire l’ordine stabilito a Cuba, è un fallimento totale. «È uno dei duraturi e il regime di Castro è ancora al potere».
  13. «L’embargo discredita chiaramente la politica estera degli Stati Uniti, non solo in America Latina, ma anche in Europa e in altre regioni».
  14. La comunità internazionale ha condannato unanimemente l’assedio contro Cuba, come ha fatto la Commissione Inter-Americana sui Diritti Umani e l’Unione africana.
  15. Le sanzioni contro Cuba minano «il nostro prestigio globale e la nostra autorità morale» e per questo che «il mondo ritiene ipocrita gli USA».
  16. Se non il presidente Kennedy fosse stato assassinato, sarebbero finite le sanzioni contro Cuba.
  17. «Il presidente Kennedy disse a Castro, tramite intermediari, che gli Stati Uniti avrebbero sospeso l’embargo” se Cuba non avesse più esportato la rivoluzione in America Latina.
  18. I sovietici lasciarono Cuba nel 1991 « ma l’embargo americano colpisce ancora l’economia cubana».
  19. «Se l’obiettivo della nostra politica estera a Cuba è quello di promuovere la libertà per i cittadini oppressi, dovremmo essere aperti a loro senza nessun blocco».
  20. Le sanzioni economiche contro il popolo cubano sono condannate a “scomparire”.
  21. «Immaginate un presidente degli Stati Uniti, come nel caso di Castro, aveva dovuto affrontare più di 400 tentativi di assassinio, migliaia di atti di sabotaggio organizzati da una potenza straniera contro il nostro popolo, le nostre fabbriche, i nostri ponti, un’invasione armata sostenuta da anni all’estero e cinquanta anni di guerra economica con i nostri cittadini privati ​​delle forniture di base che hanno strangolato la nostra economia».
  22. Nonostante le sue risorse limitate e l’assedio economico imposto da Washington, Cuba ha raggiunto “risultati impressionanti” con il più alto tasso di alfabetizzazione del continente, l’accesso universale e gratuito per la salute con «più medici pro capite di qualsiasi altra nazione nelle Americhe».
  23. I medici cubani hanno un ottimo livello di formazione.
  24. «A differenza di altre isole dei Caraibi in cui la povertà è sinonimo di carestia, tutti i cubani ricevono un libretto alimentare che permette loro di soddisfare le proprie esigenze».
  25. «Abbiamo molto da imparare da Cuba».

 *Dopo aver conseguito il dottorato di in Studi iberici e latino americani presso l’Università Paris Sorbonne-Paris IV, Salim Lamrani, attualmente, è professore presso l’Università di Reunion e giornalista specializzato nelle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. Il suo ultimo libro è intitolato “Cuba, the Media, and the Challenge of Impartiality, New York, Monthly Review Press, 2014” con la prefazione di Eduardo Galeano.

 Contatti: [email protected]  [email protected]

 Pagina Facebook https://www.facebook.com/SalimLamraniOfficiel

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Un’epopea lunga 56 anni

Entrada_de_Fidel_a_La_Habana-2-580x278di Atilio Borón – Cubadebate

In un giorno come quello di ieri, 56 anni fa, una nuova fase storica si apriva nella ‘Nuestra America’. Batista con i suoi accoliti, insieme ai mentori e complici nordamericani e l’oligarchia filo-yankee, fuggiva da L’Avana. Si compiva così il trionfo della Rivoluzione Cubana. A partire da quel momento nulla sarebbe rimasto più uguale a prima in America Latina.

L’infallibile istinto dell’impero non si sbagliò, e sin dal suo inizio la Rivoluzione fu combattuta a morte, osteggiata, sabotata, isolata e i suoi capi furono oggetto di innumerevoli attentati, così come il suo popolo. Fu vittima del criminale ‘bloqueo’ commerciale, finanziario, migratorio, informatico più lungo della storia umana, che ancora prosegue nonostante sia stato ferito a morte e i suoi fautori ed esecutori costretti ad ammettere il suo fallimento.

Tutte le armi sono state utilizzate per distruggerla. Ma non hanno avuto successo, e nonostante questi furiosi attacchi la Rivoluzione ha garantito alla sua popolazione alti indici in materia di salute, educazione, accesso alla cultura e allo sport; un grado di sicurezza sociale uguale o superiore a quello raggiunto dai paesi capitalisti sviluppati. E inoltre fatto dell’internazionalismo socialista, della solidarietà internazionale, una bandiera incancellabile di lotta, portando i suoi medici, infermieri ed educatori in tutto il mondo, mentre i suoi detrattori inviavano truppe e scaricavano bombe.

