Gli Stati Uniti: la polarizzazione e la polveriera

US flagdi James Petras

27lug2016.- La polarizzazione ha trovato un modo di esprimersi nelle manifestazioni di massa di piazza, nel voto di rifiuto e negli attacchi violenti

 

Introduzione

L’ordine costituzionale degli Stati Uniti – come si configura oggi – sulla base di forti contrasti, deve confrontarsi con una profonda crisi di legittimità. Gli Stati Uniti d’America sono divisi tra: 1) Uno Stato poliziesco-giudiziario-presidenziale, profondamente concentrato sulla lotta contro la società civile organizzata in comunità di Afro-americani, Ispanici e di lavoratori precarizzati; 2) una polizia federale, una giustizia, un dipartimento di Stato e un ufficio di presidenza, tutti corrotti, che si contrappongono a un sistema costituzionale e legale sostenuto da una vasta maggioranza di cittadini e: 3) un sistema di elezioni presidenziali manipolato contro il consenso e l’approvazione della maggioranza degli elettori.

La divisione della società americana è molto più grande di quello che indicano le “opinioni” raccolte nei sondaggi nelle e misurazioni.

La polarizzazione ha trovato un modo di esprimersi in manifestazioni di massa di piazza, nei voti di rifiuto e negli attacchi violenti. Tutti segnali che vanno in direzione di una rivolta di portata nazionale? I funzionari pubblici descrivono la situazione come “una polveriera sul punto di esplodere.”

 

Il bazar delle facce storte

La classe dirigente fa finta di controllare la polarizzazione. Il presidente Obama si impiglia in una sterile retorica, che non impressiona nessuno.

La corruzione, l’inganno e il tradimento nei luoghi alti sono così dilaganti, che la complicità condivisa è diventata un segno di appartenenza. I cittadini più attivi negano la legittimità di tutti i politici e li rifiutano, considerando che sono “tutti corrotti”.

Il sistema elettorale è un gigante bazar di sorrisi distorti, scandalose idiozie e promesse non mantenute e svuotate prima ancora di essere formulate.

Se i tribunali, il processo elettorale e lo stato di polizia agiscono come un triunvirato, cui non può accedere la stragrande maggioranza della cittadinanza americana, la gente fa ricorso ad altre procedure e ad altre voci per sfidare la tirannia delle élites e cambiare la situazione.

                                                                          

La polveriera è all’interno degli Stati Uniti d’America

Il pubblico americano ha subíto due decenni di calo del tenore di vita e di instabilità, mentre l’élite ha accumulato un´immensa concentrazione di ricchezza, privilegi e potere. L’attesa passiva e la pazienza si stanno esaurendo; le promesse di miglioramenti futuri cadono nel vuoto e le idiozie sorridenti sono ricevute con la faccia cupa.

Il primo segnale che la “polveriera era sul punto di esplodere” è iniziato con un petardo ad alto volume. La gioventù che continua a sperare ha intrapreso una svolta, sostenendo un ‘social-democratico’ a casa propria e un ‘patriota nazionalista’ della porta accanto. I petardi si sono accesi, hanno fatto cilecca e sono morti! Giurando di riportare i suoi seguaci nel recinto democratico, Sanders si è sciolto nell’abbraccio carnale della ‘regina del caos’, il candidato di decenni di inganno e disillusione. Nel frattempo, i patrioti lavoratori, seguaci di Trump, sono diventati portieri dei banchieri, venditori porta a porta di Bibbie e venditori ambulanti repubblicani.

La farsa elettorale non è riuscita a bagnare la polvere da sparo. Ci sono troppi fuochi accesi in tutto il territorio e troppi piromani che vogliono accendere la miccia.

 

 Smascherati i falsi profeti di giustizia

 A differenza della ‘esplosione’ elettorale, che produceva scintille tra il rancore degli elettori, le comunità nere e ispaniche non hanno seguito le parole d’ordine dei truffatori politici, dei giudici e dei capi della polizia. Essi non hanno ascoltato i falsi profeti politici. In numero sempre più significativo, sono usciti in strada a combattere.

