Assad: «In Siria e Iraq terrorismo turco, saudita, e di alcuni paesi UE»

da lantidiplomatico

Il presidente Bashar al-Assad, in un’intervista a “Sputnik” e “Ria Novosti,  ha dichiarato che le vittorie conseguite dall’esercito siriano avranno un impatto sui paesi che ostacolano una soluzione in Siria, in particolare, su Arabia Saudita, Turchia, Francia e Gran Bretagna, che scommettono sul suo fallimento, per imporre le loro condizioni nei negoziati.

Il presidente Assad ha dichiarato che il sostegno militare della Russia e degli Amici della Siria nei successi militari siriani contribuiranno ad accelerare una soluzione politica e non viceversa, notando che Damasco non ha cambiato le sue posizioni prima o dopo il supporto della Russia.

In risposta ad una domanda sul fatto che le vittorie conseguite da parte dell’esercito rafforzino la posizione del governo nei colloqui di Ginevra e mettano in pericolo il processo politico, il presidente ha risposto che «ci sono alcune parti che accusavano sia la Siria che la Russia che cercano di presentare il sostegno della Russia alla Siria nella lotta contro il terrorismo come il supporto per il presidente o il governo siriano, e che, quindi, ciò ostacoli il processo politico».

Inoltre, ha spiegato che il governo è stato flessibile fin dall’inizio, la politica in Siria per cinque anni ha risposto a tutte le iniziative volte a non far passare nessuna occasione senza cercare di risolvere la crisi».

Il presidente siriano ha affermato che il terrorismo che insanguina Siria e Iraq è sostenuto da Turchia, Arabia Saudita e diversi paesi europei, tra cui Francia e Regno Unito.

«Il terrorismo è il vero problema. Dobbiamo combatterlo a livello internazionale, perché il terrorismo non riguarda solo la Siria. esiste il terrorismo in Iraq ed è supportato direttamente dalla Turchia, dalla famiglia reale dell’Arabia Saudita, nonché da parte dei paesi occidentali, in particolare da Francia e Regno Unito», ha aggiunto Assad.

«Mentre gli altri paesi osservano solo. Non fanno nulla di serio per quanto riguarda questo problema», ha lamentato il presidente.

Il presidente siriano ha spiegato che la migrazione è stata causata non solo dalla mancanza di sicurezza, ma anche dalle sanzioni occidentali.

«Le cause delle migrazioni non sono solo il terrorismo e la mancanza di sicurezza, ma anche il blocco, le sanzioni occidentali imposte alla Siria. Molti erano in zone sicure dove non c’è il terrorismo. Le persone ora sono in grado di ottenere il necessario. Pertanto, in qualità di Stato dobbiamo agire, dalle prime esigenze elementari, per migliorare la situazione economica e il settore dei servizi in Siria. È quello che facciamo nel quadro della ricostruzione», ha detto.

Nell’intervista, ha spiegato che il governo siriano prende provvedimenti per garantire che i cittadini non abbiano motivo di emigrare.

«Abbiamo iniziato i lavori di ricostruzione prima che finisse la crisi, per quanto possibile, per mitigare le conseguenze del danno economico e allo stesso tempo ridurre il flusso di migranti all’estero», ha aggiunto.

Il presidente ha ricordato che il danno economico e alle infrastrutture supera i 200 miliardi di dollari, indicando che le questioni economiche possono essere affrontate solo quando la situazione si stabilizzerà, ma la ricostruzione delle infrastrutture richiede molto tempo.

Sul processo di ricostruzione, il presidente ha annunciati che Damasco sarà supportata da Russia, Cina e Iran.

A questo proposito, ha sottolineato che «la ricostruzione è vantaggiosa per le aziende che parteciperanno e si baserà su tre Paesi che hanno sostenuto la Siria durante la crisi; Russia, Cina e Iran».

Ha inoltre dichiarato che molti paesi che erano contro la Siria, riferendosi ai paesi occidentali, con  le loro aziende cercheranno di partecipare al processo, ma «i siriani di rivolgeranno ai paesi amici».

«Per quanto riguarda le infrastrutture, saranno necessaria, probabilmente più di decine, centinaia di persone in diversi campi e specializzazioni. Pertanto, si ritiene che le compagnie russe avranno un ampio spazio per contribuire alla ricostruzione della Siria», ha affermato Assad.

La transizione in Siria dovrebbe essere fatta da parte del governo di unità nazionale

«In primo luogo, prendiamo il “periodo di transizione”: questo concetto non esiste. In Siria si considera che la transizione politica passi da una Costituzione all’altra che definisce la struttura politica necessaria per avviare la fase successiva. Cioè, il periodo di transizione deve iscriversi nella attuale Costituzione e adottare una nuova, votata dal popolo siriano», ha spiegato.

Egli ha sottolineato che «il corpo di transizione o cosa determina il formato della transizione è un governo formato da varie forze politiche siriane: l’opposizione, indipendenti, appartenenti al governo attuale e gli altri».

L’obiettivo principale di questo governo, ha sostenuto, è «sviluppare una costituzione, poi sottoporla ai voti dei siriani e successivamente assicurare il trasferimento alla nuova Costituzione».

«Né la Costituzione siriana né di alcun altro paese del mondo corpo descrive qualcosa chiamato transizione. Mancherebbe di logica ed è incostituzionale. Quali sono i poteri di questo corpo? Come regolerà la vita quotidiana dei cittadini? Chi valuterà? Oggi ci sono il Consiglio del Popolo (Parlamento) e la Costituzione che determinano le azioni del governo e dello Stato. Pertanto, la soluzione è quella di creare un governo di unità nazionale che preparerà la nuova costituzione», ha sintetizzato.

Sui colloqui di Ginevra III, il presidente ha sottolineato che «al momento non si può dire che i colloqui di Ginevra diano risultati, ma si parte dalle basi, cioè lo sviluppo dei principi fondamentali che definiscono i colloqui, perché privo di alcuni principi diventa caotico e non porta a nulla perché permette a ciascuna delle parti di apparire terza e consentire interferenze da parte di altri paesi».

La delegazione di Damasco, ha ricordato, ha lavorato principalmente a Ginevra con l’inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria, Staffan de Mistura, e «non con il partito di opposizione con il quale dovremo negoziare».

