Napoli 13apr2019: No al Golpe in Venezuela, 13 aprile di amicizia tra i popoli!

L'immagine può contenere: una o più persone e testoda Chikù

Vi invitiamo tutte e tutti all’assemblea “No al Golpe in Venezuela: 13 aprile di amicizia tra i popoli”

In questi giorni stiamo assistendo a uno dei più duri attacchi orchestrati dai gruppi imperialisti statunitensi contro il Venezuela Bolivariano e il suo presidente, Nicolás Maduro Moros. Non è la prima volta che gli imperialisti cercano in vari modi di destabilizzare il governo antimperialista bolivariano diretto prima dal comandante Hugo Chávez e successivamente dal presidente Nicolas Maduro.

L’autoproclamazione di Guaidó a presidente del Venezuela non è che l’ultima di una lunga fila di minacce: colpo di Stato dell’aprile del 2002, serrata petrolifera del 2002/2003, chiamata allo sciopero generale in questo stesso periodo, tentativi di destabilizzazione iniziati nel 2013 con le cosiddette “guarimbas”, che hanno portato a perdite umane e materiali e al peggioramento della qualità della vita dei cittadini; proteste violente nel 2014 e 2015 e tutto il processo di guerra economica, scarsità di beni, accaparramento, contrabbando e inflazione indotta e rinnovati intenti golpisti nel 2016 e 2017, attraverso la OSA, per far applicare la “carta democratica”, come strumento imperiale, e preparare il terreno per una invasione militare. Tutti questi attacchi si sono infranti contro il muro delle organizzazioni popolari, dell’esercito e del legittimo governo bolivariano.

L’esempio più importante da questo punto di vista è il tentativo di Golpe fallito il 13 aprile del 2002, quando il popolo venezuelano e l’esercito bolivariano hanno neutralizzato il colpo di stato che aveva spodestato il comandante Chávez riportandolo al suo legittimo posto di presidente del Venezuela. In questa data simbolica per i movimenti di solidarietà con il Venezuela a fronte dei continui tentativi di destabilizzazione golpista e terrorista orchestrati dagli USA, chiamiamo i compagni e le compagne dei movimenti sociali, popolari e progressisti della città di Napoli a confrontarsi e partecipare il 13 marzo 2019 alle ore 18.00.

Facciamo in modo che il sostegno al popolo venezuelano rafforzi la strada per costruire la Rivoluzione socialista a casa nostra, nel nostro paese, questo il miglior contributo che possiamo dare alle masse popolari venezuelane per combattere il nemico imperialista e mettere in piedi la società del futuro, il Socialismo!

La solidarietà è un’arma, usiamola!

A seguire musica con i Finti – Illimani e Popolo Vascio e cena a cura di Chikù – La Kumpania.

Chikù è centro culturale e ristorante. Frutto di un percorso multiculturale di impresa che vede coinvolte un gruppo di donne napoletane e rom in un percorso di autodeterminazione attraverso il lavoro.
Per cenare è necessaria la prenotazione al numero 0810145681 – 3511067970

Chikù si trova a Scampia in Viale della Resistenza Comparto 12, Segui le indicazioni per “Auditorium Scampia”.

(VIDEO) Giù le mani dal Venezuela!

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Qui il video completo della diretta streaming dell’evento del 5 marzo 2019 a Napoli con il Venezuela Bolivariano.

 

Napoli 5mar2019: No al Golpe in Venezuela

di Associazione Resistenza

No al Golpe in Venezuela – 5 marzo di solidarietà internazionale

In questi giorni stiamo assistendo a uno dei più duri attacchi orchestrati dai gruppi imperialisti statunitensi contro il Venezuela Bolivariano e il suo presidente, Nicolás Maduro Moros. A fronte dei continui tentativi di destabilizzazione golpista e terrorista orchestrati dagli USA contro il Venezuela e in sostegno alla Rivoluzione Bolivariana, chiamiamo i compagni e le compagne dei movimenti sociali, popolari e progressisti della città di Napoli a confrontarsi e partecipare il 5 marzo 2019 alle ore 16.00, commemorando il sesto anniversario della scomparsa del Presidente Comandante Hugo Chávez, all’iniziativa di solidarietà presso la sala Nugnes del Comune di Napoli in Via Verdi, 35.

