(VIDEO+FOTOS) ÚLTIMA HORA: ¡Otro golpe de estado derrotado en Venezuela! 

Este martes 30 de abril, antes el intento de golpe de Estado fracasado impulsado por Juan Guaidó y Leopoldo López, el pueblo chavista se ha concentrado alrededor del Palacio de Miraflores.

En los materiales audiovisuales realizados por el equipo reporteril de LaIguana.TV puede apreciar el apoyo de los venezolanos al Presidente Nicolás Maduro y al Gobierno nacional.

 

A continuación algunas imágenes de lo que ha sido esta nueva demostración de lealtad del pueblo venezolano con la Revolución Bolivariana.

 

(LaIguana.TV)

Ilich Ramírez: sempre rivoluzionario

da DiarioVEA – Caracas

“La struttura dell’Esercito Bolivariano, con l’appoggio delle milizie popolari, permetterà di resistere ad ogni aggressione imperialista”, ha dichiarato il venezuelano Ilich Ramírez Sánchez, sequestrato dallo Stato francese nel carcere de La Maison Centrale, e intervistato dal suo compatriota José “Cheo” Sánchez, membro del Comité para la Repatriación. Il titolo originale del presente scritto è El hombre detrás del muro ed è stato ceduto a Diario Vea dalla emittente comunitaria Al Son del 23.

Il treno arrivò presto. Cheo scese e con passo sicuro raggiunse l’ingresso della stazione. La facciata si caratterizzava per un design moderno, realizzato con una commistione di metallo e vetro, ornata da un grande orologio sulla porta principale. Cheo si voltò e guardando l’orologio si rese conto che mancava ancora qualche ora all’incontro. La strada silenziosa e solitaria, la città sembrava morta. Si sistemò la giacca e provò ad imboccare una di quelle strade solitarie, cercando un posto dove riordinare le idee. Percorso qualche metro, sentì il parlottio di alcune persone che proveniva da La Collegiata di Notre-Dame, una Chiesa parrocchiale che conosceva per le torri visibili da lontano e che costituivano il suo punto di riferimento. Non distante dalla chiesa trovò un mercato e appena più in là, una fiera dove i contadini, una volta a settimana, vendevano i propri prodotti. Lì rimase a guardare la roba in vendita. Proseguì finché non ritrovò il luogo dell’incontro. Ripercorse la zona varie volte per non perdersi. Poi entrò in un ristorante dove attese l’ora prestabilita. Arrivando all’antico convento delle monache Orsoline, oggi più conosciuto come Penitenziario di Poissy, il luogo d’incontro, cercò l’ingresso. Fu invaso da un certo nervosismo. Ogni cosa gli ricordava i difficili anni di detenzione ed era logico fosse così. Dieci anni sono una bella fetta di vita per un uomo. Il portone che individuò sulla destra dell’edificio era diviso da due tubi, in uno dei due c’era il campanello e la videocamera di sorveglianza. Suonò e si avvicinò alla videocamera. Trascorso qualche secondo la porta si aprì, entrò e si trovò in un cortile dove un agente, dietro ad una grande finestra di vetro rinforzato all’interno con delle sbarre, lo accolse. Gli consegnò il permesso per la visita, ottenuto un mese e mezzo prima. L’agente gli diede una chiave col numero 12, con questa poté aprire l’armadietto dove  ripose le cose che aveva con se: all’interno del carcere i visitatori non posso introdurre niente. Gli consentirono di portare solo carta e matita. Successivamente attraversò un metal detector simile a quelli in uso negli aeroporti accedendo in una stanza dove si ritrovò con sei donne e un uomo, anch’essi visitatori. Le donne, molto cortesi, gli offrirono un caffè. Erano le 13 e mancava ancora mezz’ora alla visita. Alle 13 e 25 un agente lo chiama e lo accompagna in un altro edificio, passando per un parcheggio; entrano nell’edificio, in una grande stanza, dove da una parte c’era una cabina e dall’altro lato c’era una grande finestra attraverso la quale si potevano scorgere i prigionieri che aspettavano per le visite. Cheo individuò Ilich tra i prigionieri che, con il pugno alzato, lo salutava. Si, Ilich già l’aveva riconosciuto (e chi non riconosce il Nero Cheo?). Quando si apre la porta al lato della finestra, i due si perdono in un grande abbraccio. Ilich sembra essere felice, con la pancia tipica dell’età; la chioma bionda e riccia di un tempo si era mutata in una capigliatura bianca, rada e liscia. Non si conoscevano personalmente; i contatti erano avvenuti solo per lettera o telefono. Alla fine era arrivato il momento di parlarsi a lungo e fittamente senza che nessuno li disturbasse, nemmeno il tempo. Ilich domandò a Cheo il numero della chiave che gli era stata consegnata al momento di entrare. La 12, fu la risposta. Allora Ilich come un buon anfitrione, cercò la cabina corrispondente, aprì la porta e lo invitò ad entrare. La stanza era piccola, con una ancor più piccolo tavolo fissato al muro e tre sedie. Questa non è buona, disse a Cheo, cerchiamone una più grande. Così uscirono dalla stanza e rapidamente Ilich ne trovò una adatta, aprì la numero 5, con finestrella e tendina inclusa.

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Ilich, tu non puoi immaginare quanto sia contento di essere qui con te, di salutarti e portarti la solidarietà dei miei compagni e della nostra organizzazione. Senza di loro non sarebbe stato possibile questo incontro
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Grazie e benvenuto alla Maison Centrale di Poissy. La Maison Centrale di Poissy, come le altre Maison Centrales di Francia, ospita i prigionieri pericolosi, il più delle volte condannati a lunghe pene detentive, o coloro che si ritiene abbiano scarse possibilità di reinserimento sociale. Il regime detentivo di questa prigione è centrato principalmente sulla sicurezza. La Maison Centrale di Poissy occupa un antico convento delle monache Orsoline, i cui edifici furono trasformati e resi idonei alla reclusione dal 1817 e trasformata in Casa Correzionale dal 1821. È ubicata nel centro storico della città vecchia, vicino la chiesa collegiale, al numero 17 di Rue de l’Abbay. Fu una chiacchierata abbastanza lunga, durante la quale si assegnarono il compito di ripercorrere 140 anni di ricordi.

Dopo un po’, Cheo domandò a Ilich:

Ti dispiace se passiamo alle domande?

Forza, cominciamo!

Ilich, si parla molto di te, del fatto che sei un terrorista, mussulmano, internazionalista e donnaiolo. Cosa rispondi a queste voci?

Sono entrato nella gioventù comunista del Venezuela (JCV) nel gennaio del 1964 e continuo ad essere comunista e internazionalista, ho combattuto tutta la mia vita contro i terroristi imperialisti e sionisti.  Mi piacciono le donne (sono eterosessuale) e io piaccio a loro. Comunista stalinista, credo in Dio, come il compagno Stalin. Lui era ortodosso mentre io sono musulmano.

Sei marxista o musulmano?

Marx affermò che non era marxista, bensì comunista. Mio padre (ateo e anticlericale) mi insegnò che Maometto è la principale personalità storica, come ha affermato anche un comunista francese nella sua biografia su Maometto, autore di origine giudea e ateo.

Ti senti ancora palestinese?

Sono venezuelano per il sangue ricevuto e palestinese per il sangue versato.

Come vedi, da qui, l’attuale lotta palestinese e i territori occupati?

La divisione ideologica e confessionale ritardano la liberazione della nostra santa terra palestinese dall’occupazione sionista.

Qual è la posizione dei paesi europei nei confronti della causa palestinese?

È una posizione opportunista, ad eccezione della Spagna (sotto Franco), tutti i paesi dell’Europa occidentale ed orientale riconobbero Israele.

Tre ergastoli. In quanti carceri sei stato?

Sono stato condannato 5 volte alla pena a vita (due volte in appello). Sono sopravvissuto a sei prigioni francesi: La Santé, Fresnes, Fleury-Mérogís, Saint Maur, Clairvaux e Poissy.

Da quanto sei detenuto a Poissy?

Giunsi a Poissy il 15 aprile del 2008, arrivavo da Claivaux.

Per quanto tempo sei stato in isolamento e dove?

Sono stato 10 anni in totale isolamento: 8 anni a La Santé, due a Fresnes, qualche settimana a Fleury-Mérogís.

Com’è il rapporto col personale del penitenziario qui a Poissy?

Con alcune eccezioni, gli agenti sono molto rispettosi nei miei confronti.

Come e in cosa occupi le ore del giorno?

Frequento cinque volte alla settimana lezioni della durata di due ore del Corso di laurea in Lettere dell’Università Paris VII-Denis Diderot. Cammino un po’, fumo sigari cubani nel cortile principale ogni pomeriggio; faccio le mie telefonate ai numeri autorizzati, solitamente ai miei avvocati.

Hai rapporti  con gli altri detenuti? E di che tipo?

Gli altri detenuti mi rispettano; e poi difendo i nostri diritti.

Come ti procuri beni personali, il bucato, ecc?

I beni personali vengono acquistati nella spaccio, tramite acquisti esterni, oppure vengono depositati da visitatori e avvocati.

Hai accesso alla televisione, alla radio, ai libri, a internet?

Tutti i detenuti hanno accesso alla radio e alla televisione, ma non a Internet. Ho una buona biblioteca nella mia cella “doppia” (circa 17 m²).

Ti sei sentito abbandonato dai palestinesi, dal governo venezuelano, dalla tua famiglia, da tua moglie(i)?

Sono un eroe della causa palestinese, ammirato dai popoli arabi. I traditori della Rivoluzione Bolivariana sabotano il mio ritorno nel paese. La mia famiglia è solidale. Le donne che mi amano continuano ad amarmi.

Risultati immagini per Ilich Ramirez sanchez repatriacionHai fiducia che un giorno non troppo lontano potrai essere rimpatriato?

Devo essere rimpatriato! Coloro che ritardano il mio rimpatrio sono traditori della Patria.

Dopo questa domanda si sono presi una pausa e hanno deciso di continuare il giorno dopo. La visita si è conclusa con i ricordi di una vita passata, che se dovessero rivivere, rispenderebbero sicuramente combattendo per la rivoluzione, come hanno fatto fino ad oggi.

Cheo accusò una stanchezza emotiva e aveva bisogno di una pausa e di un po’ di silenzio per sistemare le idee. Quelle emozioni scorrevano come fiumi irruenti nella sua mente. Si congedarono come quando si erano incontrati: con un grande abbraccio. Ci vediamo domani.

Il giorno seguente Cheo arrivò puntuale. Conosceva la strada, così che non gli costò fatica arrivare alla Maison Centrale di Poissy. Bussò e guardò nella camera di sicurezza, più sicuro del giorno precedente, entrò. Passando tutte le procedure di accesso, arrivò dove c’era la cabina e la finestra.

Questa volta si portò dieci monete da un euro. Era permesso portarle per comprare il caffè al distributore.

Dopo essersi salutati, Ilich aiutò Cheo ad utilizzare il distributore che era stato collocato lì grazie all’iniziativa dell’organizzazione dei detenuti, nella quale Ilich gioca un ruolo di primaria importanza.

Ilich prese delle monete e mentre aspettava il caffè ne diede alcune ad un ragazzo che lo guardava avidamente. Entrarono nella cabina ognuno con il proprio caffè e dopo una breve conversazione continuarono con le domande.

Il socialismo è l’argomento della destra mondiale per sottolinearne il fallimento. Quando in realtà è il capitalismo che è fallito, ampliando il divario sociale e producendo sempre più poveri nel mondo. Credi ancora nel Socialismo? E se si, in quale?

Gli Stati socialisti europei sono collassati. Gli Stati capitalisti e il capitalismo sono nella loro fase terminale: l’imperialismo. Sono comunista e credo fermamente che il socialismo trionfa solo quando si adatta alle condizioni storiche e sociali proprie di ciascun paese.

Il comandante Fidel Castro credeva che la lotta armata non fosse più una modalità di lotta valida ed era necessario trovare altre forme di lotta. Cosa ne pensi?

La lotta rivoluzionaria armata non è un’opzione, bensì una necessità storica che ci impone il nemico imperialista, sionista e i suoi alleati.

Ritieni che il disarmo delle FARC alla frontiera tra Colombia e Venezuela abbia agevolato le aggressioni imperialistiche?

Evidentemente. D’altro canto credo che il ritorno alla lotta politica legale costituirà un passo verso la vittoria del socialismo in Colombia.

Si dice che la Forza Armata Nazionale Bolivariana sia compatta nel sostegno al governo del legittimo presidente Nicolás Maduro. Cosa ne pensi se di fronte a un attacco imperiale, attraverso la Colombia, il Brasile e alcune isole caraibiche, questa subisse un primo colpo ferale? Ci sarebbe una sbandata dell’esercito, come è successo in Iraq?

In Iraq non c’è stato alcuna disfatta militare nel 2003; La resistenza baathista fu organizzata dopo il bombardamento degli USA del 1991 e continua a resistere con successo agli invasori, sotto il comando del compagno comandante generale Izzat Ibrajim al-Douri. Un’invasione degli USA in Venezuela è improbabile anche se Colombia, Brasile e Antille olandesi sono al loro servizio.

