Venezuela e Grecia rafforzano legami e cooperazione

072815RLgrecia07da mre.gov.ve

Il Segretario Generale per le Relazioni Economiche e la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri greco, Yiorgos Tsipras, si trova in visita a Caracas, per rafforzare i legami di cooperazione che uniscono i popoli della Repubblica Ellenica e della Repubblica Bolivariana del Venezuela.

A tal proposito, Tsipras ha tenuto una riunione di lavoro con il suo omologo venezuelano, il Viceministro per la Cooperazione Economica del Ministero degli Esteri del Venezuela, Calixto Ortega, e il Viceministro del ‘Despacho’ per l’Europa, Ramón Gordils, nella quale si sono discussi temi di interesse per le due nazioni. Riunione volta a stabilire uno scambio nel settore economico ed energetico, per appronfondire le relazioni di cooperazione e solidarietà tra le due nazioni.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

Misión Milagro ha restituito la vista a 4 milioni di pazienti

010615_Antigua_y_Barbuda_Jornadas_Mision_Milagro_WEB03da Prensa AVN/MPPRE

In Venezuela, in America Latina e nei Caraibi, quasi 4 milioni di pazienti hanno recuperato la vista attraverso la Misión Milagro, un programma creato nel 2005 dai leader della rivoluzione cubana e bolivariana, Fidel Castro e Hugo Chávez, con l’obiettivo di curare quei cittadini sprovvisti delle risorse necessarie per affrontare un intervento oftalmologico.

Durante il suo programma settimanale ‘Con Cilia en Familia’, la prima combattente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Cilia Flores, ha parlato del supporto fornito dalla Misión Milagro, che costituisce un programma sociale consono alla costruzione di un mondo possibile, basato sulla solidarietà e l’assistenza completa ai popoli.

Flores ha spiegato che in ogni paese dove arriva la Misión Milagro vi è un processo di formazione di professionisti con attrezzature all’avanguardia per garantire interventi di qualità per tutti i beneficiari.

Inoltre ha evidenziato la volontà del governo bolivariano di estendere questo programma sociale alla comunità del Bronx negli Stati Uniti: «La nostra Misión Milagro cura quest’anno i pazienti dei Caraibi Orientali. Potremmo prestare assistenza anche ai nostri cari fratelli del Bronx».

Il Presidente Nicolás Maduro, attraverso il proprio account Twitter ha dichiarato che la Misión Milagro, è una meravigliosa creazione dell’Alleanza Bolivariana per i popoli della Nuestra América (ALBA). «La rivoluzione delle missioni socialista è che donano la vista a chi non la possiede e soprattutto amore per la vita a tutti. Viva la Rivoluzione!».

L’8 luglio del 2004, un gruppo di venezuelani fece un primo viaggio a Cuba per essere operati da specialisti in oftalmologia dell’isola. Da quel momento iniziò a prendere forma la Misión Milagro. Quasi un anno dopo, il 25 di agosto del 2005, Chávez e Castro firmarono il ‘Compromiso de Sandino’, che prevede l’assistenza solidale ai popoli d’America per promuovere lo sviluppo della regione.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

Vertice Mercosur: l’obiettivo è rafforzare la cooperazione

madurobrasil170715preside.520.360da Telesur

I presidenti dei paesi membri del Mercado Común del Sur (Mercosur) sono riuniti in Brasile per celebrare il 18° vertice, nel quale ribadiranno il loro impegno di cooperazione al fine di rafforzare il commercio regionale e formalizzare l’adesione della Bolivia al blocco.

Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, che è arrivato a Brasilia nella giornata di giovedì, ha evidenziato l’importanza di rafforzare le relazioni commerciali tra le nazioni della regione, e firmato un accordo con il suo omologo uruguayano, Tabaré Vázquez, per rafforzare la cooperazione nella produzione alimentare.

«Siamo entrati in una nuova epoca per quanto riguarda le relazioni con l’Uruguay. Epoca di cooperazione, solidarietà, complementarità, di sostegno. Cooperiamo per migliorare la nostra produzione di latte e di carne», ha dichiarato il presidente veenzuelano dopo il suo arrivo nella capitale brasiliana.