Facciamo in modo che il sostegno al popolo venezuelano rafforzi la strada per costruire la Rivoluzione socialista a casa nostra, nel nostro paese, questo il miglior contributo che possiamo dare alle masse popolari venezuelane per combattere il nemico imperialista e mettere in piedi la società del futuro, il Socialismo!

La solidarietà è un’arma, usiamola!

Interverranno:

* Sandro Fucito – Presidente Consiglio Comunale di Napoli
* Angelo Iacobbi – Cittadino italiano residente in Venezuela
* Consolato Generale del Venezuela Bolivariano a Napoli
* Marco Coppola – Direzione Nazionale Partito dei CARC
* Gianmarco Pisa – IPRI (Istituto Italiano di Ricerca per la Pace) – Rete Corpi Civili di Pace
* Francesco Tescione – USB Caserta
* Ciro Brescia – ALBAinformazione
* Giuliano Granato – Potere al Popolo, ex OPG

Modera:
Antonio Cipolletta – Sezione Napoli Sanità del Partito dei CARC

Napoli 2mar2019: Ancora una volta “Giù le mani dal Venezuela!”

L'immagine può contenere: 10 persone, folla

Il Venezuela Bolivariano è vittima di un golpe permanente, ancora una volta sotto la minaccia di un intervento militare degli USA.

Firmiamo per la campagna internazionale “Giù le mani dal Venezuela!”

Rendere concreta la solidarietà internazionalista verso la Patria di Bolívar e Chávez significa alimentare il protagonismo, l’organizzazione e la partecipazione delle masse popolari del nostro paese per costruire il socialismo a casa nostra, qui ed ora, con l’obiettivo di spezzare le catene dell’imperialismo e liberare tutte le colonie e semi-colonie dalla barbarie capitalista.

Sabato 2 marzo 2019 
Piazza del Gesù

dalle ore 10,00 alle ore 14,00

Presidio #TrumpHandsOffVenezuela

Oggi più che mai con la Rivoluzione Bolivariana!

ASSEMBLEA POPOLARE DI SOLIDARIETÀ CON IL VENEZUELA BOLIVARIANO

Napoli 23feb2019: Giù le mani dal Venezuela!

Il Venezuela Bolivariano è vittima di un golpe permanente, ancora una volta sotto la minaccia di un intervento militare degli USA.

Firmiamo per la campagna internazionale “Giù le mani dal Venezuela!”

Rendere concreta la solidarietà internazionalista verso la Patria di Bolívar e Chávez significa alimentare il protagonismo, l’organizzazione e la partecipazione delle masse popolari del nostro paese per costruire il socialismo a casa nostra, qui ed ora, con l’obiettivo di spezzare le catene dell’imperialismo e liberare tutte le colonie e semi-colonie dalla barbarie capitalista.

Sabato 23 febbraio 2019
Piazza del Gesù

dalle ore 10,00 alle ore 14,00

Presidio #TrumpHandsOffVenezuela

Oggi più che mai con la Rivoluzione Bolivariana!
ASSEMBLEA POPOLARE DI SOLIDARIETÀ CON IL VENEZUELA BOLIVARIANO

(VIDEO) Napoli: con il Venezuela bolivariano contando sulle proprie forze

di Partito dei CARC – Federazione Campania 

Un’iniziativa che non è né vuol essere celebrazione o sostegno acritico, da “tifosi” del Venezuela bolivariano. Un’iniziativa che legge nella situazione venezuelana di oggi, negli attacchi imperialisti interni ed esterni cui è esposta fin da principio, nell’attuale situazione politica provvisoria e aperta a rapide trasformazioni del nostro stesso Paese una guida alla pratica rivoluzionaria, alle prospettive di sviluppo e al da farsi. In Italia così come al di la dell’Oceano.

