Dal Venezuela a Venezia: Arte Urbana, estetica della sovversione

Muri puliti popoli muti

55ª Esposizione Internazionale di Arte – La Biennale di Venezia

Arte Urbana nel Padiglione Venezuelano

Arte Urbana. Un’estetica della sovversione è il titolo della proposta ufficiale che, con la partecipazione di vari collettivi di artisti plastici, il Venezuela presenterà nel suo Padiglione nazionale alla 55ª Esposizione Internazionale di Arte – La Biennale di Venezia, che sarà innaugurato il prossimo venerdi 31 maggio alle 14.30. Il progetto espositivo è stato curato direttamente dal maestro Juan Calzadilla, ricercatore riconosciuto, poeta e artista venezuelano.

Essendo, l’arte urbana, un movimento di strada, eclettico, semianonimo, clandestino, sovversivo, amalgamato nella gente e di radice popolare, sottratto alle tentazioni e attrazioni presenti nel campo dell’arte colta, per integrare questa proposta sono stati invitati diversi collettivi di Writers (squadre, troupe, brigate o bande). Tra questi, ricordiamo: CMS, GSC, Via Oeste, PC, Simbiosis Perfecta, 346, Silenciadores, 58C, 3BC, S/N, AAA, SDN,ROS,Pacos Gratis, IMP, PSC, EMC, Slim, Chuo, Ker, Comando Creativo, Colectivo Cutlural Toromayma, 360° e La Kaza para la Raza. Questi gruppi agiscono in diverse regioni del nostro terrritorio. Mostreranno le loro conquiste, le loro esperienze, le loro forme di espressione estetica attraverso tecniche  diverse, come il graffitismo (nelle sue diverse modalità), gli stickers, la cartellonistica, le calcomanie, gli stencil e i murales.

Questi collettivi di artisti propongono un nuovo tipo di supporto per la città, in corrispondenza caotica con lo spazio architettonico. Non solo costituiscono una decorazione su scala umana, ma un ambito per condividere le funzioni della vita in modo quotidiano e democratico, in termini di uguaglianza. Ogni opera è stata concretizzata a beneficio di un mondo possibile, che si era potuto materializzare soltanto nelle utopie e nei sogni dei graffitari.

Con Arte Urbana. Un’estetica della sovversione viene infranto il mito di portare a Venezia l’artista venezuelano più famoso del panorama nazionale. In questa occasione, il Venezuela vuole portare giovani creatori che hanno conquistato la città lasciando la loro presenza, la loro impronta attraverso le loro opere. Attraverso questa proposta, viene   elevata a categoria di arte contemporanea una realtà ed un fenomeno socio-culturale che rimanda, in materia artistica, non soltanto alla necessità di dignificare e reinterpretare  lo spazio urbano in cui si espande quotidianamente, incontenibilmente, ma anche a ridimensionare le condizioni che potrebbero portarci alla nascita di un grande museo immaginario della città del XXI secolo.

Basate nel concetto di Palazzo enciclopedico, definito dal curatore della Biennale Massimiliano Giani, come un’esposizione sulle ossessioni e il potere trasformatore dell’immaginazione del Venezuela, mostrano queste occupazioni simboliche dell’urbe. A partire da questa premessa, viene ricreata l’idea di un gran museo immaginario, che ci rimanda a un territorio libero ed illimitato, in cui tutti inciampano in un insieme di opere che hanno superato il confinamento imposto dai tradizionali musei. Un sistema di rappresentazioni estetiche di apparenza seriale e senza frontiere, che straripa materialmente attraverso molteplici prospettive dalle strade, i palazzi e le vie del paese. Non si tratta di un proggetto ideato nella misura dei circuiti dell’ arte pura, ai quali l’accesso è stato negato.

Arte urbana con accento creolo

Una cartografia contemporanea dell’arte urbana mostrerà opere che sono state realizzate a partire da un processo creativo di strada, urbano e sotterraneo, per diffondere le immagini e le procedure eteroclite, tra mezzi e tecniche presi in prestito o inventati, che  offrono un’identità artistica a un fenomeno dalle caratteristiche sociali imprescindibili, di cui beneficiano le comunità escluse dall’arte degli artisti.

La proposta si basa su un contesto reale di città intesa come spazio urbano che, oltre ad essere abitato, è stato anche attraversato, modificato, profanato, interpretato e caricato di messaggi e immagini bizzarre, da un collettivo di artisti di strada che hanno messo in rilievo non solo il loro impegno sociale ma anche la qualità formale del loro lavoro.

L’arte urbana si impossessa del Padiglione del Venezuela per mostrare, nella sua esterna ed interna, le fantasie create da diversi collettivi di artisti. Una selezione di opere in loco, pezzi preparati per l’occasione, documentari, immagini fotografiche, gigantografie, ambientazioni sonore e dispositivi tridimensionali, insieme ad altre procedure e principi della cosiddetta Street Art che funzionano come metafora dei graffiti.

La proposta curatoriale

La proposta riconosce la trascendenza dell’universo polisemantico delle nostre città, che si è mischiato in un tale modo e con una forza tale nello spazio della convivenza comunitaria da fare di questa una realtà che è pubblica, collettiva e giovane, in cui si sta costruendo un’identità culturale urbana, eterogenea e attuale, che accade in tempo reale, perché rappresenta attualmente il perfetto riassunto della scena artistica più visibile delle nostre grandi città.