Le milizie popolari bolivariane sono una garanzia oltre all’esercito per una resistenza popolare di lunga durata, come nel caso della Siria?

La struttura dell’esercito bolivariano, con il sostegno delle milizie popolari, permetterà al Venezuela di resistere a tutte le aggressioni imperialiste.

In che modo credi che interverranno Russia e Cina di fronte ad un’invasione del Venezuela per difendere i loro investimenti e interessi, o eserciteranno solo pressioni politiche presso le screditate Nazioni Unite?

Russia e Cina hanno già dichiarato che sono disposte ad aiutare militarmente il Governo bolivariano, difendendo in questo modo i loro rispettivi interessi geo-strategici, economici e finanziari. Dichiarazioni serie.

Che ricordi hai del Café Metelitza e delle strade del centro di Mosca?

Non ricordo il Café Metelitza. Le strade del centro di Mosca mi portano alla memoria la Piazza Rossa e i buoni alberghi; sono stato lì l’ultima volta nel 1978.

Ricordi come si chiamava la tua insegnate di russo e il suo cane? Era bella, no?

Non ricordo il nome della professoressa né del suo cane, ricordo invece che era meravigliosa e mi corteggiava.

Quando hai iniziato l’università, conoscevi già un po’ di russo, ma anche l’inglese e spagnolo, naturalmente. La tua fonetica in tutte queste lingue era orribile. L’hai migliorata col tempo?

Ho iniziato a studiare il russo a Londra con mio fratello Lenin nel 1968. La mia fonetica è ancora terribile in tutte e otto le lingue che parlo.

Credi che la giovinezza sia troppo breve?

Nella mia famiglia viviamo tutti almeno 90 anni, sia dal lato di mia mamma che di mio padre. La mia gioventù ha avuto lunga durata.

Che cosa ti manca quando sei giù di morale?

La libertà con i miei compagni e la vita familiare.

Se potessi tornare indietro nel tempo, saresti dietro le sbarre qui in Francia?

Sicuramente no, perché invece del Sudan mi sarei recato in Iraq.

“Il mio Paese è dove vivo”, dicono gli spagnoli. Dopo tanti anni in giro per il mondo, qual è il tuo Paese?

Sono Venezuelano e sono un fedayn Palestinese.

Dopo più di un quarto di secolo dietro le sbarre, come percepisci lo sviluppo della tecnologia digitale?

Ho sul groppone più di 25 anni di galera, non conosco la tecnologia digitale.

Aveva ragione lo Zio Simón (Simón Díaz) quando cantava: “perché dopo questa vita, non abbiamo un’altra possibilità” ?

Simón Díaz intendeva solo la vita sulla terra.

Ilich, in  Svezia è stato trasmesso il documentario di Sophie Bonnet. Lo hai visto. Dopo averlo visto, mi sono venute in mente alcune domande: che vita fa la madre tedesca di tua figlia, vive in Venezuela, che rapporti hai con lei?

Il cosiddetto documentario di Sophie Bonnet è pieno di bugie. Maddalena Kopp è morta di cancro a Francoforte. Elbita vive a Francoforte con il marito e ha due figli. È architetto.

Quante volte ti vengono a trovare tua figlia e i tuoi nipoti?

Dato che a suo marito viene negato il permesso di farmi visita, non può venire a trovarmi spesso. L’ultima volta è venuta a trovarmi per il mio sessantanovesimo compleanno.

Pensi che sia possibile ottenere la grazia o il rimpatrio?

Nessun indulto! Ma rimpatrio, si! Quando ripuliranno il Governo bolivariano dai traditori infiltrati.

Cosa vorresti fare se si verificasse uno dei due casi di cui sopra?

Grazie alla mia lunga esperienza potrei occuparmi della sicurezza dello Stato bolivariano del Venezuela.

Nel documentario di Sophia Bonnet, si dice che il leader palestinese ruppe le relazioni con te dopo la decisione che prendesti nel caso degli ambasciatori dell’OPEC (rapiti), cosa ne pensi?

Quando mi dimisi dal FPLP (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) il 15 maggio 1976 (a Baghdad), il dottor Wadie Haddad piangeva e mi implorò di non dimettermi, ma non volevo essere coinvolto nella scissione tra due operazioni estere (Abu Hani) e l’Ufficio politico (George Habbash) nonostante nel febbraio 1976 ad Aden Abu Hani mi avesse promosso al Burò Politico. Ho conservato buoni rapporti con entrambe le parti e, con altri cinque compagni, abbiamo fondato l’Organizzazione degli internazionalisti rivoluzionari ad Algeri nel giugno 1976. Abdelaziz Bouteflika è testimone che ho rifiutato i 50 milioni di dollari che mi sono stati offerti dai governi di Arabia Saudita e Iran per non giustiziare i loro ministri. Hans-Joachim Klein è un bugiardo patologico, un agente nemico.

Ogni risposta era accompagnata da commenti, storie e ricordi, così il tempo è diventato troppo breve. Si sono detti addio con un grande abbraccio, da compagni.

Cheo già sapeva che sarebbe tornato. Il giorno seguente prese l’aereo che lo avrebbe riportato a casa.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Alessio Decoro]

(VIDEO) Pablo Hasél: Petróleo, oro y coltán

Pablo Hasél: Petróleo, oro y coltán

La “settimana santa” della Conferenza Episcopale Venezuelana

di Renzo Amenta

Prima di commentare la carta distribuita per la Domenica delle Palme, dai Vescovi e Cardinali venezuelani, desidero fare alcune premesse.

CEV è la sigla della Conferenza Episcopale Venezuelana, che ha complottato da sempre per disfarsi di Chávez e dei chavisti.

Io sono un Cristiano e un Cattolico, o per lo meno così mi reputo, anche se non molto osservante.

Per prima cosa, chiariamo alcuni concetti e vediamo cosa dice la Treccani su questi due termini tanto abusati.

cristiano agg. e s. m. [dal lat. Christianus, gr. Χριστιανός]. – 1. agg. a. Di Cristo, come fondatore del cristianesimo:  b. Detto di persona, che ha fede in Cristo e ne professa la religione …

Essere cristiano, significa seguire la dottrina di Cristo, soprattutto in quei punti che si riferiscono alle relazioni interpersonali. Concetti apparentemente banali che nascondono verità profonde. Non voglio annoiarvi con il ripetere brani di trattati teologici, ma solo farvi riflettere su cose comuni, che sono parte integrante della vita quotidiana. Per esempio: “Ama il prossimo tuo come te stesso”; oppure: ”Non giudicare se non vuoi essere giudicato”; e ancora: “Prima di vedere la pagliuzza nell’occhio del tuo vicino, togli il palo che hai nel tuo occhio”.Come si vede, sono alcuni principi basilari per vivere in una società più giusta, che prescindono dal sentimento religioso. Adesso, se chiedete ai cristiani e non, che ne pensano, tutti vi risponderanno: “Verità sacrosante”. Ma se gli chiedete, se li mettono SEMPRE in pratica, la cosa cambia, la risposta tarda ad arrivare, si tentenna e finalmente arriva la verità: “si e no, perché siamo umani e pertanto imperfetti”. Siamo ipocriti?  Io dico di si, perché un principio non cambia a seconda delle situazioni. Il cristiano dovrebbe sempre seguire i suoi principi e quando si accorge di averli infranti, dovrebbe porvi subito rimedio. Secondo queste elementari considerazioni, di buoni cristiani ne esisterebbero veramente pochini.

cattòlico agg. e s. m. [dal lat. tardo catholĭcus, gr. καϑολικός «universale», der. di καϑ’ὅλου«universalmente»] (pl. m. –ci). – 2. a. Che professa la religione cattolica apostolica romana.

La storia ci insegna che la Chiesa è passata attraverso i secoli, tra mille difficoltà e non sempre è stata all’altezza dei tempi e del suo alto compito. Anche in questi casi si applica il concetto: “siamo umani e quindi imperfetti e peccatori”. Ma la riforma della Curia è una cosa molto complicata, perché gli “umani” Cardinali molto spesso dimenticano i concetti basilari di umiltà e misericordia, trasformandosi in politici estremisti. Il povero Papa Bergoglio ha una tremenda gatta da pelare e tra l’altro deve guardarsi attentamente le spalle dai nemici interni ed esterni. 

Chiariti questi concetti di base, passiamo alla carta.

Il suo lait motiv è paragonare le sofferenze di Gesù con le tribolazioni del popolo venezuelano e attribuirne la colpa al regime comunista di Maduro, il tiranno che opprimo il popolo innocente. D’altro canto, sarebbe difficile far credere che Gesù fu crocifisso veramente da Maduro, anche se i peccati del dittatore oggi stanno crocifiggendo il popolo di Dio. Almeno secondo la lettura della CEV.

Quando ho letto questo foglio, ho dovuto rileggerlo varie volte e tradurlo in Italiano, perché non volevo credere a quello che leggevo e avevo paura di fraintendere il testo in spagnolo.

Cito: Le sofferenze che allora ha sofferto Gesù, le condividono ora i cittadini venezuelani. Il Nazareno che passa per le nostre strade vedrà molte case semivuote, la gente è scappata dalla Patria.”

Commento: Si fa enfasi sui profughi, sulle persone “scappate” dalla tirannide, ma ignorano volutamente che, se questi profughi vogliono rientrare in Patria, nobili nazioni con nobili governi democratici, impediscono agli aerei inviati da Maduro di atterrare per riportali in Venezuela, a spese dello Stato e su richiesta degli stessi profughi. Scopriamo così che questa gente è stata strumentalizzata e usata come propaganda anti-tirannia. Di questi giorni la notizia che un gruppo di venezuelani hanno dovuto viaggiare dall’Argentina in Uruguay e da qui a Caracas, sempre in nome di Dio.

Cito:“Gesù fu vittima di giudizi falsi. I tribunali di Giustizia nel Venezuela attuale non sono credibili.”

Commento: In Venezuela, se la giustizia è applicata ai nobili oppositori, discendenti dai vecchi colonizzatori e quindi dai veri padroni del Venezuela per diritto di conquista, non è credibile perché è subordinata al dittatore. È applicata da giudici indegni e corrotti, indipendentemente dal tipo di reato, anche se gli imputati sono stati arrestati in flagrante. In conclusione: come ieri per il governo di Chávez, oggi con il governo di Maduro, essendo entrambi regimi dittatoriali, parassitari e illegittimi, devono semplicemente andarsene, i chavisti sarebbe meglio che si trasferissero tutti a Cuba e lasciassero tranquilli Vescovi, Cardinali e i loro amici imprenditori, a godere i frutti delle loro rapine, mentre gli schiavi avrebbero briciole in abbondanza. 

Cito: “Gesù fu torturato. Ai cittadini incarcerati in Ramo Verde, la Tumba, el Helicoide (carceri venezuelane), è vilipesa la loro dignità umana; fino al punto di spingerli al suicidio.

Commento: Come osano incarcerare i nobili colonizzatori? Il trattamento che la CEV definisce inumano e che conculca i diritti umani è una menzogna spudorata. Lo prova il fatto che la maggior parte degli oppositori, che hanno commesso reati, sono tranquillamente scappati all’estero, cominciando da Carmona Estanga per finire a Antonio Ledezma, scappato dai domiciliari e che oggi vive in Spagna. La cella di Leopoldo Lopez era una specie di albergo a cinque stelle, con palestra, televisione, computer, libri, continue visite. Poi gli hanno concesso i domiciliari e da qui ha diretto gli ultimi eventi, con tanto di telefonino, anche in contrasto con l’autoproclamato. Alla faccia delle torture del regime!

Cito:“Gesù agonizzante ebbe sete. In molti paesetti e città venezuelane si consuma acqua contaminata. Mancano viveri e medicine, benzina e sicurezza.”

Commento: Questa frase è l’epopea delle fakenews messe in circolazione dall’opposizione. Ci sono decine di filmati che le smentiscono. Secondo la CEV, tutte le sanzioni applicate da Trump non hanno nulla a che vedere con la situazione in atto, non dicono che sono state espressamente richieste dai politici oppositori che sono andati a vendersi e a vendere il Venezuela agli interessi stranieri. Così come non centra nulla il colpo di stato del 2002, il continuo attacco fino ai giorni nostri, con l’imposizione di un presidente da parte di una potenza straniera, sotto l’azione di personaggi criminali tipo Julio Borges. Nessun accenno al furto di oltre trenta miliardi di dollari da parte degli Stati Uniti, del Regno Unito e del Portogallo. Nessun accenno al blocco di merci, già pagate dal governo venezuelano e bloccate in vari porti europei.

Cito: La morte di Gesù lasciò al buio simbolicamente la città di Gerusalemme. I blackout reali lasciano il Venezuela nelle tenebre, la lasciano isolata e senza collegamenti. Non a causa di sabotaggi, ma per inefficienza e corruzione governativa.

Commento: “Abbiamo decine di prove testimoniali dirette e video fotografiche che provano il contrario.