Riconoscere le differenze è la condizione portante per costruire l’unità. Il movimento comunista ha dato un contributo universale alla scienza della trasformazione dell’ordine sociale, ma comprendere, oggi, oltre ogni sterile celebrazione, la concretezza della concezione comunista del mondo significa comprendere che essa ha un’applicazione particolare a seconda delle condizioni particolari della lotta di classe, delle sue forme, dei suoi risultati. In primo luogo per le condizioni particolari dei paesi imperialisti come il nostro rispetto a quelle dei paesi oppressi o semi-coloniali come il Venezuela. Rendere efficace e utile la nostra solidarietà internazionalista, di comunisti in un paese imperialista, ai popoli in lotta per la propria autodeterminazione e indipendenza significa conoscere, riconoscere e partire dalle diversità di azione e di contesto. In questo senso la rivoluzione non è sempre al di la dell’oceano o da qualche altra parte, ovunque tranne che “a casa nostra”. È nostro preciso dovere, da comunisti in un paese imperialista, indebolire il quadro dei paesi imperialisti, svilupparne le contraddizioni tanto da spezzarne le compatibilità, costruire la rivoluzione socialista nelle nostre condizioni specifiche (quelle oggettive della crisi generale del sistema capitalista e quelle soggettive di scienza, coscienza e organizzazione della lotta rivoluzionaria).

Che il movimento comunista abbia saputo imporsi, in varie forme, tempi, modi e contraddizioni nei paesi oppressi o semi-coloniali è una realtà. Come è una realtà che non abbia saputo fare altrettanto nei paesi imperialisti come l’Italia, seppur abbia svolto, nel nostro Paese specificatamente, un ruolo determinante nella lotta antifascista, nella vittoria della Resistenza e nella guerra di Liberazione, nella “democratizzazione” della società. A dire che le leggi particolari necessarie alla costruzione della rivoluzione socialista, nel primo caso rispetto al secondo, sono differenti, giacché differenti sono storie e percorsi. Ne consegue che i processi rivoluzionari non possono essere “copiati”, né importati o esportati. Vanno, invece, dialettizzati tra loro, rafforzati a vicenda, sostenuti. Ovvero compresi, confrontati e agiti affinché se ne possa trarre bilancio utile per avanzare insieme, perché, invece, unica è la prospettiva e l’orizzonte: il socialismo.

Proprio perché, oggi, il contributo teorico-pratico del movimento comunista si dia effettivamente alla base della costruzione del “poder popular” sul quale si fonda la costituzione della Repubblica bolivariana del Venezuela, così come, d’altro canto, effettivamente in esso si racchiuda la partitura strategica della costruzione della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti, il confronto tra le esperienze del “nuovo potere”, in Italia come in Venezuela, è la misura con la quale rafforzare il processo di costruzione di quell’egemonia ideologica, politica e culturale quale capacità di direzione morale ed intellettuale delle masse popolari. Egemonia alternativa alla concezione borghese del mondo e al suo dominio oggi senza più consenso.

Italia e Venezuela a confronto, dunque. Italia antimperialista e Venezuela bolivariano insieme in piazza, oggi. Gli insegnamenti, le prospettive politico-pratiche della lotta per la costruzione di un’alternativa di sistema e società, un’assunzione di responsabilità sul da farsi e come farlo. Qui ed ora. Per contendere alla classe dominante e suoi agenti la mobilitazione, morale e materiale, delle masse popolari, i centri della sua produzione culturale, l’esercizio stesso del potere, in definitiva. E dare corpo teorico e misura pratica, in strategia e tattica, alla conquista del potere politico da parte della masse popolari organizzate.

In questa prospettiva, fare dell’Italia un nuovo paese socialista è il migliore contributo di solidarietà attiva ed operante che il movimento progressista italiano e, in esso, quello comunista potranno dare al Venezuela bolivariano.