«Continueremo le consultazioni e il dialogo sul documento nel prossimo turno. Al momento posso dire che ciò che è stato raggiunto nel precedente turno, può permettere il successo dei negoziati, e se continuiamo su questo trend i prossimi turni saranno produttivi», ha aggiunto.

Una Siria federale non avrà il consenso del popolo siriano in caso di votazione

E sul tema della federalizzazione della Siria, il capo di stato siriano ha detto: «Dal punto di vista geografico, la Siria è un paese troppo piccolo per essere una federazione. Probabilmente è più piccolo della maggior parte delle repubbliche russe. Dal punto di vista della sociologia, la federalizzazione è necessaria quando c’è la presenza di comunità che compongono la società e che, probabilmente, non possono coesistere pacificamente, che non esistevano nella storia della Siria, ed è un principio fondamentale. Non credo che la Siria è pronta per la federalizzazione, non ci sono fattori naturali per renderla possibile».

Assad ha aggiunto che come Stato «saremo d’accordo con tutto quello approverà il popolo».

«La questione della federalizzazione è legato alla Costituzione che deve avere il consenso del popolo, ma resta inteso che se si intendono cambiamenti sono necessari nell’entità federale dei curdi. La maggior parte dei curdi voglio vivere nel quadro di una Siria unita, con hanno  le autorità centrali a livello politico e non federale», ha precisato.

Non si dovrebbe «confondere i curdi che aspirano alla federalizzazione con tutti i curdi», aggiungendo che «è probabile che ci sono persone che non sono minoranza curda e globalmente anche aspirare ad esso; tuttavia questa idea non è stata proposta dalla società siriana e non credo che se ci sarà un voto, sarò approvata dal sostegno del popolo siriano», ha sostenuto Assad.

Per quanto riguarda il discorso della stesura di una nuova costituzione nel mese di agosto, il presidente Assad ha affermato: «probabilmente il progetto di Costituzione sarà pronto in poche settimane. Gli esperti sono presenti, ci sono proposte elaborate che possono soddisfare, più tempo viene speso in discussioni».

«Noi, come Stato oggi possiamo metterci d’accordo con la stesura del testo della Costituzione e lo presentiamo ai siriani. Ma quando si parla di forze politiche, di quale le altre forze politiche stiamo parlando? Non lo sappiamo. Lo abbiamo chiesto a De Mistura e non lo sa neanche lui. Non lo sanno neanche gli statunitensi e a volte neanche l’Occidente», ha spiegato ancora Assad.

Alcuni paesi e «in particolare l’Arabia Saudita», ha precisato, «vogliono ridurre l’altra parte in un’unica piattaforma oppositrice formata a Riyadh dai terroristi»

Analogamente Assad ha accennato alla necessità di una opposizione presente come una singola forza. «Quando ci sarà, si può parlare con loro della Costituzione. Per quanto riguarda il mese di agosto, si tratta di un periodo di tempo ragionevole e sufficiente», ha concluso.

 

L’esercito siriano ha liberato Palmyra!

da lantidiplomatico

Le forze armate siriane hanno cominciato la loro offensiva su larga scala l’8 marzo, colpendo le colline circostanti ed i frutteti, prima di iniziare l’assalto ai bastioni dell’ISIS. Il numero di terroristo dell’ISIS uccisi nella lunga battaglia durata 18 giorni non è stato confermato dall’esercito arabo siriano; tuttavia, una fonte, che ha accompagnato la Brigata Falchi del deserto durante la battaglia ha conformato ad Al-Masdar la notizia che centinaia di jihadisti sono stati uccisi, insieme a un gran numero di veicoli e armi pesanti distrutte. Il 21 maggio, 2015, iniziò il regno del terrore dell’ISIS su Palmira; questo gruppo terroristico ha brutalmente massacrato decine soldati e civili.

Al momento della cattura di Palmyra, il gruppo terroristico ha raso al suolo  santuari, templi e monumenti. Antichità inestimabili che hanno resistito a secoli di sfide, di catastrofi naturali e artificiali, sono stati tragicamente distrutti dall’ISIS. Palmyra è strategicamente importante perché situata in un deserto che si estende fino ai confini iracheni ad est, con la roccaforte del gruppo terroristico, Raqqa, a nord.

La caduta di Palmira, molto probabilmente aprirà la strada all’esercito siriano per avanzare verso la roccaforte del gruppo terroristico a Raqqa così come la città orientale di Deir ez-Zor. Attualmente, le forze della Guardia Repubblicana sono ancora a difesa della base militare di Deir ez-Zor, dove decine di migliaia di civili soffrono uno spietato assedio imposto dall’ISIS.

Hezbollah nega il ritiro delle sue truppe dalla Siria

da lantidiplomatico

Hezbollah ha smentito le notizie sul ritiro delle proprie forze militari dalla Siria, in parallelo con la decisione russa di ritirare la maggior parte del suo contingente militare dal paese arabo.

«Queste sono voci che non hanno niente a che fare con la realtà, fanno parte di una guerra psicologica, come al solito perdente», ha assicurato Hezbollah, in comunicato diffuso anche sul sito web della Tv del movimento di resistenza libanese, Al Manar.

«Notizie di agenzie e media arabi hanno lavorato con i gruppi terroristici per diffondere queste voci», si legge.

«Hezbollah ha ritirato centinaia di combattenti in Siria.., quelli di ritorno dalla Siria stanno per tornare alle loro città in Libano», ha scritto il sito di informazione, “Janoubia” guidato da un giornalista libanese filo-USA e finanziato dall’agenzia statunitense USAID.

«Avvertiamo i media a non cadere in questo tipo di trappola che ha lo scopo di diffondere menzogne ​​e dicerie», si avverte nella dichiarazione di Hezbollah. «L’ultima parola su ciò che sta accadendo spetta al campo di battaglia, dove l’esercito siriano realizza progressi giorno dopo giorno, isolando i terroristi, un segno della confusione all’interno dei paesi che li sostengono», conclude la nota del movimento di resistenza libanese.