Oggi nessuno mette più in dubbio la matrice terrorista, tranne la CEV. I ripetuti attacchi anche per opera di cecchini sono ignorati. Si può affermare che queste menzogne sono un contributo per ingraziarsi gli USA e per sobillare il popolo, perché si ribelli con la forza, che implementi le guarimbas e cacci il tiranno. Una spintarella a odiare mediante menzogne: mi chiedo in quale Vangelo l’hanno studiato!

Cito:I tiranni credono che con la morte dell’eroe finisca anche la sua causa. Si sbagliano. Gesù fu salvato dalla morte: Resuscitò. Le campane dei nostri templi invitano nella notte del Sabato Santo a intonare il Gloria e l’Alleluia, il trionfo di Gesù.

Commento: “Qui hanno ragione: la morte dell’eroe non significa la morte dell’idea. In questo senso si sbagliano proprio la CEV e l’opposizione. Infatti, la morte di Chávez non ha provocato automaticamente la scomparsa del chavismo, come la morte di Fidel Castro non ha provocato la fine della rivoluzione cubana. La cosa strana è che quest’associazione è la sola felice di questa carta, cosa che dimostra ancora una volta la loro ossessione per tutte le idee diverse dalle loro. I chavisti aspettano con fede ed entusiasmo il trionfo di Gesù e della verità, e la cosa non piace alla CEV.

Cito:L’ultima parola sul Venezuela ce l’ha Dio, no i tiranni. Il Venezuela si ricostruirà, è la nostra sfida. La Settimana Santa è l’inizio della speranza. Dio non lascia soli i suoi figli afflitti.

Commento: Maduro è definitivamente un “tiranno”, esattamente come lo era Chávez. Infatti, questo “tiranno” ha dato 2.600.000 case alla gente povera: sapete quanto avrebbero guadagnato i nobili, cattolici, democratici colonizzatori se quelle case le avessero fatte loro e le avessero vendute ai loro prezzi?

Inoltre il tiranno ha preteso che la scuola fosse veramente gratuita per tutti, dall’asilo all’università, compreso i libri, le divise e i computer: sapere quanto hanno perso di guadagnare le scuole private, la cui maggioranza erano cattoliche? Come quella fucina di geni, anche se diabolici, che è tuttora la gesuita Università Cattolica Andrés Bello.

E ancora, un’altra prova della crudeltà del tiranno è che ha preteso che la sanità fosse pubblica e gratuita per tutti. Questa è forse la colpa più grave, se pensate che qualcosa di simile faceva parte della campagna elettorale di Obama, il quale non è riuscito a farla digerire negli Stati Uniti. Anche in questo caso, la lotta ai medici cubani, all’ospedale cardiologico infantile di Vargas, al centro oftalmologico, in day hospital, presso l’aeroporto Simón Bolívar,è qualcosa di inspiegabile col buonsenso, ma perfettamente in linea con il desiderio di speculare privatizzando tutta la sanità, oltre all’istruzione ovvio.

Come si dovrebbe ricostruire il Venezuela? Forse ammazzando tutti i chavisti, ritornando alla costituzione di Puntofijo e sotto la guida illuminata di Copei e Azione Democratica. Ma soprattutto, alzando ogni mattina la bandiera a stelle e strisce e cantando, nelle scuole, nelle caserme e nelle Chiese l’inno degli Stati Uniti. Questa è la Venezuela che desidera la CEV, a cui non importa la gente che oggi sta soffrendo anche per colpa loro e dei loro complotti e la cui scomparsa dalla scena sociale, anche come danno collaterale, è considerata un sacrificio necessario. Di schiavi non chavisti ce ne sono abbastanza.

Cito: Canteremo il Gloria e l’Alleluia al suono delle campane trionfali. Sarà la nostra Pasqua. Amen“.

Commento: Le campane trionfali saranno suonate da tutte le chiese del paese, mentre si cantano il Gloria e l’Alleluia, non sono riferiti alla resurrezione di Cristo, ma “alla resurrezione del Venezuela democratico e perfettamente colonizzato”.

Tanto per evitare malintesi, vediamo che significa democrazia:

democrazia s. f. [dal gr. δημοκρατία, comp. di δῆμος «popolo» e -κρατία «-crazia»]. – 1. a. Forma di governo in cui il potere risiede nel popolo, che esercita la sua sovranità attraverso istituti politici diversi; in particolare, forma di governo che si basa sulla sovranità popolare esercitata per mezzo di rappresentanze elettive, e che garantisce a ogni cittadino la partecipazione, su base di uguaglianza, all’esercizio del potere pubblico.

In Venezuela, negli ultimi vent’anni, in Venezuela si sono svolte più elezioni che in tutta la sia storia; si sono celebrati referendum per la prima volta; si è data la rappresentanza alle etnie e sono stati riconosciuti i loro diritti civili per la prima volta. Secondo la CEV, questi venti anni sono stati anni di tirannie e soprusi.  A loro piaceva la “democrazia” di Pinochet, dei militari argentini. Rimpiangono tuttora la “democrazia cubana” di Fulgencio Batista y Zaldívar, distrutta da quel “criminale dittatore” di Fidel Castro.

Da cristiano, desidero chiudere queste note, facendo mia una frase di questa parte della Chiesa venezuelana, perché qualche vola capita che un deficiente dica una cosa molto giusta:

LA ÚLTIMA PALABRA SOBRE VENZUELA LA TIENE DIOS, NO LOS TIRANOS. VENEZUELA SE RECONSTRUIRÀ, ES NUESTRODESAFIO. LA SEMANA SANTA ES EL INICIO DE LA ESPERANZA. DIOS NO DEJA SOLOSA SUSHIJOS ATRIBULADOS.

¡HASTA LA VICTORIA SIEMPRE!

VENCEREMOS

Entrevista a Gsus García, Vocero de la Comuna Socialista Altos de Lídice

Risultati immagini per marcha chavistapor Federico Simonetti – laiguana.tv

Federico Simonetti: Primero lo primero. A la experiencia que ustedes vienen desarrollando la han llamado “Comuna Socialista Altos de Lídice”. Socialista. ¿Por qué socialista? ¿Qué entienden ustedes por socialismo?

Gsus García: Una nueva forma de hacer las cosas. Una forma distinta a la que nos criaron. Una forma distinta a la que nos acostumbraron a hacer las cosas. A nosotros desde un punto de vista científico quizá, todavía nos falta mucho por avanzar en la idea de nuestro socialismo. Chávez dio muchísimas ideas. Pero creo que en la Comuna, el mejor ejemplo de construcción del socialismo se da desde la práctica, desde el hacer, desde el andar. Quizá uno de los grandes errores de la revolución bolivariana es no tener una buena sistematización de todos esos procesos. Ahí ha avanzado Reinaldo [Iturriza], Reinaldo sí ha avanzado mucho en eso.

Cuando trabajamos la colectivización del hacer, desde todo punto de vista, en la salud, en lo social, lo económico, lo productivo; ahí sí estamos construyendo socialismo. Claro, seguimos teniendo muchas relaciones en lo que respecta a lo financiero, muchas relaciones de orden meramente capitalista. Pero cuando la ganancia que se genera con nuestro trabajo se reparte en partes iguales o va directamente a la inversión social, cuando no se piensa en tener una ganancia suprema sino mas bien en solventar los problemas que hay en la comunidad, creemos que estamos creando algo nuevo. Porque eso no ocurría antes.

Cuando antes en el barrio alguien invertía en alguna ayuda social o celebraba el día del niño, se pensaba: “ah bueno, ese chamo es pana, ese chamo es fino, ese chamo es buena gente”. ¡No! Aquí eso de buena gente no va más, eso tiene que convertirse en un sistema de gobierno. Y cuando lo convertimos en un sistema de gobierno territorial, estamos construyendo socialismo, estamos seguros de eso. Y no hemos encontrado en el marco del capitalismo una figura como esa. Entonces creemos que es ahí en la Comuna, es ahí en el sistema de trabajo territorial, es ahí en la Comuna socialista donde estamos pariendo el socialismo.

FS: Chávez planteaba que había que ir hacia el socialismo. Pero reconocía esto que vos decís con toda claridad, actualmente siguen imperando las relaciones capitalistas. Entonces entre el capitalismo y el socialismo tiene que haber un proceso de transición. ¿Cuál es el rol de la Comuna en esa transición del capitalismo al socialismo?

GG: Es la célula. Es la célula donde eso nace, hay que parirlo. Es el espacio de experimentación, el espacio ideal de creación, no hay otro. Es en el territorio o no es. Es en la comuna o no es. La comuna no es más que esa fábrica donde estamos todos como unos trabajadores, como unos obreros, echando tuercas, echando llaves, echándole aceite a esta máquina, echándole aceite a aquel motor. Lo decía Chávez, la Comuna es la célula del socialismo, es la célula territorial del socialismo.

Bueno, si hay algunos tanques pensantes, intelectuales y gente que le gusta pensar fuera del territorio, ¡ah bueno! esa es su forma de hacer las cosas. Pero nosotros pensamos, hacemos, corregimos, pensamos, hacemos, corregimos y ahí vamos. Si no experimentas ¿Cómo creas el socialismo? La Comuna es eso, es el espacio de experimentación per se del socialismo.

FS: El otro día en la Mesa de salud expresabas algo que me quedó grabado. Dijiste algo así: “hay que superar el viejo Estado” ¿Qué es esa idea del viejo Estado? ¿Qué es el Estado hoy en Venezuela?

GG: ¡Uf! ¡Una vaina horrible, huevón! (risas) Es una estructura muy burocrática, muy lenta. Que no se adapta a los procesos de las comunidades. Ahorita mismo nosotros tenemos unos procesos que van muy rápido, porque deben ir rápido, porque los tiempos ameritan que sea rápido, estamos en medio de una guerra, no podemos ir lento. Entonces, cuando a una institución tú le presentas un proyecto te dice: “¡No! Esto tiene que pasar primero por aquí, luego por aquí, luego aquel firma, luego firma aquel otro, y después yo.” Y así ha pasado un año y no se ha aprobado.

El Estado es como una estructura ya gris. Cuando Chávez impulsa las Misiones, justamente lo hace para crear un Estado paralelo, que fuese más rápido, que llegara más adentro, que no tuviera tanta burocracia. Chávez lo decía en 2012, que ahora venía la fase de transición al socialismo, y que teníamos que hacerlo a nivel territorial, a nivel de las Comunas, por eso el Golpe de timón. Lamentablemente eso se ha difuminado en el tiempo.

El Estado no es más que un obstáculo, ese viejo Estado es un obstáculo con el cual tenemos que combatir. Y buscar siempre que cada Comuna tenga el auto-sustento y la organización suficiente para depender lo menos posible de ese Estado. Porque Comuna que depende del Estado es como un humano en estado vegetativo, con una bomba de oxígeno, operada por electricidad. Un humano que cuando no tenga ni electricidad ni planta eléctrica, se va a morir. La Comuna no puede morirse porque falte el Estado. La Comuna tiene que ser Estado, tiene que gobernar el territorio y no puede depender del Estado burocrático, sino muere.

FS: A lo largo de la historia ha habido muchas experiencias de Poder Popular en el mundo. Y siempre han sido atravesadas por un debate crucial, sobre si el Poder Popular se tenía que desarrollar hacia dentro del Estado o en paralelo al Estado. ¿Cómo ves esto? ¿Cómo ve la experiencia venezolana esta cuestión?

GG: Bueno, ahí hay visiones encontradas. En lo particular he pasado por las dos. Por la visión en la cual creo que a veces tenemos que estar en el Estado para poder destruirlo por dentro, como lo hizo Chávez. Meterse en el Estado para poder desenmarañarlo por dentro, y a su vez ir construyendo lo paralelo. Yo creo que son ambas. Por ejemplo, mucha gente criticaba a Ángel [Prado] de El Maizal, porque su propia gente lo postuló alcalde. “Si es comunero ¿para qué va a ser alcalde?”. Bueno, justamente porque necesitamos un infiltrado ahí, que vaya transfiriendo todo el poder que pueda al Poder Popular, y que ese Poder Popular vaya construyendo paralelamente el nuevo Estado. Que cuando venga el otro alcalde dentro de cuatro años a gobernar diga: “¿y ahora qué hago yo aquí si este pana le transfirió prácticamente todo a la Comuna? ¿Qué voy a hacer yo aquí?” Bueno ¡no sé loco! Irás a utilizar esa sede para jugar ping pong, no sé (risas).

Yo creo que hacen falta las dos cosas. Ahora, comunero o comunera, revolucionario o revolucionaria, que entre en el Estado sin una idea clara de lo que va hacer, sino simplemente con la mera presunción de que va a construir el socialismo, está muerto, muerto. Si yo voy a entrar, aunque sea en el “Ministerio de asuntos sin importancia”, tengo que tener claro que en ese Ministerio yo tengo la función de transferirle todo el poder al pueblo. Sin la claridad en el objetivo, me pierdo en ese mar. Porque ese mar tiene placeres, tiene lujos. Tiene cuatro paredes que te encierran. Y piensas que estás ahí dentro construyendo el socialismo. Pero no, estás cumpliendo la agenda del Estado burocrático, del Estado burgués. Entonces, yo creo que hay que estar en los dos espacios, para destruir uno y para construir el otro paralelamente.