Nel corso degli ultimi otto anni, il presidente Obama ha devastato i quartieri e le scuole nere, sguinzagliando le super-militarizzate forze della polizia statale, lodando i funzionari e gli agenti di polizia neri, coinvolti nelle operazioni volte a terrorizzare le comunità nere. In nessun modo appare sorprendente che la sempre più acuta polarizzazione sociale si è diffusa e approfondita nelle townships nere. Stiamo tornando indietro agli anni sessanta e settanta, quando la violenza razziale aveva origine dallo Studio Ovale del Presidente e scorreva a valle verso i tribunali e la polizia, con conseguente violenza reciproca che andava dal basso verso l’alto, fino all’élite.

 

Accendere la miccia

La rivolta è iniziata con gli afro-americani e si estende tra i latino-americani e, inoltre, tra i bianchi le cui condizioni di vita stanno peggiorando. La crescente rivolta dei lavoratori bianchi contro la cleptocratica dinastia dei Clinton si è ampliata, per fondersi con la rivolta popolare contro la ‘fiammata’ del rinnegato pseudo-socialista Bernie e del resto dei miliardari, proprietari del sistema politico. La ribellione politica sta attraversando il centro degli Stati Uniti.

La maggioranza degli americani si è polarizzata, perché è stata loro negata la stabilità essenziale nella vita di tutti i giorni. Manca loro il livello di vita perduta e vedono davanti a sé un futuro cupo e inaccettabile, soprattutto per i loro bambini.

La ribellione negli Stati Uniti ha diversi fattori scatenanti: l´economia plutocratica, un sistema elettorale cleptocratico e uno stato di polizia disumanizzante.

Il sistema elettorale, basato sul furto, ha fatto sì che il maggior numero di voci ostili attraversassero le differenze razziali  e penetrassero profondamente nelle divisioni di classe.

La polarizzazione, indotta dalla militarizzazione della polizia, è più immediata ed esplosiva. È quella che, molto probabilmente, si tradurrà in azione diretta.

La classe lavoratrice bianca – in caduta economica libera – è il più grande gruppo ribelle, ma è stato il più lento nello sviluppo della coscienza e dell’organizzazione di classe. Eppure, è il settore sociale con il maggior potenziale nel far cadere il sistema.

I ribelli elettorali disincantati (seguaci di Bernie) sono molti e rapidi nell’agire, ma sono anche i più facilmente ingannati da ciarlatani e truffatori politici.

 

Conclusione

 La confluenza di militanti neri, attivisti contro l´astensione e lavoratori bianchi impoveriti è solo l’inizio della grande rivolta. Eppure, essi ‘non si riconoscono’ nella vita quotidiana, sul lavoro, nel quartiere o nella lingua, anche se condividono una profonda ostilità nei confronti dello Stato di polizia, la cui missione è proteggere l’élite politica ed economica.

In quali circostanze potrebbero unirsi? Al momento, non vi è alcuna organizzazione capace di unire tutte queste forze, con tutto il loro dinamismo e la loro capacità critica.

Le organizzazioni a base comunitaria hanno una visione strategica limitata e non riescono a superare il loro  localismo.

Alcuni partiti politici alternativi e alcune personalità hanno promesso di aderire, sebbene siano coinvolti in politiche elettoralistiche aliene all’azione diretta, anche se hanno a che fare con la polizia, i tribunali o col sistema economico.

Potrebbe sorgere un ‘leader carismatico’ e costruire ponti tra i diversi settori; ad un certo punto, alcuni lavoratori bianchi impoveriti o militanti neri o attivisti senza rappresentanza unirsi intorno a un tale leader. Ma a meno che il leader sia sostenuto da un´organizzazione potente e guidata dagli attivisti delle comunità, la minaccia di tradimento rimane una possibilità reale.

Viviamo in un tempo, in cui il sistema esistente è marcio e cadente e cresce la disaffezione delle masse. Tuttavia, è anche un momento in cui le ‘alternative’ sembrano lontane e rarefatte. Ciò che è perfettamente chiaro è che il solo degrado e crollo non sono sufficienti a causare una massiccia rivolta popolare e a costruire una società giusta.

 

Articolo originale, in: http://petras.lahaine.org/?p=2093 – traduzione dall’inglese per Rebelion di Riba Carlos García

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Marco Nieli]

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