In un’intervista al quotidiano del Qatar, Al-Quds Al-Arabi, il responsabile mediatico di Hezbollah, Mohammad Afif, ha respinto qualsiasi ipotesi di graduale ritiro delle forze della resistenza libanese dalla Siria ed ha precisato: «I combattenti di Hezbollah partecipano ai violenti scontri in corso contro il gruppo terroristico, ISIS, (Daesh in arabo) nella antica città di Tadmor (Palmira, ndr)».

Giovani Comunisti siriani: «La nostra lotta continua sempre!»

da lantidiplomatico

Intervista esclusiva realizzata dal “International communist press” con Wessam Kahel, membro del Comitato per le Relazioni Internazionali della Gioventù dell’Unione comunista della Siria.

ICP: Come sono le dinamiche interne e le posizioni dei soggetti che si affrontano in Siria oggi?

WK: Vorrei dare qualche informazione sugli ultimi eventi in Siria. L’esercito siriano, di recente, è avanzato in luoghi diversi. Come sapete, è un paese piuttosto grande la Siria. Così, l’esercito siriano non può dispiegare contemporaneamente tutte le sue forze in tutti i luoghi. Questo progresso deve essere valutato grazie all’intervento della Russia, di cui parleremo più avanti.

Aleppo, per esempio, il sud di Aleppo è controllato principalmente dall’esercito siriano ed i ribelli reazionari sono stati tutti spazzati via. Questo progresso potente e veloce dell’esercito siriano è stato sostenuto dalla Russia. Più di 75 luoghi a sud di Aleppo sono controllati dall’esercito siriano ora. Non è la città, ma la vasta campagna. In alcune piccole città, l’esercito ha spazzato via i ribelli via in poche ore. Siamo rimasti sorpresi da questo progresso molto veloce.

Anche nella parte occidentale del Aleppo, ci sono stati importanti progressi contro l’ISIS (Daesh in arabo).

Nel sud, c’è la principale organizzazione terroristica, il Fronte Al Nusra che è affiliato ad Al-Qaeda, e anche alcune altre organizzazioni terroristiche più piccole controllate da questo gruppo terrorista.

A ovest di Aleppo, ci sono stati anche progressi verso Rakka, la cosiddetta capitale del Daesh.

Siamo tutti molto sorpresi di questi progresso e siamo anche molto fiduciosi.

Anche intorno a Damasco, dove la maggior parte dei posti sono sotto il controllo del governo, immerso nel verde ed esattamente ad ovest, c’è il Fronte Islamico, un’organizzazione controllata dall’Arabia Saudita. Il leader di questa organizzazione è stato ucciso in un’operazione della Siria e della Russia. Il suo nome era Zahran Alloush. Questo rappresenta chiaramente un problema molto grande per questa organizzazione in quanto dipende solo da una persona, non da una ideologia.

Nel sud di Damasco, a Dara, vicino al confine tra Giordania e Israele, dove si trova anche il Fronte Al-Nusra, l’esercito siriano ha ripreso il controllo di molte grandi città e luoghi importanti. Questa è una regione molto ampia, ma l’esercito siriano ha fatto molti progressi in tutti questi luoghi.

Al centro della Siria, ad Homs, c’era una piccola base in cui c’erano i ribelli. L’esercito siriano li ha accerchiati, combattuti ed ha fatto in modo che lasciassero la città. Homs è ormai liberata. La campagna verso il Libano lo è altrettanto.

ICP: Che dite di Palmira?

WK: Purtroppo, si sa che c’è stato un grande attacco organizzato da centinaia, forse un migliaio di ribelli per conquistare questa piccola città. È una città molto importante poiché è un luogo storico. L’esercito siriano si è ritirato perché non voleva che i manufatti antichi venissero danneggiati. È ancora sotto il controllo dell’ISIS, ma l’esercito siriano si trova a circa 10 km. Non è il luogo più importante per il momento, però, ci sono molte grandi città che l’esercito siriano cerca di recuperare.

ICP: Ci sono stati danni a questa antica città?

WK: Sì, purtroppo… Come sapete, Daesh e le altre organizzazioni non hanno nessuna ideologia, nessuna umanità, nessuna ragione; uccidono e combattono, distruggono ogni reperto storico, questo perché sono organizzazioni reazionarie con idee reazionarie, potrebbero anche essere definite fasciste. “Se non vieni con noi, io ti uccido” o “Se questo posto non appartiene alla nostra ideologia, io lo distruggo”, questo è il modo in cui agiscono.

ICP: Come comunisti che lottano in queste condizioni difficili, come si fa a prendere in considerazione l’intervento russo ed il ruolo di alcuni altri  attori come Hezbollah, l’Iran, che dicono di opporsi all’imperialismo statunitense?

WK: Riconosciamo che la Russia è oggi un paese capitalista, non è più l’URSS. Ma sappiamo anche che il nemico vero e proprio ora è l’imperialismo degli Stati Uniti, che è quello che dobbiamo combattere tutti oggi. Consideriamo l’intervento russo come un intervento positivo perché ha dato e continua a dare all’esercito siriano e alla gente della Siria sempre più potere contro le organizzazioni che combattono la nostra gente e il nostro esercito.

Questo  intervento militare è legittimo, perché è stato il governo siriano che ha invitato la Russia ad intervenire. Quindi non possiamo definirla una invasione o attacco. È stato molto utile. Fin dall’inizio, ci sono state molte operazioni positive, progressi importanti per l’esercito siriano. Inoltre, un ruolo simile è stato giocato da Hezbollah e l’Iran. Abbiamo ricevuto sostegno nelle attività militari e per il popolo siriano. Riteniamo che tutto questo fino ad ora è stata molto positivo per noi, dal momento che è stato un supporto per la lotta contro l’attacco imperialista che ci è stato fornito da un po’ di tempo.

ICP: Che dire delle attività dell’Unione? Partiamo dal presupposto che siete  attivamente coinvolti nella difesa del paese, e oggi è una posizione reazionaria essere contro Assad, ma un giorno cambierà. Ci può dire della futura strategia per la vostra organizzazione?

