di Marco Nieli
Strategica iniziativa organizzata dal Frente Brasil Popular di Teresina, Piauí, ieri pomeriggio (15 luglio) nella Praça Pedro Segundo, gremita di popolo con le insegne del PT (Partido dos Trabalhadores), di quattro centrali sindacali e dei movimenti sociali (MST, MTST, ecc.). Nel corso della cerimonia, durante la quale Dilma è stata insignita della cittadinanza onoraria di Teresina e della Medaglia degli Eroi della Battaglia di Jenipapo, sono stati ricordate dai senatori del PT Regina Sousa e del PTB Elmano Ferrer, oltre che dal governatore PT Wellington Dias, le numerose conquiste ottenute dai governi Lula-Dilma per l´inclusione delle fasce sociali meno abbienti: il programma Minha Casa, Minha Vida con 52000 case costruite e consegnate ai senza-tetto (il progetto ne prevede in totale 85000); il Bolsa Familia che ha fatto uscire dalla povertà estrema circa 700.000 piauensi; i programmi per l´accesso allo studio universitário, prima riservato solo alla classe medio-alto-borghese e che ha invece favorito l´immatricolazione di 20.138 giovani delle classi popolari; i programmi per l´estensione della rete elettrica e dell´irrigazione nelle zone rurali e quelli per l´integrazione sanitaria e di consulenza basica specialmente rivolti alle donne, alle comunità afro-brasiliane (i cosiddetti quilombos), agli Indios, ai disabili e ai LGBT; il programma Fome cero, con gli aiuti all´Acquisizione di Alimenti per le famiglie in povertà estrema, che ha permesso al Brasile di uscire dalle liste ONU dei paesi con maggiore diffusione del flagello della fame, ecc.
Per tutte queste ragioni e per altre ancora, nello stato del Piauí, come in altri del Nord-este brasiliano, gli indici di consenso alla Presidenza di Dilma si attestano, ancora oggi, a distanza di circa due mesi dalla famigerata votazione del Senato (il 12 maggio scorso) di sospenderla dalla carica presidenziale per non meglio precisati crimini o irregolarità procedurali (le cosiddette “pedalate fiscali”) intorno al 60%, con circa un 78% dei cittadini di questo stato che credono che sia in atto un golpe mascherato nel paese. Va, a questo proposito ricordato, che il rapporto recentemente stilato dalla Commissione sull´impeachment del Senato non ha riscontrato prove nemmeno degli illeciti amministrativi di cui si parlava negli atti dell´accusa. Vedremo cosa si inventeranno di nuovo nei prossimi mesi per confermare l´impeachment: della serie, quando il lupo vuole mangiarsi l´agnello….
Intanto, il governo interino presieduto dall´ex-vice-presidente Temer del PMDB, adducendo presunti motivi di deficit fiscale, sta mettendo mano al taglio di tutti o di gran parte dei programmi di inclusione sociale summenzionati, come anche alla soppressione di Ministeri considerati inutili, come quello della Cultura e della Donna. La recente elezione a Presidente della Camera del neo-liberista Rodrigo Maia (DEM-RJ), con tutta probabilità, aiuterà a sdoganare progetti di legge depositati al Congresso per la precarizzazione illimitata del lavoro, la privatizzazione del sistema di previdenza sociale, il ripristino del sistema dei diritti di esplorazione dei giacimenti petroliferi del Pre-sal e delle concessioni alle multinazionali private (Chevron e Texaco in prima fila), ecc. Addirittura, si vocifera del ripristino della settimana lavorativa di 80 ore, progetto che precipiterebbe il paese indietro di cento anni.
Un quadro regressivo che può essere solo contrastato dall´opposizione na rua ferma e determinata delle masse popolari, che hanno contribuito a creare il progetto dal basso del primo governo Lula e che hanno poi visto sempre più scivolare verso il centro l´asse politico delle varie coalizioni di governo a guida Lula e Rousseff, subissate anche dagli scandali di corruzione che hanno investito il PT. I quali scandali, artatamente strumentalizzati dal potere mediatico incentrato intorno al gruppo Globo, hanno fornito l´appiglio per un golpe di stato soft/istituzionale, in gran parte etero-diretto dagli U.S.A., dalle multi-nazionali escluse dalla divisione della torta (oltre alle suddette corporations del petrolio, si pensi ai contratti della Google e della Micro-soft rescissi da Dilma in seguito al conflitto con Obama sulla questione dello spionaggio) e dalla CIA.
Iniziative come quella di ieri, intanto, si moltiplicano in vari stati del Brasile e riconfermano la necessità di rilanciare il progetto “egemonico” del PT su basi rinnovate e più avanzate: il Frente Brasil Popular, coordinamento di tutti i movimenti sociali di base che in una fase precedente si sono divisi tra una posizione più “attendista” e una più critica nei confronti del governo Rousseff, fa cerchio, nel momento della crisi golpista, intorno alla figura della Presidenta, per resistere e mantenere i diritti lavorativi e gli spazi di agibilità democratica conquistati nel passato recente.
In attesa di riuscire a costruire dal basso coscienza e strutture di potere popolare, capaci di portare il paese in una fase nuova, di transizione al socialismo.