FS: El otro día leía una publicación tuya en Facebook muy buena sobre algunas dificultades de la parroquia[1]. Hacías muchas críticas al poder público, al Estado. Mencionabas la burocracia, las demoras. ¿Cuánto crees vos que hay de ingenuidad (de falta de comprensión del rol estratégico del Poder Popular) y cuánto de disputa de intereses (de lucha de clases), en la no priorización del desarrollo comunal por parte de funcionarios del Estado?

GG: Depende el tema. En lo económico hay una lucha de intereses, porque hay dinero en juego. Quienes son ministros de las áreas económicas en este país, no son ingenuos. Saben que cuentan con las comunas, saben que Chávez dio al pueblo una gran cantidad de tierras para que fuesen productivas, que se las dio a las comunas y a los consejos campesinos, saben que eso existe. Cuando deciden no articular con la Comuna y priorizar a las grandes empresas, no es por ingenuidad.

Ahora, en algunos otros sí es por falta de comprensión de la importancia estratégica de las comunas. Por ejemplo, cuando una institución frena una transferencia de competencias, sea en transportes, en agua, en cualquier servicio; a veces es porque no entiende que viabilizando eso estaría dando un paso súper importante en el rol histórico que como individuo le toca en la revolución, que logrando eso se estaría dando un salto sumamente cualitativo en la construcción del socialismo. Muchos compas no lo saben. El partido de gobierno ha hecho esfuerzos, pero muy escuetos en el tema de la formación, el debate sobre el socialismo, el debate fuerte, sincero, totalmente descarnado sobre la construcción del socialismo.

Un funcionario público que asume cargos de dirección no puede estar ahí porque sabe hablar bonito, porque tiene un buen discurso, porque es pana de este o pana del otro. Tiene que hacerlo porque comprende el proyecto. Y muchos no lo entienden. Entran y quieren hacer gestión. ¡No, hermano! ¡Tú no tienes el Estado para hacer gestión, tú tienes el Estado para hacer revolución! Y para hacer revolución tú tienes que dar el poder al pueblo. Y hay leyes, hay de todo para darle poder al pueblo.

En lo económico es muy distinto. En lo económico hay una pugna de intereses marcada, de clase, ahorita mismo, hay una lucha de clases dentro de todo el tema económico venezolano. Entre lo que se dice la nueva burguesía, que para mí es la misma burguesía, lo que se dice la burguesía roja, los boliburgueses, etc. Hay una lucha entre ellos y el campesinado, los comuneros, etc. Hay una lucha de clases constante, evidente, descarnada. Pero en otras cosas es que no entienden la importancia de darle la centralidad a la Comuna. Eso es.

FS: La Comuna tiene la tarea estratégica de, en un punto, ayudar a desarmar al Estado burgués, pero hoy el Estado está conducido por el chavismo. Entonces hay una tensión, porque por un lado hay que dar la pelea con ese Estado, pero por otro hay que defenderlo, porque si se pierde esa conducción se viene algo mucho peor. ¿Cómo ven ustedes esa tensión? ¿Es una tarea defender al gobierno en la estrategia Comunal?

GG: Un pana decía, “este Estado, sea lo que sea, es un muro”. Una gran pared que nos permite a nosotros de este lado de la pared, del lado izquierdo de la pared, construir lo que estamos construyendo. Cuando a ese muro empiezan a caérsele los ladrillos porque se pone blandengue, hay que ver cómo se le echan sus pegotes de cemento para tapar esos huecos.

¿Hasta cuándo hay que cargarle los ladrillos al Estado? Bueno, hasta que esté muy blandengue. Cuando uno sepa que ese muro ya no sirve de nada, cuando uno ya prácticamente ve lo que hay del otro lado, es porque ya no es un muro. Pero mientras siga siendo muro, mientras no nos maten por ser comuneros, mientras la policía no nos dé rolazo por ser comuneros, por construir, por tener autogobierno, hay que defender ese muro. Porque sabemos que muchísimas de las cosas que hoy nos parecen cotidianas y normales, en un gobierno de derecha no van a ser ni cotidianas, ni normales. Y ejemplos hay por doquier ahorita mismo en toda Latinoamérica.

Hay que proteger ese muro mientras se pueda. Porque además cuando el enemigo estratégico, histórico, está arremetiendo de una manera desenfrenada, como lo está haciendo ahorita mismo el imperialismo norteamericano, no es casualidad. Por algo lo hacen. Claro que sabemos que hay gente que negocia, bueno está bien, unos cuantos ladrillos que se le caen al muro, hay que ver cómo le ponemos un ladrillo nuevo y ya está.

FS: Chávez proyectaba que el poder pase completo a la Comuna, incluso a nivel nacional. El poder tiene muchas facetas, pensemos en tres bastante importantes. La soberanía alimentaria, la FANB (Fuerza Armada Nacional Bolivariana) y los sectores estratégicos de la economía. ¿Cómo se relaciona la Comuna con esos tres ejes?

GG: Este 2019 es el año en el cual nos hemos dispuesto dejar de ser una Comuna simplemente urbana, que organiza muy bien el tema social, el tema de salud, para pasar a ser una Comuna productiva. Si queremos tener independencia tenemos que ser una Comuna productiva. Tenemos previsto sembrar un montón de rubros y sobre todo crear un buen banco de semillas para los años venideros. Para poder sembrar no sólo en los territorios de la Comuna, sino también en los cercanos. Y que toda esa población tenga la posibilidad de tener esos alimentos allí. Debe comprenderse que la Comuna es productiva o no es.

En lo que respecta a lo estratégico de la economía también queremos meterle al tema de los servicios públicos. Queremos ver cómo por lo menos un servicio público pasa a estar bajo control de la Comuna. La recolección de desechos sólidos a través del reciclaje, el tema del agua, el tema eléctrico. Sobre todo pensamos el tema del reciclaje, creemos que se puede crear una buena cantidad de recursos ahí y, en el marco de la guerra y el bloqueo, saber reutilizar muchas de las cosas que botamos, es ahora algo providencial. El tema del reciclaje toma una importancia estratégica. No es simplemente reciclar por salvar al mundo que también es un objetivo del Plan de la patria, sino también reciclar porque si no estamos fritos. Si no vamos a seguir importando e importando.

El tema de la seguridad es algo que honestamente todavía no hemos tocado en profundidad. En la Comuna hay milicianos y milicianas, sí los hay. Sin embargo, no hemos creado el “cuerpo combatiente de la Comuna”. Ese proceso hay que llevarlo a cabo, con mucho cuidado, porque tampoco queremos espantar a la gente. Pero es un proceso que hay que hacer. En la Comuna hubo una sola vez una protesta importante hace como tres años, no éramos todavía Comuna como tal. Después de eso dijimos: “eso no vuelve a pasar aquí, no vuelve a haber una guarimba”. En verdad fue un poco más abajo de la Comuna, en los linderos, pero nos dijimos que eso no se podía repetir. Y con la conformación de la Comuna comenzamos a prevenir y evitar que eso pase.

FS: ¿Y la FANB deja hacer a la Comuna? ¿Deja que se arme ese cuerpo? ¿Ayuda? ¿Cómo es?

GG: Si. Son las cosas que te decía del muro. El muro permite que podamos hacer eso. Imagínate que con un gobierno de derecha nosotros digamos que armamos un cuerpo combatiente de la Comuna. ¡No! Al minuto tienes ahí todos los allanamientos. Ni me quiero imaginar lo que pasaría.

FS: El artículo 3 de la Ley orgánica del Poder Popular dice algo muy interesante. Plantea que el desarrollo del Poder Popular está atado al nivel de conciencia y organización del pueblo. ¿Cómo es eso, la relación entre el desarrollo de la conciencia y el ejercicio directo del poder?

GG: Yo creo que parte de lo individual. En la comuna hay voceras y voceros muy activos, compañeros y compañeras a los que les gusta ayudar al otro, dedican su vida a ayudar al otro. Y algunos (los menos) no se identifican como revolucionarios. Hay otros, la gran mayoría, que sí se califican como revolucionarios, como chavistas, y que lo hacen porque comprenden el proceso que están llevando a cabo. Pienso que en ambos casos hay un proceso de crecimiento de la conciencia. Yo creo que tu eres consciente en la medida que comprendes que si no ayudas al otro ¿Para qué coño viniste a este mundo? ¿Para joder? Porque si todo lo vas a hacer en torno a ti y nada más que a ti ¿Qué consciencia puedes estar teniendo? Ninguna.

Y solo porque hay personas así en la Comuna, solo porque eso está muy dentro de la idiosincrasia del venezolano, de la venezolana, es que es posible que esta revolución exista. Sin esa solidaridad, ese compañerismo, esa vecindad, ese apoyar al otro, yo creo que sería difícil que aquí hubiese una revolución como la que planteó Chávez.

Hay gente que tiene la idiosincrasia de ayudar al otro y hay gente que más allá de la idiosincrasia tiene la convicción que este es el camino. Y cuando esas dos voluntades se unifican, avanzan las instancias de Poder Popular, los consejos comunales, las comunas, los colectivos. Pura idiosincrasia comunitaria, echarle la mano al otro. Ahí tienes el ejemplo que estamos viviendo ahorita con el agua. Tú te metes ahora por Lídice, que está llegando agua a la parte baja de la Comuna, y todas las casas son un llenadero, todo el mundo saca una manguera para que el vecino de un poco más arriba que no le ha llegado el agua vaya y llene. Hasta las doce de la noche, preparando café, dándote agua, “¿estás cansado? ¿Te falta pipote?” Ayudando al otro. Y eso se debe a que justamente Chávez planteó eso como la cotidianeidad, antes era algo excepcional, hoy ya es cotidiano en la revolución bolivariana.

Es un hecho importante de consciencia, que cuando se traduce en la búsqueda del poder por parte de la Comuna, estamos creando socialismo. Porque ya la idiosincrasia pasa de ser idiosincrasia a ser proyecto territorial. Estamos pariendo otra vaina, otra cosa.

FS: En el mundo se está desarrollando una revolución feminista con mucha fuerza. El rol histórico de las mujeres se está poniendo en cuestión, el machismo. Cuando fuimos a la Comuna vimos que la mayoría son compañeras, ejerciendo espacios de poder. ¿Cómo es el rol de la mujer en la Comuna?

GG: Sin mujeres no hay Comuna. Así de simple. No es meramente una consigna, es real. Buena parte de las comunas en Venezuela, sino todas, están comandadas por mujeres en todas sus instancias. Son las mujeres las que empujan los procesos políticos en este país. En la Comuna las mujeres practican el feminismo combatiente, militante, pero quizá no estén conscientes de eso. Ellas hacen su trabajo, son la mayoría en todas las asambleas, en todas las reuniones, en todas las instancias. Pero muchas de ellas quizá no estén conscientes de la importancia de su rol como mujeres en la sociedad y en la Comuna.

Creo que ese es un trabajo que hay que saberlo hacer. Porque a veces hay muchas corrientes feministas que quieren venir desde afuera del territorio “a organizar a las mujeres”. ¡No! Métete allí, entiende el proceso, trabaja con ellas, sufre con ellas, pare con ellas. Y a partir de eso, luego que entiendas ese proceso que ellas viven, plantea algo, canaliza cosas. Pero no vengas a imponer ideas tuyas o de tu grupo, porque tú fuiste para Argentina, o fuiste para Chile, y viste que allá las mujeres hacen tal cosa. No, tienes que ver cómo es la cosa aquí, y a partir de ello creas las condiciones, trabajas las condiciones, filosofía, etc.

Uno tampoco es quizá el mejor ejemplo para impulsar procesos feministas. Pero creo que a veces las mujeres no están al tanto del poder que tienen. Hay que buscar la manera para que ellas se den cuenta que sin ellas no hay nada.

FS: En el Golpe de timón Chávez dice que la Comuna no puede ser una isla socialista en un mar capitalista, porque sino el mar se la termina tragando. ¿Cómo es eso en la Comuna? ¿Cómo es la articulación con otras comunas? ¿Cómo se da ese proceso?

GG: Lo estamos creando ahora. Creo que vamos bien, siendo que nuestra Comuna está recién parida. Tenemos apenas dos años de existencia y ya estamos haciendo un montón de cosas. Ahorita mismo, a través sobre todo del alimento, estamos buscando establecer relaciones económicas con otras Comunas del país. Buscando impulsar organización comunal en el punto y círculo de la Comuna. Tratando que los lugares cercanos a la Comuna se vean impactados por su política. Que sea un Estado, un gobierno, que pueda ayudar a sus países vecinos, por dar un ejemplo geopolítico. Con las toneladas de papa que trajimos hace dos semanas, pudimos darle papas a un precio económico a los Consejos Comunales cercanos. Lo mismo queremos hacer con otros alimentos, todo lo que podamos compartir con otros Consejos Comunales, lo vamos a compartir.