WK: In alcuni luoghi, non siamo in grado di muoverci, non si può fare nulla, si tratta di “morire o lasciare”. C’è da mantenere la nostra posizione insieme all’esercito, e non abbiamo alcuna attività nostra in questi luoghi. Ma in luoghi che sono controllati dal governo, dall’esercito siriano, come hai detto, siamo attivi come eravamo prima della guerra. Io divido le nostre attività in due parti: La prima parte è sotto lo slogan “La Siria non si inginocchierà” che è stato creato dal nostro leader storico Halid Bakdash molti anni prima. Questo slogan patriottico è ancora attuale. Sotto questo slogan, continuiamo la nostra lotta, sosteniamo l’esercito siriano, sosteniamo le persone che resistono in Siria. Condividiamo questo slogan non solo con i comunisti, la nostra unione o il nostro partito, ma anche con altre forze nazionali importanti che condividono questo patriottismo. Consideriamo questo come non solo il nostro dovere nazionale o di classe, ma anche un dovere internazionale della Siria che rappresenta una lotta internazionale contro l’attacco imperialista globale.

E la seconda parte è sotto lo slogan: “Difesa dei diritti dei giovani siriani”. Esso è legato alla nostra lotta economica e sociale contro il liberismo economico del nostro governo. Siamo contro le attività liberiste del governo nella sanità, nell’istruzione, e in ogni altro settore. Cerchiamo di mantenere le conquiste nella Sanità, in materia di istruzione, e in altre aree. Continuiamo, inoltre, la nostra lotta per ottenere più diritti sociali e progressivi per il diritto alla casa e nel mondo del lavoro delle giovani generazioni. Sosteniamo anche la nazionalizzazione delle produzioni per il paese perché crediamo che sia un importante fattore economico per sostenere la Siria.

Abbiamo anche alcuni altri eventi. Prima della guerra, abbiamo organizzato il carnevale in tutto il paese. Ma ora, a causa di questa situazione, è solo locale. Un’altra attività è l’annuale incontro culturale “Incontri con Halid Bakdash”, in cui si invitano gli artisti progressisti, cantanti. Inoltre, come organizzazione, abbiamo discussioni e analisi sui temi di attualità.

Abbiamo anche una scuola esclusiva per il nostro partito e per i nostri membri del sindacato.

Nelle nostre università, in particolare, a Damasco e ad Aleppo, rappresentiamo la nostra Unione, nella maggior parte dei collegi e anche in nella “Unione studenti siriani”. In questo modo siamo in grado di avvicinarci alle richieste degli studenti e siamo in grado di diffondere le nostre idee come comunisti, la nostra analisi e le opinioni con altri studenti, come nostro primo dovere. Il secondo dovere è di comunicare le  esigenze degli studenti e dei giovani in generale.

Cerchiamo di continuare la nostra lotta, nonostante la guerra e non mollaremo mai…

Siria: il Venezuela condanna il massacro di Deir Ezzor

da sana.sy

La Repubblica Bolivariana del Venezuela ha fortemente condannato il massacro perpetrato dal gruppo terroristico ISIS contro civili innocenti nella provincia nord-orientale della Siria, a  Deir Ezzor.

In una dichiarazione, il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, ha espresso a nome suo, del popolo e del governo, la condanna del suo paese di queste azioni disumane e, rivolgendosi alla comunità internazionale, ha chiesto di porre fine al terrorismo e di tagliare il sostegno finanziario e logistico alle organizzazioni terroristiche.

La dichiarazione rilasciata dal Ministero del Potere Popolare per gli Affari Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela:

Il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, a nome del popolo e del governo venezuelano, scioccato dalla barbarie criminale commessa dal cosiddetto “Stato islamico” contro la città siriana di Deir el-Zou, dove sono rimaste uccise 300 persone tra cui anziani, donne e bambini, oltre al sequestro di 400 abitanti della città, a gran voce esprime il rifiuto totale di queste azioni del terrorismo organizzato, che continua nei suoi atti disumani con l’oscuro obiettivo di disarticolare un paese che fino a cinque anni fa viveva in pace e sviluppo, fino a quando l’ingerenza delle potenze straniere, ha creato una situazione strutturale di guerra e di assedio.

Il Venezuela, coerente alla dottrina della pace e della nonviolenza, ribadisce ancora una volta la sua inequivocabile condanna del terrorismo in tutte le sue forme fa appello a tutte le nazioni e alle organizzazioni di buona volontà affinché si trovi il modo di superare questo flagello criminale.

La Repubblica Bolivariana del Venezuela chiede la fine definitiva di qualsiasi sostegno finanziario e logistico al terrorismo, per il bene e la difesa della vita di milioni di persone nelle regioni martoriate da parte di gruppi terroristici e mercenari, e per preservare l’integrità degli stati situati in tali regioni.

Il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, in nome del popolo venezuelano e del suo governo, ribadisce la sua speranza per l’immediata liberazione dei cittadini rapiti a Deir el-Zour, ed esprime i suoi sentimenti di dolore e solidarietà alle famiglie delle vittime, al popolo e al governo della Repubblica araba siriana.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Grimaldi: «Da Piazza Fontana il Terrorismo funzionale al Potere»

di Francesco Guadagni – lantidiplomatico.it

Fulvio Grimaldi, una lunga carriera di giornalista e documentarista nelle zone di guerra, non ha dubbi sulla natura del terrorismo. In un’intervista rilasciata, ieri, all’Antidiplomatico, un excursus su terrorismo, informazione, l’aggressione alla Siria, le ingerenze in Venezuela e l’ambigua posizione della sinistra italiana in merito alle guerre.

Ieri pomeriggio, alla Sala “Giorgio Nugnes” del Comune di Napoli, l’Associazione “Russkoe pole” ha organizzato la proiezione del documentario di Fulvio Grimaldi, “Armageddon sulla Via di Damasco”. Nel corso del dibattito, sono intervenuti Arnaldo Maurino, Consigliere Comune di Napoli, Amarilys Gutierrez Graffe, Console generale della Repubblica bolivariana del Venezuela. Ha presentato e moderato l’iniziativa Irina Marchenko, vice Presidente dell’Associazione “Russkoe pole”.  
 