Il Venezuela bolivariano ha bisogno oggi della nostra rivoluzione per difendere la sua. Noi abbiamo bisogno della nostra rivoluzione per sostenere il Venezuela bolivariano e tutti i Popoli che, sotto ogni cielo, in qualsiasi angolo del mondo, lottano contro l’imperialismo e per la propria sovranità, la propria autodeterminazione, la propria indipendenza.

«Che cosa occorre perché i proletari vincano in Occidente? Innanzitutto la fiducia nelle proprie forze, la coscienza che la classe operaia è capace di fare a meno della borghesia, che la classe operaia è non solo capace di demolire ciò che è vecchio, ma anche di edificare il nuovo, di edificare il socialismo. Tutta l’attività della socialdemocrazia [sinistra borghese, ndr] consiste nell’istillare negli operai lo scetticismo, la sfiducia nelle proprie forze, la sfiducia nella possibilità di conseguire con la forza la vittoria sulla borghesia. Tutto il nostro lavoro, la nostra edificazione hanno questo significato: convincono la classe operaia dei paesi capitalisti che la classe operaia è capace di fare a meno della borghesia e di costruire una nuova società con le proprie forze».

(Stalin)

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Napoli 1feb2019: In piazza con Maduro e la Rivoluzione Bolivariana!

***Appello di solidarietà al Venezuela Bolivariano***

***Costruiamo un presidio largo, unitario e partecipato a sostegno del popolo venezuelano!***

In questi giorni stiamo assistendo a uno dei più duri attacchi orchestrati dai gruppi imperialisti statunitensi contro il Venezuela Bolivariano e il suo presidente, Nicolas Maduro Moros. Ai tentativi di rappresaglie armate e tentativi eversivi si è aggiunta anche la vile provocazione dell’autoproclamazione a presidente del Venezuela da parte del parlamentare dell’opposizione Juan Guaidó. A questa sparata dimostrativa hanno fatto eco gli Stati Uniti d’America e altri paesi loro accoliti che hanno riconosciuto la carica che Guaidó si è attribuito da solo davanti ai suoi.

In risposta a quest’azione provocatoria, il presidente Maduro, davanti a centinaia di migliaia di venezuelani ha intimato a tutti i diplomatici statunitensi di abbandonare il Venezuela, perché mandanti di tutte le azioni di infiltrazione, boicottaggio e aggressione contro il popolo venezuelano. Un vero e proprio atto di sovranità popolare e contrasto alle scorrerie dei gruppi imperialisti in Venezuela!

A fronte dei tentativi di destabilizzazione golpista e terrorista orchestrati dagli USA contro il Venezuela e in sostegno alla Rivoluzione Bolivariana, chiamiamo i compagni e le compagne dei movimenti sociali, popolari e progressisti della città di Napoli alla costruzione di un presidio di solidarietà per venerdì 1° febbraio alle ore 15.30 in piazza Municipio.

In quest’occasione richiederemo al Sindaco della città di Napoli una presa di posizione pubblica in Solidarietà con il Governo Bolivariano, con il suo presidente Nicolas Maduro Moros, per l’amicizia e la solidarietà tra i popoli, e consegneremo una lettera che stenderemo al Consolato Generale della Repubblica Bolivariana del Venezuela a Napoli da inviare a Caracas.

Avanti compagne e compagni!
La solidarietà è un’arma, usiamola! Facciamo in modo che il sostegno al popolo venezuelano rafforzi la strada per costruire la Rivoluzione socialista a casa nostra, nel nostro paese, questo il miglior contributo che possiamo dare alle masse popolari venezuelane per combattere il nemico imperialista e mettere in piedi la società del futuro, il Socialismo!

Inviare adesioni e contributi ad [email protected]
oppure con messaggi e post alla pagina evento del presidio

*Aderiscono*
Albainformazione
Associazione Resistenza
GalleRi Art
Gruppo di volontariato NIKA
Partito dei CARC – Federazione Campania
Usb Caserta

Napoli 24gen2019: Storia e attualità del 23ene1958

(VIDEO) Napoli: GAlleЯ[email protected] per il Decreto Sicurezza Popolare

di GAlleЯ[email protected]

Nun ce facite perdere o’ tiempo!

Il giorno 11 gennaio 2019 il Comitato “No alla Chiusura dell’Ospedale San Gennaro”, il Movimento Rinascita Disoccupati e il Collettivo Politico-culturale di GAlleЯ[email protected] incontreranno i rappresentanti del Comune di Napoli, l’assessore Clemente e l’assessore Borriello non per rivendicare le nostre ragioni né per esporre quanto abbiamo qui già scritto ma per far assumere ai rispettivi assessorati e all’amministrazione comunale nel suo complesso le loro responsabilità.

Qui di seguito la lettera consegnata al Sindaco Luigi de Magistris nel mese di Novembre.

 

Oggi, 29 novembre 2018, una delegazione di comitati popolari di zona Napoli Centro in presidio sotto al Comune di Napoli ha dichiarato lo stato di agitazione e imposto alla Segreteria del Sindaco la ricezione di un documento, protocollandolo ufficialmente, in cui si intima alle Istituzioni competenti e di prossimità un incontro immediato, entro e non oltre il 10 dicembre prossimo, al fine di affrontare temi inerenti alla “sicurezza popolare” del territorio (quale risposta popolare al varo parlamentare del “Decreto Salvini”). Una prova di maturità e determinazione dei comitati. Una prova di mobilitazione cosciente e organizzata. Qui d’appresso, il documento protocollato e consegnato.

 

— A Luigi de Magistris Sindaco di Napoli p.c. all’Assessore Giovani e al Patrimonio Alessandra Clemente p.c. all’Assessore allo Sport con delega alle Aree Verdi Ciro Borriello
Napoli, lì 29 novembre 2018 Oggetto: Richiesta incontro

La sicurezza è innanzitutto lavoro utile e dignitoso, sanità pubblica, gratuita e di qualità, scuole sicure, trasporti pubblici e garantiti, diritto alla casa, uso sociale dei parchi pubblici, aperti e sicuri, sana aggregazione culturale possibilità di usufruire liberamente dei siti storici e monumentali e tutto quanto è conforme agli interessi sociali collettivi delle masse popolari. È con questa premessa che il collettivo politico-culturale GAlleЯ[email protected], il comitato popolare “No alla chiusura dell’Ospedale San Gennaro”, Movimento Rinascita Disoccupati (ex MML) del Rione Sanità, da anni impegnati nella riqualificazione ad uso sociale di spazi di pubblico interesse (Galleria Principale di Napoli, il Parco San Gennaro, etc…) e nella garanzia di servizi pubblici (come nel caso della lotta per la riapertura dell’Ospedale San Gennaro e, più in generale, per la difesa del diritto alla salute), chiamano le istituzioni di prossimità all’assunzione delle proprie responsabilità e ad essere conseguenti con quanto più volte pubblicamente dichiarato e promesso.

Specificamente:

1. Rendere pubblico il progetto di riqualificazione del Parco San Gennaro;

2. Applicazione della clausola sociale relativamente ai progetti di riqualificazione del Parco e di altri progetti riguardanti il territorio della Sanità;

3. Apertura dei Reparti di hospice, SUAP e Ospedali di Comunità nella struttura dell’ospedale San Gennaro;

4. Un’ispezione da parte della Consulta Popolare Salute e Sanità del Comune di Napoli presso le strutture dell’Ospedale San Gennaro al fine di verificare il regime di spesa, stato della pianificazione dell’attività e della sicurezza della struttura e prospettive di riconversione;

5. Intervento del Sindaco di Napoli in merito all’operato della direzione dell’ASL Napoli 1 e, più in generale, sul Piano sanitario regionale quanto alla destinazione e gestione delle risorse economiche;

6. Messa in sicurezza (reale) e riapertura della Galleria Principe di Napoli;

7. Lo stato delle locazioni all’interno della Galleria ed il riconoscimento del processo di autonomia sociale e riqualificazione degli spazi già in essere.
Riteniamo, dunque, non più rinviabile un incontro tra una delegazione dei comitati scriventi e le istituzioni competenti in materia. Chiediamo, pertanto, che questo incontro si svolga entro e non oltre il 10 dicembre del 2018. A tal fine protocolliamo questa richiesta presso gli uffici della segreteria del sindaco.

Restando in attesa di un sollecito riscontro.

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(FOTO) L’incontro con Manuela D’Ávila a Napoli

Romina Capone (sx) e Antonio Cipolletta (dx) della redazione di ALBAinformazione con la compagna Manuela D’Ávila

di Romina Capone

Napoli. Dal primo gennaio 2019 Jair Bolsonaro ha assunto la presidenza del Brasile. A chiusura del 2018 Manuela D’Ávila, parlamentare brasiliana, già candidata alla vicepresidenza del Brasile per il Partito Comunista do Brasil e per il PT di Lula, nelle uniche due tappe italiane di Roma e Napoli, quest’ultimo tenutosi il 13 dicembre 2018 presso la Sala “Annamaria Cirillo” della Città Metropolitana, avverte: “Il fascismo è tornato è minaccia le nostre ricchezze, i diritti umani e i diritti sociali”.

Le forze progressiste del mondo esistono e sono la voce dell’altra metà del popolo brasiliano che, nonostante il discorso sciovinista adottato da Bolsonaro, resiste.

Ad analizzare ciò che sta accadendo da anni fino alle ultime ore in Brasile, con la cerimonia di insediamento del neo presidente di estrema destra Bolsonaro, è Manuela D’Ávila. «Siamo molto preoccupati per quanto sta accadendo in Brasile e tutti i segnali che arrivano dal mondo intero ci allertano sulle difficoltà a cui andremo in contro». Fa autocritica e analizza gli errori del suo partito nei precedenti anni: «abbiamo sbagliato, non riusciamo a parlare direttamente con il popolo, abbiamo fatto degli errori, il mio paese vive un lungo processo di deindustrializzazione, abbiamo limiti perché non riusciamo a gestire il problema della sicurezza: sessantadue mila morti ammazzati nell’ultimo anno. Già da quindici anni il Brasile ha tentato di camminare da solo provando ad avere un commercio prioritario con i paesi del Sud e dominare le tecnologie per le estrazioni del petrolio. Siamo nel 2019 ma viviamo fermi al 2001. Nel 2008 comincia la crisi economica capitalista e siamo riusciti a tenere lontani i suoi effetti dal Brasile fino al 2011. Abbiamo tentato e cercato diverse soluzioni per combattere il capitalismo dall’interno senza gravare sul salario degli operai e sui contratti di lavoro. Nel 2013 parte un’azione di mobilitazione sociale per garantire e riconoscere diritti a tutte quelle persone che fino ad allora non ne avevano, alla gente più povera. Nel 2013 parte dell’America Latina ha avuto presidenti progressisti: Correa, Lula e Maduro. Nel 2014 Dilma Rousseff è al governo. La destra “democratica” brasiliana non riconobbe il risultato delle elezioni» . «Il Brasile già dal 2016 vive un governo di destra “democratica” che non è un governo Lula né Bolsonaro. Temer ex presidente del Brasile ha posto al centro delle azioni dei governo l’agenda di austerità. Ha generato una riforma del lavoro, ha cancellato tutte le leggi contro il lavoro nero, ha scritto un emendamento alla Costituzione Brasiliana in cui è proibito investire su finanziamenti pubblici per i prossimi venti anni e lo ha fatto nonostante negli ultimi trent’anni il Brasile ha già avuto riduzioni drastiche sugli investimenti pubblici. È in questi frangenti e in questi ambienti che è emerso Bolsonaro. Vivevamo una crisi e abbiamo avuto un indebolimento delle istituzioni, abbiamo avuto l’entrata dei giudici nella gestione interna del nostro Paese e abbiamo avuto l’assassinio di Mariel Franco e infine Lula, il quale avrebbe vinto senza dubbio le elezioni, detenuto ingiustamente».

Manuela D’Ávila con il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris

Ma chi è Bolsonaro?

«Bolsonaro è un prersonaggio assolutamente autoritario. Agirà in due modi nel corso del suo mandato. Prima fase: farà entrare i militari nel governo. Perseguirà tutti coloro che la pensano diversamente da lui. Si scaglierà contro le associazioni e i movimenti sociali presenti sul territorio e i partiti di sinistra. Seconda fase, ancora più vicina al fascismo, non è solo la violenza dello Stato, qualsiasi diversità sarà considerata nemica. Non possiamo evitare che questo accada, ma possiamo e dobbiamo resistere», continua D’Ávila.

Chi sono i suoi nemici?

«I comunisti. Io non sapevo di fare parte del partito più grande del mondo – ironizza D’Ávila – perché tutti coloro che non hanno votato per lui sono comunisti. Quindi secondo Bolsonaro, chi sono i comunisti? Sono le donne, la Chiesa Cattolica, gli uomini che pensano che le donne debbano avere i propri spazi, i religiosi che credono che lo Stato debba essere laico. E quando Bolsonaro parla di tutto questo, dice che la violenza è giustificata, legittima. Ci sta rendendo disumani».

«Ho una bambina di tre anni – racconta D’Ávila – e la prima volta che mi hanno aggredita mia figlia aveva quarantacinque giorni, colpendola, sostenendo che la figlia di una comunista non è una bambina. Chi è stato? Non il governo ma la gente ispirata dall’ideologia del presidente eletto nel Paese».

«Bolsonaro deve ricordarsi che è presidente di un paese povero e il discorso reazionario nei paesi poveri è molto peggio che nei paesi ricchi. Questo significa che consegnerà il Brasile agli statunitensi, perché questo alimenterà il neocolonialismo e perché questi sono capi di stato che regalano i paesi poveri al capitalismo. Con certi personaggi al governo è inevitabile la fine del mercato unico dei paesi del Sud America. Stiamo per perdere le nostre ricchezze, i nostri diritti
umani e sociali. Ci sarà un cambio di gestione nelle politiche sociali e popolari. Avverrà una privatizzazione nel campo energetico e petrolifero».

«Tema più importante nelle elezioni brasiliane è stato il Venezuela. Ammiro e apprezzo molto il popolo fraterno venezuelano, ma perché quando giro per il mondo mi chiedono spiegazioni riguardo alla situazione venezuelana e non del Brasile? Semplice: preoccuparsi del Venezuela significa preoccuparsi del petrolio. Ma Brasile e Venezuela hanno una linea di confine unica al mondo: l’Amazzonia. Lì c’è l’acqua più pura al mondo. Questa frontiera custodisce la più grande biodiversità della Terra. Questo è il motivo per cui si inventa che il Brasile ha conflitti con il Venezuela. Il capitalismo antidemocratico mira all’Amazzonia».

«Le ultime elezioni in Brasile si sono basate sulle fake news, ma non intese come semplici bugie. In un giorno solo sono riuscita a smascherare settanta post falsi che mi riguardavano. Queste fake news sono arrivate a tredici milioni di visualizzazioni. Chi ha letto queste fake news? Le persone interessate all’argomento. È così che funziona il meccanismo del big data: generare dal nulla una notizia appositamente per catturare l’attenzione di quel pubblico interessato a quell’argomento specifico. Internet non è solo spazio di fake news ma organizzazione popolare, è scambio di idee, è organizzazione. Ma la destra “democratica” sta per mettere in atto l’unico mezzo di controllo in assoluto: la censura. Un meccanismo autoritario su di noi. Di fronte a tutto questo, la cosa più importante in Brasile è resistere e mantenere l’unità. La democrazia – così conclude Manuela D’Ávila – è la strada per il futuro».

