di Luis Britto García – Resumen Latinoamericano
16giu015
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Il 5 giugno 2015 il presidente Nicolás Maduro ha dichiarato: “Attiverò piani per andare, catturare e sradicare tutte le cellule paramilitari che sono state seminate in Venezuela. Ho bisogno dell’appoggio della comunità colombiana che si trova in Venezuela, per ripulire il Venezuela dalla peste paramilitare”. Lo dice in tempo. La peste ha già assassinato duecento persone tra dirigenti agrari, sindacali e figure dell’alta politica. Estorce, impone pedaggi e acquista importanti ditte nei territori che si trovano lungo la frontiera. Inoltre amministra un contrabbando estrattivo che danneggia il paese.
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Un nuovo fenomeno contrassegna la realtà strategica del mondo. Zetas, Aztecas, Mexicles, Negros, Polones, Gatilleros, Caballeros Templarios e Narco Juniors in Messico, Kaibiles guatemaltechi, Maras centroamericani, Posses giamaicani, Paracos colombiani, Talebani, Al Qaeda e Daesh del Medio Oriente e una piaga di eserciti privati organizzati come cartelli, mafie e associazioni criminali che risiedono negli Stati costituiti, si alleano con essi, usurpano le loro funzioni e sono in procinto di distruggerli.
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Come sorge un esercito privato che sfida e qualche volta supera quello pubblico? Così come i paesi egemonici mercificano l’educazione e la sicurezza sociale, privatizzano anche la repressione. L’esercito degli Stati Uniti non fa più uso delle reclute, ma dispone di mercenari contrattati nei loro ambienti marginali: afroamericani, ispanici, immigrati illegali. Con un altro giro di vite grandi appaltatori transnazionali, come Blackwater, sin dal 1996 gestiscono l’offerta e la domanda della carne da cannone. E con un ulteriore giro di vite i paesi egemonici finanziano, addestrano e armano le corporazioni del sicariato per distruggere altri paesi, ma senza assumerne le responsabilità: Al Qaeda, Daesh, le Autodifese Unite della Colombia.
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Ciò segna la differenza fondamentale che esiste con le organizzazioni armate rivoluzionarie come il Movimento 26 luglio, le FALN, le FARC, il MLN, Sendero Luminoso, il MSLN, il FMLN, che insorgono tra mille difficoltà, talvolta contro lo Stato e contro i gruppi economici che lo gestiscono. Al contrario le organizzazioni paramilitari agiscono in stretta collaborazione con lo Stato o con le forze economiche che lo dominano. In Colombia funzionano con la protezione, l’appoggio e il finanziamento del governo, il quale viene infiltrato con la parapolitica; quella dell’oligarchia latifondista i cui latifondi proteggono e ampliano con la violenza e il narcotraffico, il quale serve da braccio armato. Con il trascorrere del tempo, nei luoghi in cui la presenza dello Stato è debole, si crea uno Stato parallelo, scelto da nessuno, che fa commercio di medicinali, riscuote le imposte, rilascia ed esegue le sentenze di morte e infine si fonde con l’autorità visibile dei politici e delle corporazioni in una inestricabile simbiosi.
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L’ascesa da una eterna lotta tra bande armate fino al monopolio della violenza legittima da parte dello Stato, segnò il passaggio dal feudalesimo all’Età Moderna. L’odierna abdicazione del monopolio della violenza da parte di alcuni Stati a beneficio delle bande di sbirri segna la postmoderna dissoluzione della sovranità sommersa nel caos. La postmodernità neoliberale predicò la Fine del Politico e il Ridimensionamento dello Stato: tra le innumerevoli funzioni che sono state trasferite al mercato c’è anche quella dell’amministrazione della violenza organizzata. La natura politica ha paura del vuoto. Ovunque lo Stato tenda a indebolirsi o a svanire appaiono i gruppi armati disposti a usurpare le sue funzioni per il proprio tornaconto. Il paramilitarismo è la dichiarazione esplicita da parte degli Stati e delle corporazioni di non essere più in grado di mantenere l’ordine all’interno dei parametri della legalità che loro stessi sbandierano. In altre parole sono una truffa. Davanti al caos omicida, al semplice cittadino non resta altra risorsa che quella di armarsi e combattere. La popolazione delle Autodefensas de Michoacán fanno proprio questo, il che a lungo andare dovranno fare i cittadini di tutto il mondo.
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Una buona parte dei 5.600.000 colombiani che sono immigrati in Venezuela lo hanno fatto per fuggire da un sistema che pensava di servirsi dei paramilitari e invece finì con il servirli. Speriamo di poter sanare questa peste che da anni stiamo denunciando prima che altrettanti venezuelani debbano fuggire dal proprio paese.
[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Vincenzo Paglione]