Tecnologie e nuovi media hanno inciso nella manipolazione mediatica? I social network possono essere utili a ritagliare un altro spazio di informazione?
Ci sono tecnologie negative, quelle ostili alla verità, ad esempio quelle della sorveglianza e dello spionaggio. Lo scandalo della NSA è l’emblema di questa situazione. I social network ci hanno aperto delle possibilità per incidere sui monopoli dell’informazione. 
 
Gli ultimi attentati di Parigi dimostrano che il terrorismo dell’Isis si è rivoltato contro i suoi creatori?
A partire da Piazza Fontana, Bologna fino agli attentati in Occidente degli ultimi anni, da New York, Madrid, Londra, Boston, Parigi, dimostrano che il terrorismo non si è mai rivolto contro i suoi creatori. Il terrorismo è stato sempre funzionale al rafforzamento del Potere esterno ed interno. Delle guerre verso l’esterno alla repressione all’interno. L’Isis non è sfuggita al controllo di chi lo ha creato. Queste forme di terrorismo in Medioriente sono ancora sotto il controllo degli Stati Uniti e di Israele.

Libia e Siria sotto attacco. Due punti di riferimento per i Paesi dell’ALBA. L’aggressione a questi 2 paesi è dovuta alla loro lotta contro le imposizioni del colonialismo occidentale?
A questi 2 paesi aggiungerei l’Iraq, il fulcro di questa Resistenza, nella difesa dell’unità araba e della causa palestinese. E aggiungerei anche l’Algeria. Dall’Atlantico al Golfo Persico si era costituita una grande realtà, araba, nazionale, progressista con forti elementi di equità sociale. Questo contrastava con quello impiantato dal colonialismo con i vari principi feudali del Golfo. Dopo aver perso il controllo su questi paesi che avevano una propria politica economica ed estera, il colonialismo doveva preparare la sua rivincita. Quella che è in atto in questo momento è la grande rivincita contro i popoli che si sono ribellati. 
 

Domenica prossima ci saranno le elezioni parlamentari in Venezuela. C’è un pericolo che gli USA possano intensificare ulteriormente la loro offensiva per riprendersi quello che definivano il “loro cortile di casa”?
L’offensiva si è intensificata da parte degli USA. Ed è osceno come gli USA da un lato si atteggino con una posizione di dialogo con Cuba, e dall’altro, con tutti mezzi, con boicottaggio economico, sabotaggio ed ogni forma di ingerenza assaltano i paesi latino americani sfuggiti al loro controllo. Oggi, c’è una grande offensiva degli USA contro il Venezuela che ha fermato il progetto neocoloniale impedendo che passasse l’ALCA. Però è abbastanza triste che Cuba si presti a questa immagine falsa degli USA che vuole mostrarsi conciliante, mentre con altri paesi come il Venezuela mostra il suo volto più feroce.
 
Dalla prima guerra del Golfo ad oggi, la sinistra italiana ha sempre mostrato un atteggiamento ambiguo, fino a chiedere l’intervento della NATO in Libia. Le posizioni assunte dal Movimento 5 Stelle sui Paesi dell’ALBA e Siria quanto possono incidere nell’opinione pubblica?
La degenerazione della sinistra italiana è partita con Enrico Berlinguer, il quale dichiarò pubblicamente  che gli stava meglio la NATO che il Patto di Varsavia. La NATO è il meccanismo più feroce e disumano che sia stato organizzato. Di fronte a questa disfatta della sinistra italiana, con questo atteggiamento, equivoco, cerchiobottista, quando invece occorre schierarsi, credo che il Movimento 5 Stelle stia dando un’indicazione che, dato il suo  consenso, possa suscitare un mutamento nella consapevolezza delle persone su chi è l’aggressore e su chi è l’aggredito.

Assad: Contro Isis Russia fa più in 2 mesi degli USA in un anno

da lantidiplomatico

Il Presidente siriano Bashar Assad, nel corso di un’intervista rilasciata alla Tv cinese Phoenx, ha spiegato che la situazione in Siria è notevolmente migliorata a seguito delle operazioni lanciate dalle forze aeree russe contro i terroristi dello Stato islamico. A questo proposito, il Presidente ha sottolineato che nella lotta contro l’Isis, la Russia ha fatto più progressi di quanto la coalizione guidata dagli USA in un anno.

Allo stesso tempo, Assad ha annunciato che Damasco è disposta a dialogare con l’opposizione in un incontro che potrebbe svolgersi a Mosca.

Le differenze tra l’attività militare della coalizione russa e di quella guidata dagli Stati Uniti in Siria

Secondo il presidente, «prima che la Russia cominciasse le sue operazione, circa due mesi fa, era passato più di un anno da quando gli Stati Uniti avevano iniziato la loro campagna contro i terroristi, ma il risultato è stato che i terroristi hanno guadagnato più terreno e reclutato più persone in tutto il mondo».  Inoltre, il presidente ha evidenziato che «durante il primo mese di partecipazione russa, gli stessi gruppi terroristici si sono ritirati e sono fuggiti dalla Siria alla Turchia e poi in altri paesi. Alcuni in Europa, altri in Yemen e altrove».

Come si svolgono le operazioni della Russia in Siria?

Per quanto riguarda l’efficacia della lotta contro l’Isis in Siria, Assad ha sottolineato la necessità di una cooperazione tra le forze aeree e le truppe di terra, precisando che l’aviazione russa coopera con l’esercito siriano che sta guadagnando terreno contro i terroristi, mentre la coalizione non cerca collaborazione.

«La differenza principale è che [i russi] cooperano con noi», ha detto il presidente in merito alle operazioni aeree russe, rilevando inoltre che i nordamericani «non collaborano con le truppe di terra. Non si può combattere il terrorismo solo attraverso attacchi aerei. Sono necessarie truppe di terra».

La soluzione per la Siria passa per la sconfitta del terrorismo

«Stiamo lavorando con i russi per eseguire un nuovo ciclo di dialogo, forse a Mosca che, se confermato, sarà chiamato Mosca 3». Secondo Al Assad, Russia e Siria concordano sul fatto che «non si può prendere qualsiasi iniziativa politica prima di sconfiggere il terrorismo, perché questo è il più grande ostacolo, e questa è la principale preoccupazione. Ogni cittadino siriano vuole la sicurezza e la protezione. Pertanto, questa è la priorità», ha affermato il presidente siriano.

