da al manar
Alla fine di marzo 2012, la stampa internazionale aveva riferito che il 90% della popolazione cristiana di Homs, aveva dovuto lasciare le loro case confiscate dai combattenti “ribelli” del FSA(free syrian army).
All’epoca l’Arabia Saudita sosteneva pubblicamente l’opposizione, e, per così dire, clandestinamente forniva sostegno militare. Il regno saudita era pienamente consapevole che il problema cristiano avrebbe potuto spostare l’ago della opinione pubblica mondiale contro i “ribelli” siriani.
È in questo contesto che bisogna analizzare il documento segreto saudita pubblicato da Wikileaks. Questo documento dimostra che il Vaticano sia stato invitato dall’Arabia Saudita a sostenere pubblicamente la rivolta in Siria, come parte di un accordo che potrebbe essere riassunto così: «Aiutaci a far cadere Assad e faremo in modo che per i cristiani non ci saranno ritorsioni».
Ecco la traduzione del documento(originale in foto):
Custode delle due Sacre Moschee,
Dio salvi la preservi
Sono onorato di fare riferimento alla direttiva n 24616 del 05/15/1433 [ 7 aprile 2012], che contiene l’approvazione di inviare una delegazione per incontrare il ministro degli Esteri del Vaticano e portare un messaggio verbale esortandola a incoraggiare i cristiani a sostenere il movimento del popolo siriano e rassicurarlo. Dite loro che tutti i partiti che sostengono il popolo siriano si sono impegnati a rispettare i diritti delle minoranze in Siria e, in caso di caduta del regime siriano, non verranno commesse rappresaglie.
Sono felice di annunciare che ho delegato l’ambasciatore Raed bin Khaled per un incontro con Sua Eccellenza il ministro degli Esteri Domenico Mamberti (Arcivescovo in Vaticano), Giovedi, 20/05/1433 [12 Aprile 2012]. Ha trasmesso a Sua Eccellenza un messaggio verbale sulla Siria (…) Noi affermiamo che, con il resto degli Amici della Siria, il nostro totale impegno per i diritti e le libertà di tutti i membri del popolo siriano di tutte le religioni e etnie. Anche il fatto che non sarà assolutamente accettato che gli elementi della società siriana siano sottoposti ad atti di vendetta, esclusione o di emarginazione. Noi continueremo a lavorare per unire l’opposizione siriana per istituire un regime che garantisca i diritti, le libertà e l’uguaglianza di tutti, senza eccezione. Inoltre, noi sosteniamo una soluzione politica e un trasferimento pacifico del potere, per questo chiediamo che si metta la massima pressione possibile sul regime per fermare il massacro (…)
[Trad. dal francese per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]