También queremos ayudar para que se construyan más Comunas en la parroquia, porque la nuestra es la única en toda la Pastora. Estamos como solitos en ese mar, remando solos. En este contexto en que el poder comunal ha ido disminuyendo, tenemos que juntarnos los poquitos que creemos en la idea. Tenemos que echar pa’ lante.

FS: Chávez se caracterizó por caminar paso a paso, con los pies en la tierra, pero siempre mirando al horizonte, lejos. ¿Cómo se debiera estar en diez años si todo saliera bien?

GG: ¿Aquí es la parte donde lloro? (risas) Chamo, primero no creo que pueda pensar egoístamente. A mí me gustaría que por lo menos todo Lídice tuviese Comunas, eso sería esencial, que la Comuna pueda impulsar otras Comunas más. Segundo, que todas las instancias de autogobierno funcionen, y que funcionen bien, que no sean una copia del viejo Estado, que sean el nuevo Estado. Tercero, que tuviésemos independencia, creo que eso es la clave, la independencia. Lo decía Chávez. Tenemos que ver cómo una Comuna a nivel territorial lucha por la independencia. Cómo puede administrar los servicios, cómo puede administrar su economía productiva, cómo administra su dinámica social, cómo protege a cada uno de sus habitantes con diversas políticas, cómo la participación en cada uno de los procesos electorales comunales alcanza más del 60%. Tenemos que lograr que la gente participe, no solamente votando. Necesitamos nuevos espacios de participación.

Yo creo que para que las Comunas sean el gobierno del futuro, deben acercarse al futuro. Porque si siguen pensando como Comunas de la Unión Soviética estamos jodidos. No podemos seguir pensando como Comunas de la Unión Soviética cuando tenemos telefonía, celular, cuando ya casi los chamos se comunican más por estos aparatos que cara a cara. Ese es el futuro, metámonos ahí. ¿Hay que crear una red social? La crearemos. ¿Hay que crear nuevas formas de interacción? Hay que crearlas. Pero no nos podemos quedar en el papel, en el cartelito pegado en la pared. La Comuna debe acercarse al futuro, debe ser el futuro, debe ser el gobierno del futuro. Así lo veo yo.

Hay muchos compas que ven eso con miedo. Ven la idea de la creación de un café que no sea como esos cafés de antaño, sino un café para los milenials, como una cosa sin importancia. ¡No! ¿Con qué población va a contar la Comuna en los próximos diez años si no se mete con ese grupo etario?

Cuando Maduro lanzó el carnet de la Patria, a mí me dio un poco de nostalgia. Porque para mí la Comuna debía haber asumido esos espacios de tecnología y participación de una manera más territorializada. Claro, Maduro lo hace por la necesidad de evadir quizá también el Estado burgués, y buscar a través de una manera tecnológica llegar a la gente de modo más directo. La Comuna tiene que verse en ese espejo.

Entonces, si pienso en el futuro yo veo una Comuna independiente, una Comuna que no puede estar aislada, una Comuna que para ser independiente tiene que ser productiva, y a su vez tiene que tener mayor conexión cotidiana con cada uno de sus habitantes. Espacios de participación nuevos. Por ahí creo que van los tiros del horizonte y del futuro.

FS: Todo esto que decís me hace acordar a aquella frase de un prócer de ustedes y de toda Nuestramérica, Simón Rodríguez, cuando decía “Inventamos o erramos”, en ese tren de crear y no seguir copiando viejas fórmulas. ¿Hay algo que no te haya preguntado que te gustaría decir?

GG: La coyuntura actual de las comunas es muy compleja. Tenemos un triple espacio de combate. El de la comuna como tal, sus vicisitudes, sus problemáticas. El de la guerra que enfrentamos todos los venezolanos y venezolanas. Pero además el espacio de disputa con el Estado burgués que cada vez es más fuerte, cada vez es más difícil.

¿Qué vamos a hacer para no desaparecer? El movimiento comunero tiene que pensarse nuevamente, ser movimiento. Ahorita no es movimiento, estamos aislados. Tenemos que movernos para que el Estado sepa que estamos aquí. El futuro que nos proponemos, más allá de la guerra, ¿es posible alcanzarlo con este Estado? Y no me refiero al Estado burgués desde el punto de vista filosófico, sino a concretamente cómo se comportan los gobernantes del momento para ser más exactos. Es ahí la complejidad. ¿Cómo hacemos eso?

Los encuentros que se han sostenido hasta ahora con el presidente, han sido espacios que continúan con la misma lógica. Se reúnen con los comuneros dos o tres días, hacen un documento como de 20 páginas, se lo entregan al presidente, el presidente ya tiene su agenda, y de esa agenda aprueba tres vainas, y todos los comuneros que están allí en el acto aplauden, se van y esperan otro encuentro con el presidente. No hermano, eso no es. Chávez planteaba un debate. Chávez cuando se reunía con las comunas era un debate, cualquiera se podía parar a decirle cuatro vainas a Chávez, y él o decía sí eso es, o decía eso no es. Pero se planteaba debate, no era un acto. Con las comunas tú no puedes plantear actos de gobierno, no. Con las comunas tú tienes que discutir política. Porque es con esa gente que tu vas a construir el socialismo. No es con otro sujeto. ¿Con cuál sujeto vas a construir el socialismo? Si ese es el que tienes en el territorio. Sea joven, sea mujer, sea negro, blanco, moreno, ateo, católico, cristiano, protestante, sea lo que sea. Es ahí.

Lo que está ocurriendo es que las cosas cada vez se difuminan más y estamos cayendo otra vez en el Estado, que tiene un montón de políticas de orden nacional, sin ningún tipo de territorio. Esa es una complejidad que creo que no se está debatiendo. Que todos la sufrimos, todos la padecemos, todos la criticamos, todos la escribimos, pero más allá de eso, nada. Tenemos que encontrarnos, crear un espacio de debate y de concreción, de propuestas serias. Si no es con las supuestas mil comunas, que sea con las treinta que estén dispuestas. Nos atrevemos. Nosotros nos vamos a atrever a proponer otra vaina. Ese es el reto.

1° de mayo, terrorismo y FMI

marcha chavistapor Julio Escalona

La extrema derecha sigue la misma ruta del poder mundial (financiero, militar y narcotraficante), que siguiendo a Malthus considera que el crecimiento de la población debe ser detenido mediante las guerras

Habrá un incremento salarial y se repetirá el ciclo: Mendoza subirá los precios, el gobierno, con sincera sensibilidad social, anunciará bonos, el pueblo vivirá consecuencias ingratas. Crecerá el descontento y la campaña orientada a destruir los sentimientos y entornos solidarios. Los precios acordados no funcionan. Las últimas listas de precios las ha difundido Mendoza, no la Gaceta. Los precios acordados deberían publicarse acompañados de sanciones.

Simultáneamente Guaidó anuncia “la marcha más grande en la historia de Venezuela para exigir el cese definitivo de la usurpación”. Sabe que es una exageración. Una manera de anunciar el derrocamiento de Maduro y ocultar planes. Se dice que están entrenando francotiradores.

A Marrero, lugarteniente de Guaidó, lo detuvieron con fusiles de mira telescópica, arma de francotiradores ¿No es una marcha, es una masacre, que la mediática nacional-mundial está lista para atribuírsela a Maduro y crear una crisis Internacional? ¿Están repitiendo lo de abril de 2002? Con una patraña similar derrocaron temporalmente a Chávez. Más nada. Pero no aprenden. No hay otro camino que el diálogo, reconocido por Claudio Fermín y la maduración pacífica de las comunas, como lo demandó Chávez.

La extrema derecha sigue la misma ruta del poder mundial (financiero, militar y narcotraficante), que siguiendo a Malthus considera que el crecimiento de la población debe ser detenido mediante las guerras, las epidemias y los desastres naturales (diversas formas de masacre), que van exterminando a los más débiles: niños y ancianos, siendo un abanderado Trump, con el encarcelamiento y la desaparición de niños, la segregación y la Otan, que destruye naciones y genera migraciones en las que mueren niños y ancianos.

Así se entrenó Guaidó cuando estuvo en la destrucción de Yugoslavia y conoció las masacres que ejecutó la Otan ¿Aprendió de ellas? La presidenta del FMI, muy coherente, acaba de declarar sobre el “riesgo de que la gente viva más de lo esperado” y propone reducción de las pensiones, el incremento de la edad para la jubilación. Es decir, sobran los viejos, que se mueran pronto. A cambio, ella podrá envejecer como multimillonaria. Guaidó hace lo mismo cuando se ha entrenado en la organización de terrorismo y el robo del capital de Citgo. No irrespete el 1° de mayo.

 

Venezuela: fra doppia cittadinanza e fake news

Risultati immagini per marcha chavistadi Anika Persiani – sinistrasindacale.it

I tanti doppi cittadini diventano pretesto per ingerenze occidentali, mentre la stampa estera accusa il governo anche per fatti inesistenti o normali negli altri paesi.

In Venezuela si continua a vivere, a discutere di politica. Con una popolazione che, per il 30%, è fatta da gente che ha doppia nazionalità e doppio passaporto, pur non conoscendo né la lingua, né le tradizioni del paese di origine. La nazionalità si acquisisce per sangue, basta avere un bisnonno italiano, portoghese, spagnolo o tedesco e, automaticamente, come per miracolo e in barba alle discussioni becere sul negare il diritto di cittadinanza per nascita che si sostengono oggi in Italia (diritto sicuramente più legittimo di quello di avere bisnonni italiani), si conquista il diritto di andare a piangere all’estero. E quello di chiedere a paesi dei quali neanche si conosce l’esatta collocazione geografica di intervenire contro il cattivo Maduro, per il semplice fatto di possedere un passaporto con la scritta “Unione europea”.

Sono passaporti che i leader dell’opposizione utilizzano per scorrazzare da Miami a Berlino e a Parigi, per piagnucolare e chiedere, in un inglese biascicato male, di fare qualcosa per riportare la “democrazia” a diecimila chilometri di distanza. Un mondo alla rovescia: mentre in Italia si nega il diritto di essere italiani a giovani nati e cresciuti nel ‘bel paese’, qua si rilasciano passaporti a chi ha avuto la fortuna di avere un discendente italiano. Reiterando la cosa per infinite generazioni, ossia: se negli anni ‘50 il nipote di un nonno emigrato nel 1910 chiedeva la cittadinanza italiana, gli veniva concessa; ed oggi il nipote di colui che, negli anni ‘50, l’aveva ottenuta, ha esattamente lo stesso diritto del nonno di ottenerla. E di chiedere all’Italia di barcamenarsi per fare una netta e chiara ingerenza nella politica interna di un paese di oriundi infuriati, perché spodestati dalle loro posizioni sociali di rilievo.

Insomma, qui di cose che non funzionano ce ne sono tante, proprio tante. Ma si procede per avere un’identità certa del paese, per non dover abbassare sempre la testa davanti al primo mondo che ha solo l’interesse per cose come coltan, petrolio, oro, diamanti e mille altre risorse. E proprio da quell’occidente che si professa paladino delle battaglie dem arrivano le sanzioni, e poi gli aiuti umanitari. Come se in casa vostra venisse prima un ladro a rubarvi tutto, poi a rivendervelo a prezzi esagerati e, poi ancora, a puntarvi la pistola in fronte per farvi riprendere quello che vi ha rubato, chiedendovi però di attaccarsi ai vostri contatori per farvi pagare le bollette. Neanche nei fumetti di Popeye sarebbero credibili simili vicende.

E poi arrivano i fautori della democrazia da esportazione. Coloro che, ai loro banchetti elettorali, utilizzano gli attori di queste vicende per i loro fini. Ultime sono le cianfrusaglie informative sull’attacco, da parte del governo Bolivariano, ai poveri “indigeni”. Bene, prima di tutto c’è da fare una bella premessa, prima di affrontare tematiche di questo tipo, soprattutto se vengono strumentalizzate da signorotti dell’azione politica che non farebbero sostare un rom, un sinti o una indigena manco a quindici metri dal loro garage.

Qui, in Venezuela, gli indigeni sono più rari dei diamanti. I pochi che restano parlano le loro lingue (del ceppo Caribe o Arawak), e non sanno neanche chi sia il presidente di questo paese. Non hanno un senso di appartenenza nazionale ma transnazionale. Storicamente non si sono mai identificati con una nazione, ma con un territorio che occupa più nazioni. E la loro vita è sempre stata spesa nel commerciare da una frontiera all’altra, e nel rivendere prima, e contrabbandare poi, le risorse naturali. Chiaro che, davanti a reati come il furto e il contrabbando, qualche reazione governativa ci debba essere. È come se da noi, in Italia, i liguri andassero in Piemonte a rubare il tartufo di Alba e lo rivendessero ai ricconi di Forte dei Marmi a metà prezzo e senza pagare le tasse. Pensate davvero che nessuno direbbe niente? Insomma, prima di intromettersi nelle questioni, o restare sorpresi dagli eventi, dall’una e dall’altra parte, senza conoscere questi piccoli dettagli (che però sono fondamentali nella tenuta democratica delle istituzioni), sarebbe meglio glissare e parlare d’altro. Perché le bandierine sono utili, verissimo, ma vanno controllate quando i venti sono casuali.

