di Iván Padilla Bravo
06giu2016. Il fatto che la comunicazione mondiale di oggi giri sulla piattaforma elettronica della tecnologia dell’informazione, lungi dal favorire l’approccio, approfondisce l’isolamento tra gli esseri umani.
Il grande obiettivo dell’egemone mondiale è l’individualizzazione delle molecole, e ci riesce – apparente contraddizione! – attraverso l’unificazione nel messaggio che comunica.
Per raggiungere questo obiettivo, la tecnologia informatica e le sue piattaforme da esso monopolizzate, coloro che concentrano il capitale transnazionale nelle loro mani, svolgono oggi un ruolo decisivo.
Hanno già svolto il loro ruolo nella stampa, radio, televisione, cinema, nei momenti di picco per ciascuno.
È il capitalismo, come rapporti di produzione in condizioni di sfruttamento, che scopre e applica l’uso di media, trasmettitori di informazioni e idee, per costruire un’egemonia sempre più solida, sempre più forte e in grado di contribuire a perpetuare il dominio degli sfruttatori sull’immensa massa dell’umanità sfruttata.
Per il raggiungimento e il consolidamento del suo obiettivo, l’egemone ha oggi messo la maschera delle reti virtuali. Attraverso di esso inocula la sua menzogna, la sua falsificazione o imitazione della verità, la sua azione memorizzata.
La storia dei popoli viene cancellata in un sol colpo, la loro narrativa e la loro storiografia è incenerita, cancellata o bombardata nelle sedi progettate per la conservazione, come è accaduto a Baghdad nel 2003. O semplicemente viene eliminata come un materia di studio nelle scuole – come accadde in Venezuela nei primi anni ’70 o come accade oggi in Cile, per citare solo due esempi – per assicurare che le società cancellino la loro memoria.
L’egemone ha bisogno di mascherarsi come risorsa corrente per rendere credibile le sue menzogne. Ogni “social network” diventa un missile potente e distruttivo di cui nessuno si fida ma davanti al quale l’utente si sente sottomesso perché non ha modo di verificare la veridicità del messaggio che riceve attraverso di esso.
Internet, come i suoi predecessori nel supporto e nella massificazione della comunicazione, è nato sotto il dominio capitalista. È nato per essere al servizio dello sfruttamento “dell’uomo sull’uomo” e per assicurarne la perpetuazione.
Oggi, la lotta contro-egemonica cresce nel multipolarismo -nel pensiero antimperialista ma anche nella tecnologia – che è chiaramente visibile dalla Russia e dalla Cina, resistendo e offrendo alternative alla potenza occidentale che ha Google, Windows o Apple.
Un nuovo (non così nuovo) campo di battaglia appare nello sviluppo della lotta di classe e della pianificazione imperialista nel dominio del mondo. Il confronto simbolico, tecnico e anche tecnotronico, tra gli imperi non definirà la fine della lotta di classe né il superamento del capitalismo. Ma, senza dubbio, la diatriba tra verità e menzogna è aperta come destino nella comunicazione dell’umanità e per la vita.
[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Andrés Masciangioli]