«Inoltre, aumenteremo a livelli record tutto il commercio. Questo aiuterà molto il nostro paese a vincere la guerra economica che si trova ad affrontare».

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

Brics e Sco: un’altra comunità internazionale è possibile

brics_sco_leadersda Marx21.it

Pochi giorni dopo la pubblicazione del documento sulla nuova strategia militare da parte del Dipartimento di Stato statunitense, nel quale il mondo viene diviso in un fronte del bene – quello guidato da Washington a “sostegno delle istituzioni e delle procedure stabilite per la prevenzione dei conflitti, il rispetto della sovranità e la promozione dei diritti umani” – contrapposto a quello del male – quello trainato da Cina e Russia con alle spalle “canaglie” come Iran e Corea del Nord –  ecco che ad Ufa (Russia), proprio questo fronte, abitualmente espulso da una “comunità internazionale” variabilmente rinchiusa tra i confini della Nato e alleati di turno, ha posto nuove basi, politiche, economiche e finanziarie, sulle quali fondare una possibile liberazione da una soffocante, benché scricchiolante, cappa unipolare.

Nella città russa –  si sono ritrovati i capi di Stato dei Paesi facenti parti del gruppo Brics e della Shanghai Cooperation Organisation, entità, nuclei di una possibile e futura cooperante comunità internazionale di segno multipolare, che vedono in cabina di regia proprio Mosca e Pechino, e che esprimono con chiarezza l’esigenza sempre più diffusa di chiudere la parentesi di un sistema economico (con persistente ricatto militare) che ha limitato lo sviluppo di una parte del Mondo e incapace di riformare le istituzioni finanziarie (su tutte il Fondo monetario internazionale) in linea con l’emergere di nuovi equilibri internazionali.

I Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) rappresentano oggi quasi il 20% del commercio globale, il 13% di quelli dei servizi e il 45% della produzione agricola mondiale, mentre il Pil dei cinque è passato dai 10 trilioni di dollari del 2001 ai 32.000 miliardi del 2014.

La scelta di Ufa, capitale del Bashkortostan, come capitale momentanea di quella che possiamo definire “l’Altra comunità internazionale” potrebbe anche essere carica di significati simbolici: si trova a ridosso degli Urali, ai confini della Russia europea a sottolineare la necessità di dialogo tra Occidente e Oriente (e in questo il ruolo centrale di Mosca) e nel 1941 aveva ospitato il governo  della repubblica sovietica di Ucraina in fuga a seguito dell’aggressione della Germania nazista.  Non agiscono proprio ora in Ucraina, in seguito al golpe del 2014, movimenti dichiaratamente legati al passato collaborazionismo nazista? Non è forse in atto – fortunatamente ridimensionato dalla resistenza politico e militare della popolazione russa dell’est ucraino – un’aggressione militare dai risvolti genocidi?

Uno dei punti della dichiarazione sottoscritta al termine del vertice Brics è proprio dedicata al 70° anniversario della fine della seconda guerra mondiale, in omaggio “a tutti coloro che hanno combattuto contro il fascismo e il militarismo e a favore della libertà dei popoli” e in opposizione “ai tentativi di rivedere i risultati della seconda guerra mondiale”. Non è troppo difficile leggere tra le righe una larga condivisione delle preoccupazioni di Mosca e di Pechino che vedono distendersi, la prima, un progetto di aggressione ai propri confini che non disdegna l’utilizzo di manovalanza nazistoide, la seconda, il ritorno del militarismo nipponico, seppur imbrigliato (per ora) nel trattato di sicurezza con gli Stati Uniti.

