di James Petras – La Haine
06gen2016
Il chierico che hanno ucciso, lo sciita Nimr Bager Al Nimr, era una persona che non ha mai brandito un’arma. Era difensore della democrazia e dei diritti di tutti i cittadini.
Efraín Chury Iribarne: Dobbiamo cominciare con il tema dell’Arabia Saudita, che abbiamo notizia uccide “i suoi mercenari in Yemen, una volta completate le missioni, per impedire la fuga di informazioni militari riservate”; a ciò si aggiunge “l’esecuzione di un religioso, che riaccende le tensioni nella regione.” Come vedi questa situazione?
JP: L’Arabia Saudita è la più grande violatrice dei diritti umani e delle libertà in Medio Oriente, senza eccezioni. Vi sono molte violazioni in Turchia, Israele e altri paesi; ma il re Salmán bin Abdulaziz è uno dei principali responsabili nel mondo: è lui che ha ucciso 45 persone, decapitate qualche giorno fa, anche il religioso che hai menzionato.
E soprattutto sono solo persone che sono state critiche del regime, alcuni semplicemente hanno alzato la voce per chiedere più democrazia; il religioso che è stato ucciso, lo sciita Al Nimr Bager Nimr, era una persona che non ha mai alzato un’arma. Era un chierico che aveva posizioni critiche, ma è stato un difensore della democrazia e ha sostenuto i diritti di tutti i cittadini, compresi i suoi correligionari sciiti.
L’Arabia Saudita ha un regime che concentra i miliardi di dollari del petrolio solo nella famiglia (reale), e non riuscirebbe a mantenere questa concentrazione di ricchezza, se ci fosse più democrazia. Se la famiglia reale perde il potere, perdono i propri privilegi e la loro gran concentrazione di ricchezza. Ecco perché il paese non ha una propria difesa, dipendono dagli USA e da eserciti mercenari, compresi quelli reclutati in Colombia e paramilitari latino-americani.
Non c’è una persona minimamente decente che sostenga l’Arabia Saudita. È un governo che manca di qualsiasi sostegno, al di là di quelli che gli vendono armi in Europa, Francia e Inghilterra, e degli Stati Uniti. Sono gli unici che sostengono l’Arabia Saudita, sebbene privatamente questi governanti abbiano un atteggiamento molto negativo, però di fronte agli affari rimangono in silenzio.
EChI: Il Ministro della Difesa della Colombia, Luis Carlos Villegas, si è lamentato che seducono i soldati colombiani per portarseli, ma in realtà sostiene che si dovrebbe fare tra i governi. Questo è grave, no?
JP: Sì, Sì, perché l’Arabia Saudita paga salari abbastanza alti, e i governanti desiderano impostare un contratto, per riscuotere le commissioni. Vale a dire, per ogni mercenario colombiano, il governo pretende ricevere una percentuale di quello che paga l’Arabia Saudita. Lo vedono come un business milionario, una collaborazione commerciale tra i leaders della Colombia e dell’Arabia Saudita.
Ma dobbiamo approfondire qualcosa sull’Arabia Saudita, perché è il centro di tutti i terroristi in Medio Oriente e oltre. L’Arabia Saudita finanzia e arma terroristi in Afghanistan; finanzia terroristi in Libia, continua a finanziare i terroristi in Siria insieme con i Turchi; ha invaso lo Yemen; e ora abbiamo di nuovo il caso del Pakistan, dove i terroristi wahabiti dei gruppi estremisti ricevono sussidi dall’Arabia Saudita.
Dunque, bisogna dire che il centro del terrorismo nel mondo, oltre agli Stati Uniti, è l’Arabia Saudita. E dovremmo notare un fatto: durante l’Hajj – che è il pellegrinaggio musulmano – sono morti 450 Iraniani per mancanza di organizzazione e si sospetta che i Sauditi avessero fatto piani perché questo evento portasse a questo tragico risultato.
EChI: La Siria sembra stare combattendo il terrorismo con fermezza e con il sostegno russo.
JP: L’invito alla Russia ha avuto un effetto enorme, perché hanno attaccato i terroristi dell’ISIS, hanno fatto molti danni alle loro fonti di finanziamento, ai camion che trasportavano il petrolio dalla Siria e dall’Iraq verso la Turchia, che ricavava un milione di dollari al giorno con tale attività. E quando la Russia ha cominciato a intervenire e bombardare il trasporto, le entrate dell’ISIS sono enormemente ribassate e ciò ha indebolito la loro capacità di mobilitare truppe e derrate per portare avanti altre offensive.