E quando il suo aiuto è stato richiesto per sferrare il colpo definitivo contro il razzismo, l’apartheid e i resti del colonialismo in Africa, i Cubani in Angola sconfissero definitivamente i baluardi della reazione, come testimonierà ripetutamente un emozionato Nelson Mandela.

Se questa Rivoluzione (così, sempre con la maiuscola) fosse stata schiacciata, la storia dell’America Latina e dei Caraibi, e le nostre piccole biografie, sarebbero state differenti. Per questo saremo eternamente grati e in debito con la Rivoluzione Cubana, con Fidel, Raúl, il Che, Camilo, “Barbarroja” Piñeiro, Almeida e con tutti gli uomini e le donne che hanno lottato sotto la loro guida. Un debito enorme e impagabile.

La nostra solidarietà verso la Rivoluzione e la sua difesa dev’essere incondizionata, permanente e attiva, come lo è stata la campagna che ha reso possibile la liberazione de «Los 5». Oggi dobbiamo continuare a lottare, più che mai, perché l’impero si appresta a cambiare tattica per raggiungere, utilizzando il cosiddetto «soft power» (un pericoloso eufemismo!) quello che non è riuscito a ottenere, per oltre mezzo secolo, con la forza.

Ma Cuba, con l’appoggio di tutti i popoli della Nuestra America, resisterà e sconfiggerà anche questo insidioso assalto architettato da Washington.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

Gli USA cambiano atteggiamento verso Cuba perché isolati

2014_11_obamaamericasda Russia Today

L’analista e professore presso l’Università di Pomona, negli Stati Uniti d’America, Miguel Tinker Salas in un’intervista con RT assicura che Washington ha deciso di normalizzare i rapporti con Cuba per via del proprio isolamento nella zona.

«L’isolamento degli Stati Uniti in America Latina» è la causa per cui il paese nordamericano ha deciso di ristabilire le relazioni diplomatiche e avviare una nuova fase nelle relazioni con Cuba, spiega l’analista politico e professore presso l’Università di Pomona, negli Stati Uniti d’America, Miguel Tinker Salas.

«Di fatto gli Stati Uniti sono isolati nella regione, senza alleati sia presso l’ONU che l’OSA, come in tutte le nuove istanze che sono emerse in America Latina, in particolare la CELAC e il Mercosur», afferma il professor Salas in un’intervista rilasciata a Russia Today. «Pertanto, gli Stati Uniti sono stati costretti a riconoscere di aver fallito, che le sanzioni non hanno prodotto alcun risultato», conclude l’analista.

Tuttavia, Salas avverte che l’iniziativa degli Stati Uniti è nei fatti «contraddittoria», perché nel mentre si vanno a normalizzare i rapporti con L’Avana, «si cominciano a porre delle sanzioni dirette contro un altro paese, in questo caso, il Venezuela».

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

 

Evo Morales: «Cuba ha umiliato gli Stati Uniti»

130104055029-06-hugo-chavez-gallery-horizontal-galleryda Telesur – «Cuba ha vinto» ha dichiarato Morales riferendosi ai 50 anni di resistenza del paese caraibico agli attacchi provenienti da Washington

Il presidente boliviano, Evo Morales, nel corso di una cerimonia militare ha assicurato che Cuba ha trionfato e umiliato gli Stati Uniti (USA), in riferimento al ripristino delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, sospese dal 1961.

«Cuba ha affrontato il bloqueo e ha vinto, ha trionfato, e con essa ha trionfato tutto il mondo. È eclatante, per questo il 17 dicembre resterà scritto nella storia del genere umano, per il modo con cui Cuba ha umiliato gli Stati Uniti, grazie anche all’unità del mondo intero», ha sottolineato il presidente.

Lo scorso mercoledì, il presidente Raul Castro e il suo omologo statunitense Barack Obama hanno annunciato il ripristino delle relazioni diplomatiche tra i paesi, in seguito all’avvenuto rilascio della spia statunitense detenuta a Cuba, Alan Gross, e dei tre eroi cubani ingiustamente incarcerati negli Stati Uniti.

Morales ha affermato che si tratta di un evento che deve far riflettere il mondo perché evidenzia un «riconoscimento per il popolo cubano, alla lotta di Fidel e Raul (Castro)».

Ha poi ricordato che il popolo cubano ha resistito di fronte alla permanente cospirazione politica, militare ed economica degli Stati Uniti e che dopo questa lunga lotta ha trionfato difendendo la propria sovranità.

«Fondamentale è stata la perseveranza, l’unità, l’intransigenza sui nostri principi. Questo ci ha dimostrato Cuba. Che la resistenza senza inchinarsi davanti all’impero porta i suoi risultati».

Immagine: Telesur

Immagine: Telesur

Morales ha infine indicato che ci vorrà del tempo per porre definitivamente fine al «bloqueo economico che tanto danno causa al popolo cubano» e ha assicurato che, quando questo accadrà, «Cuba sarà una nazione modello con un popolo modello, uno Stato modello».

Nel 1961 gli Stati Uniti ruppero ogni relazione diplomatica con Cuba, dopo una serie di misure volte a destabilizzare la Rivoluzione Cubana e un anno dopo arrivò il decreto del bloqueo economico che è costato miliardi di dollari al paese caraibico.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

Roma: 28 novembre ’14 “Cuba vs Bloqueo”

Putin promette di aiutare Cuba a «superare l’illegale embargo imposto dagli Stati Uniti»

5ddad22fa1a7a2c39a445c144f1ab56f_article430bwda Russia Today 

«Aiuteremo i nostri amici cubani a superare l’illegale embargo» ha dichiarato Putin a margine di un incontro con il Presidente del Consiglio di Stato di Cuba, Raúl Castro.

Il presidente russo ha anche affermato nell’ambito della sua visita nel paese caraibico che la Russia e Cuba «stanno creando nuove condizioni per lo sviluppo delle relazioni bilaterali».

Accordi di cooperazione

I due paesi hanno firmato una serie di accordi di cooperazione bilaterale nel settore energetico e in altre aree, incluso un documento sull’esplorazione congiunta di nuovi giacimenti petroliferi.

«Stiamo considerando la questione dello sviluppo delle relazioni economiche e commerciali», ha dichiarato il presidente russo dopo l’incontro sostenuto con il leader cubano Raúl Castro e ha aggiunto che sono in discussione anche tutta una serie di nuovi progetti.

Putin ha informato che sono stati firmati diversi accordi tra le imprese russe Zarubezhneft, Rosneft, Inter Rao e i loro partner cubani. Il presidente russo ha manifestato la speranza che in un futuro prossimo si concretizzino i progetti dell’azienda petrolifera Rosneft a Cuba.

Il presidente ha anche ricordato che la società Zarubezhneft già sta sviluppando attivamente il giacimento cubano ‘Boca de Jaruco’.

Inoltre, ha informato che il suo paese è interessato all’installazione di stazioni terrestri del sistema satellitare russo GLONASS a Cuba, per fornire prodotti, servizi e tecnologie nell’ambito del telerilevamento e delle telecomunicazioni satellitari.

Mosca e L’Avana hanno anche firmato una dichiarazione bilaterale sul non-dispiegamento di armi nello spazio, così come un accordo di cooperazione nel campo della sicurezza informatica internazionale.

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Il presidente russo, a Cuba, ha iniziato una storica visita di sei giorni in America Latina. Putin dopo aver incontrato Raúl Castro, ha sostenuto anche una riunione informale con il leader della Rivoluzione cubana, Fidel Castro.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

 

L’Iran sollecita gli USA a rispettare le risoluzioni dell’Onu su Cuba

laradiodelsur.com.- Il vice rappresentante dell’Iran presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), Qolam Dehqani Hussein ha chiesto martedì al governo degli Stati Uniti di rispettare le risoluzioni adottate per quanto riguarda la revoca delle sanzioni economiche contro Cuba.

Dehqani, che ha parlato come rappresentante del Movimento dei Paesi Non Allineati (NAM) in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha dichiarato che le sanzioni economiche e commerciali imposte da Washington contro Cuba da mezzo secolo violano i diritti umani e la sovranità nazionale del paese caraibico.

Il dirigente iraniano ha fatto queste dichiarazioni mentre l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato martedì, per il 22esimo anno consecutivo, una risoluzione chiedendo la fine dell’embargo commerciale (bloqueo) che gli Stati Uniti applicano contro Cuba con 188 voti a favore, lo stesso numero registrato l’anno scorso.

Evidenziando come la risoluzione abbia ottenuto lo stesso sostegno ricevuto nel 2012, Dehqani ha dichiarato che il forte sostegno mostrato dalla maggior parte dei paesi membri delle Nazioni Unite per la risoluzione mostra che la comunità internazionale è contro la continuazione dell’embargo statunitense contro Cuba.

Ha ricordato, inoltre, che i leader dei paesi NAM (Movimento dei Paesi Non Allineati) hanno chiesto lo scorso agosto a Teheran – capitale iraniana – la fine delle sanzioni unilaterali che contraddicono le norme internazionali ed i principi stabiliti nello Statuto delle Nazioni Unite.

Dal 1982, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato diverse risoluzioni che chiedono la fine dell’embargo imposto nel 1962 dall’allora presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy contro la nazione cubana.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

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