Non c’è solo questo: la dichiarazione di Ufa contiene una sorta di “principi fondamentali” di quella che possiamo definire la “Carta costituzionale” di una futura comunità internazionale multilaterale e cooperante. Ci sono la critica all’adozione di “doppi standard” nel riferimento ai principi e alle norme del diritto internazionale (chiaro riferimento all’unilateralismo Usa e occidentale); la condanna degli “interventi militari unilaterali e delle sanzioni economiche in violazione del diritto internazionale” e l’invito ad interpretare la sicurezza come “bene indivisibile” di contro ad una sorta di appropriazione privata da parte della potenza egemone; il rispetto “dell’integrità, della sovranità e dell’unità” della Siria (mentre a Washington si pensa alla sua riduzione a confederazione su basi etniche in sostanza fuori dal controllo di Damasco), l’invito ad una soluzione diplomatica ed inclusiva della crisi insieme alla condanna netta di “ogni forma di supporto e finanziamento ai gruppi di terroristi” che da anni insanguinano il Paese; la centralità dell’economia pubblica e dell’azione dello Stato nel sostegno dello sviluppo (esiste un “diritto allo sviluppo economico”) nei Paesi del sud del mondo e il sostegno allo sviluppo dei diritti umani con un approccio complessivo – e non “politicizzato” – che pone sullo stesso piano quelli civili, sociali, economici e culturali. Un riconoscimento implicito, per esempio, alla portata storica della lotta contro la povertà condotta dalla Cina popolare che, proprio mentre riconosce il diritto alla vita, ed alla sicurezza sociale, a milioni di persone, viene accusata di violazione dei diritti umani (a proposito di “politicizzazione” degli stessi!).

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Si intensificano le relazioni commerciali sino-bielorusse

di Danilo Della Valle

A margine della grande parata per il 70° anno della vittoria sul Nazismo, una delegazione del governo della Repubblica Popolare Cinese, con al capo il Presidente Xi Jinping, ha raggiunto la città di Minsk per prender parte al forum economico interregionale bielorusso-cinese. Il forum, organizzato dal Ministero del Commercio della Repubblica Popolare Cinese, dal ministero dell’Economia della Repubblica di Bielorussia e dalla Camera di Commercio bielorussa, ha visto la partecipazione di circa 500 persone di cui 300 rappresentanti dalla Cina.

Durante il meeting sono state consegnate le certificazioni per la partenza del progetto sino-bielorusso del Parco Industriale “The Great Stone”. Alla cerimonia di consegna delle certificazioni hanno partecipato, il 12 Maggio, il Presidente Bielorusso Alexander Lukashenko e il Presidente Cinese Xi Jinping. I due leaders dopo aver assistito alla presentazione del progetto e ad una breve descrizione dei progetti di investimento hanno firmato il piano di sviluppo del “the Great Stone”. Il parco è un ente territoriale di circa 91,5 mq. Km con uno statuto giuridico speciale con l’obiettivo di favorire gli investimenti. Si trova nel quartiere Smolevichy, regione di Minsk, nella distanza di 25 km dalla Capitale. I lavori di partenza per la costruzione delle infrastrutture del Parco, sotto la guida di un team sino-bielorusso, sono già partiti secondo le date prefissate. Si prevede che nei primi mesi del 2017 il Great Stone possa già esser operativo.

Qualsiasi azienda, indipendentemente dal paese di origine del capitale può agire come un residente del parco industriale “the Great Stone”. Il Governo Bielorusso ha quindi creato un clima favorevole agli investimenti per i residenti del parco industriale, fornendo benefici senza precedenti sul modello di alcune “zone libere” già presenti nelle economie Cinesi e Sud Americane. Il progetto si sviluppa nel quadro della cooperazione intergovernativa tra Cina e Bielorussia e dei pertinenti accordi intergovernativi sottoscritti. Il progetto si basa sull’esperienza di Cina e Singapore nella creazione e sviluppo di zone economiche complesse: il “Great Stone” è modellato sulla base del progetto di successo del Cina-Singapore Suzhou Industrial Park (PRC). Oltre alla presentazione del Parco Industriale, durante il forum Sino-Bielorusso sono stati siglati 25 accordi per un totale di 3,5 miliardi di dollari. I documenti includono gli accordi di amicizia e cooperazione tra le città di Gomel e Harbin, la creazione di relazioni tra Grodno e Lunnan, Polotsk e Mudanjiang. Inoltre sono stati firmati accordi di cooperazione anche tra le regioni di Brest (Brest Oblast) e la provincia di Hubei e tra il Municipio di Minsk e il Governo del Popolo di Pechino. Durante il forum è stato anche siglato un importante accordo di “currency swap bilaterali” tra la Banca Nazionale della Repubblica di Belarus (NBRB) e la Banca popolare di Cina.