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Debate sobre la Revolución Bolivariana con Atilio Borón, desde Nápoles

por mppre.gob.ve

Atilio Borón, reconocido sociólogo y politólogo argentino acaba de concluir su visita en la ciudad de Nápoles.

Luego de los intercambios sostenidos en la ciudad de Roma, Borón fue recibido en la ciudad partenopea por representantes del movimiento de solidaridad internacional “Todos Somos Venezuela”, quienes en colaboración con la Diplomacia de Paz venezolana en el territorio, organizaron una conferencia en la sede del Consulado General en Nápoles.

La diplomática Amarilis Gutiérrez Graffe junto al equipo consular le dió la bienvenida y agradeció por la oportunidad de poder intercambiar con uno de los intelectuales que más se ha empeñado en el análisis de las relaciones políticas, económicas y sociales en América Latina.

La conferencia tuvo como tema: “ Las actuales relaciones internacionales: América Latina en defensa de su democracia y soberanía” y contó con la participación de periodistas, profesores de la Universidad L’Orientale de Nápoles y la Federico II, estudiantes, representantes institucionales de la alcaldía y la región campania, miebros de la asociación Italia – Cuba de Salerno,  de la asociación “Albainformazione”, del colectivo GalleryArt y la Cooperativa “Maremareper”.

Seguidamente sostuvo un encuentro oficial con la Alcaldía de la ciudad, en la figura de la Asesora a la Ciudadanía, a la Unidad Social y la Migración Laura Marmorale, acompañado de la Cónsul General, Emilio Lambiase, representante en Italia del Consejo Mundial “José Martí”, Ciro Brescia de AlbaInformación y los periodistas Antonio Lupino y Maria Elena Bas. El politólogo recibió la Medalla de la Alcaldía como símbolo de reconocimiento y  fraternidad.

El programa del politólogo concluyó en la Universidad de Salerno, donde dictó la conferencia magistral “América Latina en la era Trump”, con la colaboración del Departamento de Ciencias Económicas y su director Paolo Coccorese, Rosa Grillo profesora de literatura hispano-americana, Marco Galdi, profesor de Derecho Público, entre otros.

Borón durante sus intervenciones ofreció un claro panorama actual de América Latina y El Caribe, profundizando en la Revolución Bolivariana y las causas del actual ataque imperialista contra el proyecto democrático. Explicó en detalles el origen histórico del interés de EE.UU sobre latinoamérica, así como sobre los recursos y las riquezas de Venezuela, citando la doctrina Monroe. Reconoció además la importancia de la visita del presidente Maduro a la toma de posesión del recién electo presidente de México, Andrés Manuel López Obrador.

Un reconocimiento especial fue realizado a Armando Hart Dávalos, fundador de la Oficina del Programo Martiano   en Cuba, y de la Conferencia Internacional “José Martí por el Equilibrio del Mundo”. El arquitecto Emilio Lambiase explicó sobre la obra de toda la vida del primer Ministro de Educación cubano, así como su labor ante el Ministerio de Cultura.

Napoli 3dic2018: Atilio Borón, democrazia, sovranità e l’esempio latinoamericano

Il Consolato Generale della Repubblica Bolivariana
del Venezuela a Napoli

Invita:

Incontro con Atilio Borón, prestigioso politologo e sociologo argentino

“Nuove Relazioni Internazionali: America Latina nella difesa della sua democrazia e sovranità”

Sede del Consolato Generale della Repubblica Bolivariana del Venezuela a Napoli. Via Agostino Depretis 102, 4to piano

Lunedì 03 dicembre 2018, Ore. 11.30

“No ha concluido el ciclo progresista en América Latina”

Sezione Stampa e Pubbliche Relazioni
Sección Prensa y Relaciones Públicas 
Indira Pineda Daudinot
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