Il 27 dicembre 1797 nasceva a Quito (Ecuador) Manuela Sáenz, eroina che ha combattuto per la libertà dell’America. Nella lotta contro l’impero spagnolo la sua partecipazione fu attiva, da protagonista.
Manuela Sáenz ha combattuto nella battaglia di Pichincha che sancì la libertà dell’Ecuador (1822), così come nella battaglia di Ayacucho, dove fu raggiunta la completa sovranità del Perù e dell’America del Sud. Antonio José de Sucre, in una lettera del 10 dicembre 1824, ha riconosciuto l’importanza di Manuela Sáenz nelle gesta indipendentiste:
«Si è distinta particolarmente per il suo coraggio doña Manuela Sáenz; incorporata sin dall’inizio nella divisione Húzares e successivamente nella Vencedores; ha organizzato e ottimizzato i rifornimenti alle truppe, assistito i soldati feriti, battuta sotto il fuoco nemico, salvato numerosi feriti (…) Doña Manuela merita un tributo speciale per il suo compartamento».
Manuela Sáenz è stata definita da Simón Bolívar come la Libertadora del Libertador perché nel 1828, lo salvò da un attentato a Santa Fe Bogotà. Sáenz ha descritto nel suo ‘Diario de Paita’ l’amore e l’impegno per la libertà dell’America, una lotta che unì la sua vità a quella di Bolívar.
Esiliata dalla Colombia dopo la morte di Simón Bolívar si stabilì a Paita (Perù), dove morì il 23 novembre 1856 per un’epidemia di difterite. Il suo corpo fu cremato e le ceneri depositate in una fossa comune.
Nel luglio 2010, i resti simbolici di Manuela Sáenz furono traslati al Pantheon Nazionale del Venezuela (Caracas), luogo dove riposa il Libertador Simón Bolívar.
[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]