Il documento è stato firmato con il fine di promuovere gli scambi commerciali e la cooperazione economica tra la Bielorussia e la Repubblica popolare cinese. L’accordo prevede la fornitura di fondi in moneta nazionale delle parti per la somma totale di BR16 trilioni e RMB7 milioni. Il documento è valido per tre anni e può essere prorogata su mutuo consenso delle parti.

“Il currency swap nell’ambito dell’accordo sottoscritto intende promuovere l’uso delle monete nazionali nel commercio e attività di investimento tra le società della Bielorussia e Cina” hanno dichiarato dalla Banca Centrale di Bielorussia. A termine del forum anche il Presidente Lukashenko ha rilasciato dichiarazioni che lasciano trasparire una certa soddisfazione: “Si è pianificato di creare le condizioni per scambi turistici, formativi e culturali – ha dichiarato Lukashenko. Inoltre – ha aggiunto il presidente bielorusso a margine dell’incontro – anche la cooperazione interregionale della Cina con la Bielorussia riceverà un ulteriore stimolo”.

La firma del pacchetto di accordi, secondo quanto affermato da Lukashenko, diventa il più grande investimento straniero in Bielorussia e darà un impulso molto forte alla cooperazione in diversi ambiti, dal settore dell’edilizia, a quello delle infrastrutture, ma anche in tema di cooperazione interbancaria, con interventi nel settore degli investimenti e del credito.

Castro e Putin discutono di cooperazione politica ed economica

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Il presidente cubano Raul Castro ha incontrato il suo omologo russo Vladimir Putin a Mosca per discutere di politica, economica, e cooperazione commerciale, così come delle pressanti questioni internazionali.

Il colloquio tra i presidenti ha affrontato anche il tema degli scambi commerciali tra i due paesi, che nello scorso anno hanno subito un calo del 12%, secondo quanto dichiarato da Yuri Ushakov.

Il Presidente Raul Castro, ha inoltre incontrato Dmitri Medvedev, con cui ha discusso di progetti comuni nei settori della salute, dell’energia e dei trasporti.

I progetti bilaterali in discussione includono la ricostruzione degli impianti termici cubani da parte della compagnia energetica russa Inter RAO; la modernizzazione della società cubana Antillana de Acero con l’ausilio del consorzio Metallurgmash; il sostegno finanziario del Fondo Russo d’Investimenti per la costruzione di un nuovo centro di trasporto, di un aeroporto internazionale, e per il miglioramento del porto di Mariel; una joint-venture tra la Zarubezhneft russa e la società statale cubana Cupet per la ricerca di petrolio nella zona di Boca de Jaruco.

In occasione della visita di Castro, che comprenderà anche la partecipazione alle celebrazioni commemorative del 70° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, la Russia ha ribadito il proprio sostegno alla normalizzazione delle relazioni Usa-Cuba e riaffermato il suo appello agli Stati Uniti affinché pongano fine al blocco economico-commerciale contro Cuba.

Mosca ha anche annunciato che la Russia sostiene l’inclusione di Cuba in qualità di osservatore nell’Assemblea parlamentare dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), un’alleanza intergovernativa di sicurezza tra Stati post-sovietici creata come contrappeso alla NATO.