Electricidad: ¿dejarán hacer a Igor?

Risultati immagini per guerra electrónica en venezuelapor Julio Escalona 

Abril comenzó con la salida de Mota Domínguez del sector eléctrico. El ataque cibernético, reconocido por la revista Forbes y por el New York Times, celebrado por la oposición de ultraderecha, puso al descubierto la crisis existente. Para enfrentarla ha sido designado Igor Gavidia. Positivo nombramiento.

En el país se fue activando un conjunto de plantas termoeléctricas que abrió la posibilidad de cerrar la dependencia del Guri. Sin embargo, según he sabido, Rafael Ramírez, las mantuvo, para su arrancada, subordinadas al Guri. Para el momento del sabotaje de principios de abril, Tacoa, Planta Centro y otras, estaban inoperativas. El Zulia siguió dependiendo del Guri. Este parece ser parte del
balance de los últimos cuatro años de gestión.

La economía ha sido afectada y la población sometida a graves sufrimientos, la agresión imperial le ha sacado provecho a esta situación ¿Se impone la necesidad de que la Comisión de Economía de la ANC realice una investigación de estos hechos? Sería una contribución a la gestión del presidente Maduro, quien cuenta con mí respaldo.

El presidente ha ido designando para apoyar la gestión del sector eléctrico, estados mayores, lo que puede significar una positiva asesoría, ante una situación multifactorial y multicausal. Pero, asesoría es una cosa y otra la posibilidad de obstaculizar las decisiones del ministro. Queda mucha burocracia inepta, corrupta y quintacolumnista, aliada de la agresión imperial. Igor Gavidia debe tener plena autoridad para decidir, rindiéndole cuenta al presidente Maduro.

Las comunas, las milicias, las unidades de la FANB, hermanadas con todo el pueblo, deben ser la base de las unidades populares de defensa integral. Ellas son la semilla, el fusil, el cerebro, el alma y el corazón del proceso bolivariano.

Ellas, los trabajadores y todo el pueblo, impulsarán y garantizarán procesos de producción en resistencia; la conservación y distribución de las aguas; la multiplicación de las tierras fértiles, la producción de abono orgánico, los procesos de reciclaje, en fin, la creación de una nueva hegemonía cultural, que derrotará la cultura promovida por los banqueros y el comercio importador, clases parasitarias, que, medrando de la renta petrolera, han hegemonizado hasta hoy la sociedad venezolana.

Comuna o… Comuna

por Julio Escalona 

Los comunes, nos estamos empeñando en construir comunas. El Presidente Chávez dijo: comuna o nada. La nada nunca fue el horizonte de Chávez. Quizás quiso decir comuna o capitalismo, es decir, la nada, negación y destrucción de la humanidad, la democracia de los pueblos, las almas solidarias, la paz… La destrucción del planeta, la guerra, el hambre, la esclavitud, la sequía de la tierra y del alma humana.

Dicha afirmación no niega el complejo proceso hacia la construcción del socialismo ni lo reduce a la unidimensionalidad. Le da dirección. El socialismo tiene un profundo contenido espiritual y cultural de reconstrucción de la vida y el vivir.

La Comuna Palito Blanco, en Zulia, ejemplo de cómo se va creando el poder pensar, soñar y hacer del pueblo, el vivir viviendo, creando, compartiendo: Planta Hugo Chávez de alimentos para animales 300T/día; 5 mil cerdos en producción y 200 madres reproductoras; 200 mautes y 100 vacas lecheras; 600 mil huevos/día y 200 mil pollos de engorde. Hay empresas de producción social directa comunal: transporte, construcción de viviendas, distribución de alimentos, etc. Una propiedad comunal donde todo se decide en asambleas de ciudadanas y ciudadanos.

En 2017, el ministerio de alimentación le suspendió la entrega de materias primas (maíz y soya), a pesar de estar al día con los pagos. Por qué… Esta comuna está atacada por grupos paramilitares que ya han generado muertos y heridos. Guerra silenciosa que generalmente no se reseña, pero mientras ataca comunas y a otros productores agropecuarios y pesqueros, intenta destruir el
camino estratégico que nos permitirá ser una sociedad postrentista.

La alianza principal de Trump es con las clases que históricamente han dominado la sociedad venezolana: el comercio importador y la burguesía financiera, principales ejecutoras de la siembra del petróleo, que asociadas a la corrupción, han puesto al Estado a su servicio, parasitando la sociedad venezolana y siendo base de la agresión que enfrentamos: diplomática, económica, mediática, psicológica; uso de paramilitares y bandas criminales, que siembran el caos en campos y ciudades, ocupan fronteras, destruyen y tratan de tomar posesión de comunas, de la producción agropecuaria y pesquera y la amenaza de devastación mediante la fuerza militar.

Solidaridad Internacional con Julian Assange

L'immagine può contenere: 1 persona, testopor Solidaridad Internacional con Julian Assange

11apr2019.- Las organizaciones y personalidades firmantes expresamos nuestra solidaridad internacional con Julian Assange quien ha revelado información importante y necesaria para la humanidad toda acerca de las atrocidades y brutalidades cometidas por el Imperio en todo el mundo.

Así mismo repudiamos la actitud cipaya y traicionera del nefasto presidente de Ecuador Lenin Moreno. Esta no es más que una absurda maniobra de arrodillarse ante la Corona Británica y al presidente de EEUU Donald Trump.

La lucha contra el imperio, la justicia y la igualdad mundial nos hermana
Exigimos la inmediata libertad y el respeto de los derechos humanos. Y que no sea extraditado a los EEUU.

Firman Personalidades del Mundo:

