di Samir Amin
Traduzione dal francese di Lorenzo Battisti per Marx21.it
Pubblichiamo la traduzione italiana di questo testo che Samir Amin ci ha inviato qualche giorno fa. Esso ci sembra di particolare importanza per il modo in cui affronta, con le “lenti di Marx” e l’analisi degli interessi di classe, la questione della sovranità nazionale, prendendo nettamente le distanze dalle concezioni del “sovranismo” borghese:
“La Gran Bretagna non intende certamente mettere in opera la propria sovranità per impegnarsi in una via che si allontani dall’ordoliberismo. Al contrario, Londra spera di aprirsi ancora di più soprattutto verso gli Stati Uniti (la Gran Bretagna non ha le reticenze di certi europei verso il trattato transatlantico di libero scambio TTIP), verso i paesi del Commonwealth e i paesi emergenti del Sud, che si sostituirebbero alla priorità europea. Nient’altro; e certamente non un migliore programma sociale. D’altra parte per i britannici l’egemonia tedesca è meno accettabile di quello che sembra per gli altri, in Francia e in Italia”.
“I fascisti europei proclamano la propria ostilità all’Europa e all’Euro. Ma si deve sapere che il loro concetto di sovranità è quello della borghesia capitalista; il loro progetto è quello della ricerca della competitività nazionale all’interno del sistema dell’ordoliberismo, associato a campagne nauseabonde contro gli immigrati. I fascisti non sono mai i difensori della democrazia, neanche quella elettorale (salvo per opportunismo), e ancora meno lo sono di una democrazia più avanzata. A fronte della sfida, la classe dominante non ha esitazioni: meglio l’uscita fascista dalla crisi. Ne ha dato prova in Ucraina”.
Il nostro autore ribadisce quanto scrive da tempo: “Non c’è niente da attendersi dal progetto europeo, che non può essere trasformato dall’interno; bisogna decostruire per poi eventualmente ricostruire su altre basi. Poiché si rifiutano di arrivare a questa conclusione, molti movimenti in conflitto con l’ordoliberismo esitano riguardo agli obiettivi strategici delle loro lotte: uscire o restare in Europa (o nell’Euro)? In queste condizioni gli argomenti invocati dagli uni e dagli altri sono estremamente diversi, basati spesso su questioni insignificanti, a volte sui falsi problemi orchestrati dai media (la sicurezza, gli immigrati), che conducono a scelte nauseabonde, raramente sulle vere sfide. L’uscita dalla Nato, per esempio, è invocata raramente. Rimane il fatto che l’onda montante che si esprime nel rifiuto dell’Europa (come la Brexit) riflette la cancellazione delle illusioni sulla possibilità di una sua riforma. Ciononostante la confusione preoccupa”.
“La difesa dell’illusione di una riforma impossibile dell’Europa non permette di evitarne l’implosione. Il progetto europeo si sbriciolerà allora a beneficio di una riemersione di quello che somiglia molto all’Europa degli anni ‘30 e ’40”
Samir Amin ribadisce la necessità di “un progetto di sovranità, con un contenuto esplicitamente popolare e democratico […] La sovranità nazionale è lo strumento inevitabile per l’avanzamento sociale e per il progresso della democratizzazione, al Nord come al Sud del pianeta. Queste avanzate sono guidate da logiche che si situano al di là del capitalismo, in una prospettiva favorevole all’emersione di un mondo policentrico e al consolidamento dell’internazionalismo dei popoli”.
Andrea Catone
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