[Trad. dall’inglese per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

America Latina, Cina e Stati Uniti

usa_cina_sudamericada marx21.it

La guerra propagandistica scatenata dagli Stati Uniti contro la Cina ha raggiunto livelli senza precedenti in America Latina. I nordamericani stanno usando ogni mezzo di cui dispongono a tale scopo, tra cui centinaia di canali televisivi, migliaia di emittenti radio e video che parlano della “minaccia cinese”. Giornalisti marionette sono regolarmente utilizzati per far circolare falsità abilmente preparate. Con grande enfasi gli “ecologisti” si dicono preoccupati per i piani di costruzione del Canale del Nicaragua e per il progetto comune Venezuela-Cina per l’estrazione dell’oro nel Parco Nazionale del Venezuela. Un rapido sguardo è sufficiente per individuare con precisione la fonte di queste valutazioni che circolano nell’emisfero occidentale dal Messico al Cile.
Il Canale del Nicaragua è un buon esempio del successo ottenuto da Pechino nell’attuazione della sua strategia latinoamericana. La nuova via d’acqua è realmente importante per il trasporto delle risorse minerali e del petrolio venezuelano dall’America Centrale e del Sud. Gli USA hanno lanciato una campagna per bloccare il progetto. L’impresario cinese, Wang Jing, che dirige il progetto Grande Canale Interoceanico del Nicaragua, è additato come un arrivista incompetente. Si stanno diffondendo voci che insinuano che il canale è condannato al fallimento in quanto mancante di uno studio sulla fattibilità economica. Nonostante ciò, la costruzione è iniziata nel dicembre scorso. Gli Stati Uniti hanno risposto lanciando l’operazione per sabotare il progetto. Gli esperti credono che le attività destinate a minare la costruzione della via acquatica si intensificheranno nel 2016, anno delle elezioni in Nicaragua. Washington è contro Daniel Ortega e i sandinisti. Possiamo essere sicuri al cento per cento che ci sarà un altro tentativo di rivoluzione colorata in America Latina.

Washington percepisce la crescente presenza cinese nella regione come una grande sfida geopolitica, una minaccia alla sua sicurezza nazionale. Il presidente Obama parla continuamente del presunto “eccezionalismo americano”, ma tutti i tentativi degli Stati Uniti di ridisegnare la mappa mondiale sono finiti nel sangue, nelle città devastate e nella distruzione di stati con culture millenarie. L’America Latina percepisce gli Stati Uniti come un impero, una forza ostile, egoista e amorale che può essere contrastata solo rafforzando il processo di integrazione regionale e lo sviluppo delle capacità militari. E’ per questo che l’America Latina promuove le relazioni con altri centri di potere nel mondo. Pechino valuta correttamente la situazione. L’America Latina si sta allontanando dagli Stati Uniti. Gli attuali politici cinesi sono pragmatici; conoscono bene il continente e specialmente le caratteristiche della situazione latinoamericana. Washington non potrebbe offrire nulla in cambio per bilanciare la promettente prospettiva di collaborazione con la Cina. Nel 2000-2013 l’interscambio commerciale tra America Latina e Cina ha aumentato il suo volume di 22 volte. Ciò ha trasformato la Cina nel principale partner commerciale di Brasile, Argentina, Venezuela e Perù. Nel 2014 l’interscambio commerciale con ognuno di questi paesi ha superato il commercio bilaterale con gli Stati Uniti. Le banche cinesi hanno aumentato i loro investimenti nella regione del 70% in un contesto di uscita del capitale statunitense. Non è un caso che molti stati latinoamericani considerino la Cina come un partner privilegiato. La Cina aderisce ai principi di uguaglianza e mutuo vantaggio con l’obiettivo di facilitare lo sviluppo economico degli stati latinoamericani.

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Cuba: La Russia fornirà alle FAR armi moderne

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RIA NOVOSTI / Vadim Savitskii

da Russia Today

Il Ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha evidenziato che la Russia considera Cuba un alleato affidabile ed è disposta a sviluppare attivamente la cooperazione militare e tecnica

«Siamo pronti a continuare a lavorare con le Forze Armate Rivoluzionarie di Cuba, equipaggiandole con attrezzature e armi moderne», ha dichiarato il Ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, a margine della riunione sostenuta con il Vicepresidente del Governo cubano, Ricardo Cabrisas, secondo quanto riferisce l’agenzia Ria Novosti.