1. Adolfo Pérez Esquivel, premio Nobel de la paz
2. Martin Almada (Paraguay) Premio Nobel Alternativo 2002, Miembro del Comité Ejecutivo de La Asociación Americana de Juristas Miembro de La REDH
3. Mel Zelaya, ex presidente de Honduras
4. Fernando Lugo; ex Presidente de Paraguay, actual Senador del Frente Guasu, Paraguay
5. Mariela Castro Espin, Diputada Nacional del Poder popular. Cuba
6. Piedad Córdoba, ex candidata a presidenta de Colombia
7. Yeidckol Polenvnky. Ex senadora. Presidenta de MORENA. Mexico
8. Manolo Pichardo, presidente de la Copppal, conferencia Permanente de partidos políticos de América latina y el caribe
9. Mónica Valente. Secretaria Ejecutiva del Foro de São Paulo
10. Ricardo Patiño, Canciller de Ecuador 2010-2016
11. Bélgica Guaña, Concejal Laborista distrito de Newham de Londres
12. Sixto Pereira, Senador Nacional del Frente Guasu. Paraguay 
13. Esperanza Martínez, Senadora Nacional del Frente Guasu. Paraguay
14. Carlos Filizzola, Presidente del Frente Guasu y Senador Nacional
15. Hugo Richer, Senador Nacional del Frente Guasu, Paraguay 
16. Jorge Querey, Senador Nacional del Frente Guasu, Paraguay
17. Adolfo Mendoza Leigue, Senador del Estado Plurinacional de Bolivia
18. Alejandro Navarro Brain, Senador de la República de Chile – Presidente de la Comisión de Derechos Humanos del Senado
19. Hugo Gutiérrez Diputado de Chile
20. Vladimir Cerrón, Presidente del Partido Perú Libre y Gobernador de la Región Junín
21. Mario Secco, Presidente Partido Frente Grande, Intendente del Municipio de Ensenada, Provincia de Buenos Aires, Argentina
22. Raúl Torres, diputado Asamblea Nacional, Cantautor, Cuba.
23. Ignacio Copani Canta-autor Argentino
24. Manuel Dammert Egoaguirre, congresista de Nuevo Perú, de Perú
25. Richard Arce Cáceres, congresista igualmente de Nuevo Perú
26. Jorge Rivas, ex diputado nacional. Titular de Socialismo para la Victoria. Argentina.
27. Rafael Méndez, diputado del PLD, República Dominicana. Copresidente de la Internacional Guevarista
28. Roy Daza, escritor y periodista venezolano, Integrante de la Comisión de Asuntos Internacionales del PSUV
29. Mónica Valente, Secretária Ejecutiva del Foro de São Paulo
30. Alicia Muñoz, ex ministra de gobierno de Bolivia
31. Nila Heredia Miranda, ex Ministra de Salud del gobierno del MAS – Bolivia
32. Hugo Moldiz, ministro de gobierno 2015 Bolivia
33. Carlos Fonseca Terán, Secretario Adjunto de Relaciones Internacionales del FSLN Nicaragua
34. Miguel Mejia, Ministro de Integración Regional y Secretario General del MIU Movimiento Izquierda Unida de República Dominicana
35. Juan Gómez, Fuerza de la Revolución, Rep. Dominicana
36. Nora Cortińas, Madres de Plaza de Mayo
37. Graciela Palacio de Lois, Fundadora de Familiares de Desaparecidos y Detenidos por Razones Políticas, Argentina
38. Atilo Boron, analista internacional
39. Stella Calloni, periodista y Analista Internacional
40. Ricardo Forster (filósofo, UBA, Argentina)
41. Oscar Laborde, diputado del Parlasur. Argentina
42. Fabio Basteiro, Presidente Unidad Popular. Caba. Argentina.
43. Álvaro Campana Ocampo, Secretario General del Movimiento Nuevo Perú.
44. Walter Aduviri líder aymara y gobernador de Puno y del partido mi región de ouno
45. Max Puig, presidente de la APD de República Dominicana, ex senador y ex ministro de medioambiente y recursos naturales y ex ministro de trabajo
46. Fidel Santana, diputado de República Dominicana. Presidente del Frente Amplio. Integrante de la internacional Guevarista
47. Alba Estela Maldonado, ex diputada al Congreso de Guatemala.
48. Carlos Aznarez (Coordinador del Periódico Resumen Latinoamericano)
49. Víctor Kot Secretario, General Del Partido Comunista De La Argentina
50. Alejandro Rusconi (Secretario de Relaciones internacionales Movimiento Evita)
51. Narciso Isa Conde (Presidente Ejecutivo de la Internacional Guevarista)
52. Jorge Kreines, Relaciones Internacionales del Partido Comunista De La Argentina
53. Lois Pérez Leira (coordinador General de la Internacional Guevarista)
54. Ezequiel Lopardo (Mesa Promotora de la Corriente NuestraPatria)
55. Jorge Drkos – Secretario de relaciones internacionales del Frente Transversal
56. Silvia Solorzano, Medica guatemalteca Miembro del Consejo Político del Partido URNG-MAIZ
57. Carolina Aedo, Vicepresidenta de Relaciones Internacionales. Partido Progresista de Chile.
58. Nestor Kohan, Universidad de Buenos Aires (UBA)
59. Juan Contreras, Coordinadora Simón Bolívar, la Radio Al Son Del 23 y el camarada Ex Diputado por el PSUV
60. Francisco Cafiero Vicepresidente Copppal
61. Osvaldo Chato Peredo. Copresidente Internacional Guevarista. Bolivia.
62. Graciela Rosenblum, Presidenta Liga Argentina por los Derechos humanos
63. Dra Fernanda Pereyra, Fundación de Investigación y Defensa Legal Argentina
64. Iris de Avellaneda, Copresidenta de la liga argentina por los derechos humanos
65. María Helena Nadeo, coprepresidenta Asamblea Permanente por los Derechos Humanos.
66. Tito Olivo, Alianza Democrática Republica Dominicana
67. Luisa Martin, presidenta de la Federación Republicana. Espańa.
68. Ricardo Gadea Acosta, presidente de la Coordinadora Peruana Ernesto Che Guevara Vicepresidente de la Internacional Guevarista Peru
69. Leonel Falcón Guerra, Secretario Nacional de Relaciones Internacionales del Partido Humanista Peruano y de Juntos por el Perú
70. Carlos Romainville Vasquez (Perú)
71. William Chavez (Perú)
72. Roberto Sánchez Palomino Presidente del Partido Humanista Peruano – Frente Político Junto por el Perú.
73. Balbina Mena Coordinadora Política Organización política Rojos Honduras
74. Alberto Gálvez Olaechea preso 27 años como dirigente del MIR y del MRTA Perú Vicepresidente de la Internacional GuevaristaVanessa Arce, Coordinara General, Internacional Guevarista Venezuela
75. Ricardo Canese. Secretario de Relaciones Internacionales del Frente Guasu y Parlamentario del Mercosur
76. Guillermo Verón De Astrada. Sub Secretario de Relaciones Internacionales del Frente Guasu.
77. Florencia Lagos Neumann. Corresponsal de Prensa de Crónica Digital y Analista Internacional
78. Belén Calcagno Valdés, Vice Presidenta Regional de Género, Partido Progresista de Chile, Región del Biobío
79. Camilo Lagos, Presidente Partido Progresista de Chile
80. Renzo Galgani, Vicepresidente Partido Progresista de Chile
81. Marcelo Cardenas, Vicepresidente Partido Progresista de Chile
82. Rodrigo Pinto, Presidente de la Juventud Progresista de Chile
83. Luis Jara Correa, Vicepresidente Nacional de Organizaciones Sociales, Partido Progresista de Chile
84. Pedro Abarca Castro, Vicepresidente partido Progresista de Chile, Encargado territorial
85. Carolina Ceballos, Presidenta Regional Bio Bio, Partido Progresista de Chile
86. Guillermo Pérez, Secretario General Juventud Progresista de Chile
87. Juan Bravo – Dirigente Secundario Juventud Progresista de Chile
88. Alan Fancelli – Vicepresidente de Organizaciones Juventud Progresista de Chile
89. Iván Escobar – Coordinador Estudiantil Juventud Progresista de Chile
90. Héctor Paz – Vicepresidente de la Juventud del Partido Progresista de Chile
91. Andrea Condemarin, tesorera Partido Progresista de Chile
92. Veronica Cifuentes, Vicepresidenta de comunicaciones Partido Progresista de Chile
93. Ricardo Godoy, Vicepresidente de Programas y Formación Partido Progresista de Chile
94. Esteban Silva Cuadra, Presidente Movimiento del Socialismo Allendista-MDP, Chile
95. Patricio Guzmán, Secretario General Movimiento del Socialismo Allendista-MDP, Chile
96. Guillermo Teillier del Valle, Presidente del Partido Comunista de Chile
97. Patricio Mery Bell, periodista chileno
98. Ciro Brescia, ALBAinformazione, Italia
99. Jandir Santin – Brasil
100. Paulo Gomes Neto – Brasl
101. Geraldo Jorge Sardinha –Brasil
102. Ricardo Zuniga Garcia – Niacarágua
103. Sandra Cabral Da Conceição – Brasil
104. Natal Aparecido Calixto Barbosa – Brasil
105. Leandro Nascimento Bertoldi – Brasil
106. Gina Carla Bastos – Brasil
107. Alberto Quintanilla congresista de Nuevo Perú
108. Richard Gonzáles secretario general de Poder Democrático Regional (PDR) Partido regional DEL Perú
109. Ana Muñoz, Rueda de la Secretaría de RRII del Partido Socialista del Perú
110. Julio Fuentes, Presidente Clate
111. Edgardo Depetri, Secretario General del Frente Transversal Argentina
112. Boris Ríos, Movimiento Guevarista – Cochabamba
113. Julio Gambina, Fundación de Investigaciones Sociales y Políticas, Argentina.
114. Rosa María Cabrera Lotfe, Ex Diputada Federal por el Partido de la Revolución Democrática. Internacionalista y defensora de derechos humanos. Feminista
115. Paula Klachko, Redh capítulo argentino
116. Mabel Franzone, (Investigadora-docente)
117. Lorenzo Canizares, de Venezuela
118. Guillermo Sequera, Director AXIAL, Naturaleza y Cultura Paraguay
119. Fernando Sánchez T, Instituto de Amistad Colombo-Coreano
120. Freddy Araque, Poeta venezolano.
121. Roland Denis, Movimiento 13 de abril Venezuela
122. Mauricio Macossay Vallado, activista social y profesor de la Universidad Chapingo, en Mérida, Yucatán, México.
123. Cesar Montes, ex comandante. Guatemala
124. Oswaldo Canica, presidente de Tupamaros Venezuela
125. Luis Semprún, Coordinador de La Red Informativa del Zulia (REDIZ)
126. Yhonny García Calles, Biólogo Venezuela
127. Prof. Arturo Menéndez Cabezas, Universidad de Ciencias Médicas de Camagüey, Cuba
128. Montserrat Ponsa, Periodista y Delegada en Catalunya de Fundación Cultura de Paz
129. Agustín Velloso Santisteban, Madrid España
130. Franklin Ledezma Candanedo, Fundador y Directivo de organizaciones Bolivarianas y culturales, de la Comisión Anti Bélica de Panamá y del Comité Panameño Mar para Bolivia
131. Guillermo Orrego Wauqi, prensa popular-Perú
132. Fabiola González Vivas, Diputada de la AN en desacato. Venezuela. Partido Redes.
133. José Eulícer, Mosquera Rentería Colombia.
134. Nelly Méndez, Plenario De La Militancia De Almirante Brown Argentina
135. Freddy J. Melo, venezolano, escritor.
136. Aldo Casas, antropólogo, Redacción de la Revista Herramienta
137. Fernando Medina, Docente en la Universidad Bolivariana de Venezuela
138. Claudia Viviana Norma Fernández, Ex-Comite por la Libertad de los Cinco. Movimiento de Solidaridad con Cuba.
139. Jesús Paredes (Profesor UCV, Venezuela)
140. Bernadette Paredes Vargas, Empleada Pública
141. Eugenio Alambario, VTV Canal 8, Venezuela
142. Lluís Alòs, Professor Universitat de Barcelona, Catalunya
143. Manuel Cabieses Donoso, periodista, Chile
144. Federico Tártara, Periodista
145. Alejandro Dausá, Teólogo – BOLIVIA
146. Nancy Espasandin, Maestra y Politologa (Uruguay)
147. Alberto Rabilotta, Periodista Argentino-Canadiense.
148. Prof. Elsa Bruzzone CEMIDA (Centro de Militares para la Democracia Argentina)
149. Gilberto Ríos Munguía, Secretario General OPLN Honduras
150. Mario Hernández, Periodista y escritor
151. Héctor Espínola, Animador Radio Canut, Lyon-Francia
152. Dr. Hassan Dalband, Ciudad de México
153. Susana Fernández Periodista. Locutora Nacional. Argentina
154. Alexéi Moraga, Chileno residente en Suiza, Lausanne
155. Dominique Salomon, Barcelona
156. Federico Lopardo, Docente de la Catedra Libre de Soberanía Alimentaria de la UNLP Argentina
157. Lucinda Hernández, Venezuela
158. Amable Fernández, Escritor venezolano.
159. Juana León Sánchez, Jubilada Diplomada en Psicología Madrid – España
160. Rubén Darío Guzzetti, IADEG (Instituto Argentino de Estudios Geopolíticos) – IDEAL (Instituto de Estudios de América Latina) – CTA.
161. Pedro Tostado Sánchez Sociólogo, Madrid (España)
162. Rubén Tamborindeguy, Docente Argentino
163. Ing. Carlos Yuli (Delegado Internacional del Movimiento al Socialismo).
164. Mariam Jesus Garcia Martin, Ciberactivista por los DDHH y la Justicia
165. Dolores Gandulfo, Directora Observatorio Electoral de la Conferencia Permanente de Partidos Políticos de América Latina y el Caribe (COPPPAL)
166. Ricardo Luis Plaul, (Escritor) Frente Popular Antiimperialista (Argentina)
167. Maglio Vargas, Coordinador Nacional Cenprofordh Venezuela
168. Manuel Pardo de Donlebún, miembro del Frente Antiimperialista Internacionalista, España
169. Antonio Maira, Politólogo, Analista en medios alternativos.
170. Gustavo Esmoris, escritor, Uruguay
171. Fernando Martínez-Pereda Girón
172. Ricardo Acuña, pensionado, socialista
173. Roberto Baschetti, Argentino. Sociólogo e Historiador
174. Nora Patrich, Argentina, Artista Plástica.
175. Javier Madrazo, Ex Consejero Gobierno Vasco
176. Gerardo Pisarello, teniente alcalde de Barcelona
177. Guillermo Fernández, Cantante Y Compositor. Argentina.
178. Alicia Muńos, ex Ministra de Gobierno de Evo Morales. Bolivia.
179. Duarte Correa, Analista Internacional De Galicia
180. Modaira Rubio, Poeta Y Periodista, Venezuela
181. Sergio Ortiz, Periodista Argentino, Secretario General Partido de La Liberación PL.
182. Carlos Raimundi, Solidaridad e Igualdad,
183. Aníbal Ibarra, ex Jefe de gobierno Ciudad de BsAs.
184. Pedro Wasiejko, CTA,
185. Silvia Vilta, Corriente Isauro Arancibia,
186. Juan Hubieres, Presidente del Movimiento Rebelde, Rep. Dominicana (firma)
187. Pedro Franco, Sec. de RRII del Frente Amplio, República Dominicana
188. Gallego Fernández, Peronismo Militante
189. José Manuel Rivero Pérez, Abogado. Presidente de la Asociación de Amistad Canario Cubana Antonio Pérez Monzón
190. Alberto López Girondo, Periodista, Argentina
191. Elsa Osorio, Escritora, Argentina
192. Luis Ubertalli O., periodista, poeta, escritor y músico, buenos aires, argentina
193. Annalisa Melandri, activista derechos humanos, República Dominicana.
194. Alejandro Álvarez, del Amo Responsable de Compromiso Socialista. España
195. Sonia Brito, Diputada MAS, Estado Plurinacional de Bolivia, Presidenta de la Comisión de Derechos Humanos de la Cámara de Diputados
196. Antonio Criado, responsable Estatal de ISA, Andalucía.
197. Acacio Puig, Editor de Afinidades Anticapitalistas. (España)
198. Juliana Marino, exembajadora en Cuba Dip. Nac. (mc)
199. Ramón Pedregal Casanova, Escritor, Antiimperialismo e internacionalismo.
200. Luis D. Zorraquino, Filhos e Netos por Memoria, Verdade e Justiça. Rio de Janeiro. Brasil
201. Luis Andrés Paniagua Rodríguez Lingüista, Corrector y Escritor Universidad de los Andes Mérida Venezuela
202. Elsa Laborde, IDEAL CTA
203. María Leonor Moyano (Nora), Docente Jubilada UNCUYO. Mendoza. Argentina.
204. Bill Hackwell, Resumen Latinoamericano Edicion EEUU
205. Alicia Jrapko, Resumen Latinoamericano Edicion EEUU y co-presidiente de la Red Nacional de Solidaridad con Cuba en EEUU
206. Ilda Marques, editora. (Argentina)
207. Nicolas Doljanin, periodista y escritor, Premio Casa de Las Américas 2013. (Argentina)
208. Lic. Amabe Amalia Molinari (licenciada en Gestión Cultural- ARGENTINA)
209. Lic. Silvia Graciela Fois, Bibliotecaria Facultad de Filosofia y
Humanidades de la Universidad Nacional de Córdoba. Argentina
210. María Eugenia Claros Bravo, Directora Periódico Visión Z, Bolivia
211. Ilda Teresa Lucchini, Carta Abierta, Argentina
212. Guillermo Wierzba, economista, Argentina
213. Gerardo Lugo Segarra, Presidente del Partido Nacionalista de Puerto Rico
214. María Cristina Meneses Albizu-Campos, Vice Presidenta del Partido Nacionalista de Puerto Rico
215. Carol Bendaña, Periodista, Nicaragua
216. Fernando Arellano Ortiz, director Observatorio Latinoamericano http://www.cronicon.net
217. Fernando Tapia Rivera, ex director de la Facultad de Psicología. México
218. Armando Acevedo Maestro, México
219. María Elena Luna Ortega, México
220. Erol Polat, periodista ,de Kurdistan
221. Eduardo “Negro” Soares, Convocatoria Segunda Independencia
222. Adriana Fernandez, psicoanalista, miembro del consejo de Carta Abierta
223. Pilar Estébanez, España
224. Pepe Mejía, periodista y activista social, miembro de la Asociación Puentes No Muros. Madrid-Spain
225. Ricardo Canese, Parlamentario del Mercosur Frente Guasu, Paraguay
226. Wiliam Gudiño, Vocero de la Red Nacional de Comuneras y Comuneros de Venezuela
227. Antonio Cipolletta, Rete Italiana Solidarietà Rivoluzione Bolivariana

228. Eduardo Gonzales Viaña, novelista y escritor
229. Aida Garcia Naranjo, ex ministra de la Mujer y ex embajadora en Uruguay
230. Héctor Bejar Rivera, ex comandante del ELN y Sociólogo, Vicepresidente dela IG
231. José Pacheco Ampuero, maestro, Secretario General del Partido Pueblo Unido
232. Luis D Elia, preso politico, Presidente de Miles
233. Joel Linares Moreno, Poeta, Coordinador del Encuentro Poético del Sur, Venezuela/ Coordinador de Cultura de la Internacional Guevarista
234. Beatriz Talegon, periodista y abogada. Espańa
235. Carlos Pronzatto Cineasta y escritor. Brasil
236. Henrys Mogollón dirigente político PSUV, Venezuela
237. Julián Lacacta, Político Perú
238. Abelard Rodríguez i Llàcer (España)
239. Juan Carlos Tanus Tuiran, director asociación Colombianos en Venezuela y director nacional del Movimiento Colombianos por la paz . Venezuela
240. Félix de Alcazar, presidente Asociación de Colombianos en Venezuela.
241. Yolith campo Asociación Colombianos en Venezuela
242. Karelys Reyes, Coordinadora Nacional Chavez CONCHAVEZ, Dirigente político del Movimiento Electoral del Pueblo MEP, Directora del Círculo de Mujeres Loto Rojo
243. Jorge Diez, actor, director, escritor, docente. Director del grupo Planta Baja Teatro
244. Victoria Tedesco, Argentina
245. María Adela Antokoletz, Colaboradora de Madres de Plaza de Mayo Línea Fundadora Argentina
246. Nelson Magalhães da Costa Filho, Periodista Sao Paulo Brasil
247. Gustavo Guzman Castillo, España
248. José Luis Blanco, Argentina
249. Beatriz López Traductora Bs. As. Argentina
250. Cristian Mercado, Director Instituto Prisma, Argentina,
251. Xosé L. Rivera Jácome, Relacións Internacionais Confederación Intersindical Galega (CIG).
252. Rubén Sacchi, Poeta, Director de Revista Lilith
253. María Lucrecia Rovaletti, Prof. Emérita de la UBA, Argentina
254. Héctor Marrese, docente jubilado, Argentina
255. Félix Villarreal, Polo Ciudadano
256. Olmedo Beluche, Polo Ciudadano Panamá
257. Briseida Barrantes, Polo Ciudadano Panamá
258. Abdiel Rodríguez, Polo Ciudadano Panamá
259. Johana Garay, Polo Ciudadano Panamá
260. Aris Ridríguez, Polo Ciudadano Panamá
261. Mario De León, Polo Ciudadano Panamá
262. Alberto Espino, Polo Ciudadano Panamá
263. Tomás Correa, Polo Ciudadano Panamá
264. Jorge Rodríguez, Polo Ciudadano Panamá
265. Florencio Díaz, Polo Ciudadano Panamá
266. Virgínia Fontes – Historiadora – Rio de Janeiro – Brasil
267. Luciano Andrés, Valencia Escritor e historiador Argentina
268. Cintia Ini, Miembro de Carta Abierta y de Participación Popular
269. Javiera Olivares M., ex presidenta del Colegio de Periodistas de Chile.
270. María Esther Burgos, Profesora Titular de la Universidad de Los Ades, Mérida, Venezuela
271. … 

Firman Organizaciones Políticas y Sociales:

Internacional Guevarista
Los Otros Judíos
Comité Internacional Paz, Justicia y Dignidad a los Pueblos

Alemania
CRC – HKB (comité Revolución Ciudadana en Hamburgo- Kiel – Berlin)

Argentina
CTA de Los Trabajadores
CTA Autónoma
Coordinadora Resistir y Luchar
Corriente NuestraPatria en Unidad Ciudadana
Movimiento Evita
Partido Comunista de la Argentina.
Resumen Latinoamericano
Liga Argentina por los Derechos Humanos
MPR Quebracho
Convocatoria Segunda Independencia
Frente Grande
Frente Transversal
REDH Capítulo Argentina
CTD “Aníbal Verón”
Tendencia Guevarista y el Movimiento Teresa Rodríguez
Movimiento De Los Pueblos – Por Un Socialismo Feminista Desde Abajo (Corriente Popular Juana Azurduy // Frente Popular Darío Santillán // Frente Popular Darío Santillán-Corriente Nacional // Izquierda Latinoamericana Socialista//Movimiento por la Unidad Latinoamericana y el Cambio Social)
CEMIDA (Centro de Militares para la Democracia Argentina)
Movimiento Estudiantil Liberación
Plenario De La Militancia De Alte Brown
FIDELA (Fundación de Investigación y Defensa Legal Argentina)
Solidaridad e Igualdad
RPL (Resistencia para la Liberación)
Centro Político, Social y Cultural El Plumerillo.
Red en Defensa de La Humanidad – Capítulo Argentina
Instituto Prisma

Asturias (Península Ibérica)
SOLdePaz.Pachakuti
Plataforma asturiana de Solidaridad con Chiapas.
Comité de Solidaridad con América latina.
Asamblea por la Paz de Siero.

Brasil
Coletivo Feminista Classista “Ana Montenegro”
Filhos e Netos por Memoria, Verdade e Justiça.
Partido Comunista Brasileiro – PCB,
União da Juventude Comunista – UJC,
Unidade Classista e o Coletivo Feminista Classista Ana Montenegro
Liga Latino Americana Dos Irredentos

Chile:
Partido Progresista
Movimiento del Socialismo Allendista-MDP,
Movimiento Democrático Popular- Frente Amplio.

Galicia (Península Ibérica)
Confederación Intersindical Galega (CIG).

Guatemala
Juventud del Movimiento Político Winaq

Honduras
Organización Política Rojo
Organización Política Los Necios (OPLN)

Líbano
Asociación de Solidaridad Árabe Latinoamericana ¨Jose Marti¨

México
Partido Comunista Mexicano
Juventud del Partido Comunista Mexicano
Partido del trabajo (PT)
Unidad de las izquierdas.
Sindicato Mexicano de Electricistas SME.
Movimiento de bases magisteriales de Tlaxcala.
Coordinadora Nacional de Trabajadores sin Salario Patronal.
Fundación desarrollo social y cultural Tlaneci a.c. México
Motor de Sueños.
Grupo Plural de San Luis Potosí.
Grupo Plural de Querétaro.
Movimiento Nacional Para la Construcción de Una Nueva Sociedad.
Unión de Ejidos de Lázaro Cárdenas, Michoacán.
Frente Amplio de Lucha Popular de Michoacán.
Frente Amplio de Lucha Popular de Querétaro.
Red de Municipios y Pueblos Costeros del Mar, Campo y Ciudad, Pueblos Indígenas y Actividades Múltiples.
Unión de Trabajadore Democráticos en Defensa del Petróleo.
Colectivo Sembrando Dignidad.
Frente Emiliano Zapata.
Colectivo Rosa Roja de Ecatepec.
Frente Nacional Para el Desarrollo Emiliano Zapata.
Coordinadora Socialista.
Movimiento Revolucionario del Magisterio.
Comité Ciudadano de Santa Inés, Azcapotzalco
Comuna en Ofensiva.
Colonos en Defensa de la Democracia de San Juanico.

Nicaragua
Frente Sandinista de Liberación Nacional.

Palestina
Frente Democrático para la Liberación de Palestina (FDLP)

Panamá
Polo Ciudadano
Coordinadora Victoriano Lorenzo “CVL”

Paraguay
Frente Guazu

Perú
Partido Humanista Peruano
Movimiento Comunitario Alfa y Omega
Partido Pueblo Unido
Asociación de Periodistas y Comunicadores de Prensa Nacional (ASPREN-PERÚ)
Partido Perú Libre
Movimiento Nuevo Perú

Puerto Rico
Partido Nacionalista de Puerto Rico
Movimiento Libertador
Juventud Nacionalista, Partido Nacionalista de Puerto Rico, Junta de Nueva York.
República Dominicana
Alianza por la Democracia
Fuerza de la Revolución
Frente Amplio
Movimiento Rebelde

Suecia
La Asociación Latinoamericana de Derechos Humanos de Gotemburgo

Uruguay
MLN Tupamaros
MPP

Venezula
Red Informativa del Zulia
PPT
PSUV
Tupamaros
Movimiento Nacional de Amistad y Solidaridad mutua Venezuela Cuba
Centro de promoción y Formación en Derechos Humanos (Cenprofordh)
Movimiento 13 de Abril
Asociación de Colombianos en Venezuela
Coordinadora Simón Bolivar

Mandar las Firmas en Adhesiones al Correo Elehctrónico: [email protected]

Niñas y niños de Venezuela en Italia esperando transplante de médula

por Jorge Arreaza M (@jaarreaza) twitteó:

Denuncia: los efectos del bloqueo de EEUU contra Venezuela también impactan a cientos de miles de venezolan@s atendidos por programas de salud de PDVSA. Ante la imposibilidad de transferir recursos, corren peligro las vidas de 25 niñ@s en Italia en espera de trasplantes de médula:
https://t.co/dyGBKEuglj

(https://twitter.com/jaarreaza/status/1117503149676343304?s=17)
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(VIDEO) La solidarietà con il Venezuela bolivariano parte dal Chikù di Scampia

di Romina Capone

Il 13 aprile del 2002 il comandante Chávez fu vittima di un colpo di stato da parte delle forze fasciste venezuelane. L’attacco fallì. Hugo Chávez fu liberato dal popolo bolivariano. Diciassette anni dopo a Scampia, periferia Nord di Napoli, la resistenza continua. L’anniversario organizzato dall’Associazione “Resistenza” e il Partito dei Carc-Napoli Nord come spunto di riflessione in un luogo simbolo dell’unione tra i popoli: il Chikù di Scampia.

 

«Quanto sta accadendo in Venezuela rappresenta appieno la situazione mondiale. In tutto il mondo si respira un’aria di fermento dagli esiti più disparati. In Italia è in corso una fase di resistenza spontanea da parte delle masse popolari con il rifiuto di un governo delle larghe intese, pur non essendoci un forte movimento comunista» afferma Marco Coppola militante del P-Carc e continua «In francia i Gilet Gialli sono l’espressione di tensione per contrastare la realtà. In Belgio e in Spagna i focolai sono accesi. L’Italia, un paese dove il governo è pieno di contraddizioni interne sin dagli albori della sua costituzione, vede il ruolo fondamentale delle masse popolari. La nostra solidarietà con il Venezuela significa rompere i rapporti con quei paesi imperialisti. La nostra solidarietà è il grande contributo alla causa della rivoluzione bolivariana».

La popolazione italiana compie piccole rivoluzioni ogni giorno e Scampia ne è un esempio.

Il Chikù, ristorante italo-balcanico, laboratorio e cucina oltre che del corpo anche della mente, non è stato scelto a caso come location per la realizzazione di questo incontro volto inoltre a contribuire alle spese processuali a carico di Rosalba Romano, la giornalista della redazione di Vigilanza Democratica sotto processo a Milano.

Chikù nasce dalla fusione di due progetti:

– La Kumpania è un’impresa sociale nata nel 2013 per valorizzare la passione per la cucina di un gruppo di donne che hanno fatto del loro talento, una professione con l’obiettivo di offrire un servizio “genuino e responsabile” attraverso un percorso di emancipazione.

-L’associazione “Chi rom e… chi no” è nata nel 2002 a partire dalla creazione di relazioni significative tra le comunità rom e italiana del quartiere Scampia e della città, attraverso interventi culturali e pedagogici, lavorando nella periferia intesa come luogo di sperimentazione e condivisione di buone pratiche.

Il massimo esempio di integrazione di unione e solidarietà tra i popoli – spiega la fondatrice Barbara Pierro – . Un faro di speranza per gli abitanti di Scampia, una periferia che conta sessanta mila abitanti. Una periferia che si rimette in gioco per ritornare al centro della società, per il cambiamento.

img_2573Molte sono state le dirette e gli interventi telefonici da Caracas durante la serata. Presente anche il Consolato della Repubblica Bolivariana del Venezuela a Napoli; Anika Persiani rappresentante Esteri dei circoli bolivariani dello Stato Carabobo ci ha raccontato cosa è realmente accaduto a Caracas durante il lungo blackout dei giorni scorsi: «Attraverso la mancanza dell’energia elettrica vogliono sabotare il presidente Maduro e generare il panico tra la popolazione sperando che scoppino guerre civili. Ovviamente chi ha sofferto per la mancanza di corrente è stata la popolazione più povera; loro, i veri sostenitori del presidente Nicolás Maduro. Nelle zone ricche del Paese la corrente non è mai mancata; essi sono provvisti di potenti generatori ad uso privato di energia elettrica» continua Anika Persiani «ma i venezuelani sono forti e coraggiosi. Non hanno ceduto a questo sabotaggio, a questa trappola psicologica. Abbiamo vissuto con estrema tranquillità questi momenti: abbiamo comprato candele per illuminare le nostre case. Abbiamo acceso falò in giardino; abbiamo cucinato all’aperto tutti insieme. Nei quartieri abbiamo grigliato la carne e consumato insieme tutto il cibo restante, a causa dai congelatori ormai fuori uso. I cittadini venezuelani resistono e lottano contro l’egemonia degli Stati Uniti d’America i quali stanno facendo il possibile per piegarci al loro volere. Per sottometterci. Riflettiamo: l’aeroporto internazionale di Caracas Simón Bolívar è il primo dell’America meridionale. Possiede La Guaira, uno dei due porti principali di tutto il Mar dei Caraibi, secondo è quello di Cuba. Il vicino Canale di Panama collega gli oceani. Perché gli Stati Uniti inviano gli aiuti umanitari destinati al Venezuela in terra colombiana invece che utilizzare container su nave la quale con 12 ore di navigazione arriva diretto a Caracas via mare? Due parole: casus belli. Gli Stati Uniti vogliono annullare il voto di sei milioni di venezuelani, stanno provando ad instaurate un governo parallelo riconosciuto oltreoceano. Ci stanno minacciando di ucciderci con una guerra civile, ci stanno imponendo una persona autoproclamatasi presidente del Venezuela. Paghiamo un numero di sanzioni politiche e finanziarie. Non possiamo comprarci le medicine. Ci hanno confiscato un grande numero di risorse. Siamo preparati ad un’eventuale invasione da parte delle forze militari statunitensi che vorranno violare la sovranità nel nostro paese. Il popolo venezuelano non vuole che una forza straniera invada le nostre città distruggendo le nostre case, le nostre università, i nostri ospedali, le nostre vite».
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