Quindi, le nuove armi e il supporto da parte russa che riceve il governo di Bashar Al Assad, hanno facilitato l’avanzata delle truppe e la sconfitta dei terroristi. Una combinazione di stabilità e di mancanza di supporto per l’ISIS, perché prima gli Stati Uniti dicevano che erano contro i terroristi, ma non hanno toccato i proventi del petrolio. Potremmo spiegarlo col fatto che gli Stati Uniti erano più contro Bashar Al Assad che contro l’ISIS, nonostante quello che dice il presidente Barack Obama.
EChI: Il Secretario della OSA, Luis Almagro, è tornato ad attaccare il Venezuela. Si intensifica l’ azione dell’OSA contro il Venezuela?
JP: Sì, perché c’è un coordinamento qui e dobbiamo affrontare questo argomento. In Venezuela, in questo momento c’è un gran conflitto tra il Potere Giudiziario e la nuova Assemblea Legislativa. L’opposizione vuole imporre alcuni candidati eletti con tangenti e corruzione. Vale a dire, la magistratura venezuelana ha impugnato quattro deputati eletti, tre dell’opposizione e uno che sostiene il governo. Questo conflitto tra il Potere Giudiziario e quello Legislativo può avere enormi conseguenze, perché l’opposizione non accetterà la decisione della corte. Infatti, se l’opposizione perde tre deputati non avrà la maggioranza qualificata dei 2/3, necessaria a impugnare la Presidenza di Nicolás Maduro.
Così, stanno chiamando a manifestazioni di piazza per oggi, cercando di provocare violenza nelle strade. È una situazione molto grave, quella che c’è in Venezuela. C’è un coordinamento americano, con una campagna sui media, che, condanna la sentenza. Le dichiarazioni di Almagro sono parte di questo piano per destabilizzare il governo, contestare la decisione del tribunale, cercare di incoraggiare una rivolta violenta, e forse trovare il modo di provocare un colpo di Stato.
Quindi, Almagro fa parte di questa cospirazione contro la magistratura e il governo di Maduro, che cercando di evitare un processo giudiziario che si pronunci su se gli eletti nell’Amazonas sono stati eletti liberamente o con l’acquisto di voti.
EChI: Sembrerebbe che Almagro lavori per gli USA?
JP: Sta lavorando con gli Stati Uniti contro l’autodeterminazione dei paesi dell’America Latina. Sta cercando di riprodurre la politica delle colonie nordamericane che agiscono per conto degli Stati Uniti e dei paesi imperiali e penso che deve essere smascherato in questo senso, perché, in questo momento in cui stiamo parlando, cresce la tensione in Venezuela. C’è una tremenda crisi, nessuno sa che cosa stanno progettando. Stanno cercando di mobilitare la gente, per evitare il processo giudiziario. E l’attuale presidente dell’Assemblea non accetterà i contestati, ma l’opposizione dice che è determinata ad ammetterli al Congresso. Così, forse, il Congresso stesso sarà una miccia per un conflitto enorme, un incendio violento.
EChI: Ci sono altri argomenti che vorresti commentare oggi?
JP: Sì, due questioni. C’è allarme per gli arresti di immigrati clandestini negli Stati Uniti questa settimana, quando inizia il nuovo anno. Diverse famiglie hanno denunciato che le autorità degli Stati Uniti irrompono violentemente, sgombrano le famiglie, e questo ha causato grande incertezza a Los Angeles e in altri centri dove sono concentrati gli immigrati, perché la Polizia Federale sta adottando misure in quanto Polizia Segreta di qualsiasi paese. Si tratta di una questione che deve essere analizzata.
L’altra questione è che il presidente argentino Macri si comporta come un dittatore del tempo del Proceso, come si dice in Argentina. Comanda per decreto. Sta cercando di licenziare migliaia di dipendenti, vuole nominare i membri della Corte Suprema, anche se non spetta al Presidente decidere in modo indipendente dal Congresso.
Sta cambiando l’economia, c’è svalutazione della moneta, abbassa il reddito reale dei lavoratori tra un 25 e un 30%; Macri pensa di poter imporre le proprie politiche a prescindere dal Congresso, dove è minoranza ed è minoranza nei sindacati e in tutte le organizzazioni sociali, deliberando per decreto con i metodi della dittatura. Le elezioni sono state solo un trampolino di lancio per conquistare il potere e quindi agire come un dittatore.
Non so come andrà a finire la questione in Argentina, perché si comincia con conflitti istituzionali e quindi si potrebbe passare in piazza con conflitti violenti tra il dittatore Macri e la società civile. Si è conclusa la stabilità e la pace e siamo entrati in un periodo di violenza e repressione.
Estratto da La Haine
Testo completo in: http://www.lahaine.org/el-eje-del-terrorismo-en77
[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Marco Nieli]