Il ministro russo ha inoltre affermato che la cooperazione russo-cubana ha ricevuto un forte impulso durante l’ultima visita del Presidente russo, Vladimir Putin, la scorsa estate a L’Avana. «Tutte le decisioni che sono state prese in occasione della visita – ha spiegato – vengono monitorate e attuate nel nostro paese».

«Abbiamo una ricca esperienza nella formazione del personale cubano in diverse istituzioni educative. Speriamo di continuare questa tradizione ed espandere la nostra cooperazione nel campo della formazione», ha concluso Shoigu.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

Argentina e Russia firmano nuovi accordi strategici

putincristina_0da Telesur

I leader dei due paesi riuniti in un incontro ufficiale a Mosca per discutere meccanismi di integrazione e cooperazione.

Il presidente russo Vladimir Putin incontra la sua omologo argentina, Cristina Fernández, per firmare 20 nuovi accordi di cooperazione bilaterale in vari settori di interesse comune.

Tra i temi in agenda vi sono la crisi in Ucraina, la cooperazione reciproca in organismi internazionali quali il G20 e le Nazioni Unite, così come la situazione attuale delle isole Malvinas, e l’ampliamento della cooperazione in ambito economico ed energetico.

Altro punto incluso nella discussione è la cooperazione attraverso organismi come l’Unione Economica Eurasiatica e il Mercato Comune del Sud (Mercosur).

Argentina e Russia firmeranno 20 accordi di cooperazione strategica globale, al fine di promuovere le relazioni bilaterali, insieme ad un memorandum tra la società petrolifera russa Gazprom e l’azienda di Stato argentina per la costruzione di una centrale nucleare in territorio albiceleste.

Durante la sua visita in territorio russo il Capo dello Stato e la delegazione diplomatica hanno preso parte alla cerimonia di chiusura del Forum Imprenditoriale Bilaterale e insieme ai dirigenti di aziende russe, hanno inaugurato una mostra dedicata all’ex first lady argentina Eva Peron, organizzata presso il Museo Storico.

Per Cristina Fernández si tratta della terza visita ufficiale in Russia; mentre i due paesi celebrano quest’anno i 130 anni dall’inizio delle relazioni diplomatiche.

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[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

Venezuela: dettagli finali per la Zona Economica Speciale

Paraguana Refineryda Telesur

L’iniziativa Zone Economiche Speciali è parte dell’offensiva governativa volta a rafforzare i settori delle telecomunicazioni, dell’energia elettrica e dei trasporti del paese.

La proposta venezuelana riguardante l’istituzione di una Zona Economica Speciale (ZEE) sarà presentata durante l’ultima settimana di aprile, secondo quanto dichiarato dal Vicepresidente alla Pianificazione e Conoscenza, Ricardo Menendez.

Il piano, parte integrante “dell’offensiva economica” lanciata dal Presidente Nicolas Maduro, includerà iniziative miranti al rafforzamento delle telecomunicazioni, dei trasporti e della capacità produttiva della nazione.

Nel 2015, il Presidente Maduro ha annunciato la creazione di una Zona Economica Speciale a Paraguana nel nord-ovest del Venezuela.

Con l’obiettivo di sviluppare ulteriormente la Zona Economica Speciale di Paraguana, il governo venezuelano ha deciso d’incrementare la produzione di energia elettrica del Paese attraverso lo sfruttamento dell’energia eolica. Il parco eolico di Paraguana secondo le previsioni fornirà 100 megawatt, destinati ad alimentare la vicina raffineria di petrolio.

Il progetto ha cominciato a generare energia nel dicembre 2012, e da quel momento per la raffineria di Paraguana vi è stato un risparmio di 36,3 milioni di dollari, grazie all’utilizzo delle energie rinnovabili in luogo del vecchio diesel.

Il Presidente Maduro ha firmato un accordo da 2 miliardi di dollari per l’istituzione di una Zona Economica Speciale per le industrie manifatturiere e di materiali da costruzione cinesi.

