Nasrallah: l’asse della Resistenza non sarà mai sconfitto

da lantidiplomatico 

Il segretario generale del Movimento della Resistenza Islamica (Hezbollah), Seyed Hassan Nasrallah, ha detto che l’asse della resistenza non sarà sconfitto e sarà vittorioso in questa battaglia nella regione e la causa palestinese sarà al centro del conflitto vero e proprio.
In un discorso televisivo per celebrare il 16° anniversario della liberazione del Libano meridionale dal regime di occupazione israeliano, durato 18 anni, Nasrallah ha ricordato come Hezbollah ha costretto Israele a lasciare il Libano nel 2000.
 
Nasrallah ha ricordato i massacri commessi dall’occupazione israeliana contro il popolo palestinese, e come la responsabilità ricade su tutti coloro che hanno a che fare con l’entità israeliana e la sua occupazione della Palestina.
 
Egli ha anche avvertito che gli eventi nella regione e l’ideologia wahhabita, minacciano i paesi, le società ed i popoli in tutta la regione e oltre a realizzare gli interessi delle grandi potenze del mondo.
 
Nasrallah ha predetto “tempi caldi” in Medio Oriente nei prossimi mesi prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, perché l’amministrazione Usa vuole “rovesciare sangue nelle urne” e che la fine del gruppo terroristico ISIS (Daesh, in arabo) “è molto vicina”.

 

 

 

Iran e Nord Corea sostengono la Siria contro il terrorismo

da lantidiplomatico 

L’Iran ha condannato fermamente, oggi, gli attacchi terroristici che hanno scosso la città di Jableh e Tartus, uccidendo decine di persone innocenti, e ha espresso la sua profondo dolore per il governo e il popolo siriano, in particolare le famiglie dei martiri e feriti.
 
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha dichiarato che il terrorismo e l’estremismo rappresentano una grave minaccia per tutti i popoli della regione e per la pace e la sicurezza internazionale, che richiede alla comunità internazionale di assolvere ai suoi compiti e responsabilità sia legale che morale, in una campagna globale contro questo fenomeno disumano.
 
Pyongyang ribadisce la solidarietà con il popolo siriano contro il terrorismo
 
Il Ministero degli Esteri della Corea del Nord ha dichiarato che gli attacchi terroristici che hanno avuto luogo nelle città di Jableh e Tartus sono un prodotto delle trame sporche dei terroristi e delle forze che li supportano, ribadendo la solidarietà di Pyongyang con la giusta lotta del popolo e del governo siriano contro il terrorismo.

Un portavoce del ministero degli esteri della Corea del Nord ha ribadito il sostegno e la solidarietà con la giusta lotta del popolo e del governo della Repubblica araba siriana per contrastare le attività ostili.
 
Egli ha aggiunto che “questi atti terroristici sono stati il risultato di trame sporche dei terroristi e delle forze che sono dietro di loro per ostacolare il processo di risoluzione della crisi in Siria.”
 
Infine, la Corea del Nord ha ribadito la sua ferma posizione che rifiuta ogni forma di terrorismo.

 

Hezbollah nega il ritiro delle sue truppe dalla Siria

da lantidiplomatico

Hezbollah ha smentito le notizie sul ritiro delle proprie forze militari dalla Siria, in parallelo con la decisione russa di ritirare la maggior parte del suo contingente militare dal paese arabo.

«Queste sono voci che non hanno niente a che fare con la realtà, fanno parte di una guerra psicologica, come al solito perdente», ha assicurato Hezbollah, in comunicato diffuso anche sul sito web della Tv del movimento di resistenza libanese, Al Manar.

«Notizie di agenzie e media arabi hanno lavorato con i gruppi terroristici per diffondere queste voci», si legge.

«Hezbollah ha ritirato centinaia di combattenti in Siria.., quelli di ritorno dalla Siria stanno per tornare alle loro città in Libano», ha scritto il sito di informazione, “Janoubia” guidato da un giornalista libanese filo-USA e finanziato dall’agenzia statunitense USAID.

«Avvertiamo i media a non cadere in questo tipo di trappola che ha lo scopo di diffondere menzogne ​​e dicerie», si avverte nella dichiarazione di Hezbollah. «L’ultima parola su ciò che sta accadendo spetta al campo di battaglia, dove l’esercito siriano realizza progressi giorno dopo giorno, isolando i terroristi, un segno della confusione all’interno dei paesi che li sostengono», conclude la nota del movimento di resistenza libanese.