Il 30 settembre, la Russia ha lanciato la sua operazione antiterrorismo in Siria, su richiesta del presidente siriano Bashar al Assad. In tutto questo tempo gli aerei russi hanno distrutto circa tremila obiettivi terroristici. Le Forze aeree russe hanno condotto più di 2.000 sortite, mentre 44 missili cruise sono stati lanciati con successo dalle navi della flottiglia del Mar Caspio, ha riferito RIA Novosti.

Quali i danni di guerra per l’economia della Siria?

Il danno economico causato dal conflitto in Siria è stimato in “centinaia di miliardi di dollari”, ha sottolineato il  presidente siriano. Assad ha aggiunto che ha provocata la istruzione del 10% di tutte le scuole e il 30% degli ospedali, mentre le infrastrutture energetiche e le infrastrutture sono state gravemente danneggiate. “Questo è un aspetto di ogni guerra, ed è terribile”, ha concluso.

Parigi rifiutò una lista di terroristi francesi in Siria

da lantidiplomatico

Un ex funzionario dell’intelligence francese ha rivelato che il premier Manuel Valls ha rifiutato una lista di terroristi francesi presenti in Siria proposta dai servizi segreti di Damasco.

All’indomani delle stragi di Parigi, l‘Antidiplomatico pubblicò le rivelazioni di un ex ufficiale della DGSE, (Direzione generale per la sicurezza esterna), fatte ad inizio 2013, raccolte dal blog di Silvia Cattori, il quale, oltre a criticare il nuovo corso della politica estera francese riguardo la Siria che, oltre a sottomettersi agli USA, avrebbe avuto delle ripercussioni in materia di sicurezza. L’ex funzionario della DGSE, in particolare, rivelò che grazie alla collaborazione tra i servizi di intelligence di Damasco e Parigi, si evitò, nel 2008,  una strage che avrebbe provocato migliaia di morti alla Metropolitana di Parigi.
A tal proposito, in un’intervista alla rivista francese Valeurs Actuelles, pubblicata giovedì scorso, l’ex direttore del DGSI, (Direzione generale per la sicurezza interna) Bernard Squarcini(Foto) ha rivelato che, due anni fa, la Francia era stata in grado di ottenere un elenco di francesi che facevano parte dei gruppi terroristici in Siria.
 
Tuttavia, quando i servizi segreti siriani proposero all’allora direttore del DGSI (2008-2012) l’elenco – alla sola condizione che ci fosse collaborazione con loro – c’è stato un rifiuto per “motivi ideologici.”
 
L’allora titolare del ministero degli Interni e ora primo ministro, Manuel Valls, ha rifiutato di ottenere l’elenco con il pretesto di non voler condividere le informazioni con i funzionari siriani, ha aggiunge Squarcini.
 
«È un peccato, perché la proposta era un buon inizio per rinnovare il nostro rapporto e, soprattutto, di trovare, identificare e controllare tutti quei francesi che viaggiano tra la Francia e la Siria. Ora questo è il risultato: nessuno sa nulla di loro», è il rimpianto dell’ex Direttore del DGSI.
 
Questo rifiuto è divenuto importante dopo i tragici eventi di venerdì scorso, a Parigi, mentre ora il governo francese cerca di trovare modi per prevenire tali attacchi, si è poi lasciato sfuggire la possibilità di ottenere la lista dei terroristi.
 
«La Francia è stata privata di un elenco di alcuni terroristi che potrebbero aver avuto un ruolo nei sanguinosi fatti di Parigi di venerdì scorso», ha sottolineato il direttore della Rivista Valeurs Actuelles, Yves Kerdrel, che qualifica questo come “uno scandalo di Stato”, che dovrebbe portare l’attuale primo ministro “a spiegare questo terribile fallimento.”

Assad: terroristas principal obstáculo ante cualquier progreso

Da Sana.Sy

El presidente Bashar al-Assad expresó su pesadumbre por el asesinato de inocentes sin razón o justificación, afirmando que Siria está sufriendo este tipo de hechos desde cinco años.

En una entrevista que concedió al canal de televisión italiana Rai Uno, el presidente Al-Assad aseguró a los sirios entienden bien los sentimientos de los franceses, como han entendido el sentimiento de los libaneses en el último atentado que sacudió el Líbano hace pocos días y el sentimiento de los rusos por el siniestro del avión ruso sobre el Sinaí.

En su respuesta sobre la fuerza de Daesh quién está detrás de este crimen, el presidente al-Assad dijo que Daesh hasta el momento no goza de este apoyo dentro de Siria, y esto es una señal buena, pero si no se acaba con este problema crónico podría afectar en la sociedad.

El presidente explicó que algunos terroristas recibieron su entrenamiento en Siria a través del apoyo de los turcos, los saudíes y los qataríes y países occidentales que habían apoyado a los terroristas desde el principio de la crisis.

En una pregunta sobre si Siria había apoyado a Daesh al inicio de la crisis con el fin de dividir la oposición, el presidente Al-Assad dijo que algunos funcionario norteamericanos entre ellos, Hillary Clinton, reconocieron que la organización de al-Qaeda se fundó gracias al apoyo ideológico y financiero de los EE, UU y de Rabia Saudita, lo mismo pasa con Daesh y el Frente al-Nusra que son facciones de la al-Qaeda, en respecto a Daesh, dicha organización se creó en 2006 en Iraq y su líder era un prisionero en las careles norteamericanos y luego se puso en libertad, por lo siguiente Siria no tiene nada que ver con la creación de Daesh, en el mismo contexto el ex-primer ministro británico Tony Blair dijo ¨la invasión de Iraq ayudó la existencia de Daesh”.

Sobre las partes geográficas controladas por el gobierno sirio, el presidente al-Assad ha señalado que lo que importa es el número de personas que viven en las zonas controladas por el gobierno, afirmando que: «La mayor parte de las zonas controladas por los terroristas habían sido desocupadas de sus habitantes quienes se escaparon a las zonas controladas por el gobierno”.

En el mismo contexto, el presidente al-Assad ha añadido: “desde el punto de vista militar, el ejército no puede estar en todas las partes en Siria».