[Trad. dall’inglese per ALBAinformazione a cura di Fabrizio Verde]

(VIDEO) Shoigu: «Russia e Cuba stessa posizione sulla sicurezza»

f0029287da Russia Today

Con la visita a Cuba, il ministro della difesa russo Sergei Shoigu conclude il suo giro in America Latina. Il tema principale della riunione tra il ministro e il presidente cubano Raúl Castro è stato quello riguardante la cooperazione tecnico-militare

«Le nostre relazioni nel settore militare si stanno sviluppando in maniera costruttiva» ha annunciato Shoigu, secondo quanto riportato dall’agenzia Tass. «Ringraziamo la parte cubana per l’accoglienza riservata alle navi militari russe durante il loro ingresso nel porto dell’Avana. Siamo interessati a rendere operativa la collaborazione nel settore della marina militare» ha aggiunto il ministro.

Inoltre, Shoigu ha segnalato che la Russia e Cuba condividono la stessa posizione sulle questioni inerenti la sicurezza globale e regionale. «I nostri paesi sono legati da un interesse reciproco alla creazione di un ordine mondiale giusto e multipolare, basato sulla parità dei diritti e il rispetto del diritto internazionale con il ruolo guida dell’Onu».

A Cuba, Shoigu ha visitato una divisione di carri armati delle forze armate cubane. Il ministro della difesa ha sottolineato che alcuni eemplari sono unici perché rappresentano un ibrido con i carri armati di produzione sovietica.

Infine, Sergei Shoigu, ha deposto una corona di fiori davanti al Memoriale del Soldato Internazionalista Sovietico.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

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Mosca offre un’alternativa di sviluppo a Cuba, Venezuela e Nicaragua

1033864013da mundo.sputniknews.com

La Russia propone uno sviluppo strategico alternativo a Cuba, Venezuela e Nicaragua secondo Alberto Hutschenreuter, PhD in Relazioni Internazionali e professore di Geopolitica presso la Escuela Superior de Guerra Aérea in Argentina

In questi giorni il ministro della difesa russo Sergei Shoigu visiterà i tre paesi menzionati. Con Nicaragua e Venezuela già sono stati firmati accordi nell’ambito della cooperazione tecnica e militare.

«La Russia può fornire un’alternativa strategica a questi paesi come Cuba, Venezuela e Nicaragua, che desiderano aumentare le proprie capacità di sviluppo e ritengono che l’America Latina dovrebbe dare priorità ai suoi interessi», ha dichiarato il professore in un’intervista all’agenzia Ria Novosti.

Secondo Hutschenreuter, l’incremento della cooperazione tra Russia e America Latina osservato di recente è da mettere in relazione alle politiche che le potenze occidentali hanno adottato nei confronti della Russia.

«In questo contesto, le crescenti relazioni tra la Russia e i paesi dell’America Latina rappresentano una sorta di risposta agli approcci ostili dei paesi occidentali nei confronti della Russia. Per esempio – ha spiegato il professore – sull’Ucraina o prima in Georgia, l’avvicinamento della Nato ai confini russi, lo scuso missilistico».

L’esperto ha affermato che gli siglati nel tour di Shoigu dimostrano che la Russia può addentrarsi in uno spazio tradizionalmente sensibile per Washington, cioè, l’America Centrale, i Caraibi e la zona settentrionale dell’America del Sud, una sorta di enorme «mare nostrum americano».

Hutschenreuter ritiene che gli accordi firmati tra Russia e Nicaragua vadano in questa direzione, per esempio, sulle procedure di attracco delle navi da guerra russe nei porti del paese centroamericano, sugli accordi di cooperazione militare o in relazione all’ottimizzazione delle capacità dell’Esercito nicaraguense.

Il professore ha poi sottolineato che questi accordi non devono essere bollati come ideologici, né tantomeno definiti «nuovo imperialismo».

Segnalando infine che la Russia così come i paesi dell’America Latina si trovano in una fase di diversificazione delle loro relazioni su scala globale, e quindi gli accordi di cooperazione in ambito militare sono un passaggio necessario.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

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