Il percorso museografico

La Terraza del padiglione riceverà i visitatori con un grande murale realizzato da diversi collettivi di graffitari e disegnatori grafici, tecniche di neo-cartellonistica, stencil e una grande scultura di graffiti. Nella Sala Maggiore verrà presentato un percorso digitale di quel  museo aperto che è la città e dei diversi modi di vedere questo spazio secondo i cambiamenti naturali della luce. Nella Sala Minore sarà realizzata una proiezione sulla base di una combinazione tra analogica, come proposta di registro, e i movimenti di animazione in 3D di graffits mapping.

Il concetto museografico integra opere emblematiche di carattere urbano in diversi formati e tecniche, che sono arrivati a disporre di un linguaggio che riflette i codci della venezuelanità, che offronto un terreno fertile per trasformare gli ambienti più vicini. Si tratta, in definitiva, di rendere fattibile il sublime tentativo di mostrare la collezione dell’urbe locale attraverso la ricostruzione di quel museo di passaggio ubicato nelle zone che percorriamo per andare a lavorare, a studiare o semplicemente a camminare. Riconoscere l’improtanza dell’immaginario esposto in questi spazi è un modo per cristallizzare la validità e la trascendenza di un fenomeno di spessore sociale ed estetico inconstestabile.

COMITATO ORGANIZZATIVO

Biografie

CURATORE

Juan Calzadilla (Altagracia de Orituco, Stato Guárico, Venezuela, 1930)

Artista plastico, critico, storico e curatore d’arte, poeta e saggista. Riconosciuto con il Premio Nazionale di Arti Plastiche nel 1966. Attualmente è  Direttore Generale della Galleria d’Arte Nazionale (Caracas, Venezuela). E’ uno dei critici d’arte che conta il maggior numero di pubblicazioni del paese.

COMMISSARIO

Edgar Ernesto González (Maracaibo, estado Zulia, Venezuela, 1973)

Museologo, museografo, curatore e graphic designer. Dottore in museologia comparata presso l’Universita delle Arti di Berlino e l’Istituto di Studi Museali dei Musei Statali della Fondazione del Patrimonio Culturale Prussiano di Berlino; specializzato in gestione e politica culturale presso l’Istituto di gestione culturale e gestione dei media della Scuola Superiore di Musica “Hanns  Eisler” di Berlin. Laureato in lettere presso l’Università del Zulia, Maracaibo. Attualmente, è Direttore del Museo della Stampa e del Disegno “Carlos Cruz Diez” (Caracas-Venezuela).

MUSEOGRAFI

Pedro Sanz (Los Teques, estado Miranda, Venezuela, 1947).

Architetto, artista plastico, museografo, professore universitario e curatore. Laureato presso la Facoltà d’Architettura dell’Università Centrale del Venezuela; corso post laurea in Psicologia dell’Architettura presso l’Università del Zulia (Venezuela). Attulamente è Coordinatore delle Arti Visive della Fondazione Centro Studi Latinoamericani “Romulo Gallegos” – CELARG- (Caracas- Venezuela).

Clemente Martínez (Valencia, estado Carabobo, Venezuela, 1967)

Museologo, museografo, artista plastico. Laureato in Arte, specializzato in Museologia presso l’Università Cattolica Cecilio Acosta (Maracaibo, Estado Zulia, Venezuela). Attualmente è Direttore d’ Integrazione Comunitaria presso la Galleria Nazionale d’Arte (Caracas, Venezuela).

GRUPPO DI RICERCA

Zuleiva Vivas (Caracas, Venezuela, 1951)

Curatrice, ricercatrice d’arte e conferenzista. Laureata in Arte presso l’Università Centrale del Venezuela. Ha ricoperto importanti incarichi in diverse istituzioni culturali e museali del paese. E’ stata Presidente della Fondazione Musei Nazionali. Attualmente è Direttrice di Cultura del Consiglio Nazionale Elettorale della Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Félix Hernández (Caracas, Venezuela, 1960)

Fotografo, curatore e ricercatore d’arte. Laureato in Arte, specializzato in arti plastiche con Master in Studi del Discorso presso presso l’Università Centrale del Venezuela. Attualmente lavora come ricercatore specialista presso la Galleria Nazionale d’Arte.

Francisco Ardiles (Stato Carabobo, Venezuela, 1974)

Poeta, ricercatore, saggista e professore universitario. Laureato in Lettere presso l’Università Centrale del Venezuela. Master in Letteratura venezuelana e un Dottorato in Scenze Sociali, con specializzazione in studi culturali presso I’Università di Carabobo. Attualmente è Direttore di Ricerca e Studi Culturali del Museo delle Belle Arti (Caracas- Venezuela).

Carolina Sanz (Caracas, Venezuela, 1977)

Fotografa, designer, artista plastico e performer.Laureata in Belle Arti, specializzata in pittura presso l’Università Nazionale Sperimentale delle Arti (UNEARTE, Caracas, Venezuela). Ricercatrice nel campo della Street Art e graffitara, è anche museografa e curatrice indipendente.

Contatti:

Ufficio Stampa

Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela presso la Repubblica italiana

068079797 / 068079464 / 3408971781

[email protected]

[email protected]

Maylyn López

Partecipazioni Nazionali – Giardini

Padiglione del Venezuela

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