En cuanto a la conferencia de Viena, el presidente al-Assad dijo que el comunicado de Viena dice todo el proceso político es depende de lo que los sirios deciden, agregando que el comunicado de Viena no dijo nada con respecto al presidente.

Asimismo, el presidente Al-Assad dijo que no hay líneas rojas relativas a la celebración de elecciones presidenciales si los sirios si los sirios se pondrían de acuerdo.

«El momento de la salida de la crisis inicia después de la derrota del terrorismo, ya que es imposible lograr nada políticamente mientras que los terroristas se apoderaron de varias áreas en Siria», ha insistido el presidente.

El presidente al-Assad dijo que «cualquier persona que lleva el arma y aterroriza a la gente, y destruye las propiedades públicas y privadas no se considera opositor». El presidente Al-Assad agregó que la verdadera oposición en Siria tiene que ser elegida por los sirios.

En cuanto a los refugiados sirios en Europa, el presidente al-Assad expresó su pesadumbre por el sufrimiento de estas personas que constituyen una pérdida para Siria, tiendo en cuenta los motivos que los impulsan a abandonar Siria, a saber, las amenazas de los terroristas, la destrucción de gran parte de la infraestructura y el embargo occidental impuesto sobre Siria.

Por otra parte, el presidente al-Assad dijo que lo único que se hizo desde el principio de la crisis es la lucha contra el terrorismo y el apoyo al diálogo.

En relación con los intentos occidentales para cambiar el presidente, al-Assad dijo que el primer responsable de lo que está ocurriendo en Siria es Occidente que apoyó a los terroristas de Daesh y del Frente al-Nusra en Siria.

Sobre su visita a Moscú, el presidente al-Assad dijo que el objetivo de la visita fue la realización de una revisión de la situación militar y el proceso político, que la calificó de “muy fructífera”.

El al-Assad expresó que la guerra en Siria no es una guerra religiosa, sino es una guerra entre los que se habían desviado de la verdadera religión.

El presidente Al-Assad subrayó la diversidad étnica y sectaria es la verdadera razón de la moderación en Siria, por lo que es fundamental que la presencia cristiana es uno de los más grandes en la historia de Siria.

El presidente al-Assad, concluyó la entrevista, diciendo que el número de musulmanes que fueron asesinados en Siria es mucho más de los cristianos, por lo que no podemos decir que los actos terroristas están dirigidos especialmente contra los cristianos.

 

Assad al TG1: «ISIS creatura degli USA»

da lantidiplomatico

Solo il popolo siriano potrà decidere il futuro del paese. «Se i siriani vorranno elezioni presidenziali non ci sarà nessuna linea rossa ad impedirlo. Ma non sarà una mia decisione, dovrà esserci il consenso tra i siriani».

Vi riproponiamo la trascrizione integrale dei tre minuti dell’intervista di Marco Clementi e Paolo Carpi, andata in onda sul TG1 delle 20, al presidente siriano Bashar al-Assad

L’intervista

– Signor Presidente grazie per l’incontro. Cominciamo da Parigi, qual è la sua reazione?

Si tratta di un crimine orribile, con esseri innocenti uccisi senza alcun motivo. Noi in Siria sappiamo cosa vuol dire perdere una persona cara in un crimine così orribile. Ne soffriamo da cinque anni.
 

Dietro ai fatti di Parigi c’è l’Isis. In Occidente c’è chi dice che Lei abbia sostenuto i terroristi per dividere l’opposizione. Cosa risponde?
 

L’Isis è iniziato in Iraq. Al-Baghdadi è stato rilasciato dagli americani stessi. Quindi l’ISIS non è nato in Siria, non è cominciato in Siria, ma in Iraq, ed è iniziato ancora prima in Afghanistan secondo quello che dicono loro. E Tony Blair ha detto di recente che a creare l’Isis ha contribuito la guerra in Iraq.

A proposito della situazione in Siria. Da Vienna e Antalya è arrivata l’indicazione a puntare ad una transizione al potere che porti ad elezioni, ma lei prima o poi dovrebbe lasciare. 
 

No. Nella dichiarazione non c’è nulla riguardo al presidente. La parte principale della riunione di Vienna è che tutto ciò che accadrà del processo politico dipenderà da quello che decideranno i siriani. La cosa più importante è che ci siederemo gli uni accanto agli altri anche con l’opposizione e presenteremo il nostro porgramma e il nostro piano come siriani. Se i siriani vorranno elezioni presidenziali non ci sarà nessuna linea rossa ad impedirlo. Ma non sarà una mia decisione, dovrà esserci il consenso tra i siriani. 

Qual è stata l’importanza di andare a Mosca?

Con i russi ho discusso la situazione militare e ho parlato del processo politico pochi giorni prima di Vienna. E’ stato un viaggio importante, perché i russi capiscono bene questa regione. Hanno relazioni storiche e sanno come avere un ruolo chiave in questo paese.

– Presidente mi faccia capire bene qual è il suo programma realistico per uscire dalla crisi.
 

Se vuole parlare di scadenza temporali, le dico che nulla inizerà prima di aver sconfitto il terrorismo. Non puoi cominciare nulla finché i terroristi occupano molta parte della Siria.
 

– Presidente Assad come vede il futuro, per lei conta di più il futuro della Siria o rimanere al potere?

E’ del tutto evidente, il futuro della Siria è tutto per noi. Certo, dentro la Siria c’è chi è dalla parte del Presidente e chi è contro il Presidente. Per questo finché il mio futuro sarà una cosa buona per la Siria, se i siriani mi vorranno come presidente sarà un buon futuro; se i siriani non mi volessero come presidente e io volessi rimanere agganciato al potere, questo sarebbe sbagliato. 

Qui il video 

Maduro sostiene Assad contro l’intervento della NATO

da lantidiplomatico

Il presidente della Repubblica bolivariana del Venezuela, Nicolas Maduro, ha confermato, ieri, il suo sostegno al governo siriano di fronte ad un eventuale intervento della NATO nel paese arabo.

Maduro ha dichiarato che il ritorno della stabilità in Siria richiede il mantenimento della cooperazione con il presidente siriano Bashar al-Assad e l’esercito siriano.