In un’intervista al quotidiano del Qatar, Al-Quds Al-Arabi, il responsabile mediatico di Hezbollah, Mohammad Afif, ha respinto qualsiasi ipotesi di graduale ritiro delle forze della resistenza libanese dalla Siria ed ha precisato: «I combattenti di Hezbollah partecipano ai violenti scontri in corso contro il gruppo terroristico, ISIS, (Daesh in arabo) nella antica città di Tadmor (Palmira, ndr)».

Hezbollah: da gruppo guerrigliero ad esercito regolare

da al manar

Hezbollah ha cominciato a sperimentare un cambiamento nella sua natura, passando dall’essere un gruppo di guerriglieri fino a formare un esercito regolare. Il motivo di questo cambiamento è stato imposto dalle caratteristiche delle azioni militari di Hezbollah in Siria.

Non vi è alcun dubbio che Hezbollah ha cambiato le sue tattiche in Siria adottando un atteggiamento offensivo, lontano dallo stile difensivo che ha sviluppato con grande successo durante il suo scontro con l’occupazione israeliana fra 1982-2000. Invece di attacchi rapidi e il ritiro delle truppe contro le avanzate dei nemici, in Siria Hezbollah ha effettuato operazioni offensive per prendere il territorio ed è stato impegnato per lungo tempo in ampie operazioni.

Non c’è dubbio che Hezbollah ha sviluppato con successo nuove tattiche per la sua lotta in Siria. I risultati parlano da soli. Durante le operazioni in Siria a sostegno dell’esercito del paese arabo, Hezbollah è riuscito a liberare un gran numero di città e villaggi, realizzando un cambio di dottrina militare, sviluppando uno nuovo stile,  simile a quello dei guerriglieri cubani che sono riusciti a vincere la rivoluzione nel 1959.

Secondo questa nuova tattica, Hezbollah ha lanciato attacchi su tutti i fronti con nuove armi: carri armati, artiglieria e droni. Inoltre, le unità militari hanno effettuato operazioni sono cresciute fino a raggiungere, come nel caso della battaglia di Zabadani, 60 uomini, e nei casi più gravi, fino a 150. Le unità di combattimento militari sono utilizzate come battaglioni, che a loro volta sono composti da diverse brigate. Le brigate sono composti da truppe di terra, unità ingegneristiche, difesa anticarro, difesa aerea.

Hezbollah ha anche condotto una integrazione tra attività militare classica e le prestazioni di una forza di guerriglia per affrontare quella che è stata definita una “guerra ibrida” con l’impiego di vari tipi di lotta adattandosi ai luoghi e situazioni distinte.

Gran parte della trasformazione di Hezbollah si è verificata come risultato l’aiuto della Russia, il cui esercito di Hezbollah ha imparato molto sia in termini di tattiche che nell’uso di certe armi.

Vi è ora un rapporto di completa coordinamento tra la Siria, l’Iran, la Russia e gli Hezbollah. Allo stesso tempo, l’interdipendenza diretta di Russia e Hezbollah nel campo di battaglia siriano è in crescita.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Nasrallah: La risposta all’assassinio di Quntar sarà inevitabile

da lantidiplomatico

Il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha dichiarato che la battaglia si è aperta con il nemico israeliano e non verrà chiusa in un giorno, avvertendo che la risposta all’assassinio del combattente della Resistenza Samir Quntar, inevitabilmente arriverà.

Nel suo discorso durante una cerimonia funebre per commemorare il martirio del combattente della Resistenza Quntar, avvenuto una settimana fa, Nasrallah ha affermato che non tollererà lo spargimento di sangue di altri resistenti. «La nostra risposta è determinata già dal primo giorno», ha aggiunto.
 
«Abbiamo bisogno di questo spirito di responsabilità e serietà espressa da Samir Quntar da quando si è arruolato nella resistenza palestinese fino al martirio in territorio siriano, perché lo spirito di sacrificio è un prerequisito per la continuazione della resistenza, per la costruzione del futuro e dell’orgoglio della nazione», ha spiegato.
 
Nasrallah ha sottolineato che il martire Quntar aveva fiducia nell’annientamento di Israele, aggiungendo che l’occupazione israeliana opera con il fine di togliere ogni speranza ai palestinesi ed ai popoli della regione, attraverso una guerra culturale e intellettuale.
 
Nasrallah ha poi precisato che la disperazione non ha posto nella linea della Resistenza e in quella di Samir Quntar.

Israele uccide in Siria il comandante di Hezbollah, Samir Quntar

da lantidiplomatico 

Questa mattina, l’aviazione militare israeliana ha colpito un edificio residenziale nella città di Jaramana, uccidendo il noto combattente della Resistenza, Samir Quntar.

Secondo i corrispondenti di Al-Manar, aerei da guerra israeliani hanno colpito un edificio con quattro missili a lungo raggio, con la conseguente distruzione completa dell’edificio residenziale e danni parziale alle strutture circostanti, situato a Jaramana, nella campagna di Damasco.

Il dipartimento mediatico di Hezbollah ha rilasciato una dichiarazione, poche ore fa, annunciando il martirio di Quntar, insieme a suo fratello attraverso Twitter.

«Alle 10:15 Sabato 19 dicembre, aerei da guerra sionisti hanno colpito un edificio residenziale nella città di Jaramana nella campagna di Damasco», si legge ne comunicato di Hezbollah.

Samir Quntar era un famoso combattente della Resistenza, arruolatosi nell’Esercito di Liberazione della Palestina, fu arrestato dalle forze di difesa israeliane (IDF) all’età di 16 anni nel 1979 per il suo coinvolgimento in un’operazione militare palestinese.

Sin da ragazzo Samir Quntar era affascinato dalla causa palestinese; questo avrebbe in seguito sviluppato la sua partecipazione, in prima persona, nel conflitto palestinese.

Fu rilasciato insieme ad altri quattro prigionieri libanesi in uno scambio tra Hezbollah e regime israeliano, nel 2008, in cambio dei corpi di due soldati israeliani uccisi durante la guerra del 2006.

 

Hezbollah: Orgogliosi di essere sanzionati dagli USA

da hispantv

Il movimento di resistenza islamica in Libano, Hezbollah, considera un “orgoglio” essere sanzionato dagli Stati Uniti. Lo ha affermato il suo leader Seyed Hasan Nasrolá.

«Siamo orgogliosi che gli Stati Uniti ci puniscano (…) La resistenza difende il suo territorio, e questo include una resistenza al progetto sionista e a quello takfiro», ha spiegato, sabato scorso, il segretario generale di Hezbollah, in merito alle recenti sanzioni imposte da Washington contro diversi membri del movimento.

In un discorso in videoconferenza durante una cerimonia, Nasrallah ha sottolineato che la resistenza continuerà il suo cammino per raggiungere la vittoria finale.

Stati Uniti e il regime israeliano, tradizionali nemici di Hezbollah

Dopo aver ringraziato per il sostegno la Repubblica islamica dell’Iran, il leader di Hezbollah ha affermato che dall’inizio della Resistenza, gli Stati Uniti d’America, il regime israeliano e i suoi alleati arabi del Medio Oriente hanno cercato di porre fine questo movimento, definendolo come un’organizzazione terroristica. Questa «non è una novità» ha ribadito.

Dopo aver denunciato gli sforzi falliti dai nemici per danneggiare l’immagine di Hezbollah nel mondo, ha evidenziato i successi di questo movimento, fra i quali quelli raccolti insieme all’esercito siriano contro i terroristi al confine siro-libanese.

Secondo Nasrallah, i nemici di Hezbollah diffondono menzogne ​​sul movimento e cercano di influenzare il morale dei loro combattenti che, nonostante tutto, resta forte e costante.

«Abbiamo sempre creduto che né l’Iran né Siria rinunceranno alla resistenza, e hanno già dimostrato questa virtù e voi sapete chi dice la verità e chi diffonde menzogne», ha ribadito, precisando, tra l’altro che, dopo l’uccisione dei leader, comandanti e civili  non cambieranno per nulla la posizione della Resistenza e i mezzi che adotterà Hezbollah, se non la pazienza.

Riferendosi alla presenza del gruppo terrorista Isis (Daesh, in arabo) in Medio Oriente, Nasrallah  ha affermato che «senza dubbio, la Turchia è seconda solo a Daesh, fornendo equipaggiamento militare, e apertura delle frontiere. Ma ora il primo ministro della Turchia (Ahmet Davutoglu) sostiene che Daesh minacca la sicurezza nazionale di questo Paese».

Gli Stati Uniti rimangono il  “grande satana” di sempre

Per quanto riguarda la conclusione dei colloqui sul nucleare tra Iran e Gruppo 5+1 (Stati Uniti d’America, Il Regno Unito, Francia, Russia e Cina più la Germania), il leader di Hezbollah ha sottolineato che gli USA saranno sempre il “Grande Satana”, sia prima che dopo il conseguimento di tale risultato.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

NSA: Israele responsabile dell’uccisione di un generale siriano

da al manar

Israele è responsabile per l’omicidio, avvenuto nel 2008, del generale siriano Mohammed Suleiman, un uomo molto vicino al presidente Bashar al-Assad. Lo rivela un documento dell’agenzia dell’intelligence statunitense, NSA, citato dal sito web The Intercept.

L’attribuzione dell’assassinio ad Israele è stato rivelato in un documento interno della NSA, fornito dall’ex consulente Edward Snowden.

Il documento NSA, un estratto di Intellipedia, un database interno per il servizio di intelligence, indica che l’omicidio sia stato commesso da un commando della marina israeliana nella città costiera di Tartous.

Questo assassinio è il primo esempio conosciuto di un attacco di Israele contro un funzionario di un governo legittimo, secondo il documento NSA.

Nel 2010, WikiLeaks aveva pubblicato un cablogramma degli Stati Uniti sostenendo che la Siria già sospettava che Israele fosse responsabile per l’assassinio del generale.

Il Generale Sleiman è stato ucciso la notte del 1 agosto 2008 dai cecchini nella sua villa sul bordo delle acque di Tartous, mentre riceveva gli ospiti.

Il Generale aveva fama di essere un punto collegamento del governo siriano con Hezbollah in Libano.

Secondo gli USA affermano, Sleiman era legato al complesso di Al-Kibar, distrutto nel settembre 2007 da con il pretesto che fosse una centrale nucleare in costruzione.

Mohammed Sleiman è stato l’interlocutore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), nelle indagini sulle ambizioni nucleari siriane.

Secondo la rivelazione, NSA ha stabilito la responsabilità di Israele nella morte del generale attraverso l’intercettazione delle comunicazioni israeliane.

L’uccisione di Mohammed Suleiman, avvenne sei mesi dopo quella a Damasco di Imad Mughniyeh, il principale comandante militare di Hezbollah, rimasto ucciso in un attentato con un’autobomba, tipico marchio delle uccisioni di Israele.

[Trad. dal francese per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Hezbollah: La Siria non è in pericolo e il suo Governo non sarà rovesciato

da al manar

Il vice segretario generale di Hezbollah, Sheikh Naim Qassem, ha dichiarato che «Hezbollah ha impedito a takfirismo di diffondersi nel mondo attraverso la porta siriana ed ha sostenuto il governo siriano nella sua resistenza e nella lotta contro il terrorismo». Inoltre, ha sottolineato che «la resistenza è potente e indipendenti grazie alle sue capacità, ottenendo numerose vittorie sul campo».

In un’intervista a Radio Nur, lo sceicco Qassem ha spiegato che «Israele è in cima alla lista delle nostre priorità e movimenti e i takfiri sono il suo braccio destro. La nostra lotta contro i gruppi takfiri fa parte del nostro progetto di resistenza contro Israele».

«La nostra lotta in Siria protegge le spalle della resistenza in Libano e, soprattutto, protegge il governo della resistenza siriana, che ci ha sostenuto in ogni momento».

Sheikh Qassem ha sottolienato che «la presenza della resistenza sul campo ha permesso ad Hezbollah di godere di uno status di influenza in virtù della sfida che siamo riusciti a risolvere. Questo ci ha fatto guadagnare peso nello scenario regionale».

«Influenzeremo il futuro di questa regione con la nostra lotta contro Israele e anche attraverso i nostri mezzi politici per sostenere l’unità dei paesi arabi e islamici», ha affermato lo sceicco Qassem.

Quando gli è stato chiesto della sua recente visita sul Qalamún, il vice segretario generale di Hezbollah ha risposto: «Questo è un fatto naturale, una normale visita ai mujaheddin e stare con loro. È stata una visita privata, ma qualcuno ha fatto una foto e l’ha pubblicata».

Sheikh Qassem ha spiegato che « oggi i terroristi sono caduti in una trappola ad Arsal e Zabadani dove sono rinchiusi in una gabbia. Essi non possono fare nulla. Abbiamo bloccato i loro movimenti, che è di per sé una vittoria importante e decisiva».

Alla domanda su cosa accadrà dopo Zabadani, ha risposto: «Dove c’è pericolo interveniamo. In realtà, abbiamo siamo già intervenuti quando abbiamo appurato l’esistenza di una minaccia che potrebbe cambiare la guerra sul terreno». Ed ha concluso: «In effetti, la Siria non è più in pericolo. Non è possibile rovesciare governo».

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

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