Allo stesso modo, ha invitato la comunità internazionale a riconoscere la minaccia di una invasione della Siria, con il pretesto di combattere il gruppo terroristico, Isis, Daesh in arabo.

«Se Assad fosse rovesciato quello che è successo a Parigi sarebbe niente in confronto a quello che accadrà nel mondo e soprattutto in Medio Oriente», ha dichiarato il leader venezuelano.

Secondo Maduro, le vittime dell’imperialismo nordamericano e della NATO sono i popoli arabi che subiscono direttamente le conseguenze del conflitto nel loro paese.

Il caos in Siria, ha spiegato Maduro, è lo stesso che le forze di destra in Venezuela intendono realizzare promuovendo la destabilizzazione interna, la guerra economica e i tentativi internazionali di isolare il Paese per cancellare le conquiste della Rivoluzione Bolivariana.

In riferimento agli attacchi russi contro le postazioni Daesh in Siria, ha sottolineato che tra i paesi che pretendono di combattere il terrorismo, la Russia ha condotto una vera e propria lotta per combatterlo nel paese arabo.

Maduro, inoltre, ha anche annunciato che il prossimo 23 novembre si riunirà con il suo omologo russo, Vladimir Putin, per discutere le misure necessarie per fermare i gruppi terroristici.

 

Ziugánov, PC Russo: «Gli USA a conoscenza degli attentati di Parigi»

da hispantv

Il leader del Partito comunista della Federazione Russa, Gennady Zyuganov ha dichiarato che gli Stati Uniti erano a conoscenza degli attacchi terroristici di venerdì scorso in Francia. Secondo il leader del KPRF, la National Security Agency degli Stati Uniti (NSA, il suo acronimo in inglese), tramite i suoi servizi segreti di spionaggio era a conoscenza del fatto che i terroristi avrebbero attaccato Parigi venerdì. Zyuganov ha dichiarato, sabato scorso, alla televisione di Stato russa: «Gli Stati Uniti hanno taciuto sugli attacchi a Parigi, per cercare di giustificare le loro politiche e dimostrare che i Paesi Europei sono vittime di attentati terroristici (…) e necessitano del sostegno militare degli Stati Uniti per difendersi».

L’ex candidato Premier ha anche ribadito che gli Stati Uniti cercano ardentemente che il continente europeo dipenda da Washington e pertanto consentono ai terroristi di commettere atti violenti e sanguinosi in diverse città europee.

Zyuganov ha aggiunto che gli Stati Uniti hanno scelto il silenzio intenzionalmente al fine di sfruttare gli attacchi a Parigi per infiltrarsi in Francia ed altri paesi europei. «Fino a quando gli Stati Uniti continuano a sostenere questi gruppi e pensare ai propri interessi e la propria sicurezza, tali attacchi terroristici saranno attuati anche in altri Paesi europei», ha spiegato il leader comunista.

Le tre esplosioni nei pressi dello stadio, le sparatorie in diversi ristoranti e la presa di ostaggi nella sala del Bataclan hanno causato finora 129 morti e 350 feriti. Il gruppo terrorista Isis ha rivendicato gli attentati e ha minacciato di attaccare Roma, Washington e Londra.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Danilo Della Valle]

"En Tiempos de Guarimba"

Conoce a quienes te quieren dirigir

La Covacha Roja

Donde encontramos ideas avanzadas

Pensamiento Nuestro Americano

Articulando Luchas, Cultivando Resistencias

RE-EVOLUCIÓN

Combatiendo al neofascismo internacional

Comitè Antiimperialista

Contra les agressions imperialistes i amb la lluita dels pobles per la seva sobirania

SLAVYANGRAD.es

Nuestra ira no tiene limites. (c) V. M. Molotov

Auca en Cayo Hueso

Just another WordPress.com site

Gli Appunti del Paz83

Internet non accende le rivoluzioni, ma aiuta a vincerle - Il Blog di Matteo Castellani Tarabini

Sociología crítica

Articulos y textos para debate y análisis de la realidad social

Hugo Chavez Front - Canada

Get to know what's really going on in Venezuela

Revista Nuestra América

Análisis, política y cultura

Avanzada Popular

Colectivo Avanzada Popular

Leonardo Boff

O site recolhe os artigos que escrevo semanalmente e de alguns outros que considero notáveis.Os temas são ética,ecologia,política e espiritualidade.

Planetasperger

sindrome de asperger u otros WordPress.com weblog

Vientos del Este

Actualidad, cultura, historia y curiosidades sobre Europa del Este

My Blog

Just another WordPress.com site

Festival delle idee politiche

Rassegna annuale di teorie politiche e pratiche della partecipazione civile

Far di Conto

Piccoli numeri e liberi pensieri

Miradas desde Nuestra América

Otro Mundo es Posible, Necesario, Urgente. Desde la provincia chilena

Como te iba contando

Bla bla bla bla...

Coordinadora Simón Bolívar

¡Bolívar vive la lucha sigue!

LaDu

Laboratorio di Degustazione Urbana

il Blog di Daniele Barbieri & altr*

"Per conquistare un futuro bisogna prima sognarlo" (Marge Piercy)

KFA Italia - notizie e attività

notizie dalla Corea Popolare e dalla Korean Friendship Association

KFA Euskal Herria

Korearekiko Laguntasun Elkartea | Korean Friendship Association

ULTIMOTEATRO.PRODUZIONIINCIVILI

Nuova Drammaturgia del Contemporaneo

Sociales en PDF

Libro de sociales en formato digital.

matricola7047

Notes de lectura i altres informacions del seminari sobre el Quaderns de la Presó d'Antonio Gramsci ( Associació Cultural Espai Marx)

Centro Cultural Tina Modotti Caracas

Promoción de la cultura y arte Hispanoamericana e Italiana. Enseñanza y educaciòn.

Racconti di quasi amore

a costo di apparire ridicolo

Ex UAGDC

Documentazioni "Un altro genere di comunicazione"

Esercizi spirituali per signorine

per un'educazione di sani principi e insane fini

JoséPulido

La página del escritor venezolano

Donne in rosso

foglio dell'ADoC (Assemblea delle donne comuniste)

Conferenza Mondiale delle Donne - Caracas 2011

Just another WordPress.com site

críticaypunto

expresamos la verdad

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: